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DOPO I TANTISSIMI NOSTRI ARTICOLI CHE PARLANO DI LUI ED I MOLTI ALTRI,  ADDIRITTURA A FIRMA SUA PERSONALE, SULLA RIVISTA DI PREPARAZIONE ATLETICA… LUIGI MERLINI HA CREDUTO OPPORTUNO FARE UNA LUNGA INTERVISTA  A FEDERICO FRAGALE, PER PRESENTARLO DEGNAMENTE AI NOSTRI E SUOI LETTORI. LEGGETE UN PO’ COSA NE E’ VENUTO FUORI…

Intervista a Federico Fragale

Federico Fragale, “bluff” o “enfant prodige”?

Di: Luigi Merlini

E’ già molto tempo che volevo fare un’intervista a Federico… non certo per conoscerlo meglio io, ma soprattutto per presentarlo “a chi” leggendo continuamente i suoi articoli tecnici su questa rivista, si potesse chiedere non tanto “da dove” venisse… ma soprattutto invece, “come” avesse fatto a ricevere e soprattutto “contenere”… quella che sembrerebbe essere una “formazione tecnica” a 360°, così dettagliata ed approfondita, già alla giovane età di 26 anni!

    

Molti di noi più anziani, lo conoscono da tempo e alcuni persino fin dai suoi primi anni di vita, a causa del fatto che è il figlio del più conosciuto Roberto Fragale, ma a cui ultimamente… sembrerebbe voler quasi contenderne il primato di notorietà. Sicuramente, molti penseranno che essendo “figlio d’arte” abbia avuto la strada spianata e favorita dalla benevolenza protettiva paterna, ma credo personalmente che in questo caso, non sia andata espressamente così.

Conosco Federico da sempre e posso assicurarvi che ogni cosa se l’è dovuta sudare come e forse persino più degli altri ed oltretutto…  credo proprio e paradossalmente, per questo motivo! Riguardo alle sue esperienze sul ring invece… ricordo che non camminava ancora, quando cominciò a “gattonare” su un vecchio ring in P.zza S. Caterina a Pisa, sede della primordiale Scuola Arti Marziali Fragale. Da li in poi non si è più fermato ed alzatosi in piedi all’età di 9 mesi… ha percorso in 26 anni, tutte le strade potenzialmente percorribili in lungo ed in largo,  “alla corte” della famosa Scuola di appartenenza… e vi assicuro che non sono certo poche!

         

 A 4-5 anni lo ricordo già come un allievo della zia (Marisa Fragale) per il kung fu… pochi anni dopo, l’ho visto infatti gareggiare nelle competizioni di forme tradizionali nel Lung Chuan Pai… poi nei combattimenti promessi di kung fu… poi nei combattimenti veri e propri di Lung Chuan Pai.  Sempre “alla corte” della zia Marisa, ha poi praticato anche il semi contact ed ha gareggiato nella specialità… Divenendo più grandicello e frequentando spesso anche nelle classi gestite dal padre, ha iniziato a militare anche nel light contact, poi nel full contact, ed infine nella low kick; vincendo i campionati italiani FIKB di categoria per svariati anni consecutivamente e conquistando infine il titolo di Campione Italiano professionista in quel di Modena nel 2005. (VEDI: Federico Fragale è campione italiano "PRO")

Ma anche la Muay Thai lo ha affascinato contagiandolo e si è recato più volte in Thailandia per conoscerla ed allenarsi, arrivando infine persino nel 2003, a combattere allo stadio del Tepprasith e con i gomiti! (VEDI: La prima volta di... Fragale)

 Ma il suo percorso formativo non ha certo mancato di toccare anche la strada arbitrale e giudicante dei nostri sport, è infatti arbitro-giudice di tutte le discipline da combattimento.

              

Nello stesso tempo ha sempre seguito anche i corsi per la formazione dei vari allenatori, istruttori e maestri, formatisi alla Scuola Arti Marziali Fragale ed è divenuto pian piano nel tempo… Maestro egli stesso, con la condizione di C.N. 4° Grado. Adesso sembra sia pronto a dirigere tecnicamente la Scuola Arti Marziali Fragale e da qualche tempo sembra proprio che lo stia facendo a pieno titolo.

Per quanto riguarda invece la sua formazione, valenza ed esperienza come promoter ed organizzatore…l’ ultima signorile edizione dei Campionati Italiani F.I.KB. a Pisa  parla da sola! Per quanto riguarda invece, il suo impegno nella promozione dei nostri sport e l’avviamento educativo all’agonismo… le 9 edizioni del torneo de ilguerriero.it la dicono lunga sulle sue intenzioni e relative potenzialità.

Le sue conoscenze tecniche, didattiche e metodologiche specifiche nell’allenamento dei nostri sport, sono da sempre sotto gli occhi di tutti nelle rubriche teoriche de ilguerriero.it e continuamente sottoposte all’attento vaglio critico dei lettori, ma che invece, sempre più ne apprezzano interessati, la correttezza.

         

Dopo tutto quanto appena finito di dirvi… ovvio che per fare un’intervista esaustiva dobbiamo percorrere tutto un ventennio e… dato che ci appare così giovane,  un pensiero dubbioso sicuramente  assalirebbe chiunque non lo conoscesse bene, con la fatidica domanda: Federico Fragale,  è un bluff o un enfant prodige? Bene, proprio così ho voluto  sottotitolare questa mia lunga intervista.

Federico Fragale, “bluff” o “enfant prodige”?

Luigi Merlini: Federico… data la tua giovane età e ben sapendo di cosa e quanto dovremmo parlare, per essere almeno convinti di non aver tralasciato poi molto… sono costretto a farti fin da subito questa breve domanda che racchiude all’interno molte problematiche e supposizioni, ma che è forse anche un po’ provocatoria: Federico Fragale è un “bluff” o un “enfant prodige”?

Federico Fragale: Caro Gigi… credo che eventualmente, questo non spetti certo a me dirlo, ma agli altri, sempre che questi abbiano l’incresciosa abitudine di giudicare sommariamente le persone. Io posso solo dirti senza tema di smentita, che sono io Federico Fragale… il resto che mi chiedi è solo una opinione personale ed è quindi giusto che ognuno abbia la propria, sulla quale non voglio certo io adesso tentare di interferire, se non solo presentandomi appunto per ciò che sento e so di essere… poi gli altri giudicheranno se lo vorranno, a prescindere da qualsiasi cosa io possa aver detto di me stesso. Anzi... credo addirittura che meno dico e meno potrei essere tacciato di essere un bluff, ma poi bluff di cosa..? Questo termine sottintenderebbe un inganno… ed in questo caso quindi: cosa è che io vorrei far credere di essere, scusa?

Luigi Merlini: Ma no… la domanda non sta certo in questi termini. Voleva essere solo un modo simpatico di cominciare… ti si legge ormai dappertutto negli articoli de ilguerriero.it, molti dei quali tra quelli tecnici, proprio a firma tua e questo modo di iniziare mi sembrava che rappresentasse e potesse essere considerata una domanda che già in molti forse, si fanno.

         

Federico Fragale: E mica vorrai che gli risponda io, no? Io personalmente sono anche e persino contrario agli “enfant prodige”… figurati! Non li ritengo affatto una cosa positiva per come comunemente la si intende, visto che sono fermamente convinto che per fare un adulto sereno, occorra passare da una buona infanzia e che la negazione di questa, possa addirittura rappresentare un grosso handicap per la serenità futura. I bambini dovrebbero fare i bambini… se poi si pretende che non vi si comportino da adulti. Non mi ritengo e non sono mai stato un enfant prodige quindi.. ma credo però di essere stato un bambino che è cresciuto in un ambiente familiare completamente intriso dalle nostre discipline sportive ed ho perciò anche giocato fin da subito con queste… nel vero senso della parola e per parecchi anni. Adesso lo faccio anche per mestiere, ma devo dire sinceramente… che mi diverto ancora!

         

Luigi Merlini: A che età hai cominciato e con cosa, la prima volta che sei andato in palestra?

Federico Fragale: Se vado indietro nel tempo… ricordo la palestra, il ring… ma non riesco a ricordare una volta che sia stata “la prima volta”.. perché praticamente, sono nato e cresciuto in palestra. Addirittura mia madre mi racconta che era incinta proprio di me, quando stazionava alla biglietteria del palasport pisano, in una serata in cui mio padre combatteva di Full Contact contro un atleta americano: Kam Muller (un militare di stanza alla base di Camp Darby)… forse è per questo che mi sento particolarmente a mio agio, quando organizziamo nello stesso palasport?

         

Luigi Merlini: Si, è vero… era nel dicembre del 1979 e c’ero anch’io! Roberto combatteva nel clou della serata e proprio con Kam Muller, oltre che essere sempre lui e già al tempo, promotore della manifestazione ed io ero già uno dei suoi personali collaboratori ed atleti nella sua prima PCA.  Ricordo che addirittura, venne appositamente a Pisa per arbitrare quell’incontro: Giandomenico Bellettini.

Federico Fragale: Se tu mi dici che era dicembre… ed io so che sono nato nel giugno seguente… allora, io ero già stato concepito e stavo da tre mesi nel ventre materno… ah ah, evidentemente avrò percepito sicuramente qualcosa.

         

Luigi Merlini: Può darsi… anzi, quasi certamente, vista secondo me la tua propensione ed i risultati di cui parleremo. Ma non possiamo certo considerarla come la prima volta e quindi, se comprensibilmente non riesci a risalire alla prima volta… sicuramente ricorderai “con chi” ti allenavi le prime volte?

Federico Fragale: Forse è la parola “allenamento” che mi fa sfuggire il senso della prima volta… perché io non ero cosciente di allenarmi, io giocavo normalmente come tutti i bambini… ma se vogliamo chiamarlo allenamento (nel senso che pur giocando, costruivo degli schemi motori adatti ai nostri sport) diciamo allora che il primo l’ho fatto con mio padre e come tutti i bambini penso, quando tirano i pugni in faccia al proprio papà e questo ride compiaciuto come un’ebete… anche se sono sicuro che la tecnica lasciasse sicuramente a desiderare. Ma tentando di comprendere quello che vuoi veramente sapere te… diciamo che i primi passi li ho imparati e fatti, con altri bambini in un corso che mio padre teneva nella palestra in P.zza S. Caterina a Pisa. Ma più che per fare kung fu… lo facevo per giocare assieme agli altri bimbi del corso… niente di serio e nessuno mi ha mai spinto a farlo in maniera diversa da come lo sentivo! Poi successivamente ho praticato con la zia Marisa, ma avendolo sempre fatto per puro e solo divertimento, ricordo che erano molte le volte che mi riprendeva, perché ero abituato a non dare troppa importanza alla cosa… come ti ho detto più volte, io giocavo! Inoltre, adesso mi rendo conto che in molti già si aspettavano qualcosa di grande da me e di ben maggiore che non da tutti gli altri… e questo sicuramente mi infastidiva e credo fosse proprio per questo quindi, che non ne ero affatto attratto. (questo me lo ha spiegato e fatto comprendere anni dopo mio padre) Un po’ come quando da bambini, tutte le signore che incontri ti vogliono baciare e tu ti nascondi… no? Questo, credo perché ti da fastidio essere al centro dell’attenzione, in un gruppo che non senti come essere dei tuoi “pari”… quindi ti genera un certo disagio e specialmente in chi non ha ancora costruito e maturato una propria personalità.

         

Luigi Merlini: Vedo che non “molli” le tue conoscenze psico-pedagogiche… allora passiamo ad una domanda più diretta e specifica: Quando hai cominciato  a fare le prime gare?

Federico Fragale: Diciamo che, al contrario di come molti potrebbero pensare, io non ho mai avuto una spiccata propensione per l’agonismo fin da subito… forse perché era la fase antagonistica con l’avversario, che mi disturbava, visto che vedevo tutti soltanto come semplici compagni di gioco… ma posso dire che le prime gare le ho fatte nelle forme del Kung Fu, dove mi dicono che ero particolarmente adatto per i movimenti armonici che avevo sviluppato sin da piccolo, nella giocosa imitazione degli altri più grandi. Ricordo delle prime competizioni di forme con il bastone, con i Kama, i Nunchaku… mi piacevano gli attrezzi che si usavano nel kung fu e quindi giocandoci, mi ci allenavo anche.

         

Luigi Merlini: E per quanto riguarda il combattimento?

Federico Fragale: Non posso non dirti ancora, che i primi combattimenti li ho fatti di kung fu nella palestra di S.Caterina (eravamo già al cinema Lux) con gli altri bambini del corso, in una delle tante garette che vi si organizzavano al tempo… poi mi ha allenato la zia Marisa nel semi contact ed ho cominciato a fare qualche gara in federazione (ex FIAM)… ma le gare non mi attiravano molto, pur non cavandomela affatto male. Penso che fossero soprattutto le aspettative che tutti gli altri componenti della squadra mostravano di avere su di me, che mi faceva troppa pressione psicologica per la mia età… avevo sempre gli occhi addosso di tutti e continuamente. Io invece, sono stato sempre molto riservato e sin da bambino…

           

Luigi Merlini: Non possiamo certo dire che sei cambiato molto sotto questo particolare aspetto… Quando hai cominciato invece con il  light contact?

Federico Fragale: In palestra, a fine allenamento, facevamo sempre e solo il combattimento continuato a contatto morbido, per finire divertendoci… così come in tutti i corsi per bambini credo… quindi appena compiuta l’età minima di 15 anni, ho cominciato anche con questo tipo di combattimenti nella federazione.

    

Luigi Merlini: E che risultati hai ottenuto nel Light Contact?

Federico Fragale: Come ti ho detto prima, l’agonismo non mi ha mai attratto fortemente… non sentivo forte un bisogno spasmodico di misurarmi con gli altri… quindi facevo qualche campionato regionale e difficilmente andavo poi alle gare nazionali. Ero soprattutto un “tecnico puro” che lo faceva per divertimento… non amavo troppo, impormi sugli altri. Ma una volta partecipai ad una Coppa del Mondo di Gianfranco Rizzi a Piacenza ed arrivai, dopo molti combattimenti, ai quarti di finale. Avevo 16 anni ed il fatto di aver combattuto e vinto anche contro atleti stranieri e ben più grandi di me (allora non c’era ancora la divisione in junior e senior) mi dette una sferzata di novità, ma soprattutto di divertimento… e la cosa cominciò a piacermi maggiormente. Ma mi scontrai subito con la miope mentalità distruttiva dei tanti, che vogliono scorrettamente combattere nel Light… ma da parte loro con la stessa potenza che nel Full… questa cosa non mi piacque per niente e non volevo adattarmi e mostrarmi di essere stupido, scorretto ed infantile come loro! Visto che fortunatamente non avevo ancora nessuna “frustrazione personale” da colmare in quel modo e quindi per non cominciare ad averne… volli allora provare a fare combattimenti a contato pieno nel Full Contact, per mettermi alla prova!

           

Luigi Merlini: Allora cominciasti con il Full Contact… ti ricordi in questa specialità,  il tuo primo combattimento?

Federico Fragale: Di questo si… la prima volta ho combattuto a Prato in una manifestazione organizzata da Domenico Catalano, avevo 17 anni finiti. Non andò male… ricordo che poi ci ho combattuto anche altre volte ed una di queste, per non far tornare a casa senza combattere un team siciliano, ricordo che ho combattuto con Fabrizio Donato, ora ho saputo che è divenuto un campione e lo saluto, ricordandolo con gioia.

Luigi Merlini: Com’è andata? Hai vinto?

Federico Fragale: No, quella volta con Fabrizio Donato persi, anche se di poco… ma non era un incontro vero e proprio, io ero di un'altra categoria di classe e anche più leggero, lo si fece per far combattere lui con qualcuno (visto che era venuto dalla Sicilia appositamente) e anche per far combattere me e non dover tornare a casa a mani vuote tutti e due. Volevano fare 3 round e gliene concedemmo 2. Loro comunque lo presero proprio sul serio quell’incontro… ed i suoi 5 kg. in più si fecero sentire, ma forse fu proprio questo che determinò in me un certo tipo di “sblocco” nell’aggressività e a detta di tutti mi difesi oltremodo bene ed oltre le aspettative. Lo ricordo con particolare gioia, perché  questo mi fece finalmente comprendere anche le mie reali potenzialità e capacità tecniche del momento.

Luigi Merlini: Hai mai provocato dei ko?

              

Federico Fragale: Malgrado quello che tutti continuamente mi dicono di aspettarsi per il mio fisico, che curo molto per semplice il fatto di esservi stato da sempre educato, sono sempre stato più incline a combattere sul profilo tecnico, che non su quello fisico. Alcuni incontri li ho vinti prima del limite si, ma ritengo sia stato più per sfinimento dell’avversario, che non per un ko come comunemente lo si intende. Ma forse ora che ci penso, un ko l’ho provocato ad un ragazzo… eravamo nella palestra di Raffaele D’Amico a Grosseto (era il mio 3° o 4° incontro) in una gara regionale, ci fu uno scambio di diretti e vidi l’avversario sparirmi davanti, perché lui mi crollò ai piedi. Ma non so dire se fu più forte la gioia di aver vinto o il timore di avergli fatto veramente male, non come dolore… non so come dire, ma il fatto di vedermelo crollare davanti in seguito ad un mio colpo, mi impressionò molto… era poco più di un ragazzino pure lui. Non sono mai stato un picchiatore, non sono mai salito per abbattere nessuno, ma solo per confrontarmi e tentare di vincerlo tecnicamente… per dimostrare di essere migliore di lui. Le poche volte che è accaduto il contrario, sono stato felice ugualmente, perché questo ha sempre rappresentato uno stimolo al mio miglioramento tecnico e mi ha fatto continuamente salire di un ulteriore gradino. 

Luigi Merlini: Hai mai subito dei ko?

Federico Fragale: Fortunatamente.. mai! Ma forse è proprio perché combattendo molto tecnicamente non mi buttavo mai in attacchi sconsiderati e tendevo quindi a scoprirmi poco. Forse anche perché chi mi ha diretto, non mi ha mai fatto incontrare avversari troppo forti per il mio progressivo livello tecnico del momento. Questa del ko subito è una esperienza che sinceramente mi manca.. ma diciamo che non la rimpiango affatto. A volte ho subito dei colpi più forti che mi hanno fatto piegare le gambe e provocato dei “fitomi scintillanti” (vedere le famose stelline) ma ancora mi è venuta in aiuto la tecnica e tramite quella, ho sempre superato agevolmente l’empasse momentaneo… ecco perché le do tanta importanza, perché non ti lascia mai solo nei momenti più difficili dal punto di vista fisico.

         

Luigi Merlini: Quando e perché, sei poi passato alla low kick?

Federico Fragale: Con un altro amico di palestra Marco Mastrorocco (che saluto e ricordo volentieri) dopo diversi incontri e con un buon esito finale di questi, cominciammo a programmare la rinascita di un settore atletico di combattenti a contatto pieno nella Scuola Arti Marziali Fragale e ne mettemmo a conoscenza mio padre.

Questo fece di tutto per distoglierci dalla laboriosa idea (ma neanche in maniera troppo convinta) e poi, visto che le nostre intenzioni continuavano ad essere in tal senso (ricordo che soprattutto Marco lo assillava continuamente) cominciammo il percorso costruttivo del “Forti Team”. Abbiamo fatto parecchi incontri da quel tempo e ci siamo tolti molte intime soddisfazioni personali, vincendo parecchie volte gli italiani FIAM, poi quelli della FIKEDA e poi persino tutte le varie fasi nazionali e gli assoluti FIKB nel 2004.

         

Molti ragazzi del Team hanno poi fatto parte delle varie nazionali italiane e con Marco siamo stati persino in nazionale assieme ai Campionati Europei WAKO a Budva e Marco Mastrorocco è arrivato persino al terzo posto nella thai. Abbiamo poi fatto esperienze in alcuni incontri professionistici ed infine io sono riuscito a conquistare nel 2005, il titolo di Campione Italiano Professionisti a Modena. Marco Mastrorocco era appena partito per l’Australia… questo forse mi ha fatto passare un po’ l’entusiasmo motivante… e la dice lunga sul suo ruolo di fisiologico “leader emozionale” avuto e ricoperto, suo malgrado, nel team della Scuola Arti Marziali Fragale.

         

Luigi Merlini: Già… il buon Marco Mastrorocco, forse non conosce neanche lui, il vero ruolo che ha rappresentato nella famosa scuola pisana, quando era descritta nuovamente e per la seconda volta, come una delle più forti e rappresentative d’Italia. Ma come mai non hai continuato con la carriera professionistica? Non ti sarebbero certo mancate neanche le “dritte” giuste, con un padre così introdotto al suo interno federale, sia in campo nazionale che soprattutto internazionale. Chiunque avrebbe pensato che, anche avendo l’intenzione di fermarsi… avresti potuto e voluto raggiungere, come tanti altri hanno fatto poco prima di smettere, il titolo di Campione del Mondo… Perché quindi non hai continuato?

Federico Fragale: Semplice, ti sei già risposto da solo! Già per il titolo Italiano professionisti ci furono un sacco di malelingue che, malgrado l’organizzazione fosse dell’avversario… benché io fossi stato designato dalla federazione (io ero il  campione italiano assoluto   dilettanti del 2004)… benché gli arbitri ed i giudici non fossero della nostra scuola… benché vinsi per ko (ma era soprattutto sfinimento fisico) al 3° round dei 5 previsti… con il pur bravo Fabio Fazio (che saluto cordialmente e con stima) si levarono comunque voci di “inciucio” proprio a causa del cognome che porto. Sempre a causa di questo quindi, credo di aver ereditato tutte le inimicizie eventualmente esistenti con mio padre e vedo che non sono poche, anche se stupide… ma fortunatamente anche le sue tante conoscenze di personaggi autorevoli e benevola stima degli stessi.

         

Quindi, certo che avrei potuto farlo… non mi sarebbero mancate ne le conoscenze e ne le possibilità per farlo in ogni caso… ma con questi presupposti a che sarebbe servito e soprattutto, se avessi già avuto intenzione di smettere? Inoltre non credo proprio di essere mai stato nella forma adatta per poter pensare alla detenzione di un titolo mondiale, ma neanche europeo.. detto naturalmente in termini assoluti, perché come ce ne sono tanti… potevo esservi anch’io tra loro! Certo che avrei potuto farlo, come lo hanno fatto molti altri e che alcuni forse non lo meritavano... ma perché dimostrarmi stupido al pari di tutti loro? Comunque fosse andata, adesso sarei sempre io no? Ma forse con una vergognosa macchia nella propria ed intima coscienza. Non credo sia questo che dovrebbe insegnare lo sport! Ciò che conta secondo me, è sapere di essere esattamente quello che gli altri credono tu sia, per quello che continuamente mostri loro di essere (tuo malgrado) e senza forzature. Penso sia troppo faticoso ed oltretutto inconcludente, tentare di dimostrare continuamente di essere quello che forse potremmo riuscire  far credere agli altri di essere divenuti, no? Credo ce ne siano molti nel nostro ambiente… che mi sembra si affannino inconcludentemente per questa cosa impossibile, non era perciò il caso di aggiungerne un altro… e poi sinceramente ti dirò che forse preferisco fare anche altro, che combattere. E poi… non si può essere e divenire tutti Campioni no? A che sarebbe servito un campione del mondo fasullo e chiacchierato in più?

Luigi Merlini: Parlando ultimamente con Massimo Rizzoli, mi diceva che era dell’avviso contrario sul tuo conto, per quanto riguarda le tue potenzialità agonistiche… tu che ne pensi di questo?

           

Federico Fragale: Che Massimo Rizzoli è un Campione vero… e non tutti possono certo esserlo al suo pari! Oltretutto è anche una persona che stimo molto, perché come me non è incline ai complimenti gratuiti e sono quindi per questo ancora più lusingato da quanto mi dici ti abbia riferito sul mio conto… ma ammesso e non concesso che Massimo abbia ragione, questo presupporrebbe di andarmi ad allenare a Livorno da lui (non tutti sono capaci di formare Campioni veri, per i livelli di cui stiamo parlando)… ed anche mio padre mi aveva consigliato questa eventualità nel caso avessi voluto continuare. Ma questo presupporrebbe inoltre, che io mi dedicassi soltanto all’agonismo ed alla mia preparazione…(fisica, tecnica, tattica e strategica) sicuramente allora, forse riusciremmo anche a fare qualcosa di più… ma non so se ne varrebbe poi la pena. I professionisti in Italia non guadagnano poi molto, anzi niente! Preferisco quindi continuare il mio percorso di formazione in questi sport nell’insegnamento tecnico, ricerca e sperimentazione di nuove metodologie allenanti e nuove formule di competizioni per i principianti… almeno per adesso, poi vedremo. Inoltre, i miei articoli tecnici sul guerriero.it impegnano parecchio del mio tempo libero, ma devo dire che sono anche complementari a tutto il resto che faccio. L’agonismo invece, sottrarrebbe tempo ed energie a tutto il resto e questo ne sottrarrebbe agli impegni che l’agonismo richiederebbe sicuramente, per farlo bene. Non mi piace far le cose fatte male.. e quindi ho scelto tutto il resto, in cui vedo che ogni attività è complementare ad ogni cosa che lo compone. Comunque ringrazio Massimo per la stima che da sempre so che mi dimostra e lo ammiro per i grossi sacrifici che, adesso comprendo, ha dovuto fare per divenire quello che è, ma non tutti possiamo essere al suo livello ed esserne per forza capaci, per sentirci soddisfatti ed appagati. Ci sono molte altre cose da fare nei nostri sport ed è quello che credo, io stia facendo no…?

         

Luigi Merlini: Sicuramente… ma allora vediamo un po’ che hai fatto ancora, nel 2003 hai combattuto in Thailandia nella Muay Thai professionistica e con risultati insospettabili per l’epoca. Pare infatti che il tuo match sia piaciuto ai thai… tanto che ti dedicarono parecchie foto su un articolo del “Pattaya People News” sui tuoi allenamenti al “Pedh Rung Rang Boxing Camp”, dove ho sentito dire che addirittura, arrivò una troupe televisiva e giornalisti, per fare un servizio sugli occidentali che andavano in Thailandia ad allenarsi e combattere negli stadi. Adesso vediamo infatti, che  nella Scuola Arti Marziali Fragale tieni e dirigi anche un tuo corso personale di Muay Thai… La domanda quindi è: come ti sei avvicinato e perché… sei arrivato a conoscere e praticare anche questa “relativamente nuova” disciplina?

Federico Fragale: Per uno che mangia fin da piccolo caffellatte e arti da combattimento è piuttosto naturale spaziare da una all’altra e soprattutto seguendo i tempi e gioco-forza influenzato dalle varie nuove passioni della Scuola in cui studia. Fin da quando mio padre collaborava con Marco De Cesaris quindi, ho partecipato ai corsi istruttori di Muay Thai e mi sono infine diplomato come insegnante alla scuola romana, ma già a 14 anni mi aveva portato con se in Thailandia, per vedere i mondiali di Muay Thai della IAMTF.

              

Quando poi abbiamo avuto ospiti della Scuola Arti Marziali Fragale per 3 mesi ognuno, i Tailandesi (Jeak e Poo) questi dormivano a casa nostra, con me, nella mia cameretta e poi ci allenavamo assieme in palestra… Uscivamo assieme alla domenica (Con Jeak poi, avevamo la stessa età 18 anni) e quindi mi sono appassionato sempre più… direi che è stato abbastanza normale no? Adesso non manco mai di approfittare delle molte e continue possibilità di allenarmi anche con altri atleti thai in Italia che, per una ragione o per l’altra, transitano spesso presso la nostra Scuola pisana. Ogni volta imparo tante piccole cose, ma la Muay Thai è un mondo a se e talmente grande… che penso non finirò mai di imparare e scoprire cose nuove… specialmente dal punto di vista tecnico-strategico, che è quello maggiormente interessante per me!

              

Certo… al tempo non avrei mai pensato di arrivare a combattere in uno stadio tailandese… ma quando si presentò l’occasione qualche anno più tardi… non mi tirai indietro.  Non so perché, ma dopo essermi allenato un mese nel camp di Nu  (il Pedh Rung Rang) e seguito in maniera particolare anche da Cristian Daghio… quando mi hanno presentato l’opportunità per tappare un buco di un altro atleta occidentale dello stesso camp e dicendomi che ce la potevo fare… dopo le ore ed ore passate da tutti loro ad allenarmi gratuitamente, non ho saputo dire di no. L’atleta Thai era anche più pesante di me, non era certo un fulmine, sebbene io non abbia vinto… anche se sono consapevole che ho rischiato di riuscirci nelle prime riprese a causa della mia boxe… ma ho saputo resistere e sopportare tutte e 5 le riprese da 3 minuti… e con i gomiti ammessi! Feci un buon combattimento e mi dissero che piacque molto anche ai thailandesi che vennero a congratularsi negli spogliatoi… ma personalmente, non so quanto questo sia vero.

Ma comunque, Nu e Cristian  ne furono sicuramente soddisfattissimi e questo, penso e spero che li ripagò, almeno in parte, di tutto il tempo che mi dedicarono per allenarmi. Ricordo che i ragazzi del Camp vennero addirittura a farmi “gli inservienti” all’angolo (ad ogni intervallo di round, mi facevano una doccia gelata e massaggio decongestionante)  dimostrandomi empatia, stima ed amicizia… ma mi furono soprattutto molto utili nella pratica! Ricordo ancora… che allora e proprio per questo, a fine match e contentissimo del risultato, lasciai tutta la mia borsa a loro!

     

Ben poca cosa per noi… qualche migliaio di bath mi sembra (poco più di 100 euro forse) ma per loro era una bella sommetta e decisamente la stima al Camp nei miei confronti, aumentò ancora! Si è vero, ma solo in parte, quello che dici… al Camp arrivò una troupe televisiva con un giornalista del Pattaya News, ma era venuta soprattutto per Cristian… sebbene poi abbiano pubblicato qualche foto mia, nel lungo articolo dedicato agli occidentali che andavano in Thailandia per allenarsi e combattere…  addirittura mi dedicarono tutte le foto del “collage” in un sommario inserito in prima pagina! Ma a parte tutti questi piacevoli ed a mio avviso immeritati, anche se certamente  lusinghieri accadimenti e presenze mediatiche, l’esperienza in Thailandia mi è servita sicuramente molto di più, al mio ritorno in patria. Dopo questo evento infatti, mi dicono che la mia determinazione e sicurezza in combattimento, aumentò di molto… spero non a discapito della tecnica. Comunque si, i migliori risultati agonistici nella kick boxing, li ho poi avuti proprio dopo questa mia prima e bellissima esperienza in Thailandia.

                

Sono poi tornato a Bangkok ed a Pattaya altre volte (dove abbiamo ancora un appartamento, ottimi contatti e tante stimate conoscenze importanti) ma non ho più combattuto di Muay Thai, anche se  ritengo sia stata un’esperienza ottima nel mio percorso formativo,  che auguro e consiglierei a chiunque… ma ben consci e consapevoli della propria preparazione, di quello che si va  a fare e soprattutto del perché! Oltre naturalmente ad essere seguiti e protetti da persone “giuste” e degne di stima per credibilità, autorevolezza e competenza… ma non dimentichiamoci che naturalmente tra loro… dovrebbero esserci anche dei thailandesi. Questo infatti è un mondo ed ambiente estremamente diverso dal nostro e soprattutto un ambiente difficilissimo per l’estrema facilità con cui puoi andare a combattere… non sapendo mai cosa puoi trovare e cosa può improvvisamente cambiare da un momento all’altro e sino all’ultimo istante, prima di salire sul ring. Anche a me, in questa occasione, sono accadute cose “strane” e per noi inammissibili… ho rischiato un po’, ma  “la tecnica” e soprattutto quella pugilistica, mi ha aiutato molto a superare il difficile impegno che mi ero consapevolmente assunto.

                

Luigi Merlini: Già la boxe… se non sbaglio tu hai combattuto anche di pugilato no? So che sei anche istruttore diplomato dalla FPI… e che hai  frequentato corsi appositi per divenire infine anche istruttore giovanile della Federboxe…  che mi dici di questo ulteriore studio in questa disciplina?

Federico Fragale: Che era un passo dovuto e quasi obbligato forse, per una mia più completa formazione negli sport da combattimento in generale. La conoscenza nell’arte del pugilato per i nostri sport da combattimento, credo infatti sia una base imprescindibile. Quindi, quando abbiamo iniziato a pianificare con Marco Mastrorocco e mio padre, la formazione del “Forti Team”, mettemmo anche questo nel conto e ci iscrivemmo come società pugilistica alla FPI.

         

Abbiamo fatto anche qualche combattimento… io personalmente due! Uno vinto prima del limite ed uno perso ai punti… anche se, dopo aver passato una intera giornata al mare e combattendo solo per tappare un buco in una serata pugilistica. Poi decisi che era importante anche allargare la mia conoscenza tecnica e metodologica in questa specialità e feci il corso per insegnanti giovanili a Firenze, assieme a mio padre a tanti altri ragazzi della Scuola Arti Marziali Fragale. Organizzammo anche diversi stage di pugilato con Valerio Nati presso la nostra Scuola pisana, che ci introdusse alla sua particolare boxe “portoricana”. Ma sono state le sue lezioni sulla tattica, strategia e conduzione del combattimento, che poi mi sono risultate utilissime nei miei combattimenti.

         

Solo in seguito poi, ho frequentato il corso federale per ottenere la qualifica come insegnante di pugilato della FPI a Formia. Ci siamo iscritti all’ANAP (Ass. Naz. Allenatori Pugilato) ed abbiamo iniziato a partecipare agli stage tecnici di aggiornamento, indetti dall’Associazione specialistica della Federboxe. Due anni dopo, organizzammo e frequentammo persino un corso arbitrale di pugilato FPI nella Scuola Arti Marziali Fragale, gestito dai responsabili toscani di settore nella Federpugilistica… ma poi non abbiamo più rinnovato l’iscrizione alla FPI e quell’esperienza è servita solo al complemento cognitivo dei regolamenti, nella nostra globale formazione professionale.

         

Luigi Merlini: E’ ricorrente vedo, il fatto che spesso hai anche combattuto per tappare dei buchi… forse un tuo difetto è che non sei capace a dire di no?

Federico Fragale: Che ti devo dire… alla Scuola Arti Marziali Fragale mi hanno insegnato che non è l’atleta che deve dire di si o no, accettando o rifiutando un incontro… ma il suo allenatore. Ognuno deve avere il suo ruolo ed ambito di pertinenza. L’atleta combatte e fa quello che dice l’allenatore, se l’allenatore dice che può combattere, significa che lo può fare! Se l’atleta si rifiuta senza ragione o per motivi suoi.. significa che non ha stima dell’allenatore.. quindi forse è meglio che cambi insegnante.. o magari scuola.. o forse sport, addirittura! Ed a proposito del ruolo di “tappabuchi” che mi hai appena affibbiato, mi viene in mente una volta che siamo andati fino a Bari (VEDI: Sport spettacolo ad Altamura 2004) … in cui appena arrivato sono sceso dalla macchina, mi sono spogliato ed ho combattuto 5 round da 3 minuti di Kick Boxing professionistica con un Brasiliano (Nunes, mi pare si chiamasse) che doveva combattere per la disputa di un titolo intercontinentale non so con chi del posto e questo si era però infortunato pochi giorni prima. Finito l’incontro, poi sono risalito in macchina e siamo tornati a Pisa. Anche questa esperienza è stata molto importante per la mia formazione e comprensione delle cose.

              

Luigi Merlini: Caspita, una bella prova di coraggio direi. Com’è andata in quel frangente?

Federico Fragale: No… non credo si dimostri certo così il coraggio, ma sicuramente solo la lealtà e coerenza con quanto ti ho detto prima, circa il ruolo e compiti dell’atleta e allenatore! Ero allenato, stavo bene e mi hanno detto che potevo farcela.. quindi sono andato! Era un incontro professionistico di low kick e nel corso della prima ripresa, quel diavolo di un brasiliano mi ha fratturato il setto nasale con uno dei suoi primi e potenti pugni… (non mi era mai capitato prima di allora) ti assicuro che ho dovuto stringere veramente forte i denti e… dato che aveva una boxe eccellente e sicuramente migliore della mia, ho dovuto far ricorso a tutte le mie conoscenze ed accortezze tecniche, per “tenerlo” e lenirne lo spirito combattivo, soprattutto con i calci… ma sono arrivato sino in fondo ed ho perso solo di misura ai punti. Credo personalmente che valga più questa impresa nel mio intimo… che tutti gli altri incontri che ho vinto abbastanza facilmente.

         

Luigi Merlini: Già.. ma quanti incontri hai disputato in combattimenti a contatto pieno?

Federico Fragale: Il numero esatto non saprei certo dirtelo… non sono un particolare cultore del mio passato o storico del settore come te, ma diciamo che tra full, pugilato, kick e thai… posso tranquillamente dire di essere arrivato sicuramente alla trentina di incontri sostenuti. Ma questo non fa certo di me un esperto Campione con la “C” maiuscola… però credo mi abbiano dato sufficiente esperienza e preparazione tecnico-tattica per cominciare a curare io stesso, qualche atleta fatto e preparato tecnicamente, totalmente da me.

Luigi Merlini: E’ quanto credo tu meriti e quanto ti auguro sicuramente, ma per quanto riguarda l’arbitraggio.. come e quando hai cominciato?

         

Federico Fragale: Come ogni cosa, dobbiamo tornare indietro nel tempo… visto ricordo che fin da piccolo, ci insegnavano ad arbitrare e giudicare gli incontri di noi stessi bambini… una cosa che reputo tra l’altro molto educativa e basilare, proprio per l’avviamento all’agonismo e la conoscenza globale della disciplina praticata. Ma poi ho sempre assistito ad ogni corso arbitrale che veniva effettuato da mio padre alla Scuola Arti Marziali Fragale ed infine, mi sono iscritto proprio ad uno di questi. Spesso e da tempo quindi,  coadiuvo il team arbitrale della nostra Scuola nei tanti impegni a cui è chiamata sempre più frequentemente a rispondere. La cosa non mi attrae moltissimo, nel senso che non è la “carriera federale” che mi interessa, ma quando posso essere utile al bene comune del nostro intero movimento sportivo, non mi tiro certo mai indietro… ed inoltre, credo che serva molto anche al proseguo della mia globale formazione professionale, ma anche e soprattutto come tecnico del settore. 

Luigi Merlini: Per quanto riguarda il tuo lavoro editoriale su ilguerriero.it e circa i tuoi articoli sulla Preparazione atletica, Traumi da sport, Psicologia, Anatomia, Alimentazione, Bodybuilding, Tecnica  ecc… cosa mi dici?

Federico Fragale: E che ti devo dire? Che belli o brutti, sono sicuramente frutto delle mie conoscenze e continui studi sulle varie metodiche di allenamento e su tutto ciò che può essere utile conoscere, per un qualsiasi insegnante dei nostri sport da combattimento. Io quindi, sono anche quello che scrivo e ciò che scrivo riflette il mio modo di pensare ed intendere le cose in quel momento. Poi, io stesso quando rileggo i miei vecchi articoli, li ritengo ormai sorpassati e sommari sull’argomento, ma per iniziare a comprendere le cose.. vanno sempre bene, anzi, credo siano ottimi! La Scuola Arti Marziali Fragale in questo senso, ha una grande e lunga tradizione teorica… tu pensa che le prime tesine sull’anatomia, ricordo che ho cominciato  a farle per i passaggi di cintura nel corso di Kung Fu, quando ancora facevo le elementari… poi sono proseguite per i passaggi di cintura nella Kick Boxing e poi per gli esami di grado… è una cosa a cui noi della Scuola Arti Marziali Fragale siamo abituati da sempre, dato che ogni passaggio di cintura avviene, oltre che con un esame pratico, anche con uno teorico orale e scritto.

         

Poi, siccome ogni volta che scoprivo qualcosa di interessante sull’allenamento, mi chiedevo come avessi fatto prima, senza conoscerne l’esistenza di questo o quel metodo… ho creduto bene fare delle rubriche apposite su ilguerriero.it per dare modo che anche chi avesse meno mezzi o tempo per la ricerca, potesse ugualmente arrivarci leggendo le mie rubriche sulle web-riviste de “il codino parlante”. Purtroppo noto che è ancora tanta l’ignoranza in questo campo, nel nostro settore sportivo… ma soprattutto sulla consapevolezza e valenza delle conoscenze teoriche da applicare nella pratica. Ho persino pensato che potesse essere perché non avessero tempo o possibilità per effettuare le ricerche… o magari per la complessità e possibile confusione nella ricerca da parte di chi cominciava da zero… Allora ho fatto anche un compendio generale per le conoscenze minime che dovrebbe possedere un qualsiasi allenatore dei nostri sport, uno dei più visitati sul guerriero.it! (VEDI: Corso on line di Kick Boxing)
Di questo ne sono molto orgoglioso e felice, oltre che speranzoso, perché significa che le persone vogliono conoscere e mostrano interesse anche per le nozioni teoriche e credo che il mio lavoro su ilguerriero.it, possa aiutarli almeno e soprattutto in primo luogo, a comprenderne l’importanza ed accendere quindi l’interesse, tutto il resto poi viene da se, ma solo se c’è veramente l’interesse ad apprendere… e l’interesse, credo si accenda più facilmente in chiunque… solo  se arriva a comprenderne l’utilità nella pratica! Quello che mi manda in bestia però... è che alcuni che hanno letto “Corso on line di Kick Boxing per allenatori”… poi mi hanno scritto delle email, chiedendomi se rilasciavamo i diplomi… e chiedendomi anche se questi fossero però riconosciuti dal CONI… inaudito… roba da pazzi… o forse da furbi? Sinceramente non saprei… ma sicuramente non da persone intelligenti! Queste sono le cose che mi abbattono e demotivano un po’… ma in Redazione, ridendoci sopra ed immaginandone gli effimeri e buffi usi che questi ne potrebbero fare… mi ridanno la forza per prenderla con filosofia e continuare nella strada intrapresa.

         

Luigi Merlini: Vedo attaccato in palestra anche un tuo diploma come istruttore di Aero/Kickboxing… insegni anche questa nuova specialità?

Federico Fragale: No, quello è frutto di un bel corso in 3 week end, che organizzammo presso la nostra Scuola pisana un paio di anni fa, con i D.T.N. di settore Mario Carella e Liberati. C’erano state molte richieste in tal senso da parte di altri istruttori e noi siamo stati ben lieti di dargli la possibilità attuativa per seguirlo nella loro città. Naturalmente ho seguito anch’io il corso, dapprima solo per curiosità ed allargare le mie conoscenze anche in questa nuova specialità della kick boxing, ma poi ho potuto apprezzarne tutta la sua valenza ed energizzante novità. Adesso a Pisa vi sono parecchi corsi di Aero/kick e da noi la insegna Beatrice Guardati, ma non ha mai avuto un grandissimo successo. La Scuola Arti Marziali Fragale è ordinata ed attrezzata… ma non è un centro fitness “modaiolo”  e manca di tutte quelle accortezze che attraggono questo genere e target di persone. E’ un ambiente ottimo però, per lo studio degli sport da combattimento ed arti marziali. Racchiude in se tutta la storia di queste attività e discipline in Italia, dalla loro nascita sino ad oggi… anche se il mio obbiettivo (o sogno nel cassetto) come quello di tutti mi auguro, sarebbe invece quello di rappresentarne il futuro. Direi sia quasi impossibile o difficilissimo… ma d’altra parte bisogna pur darsi qualche obbiettivo difficile da raggiungere, no?

Luigi Merlini: Indubbiamente, ma credimi che non mi meraviglierei troppo se mi accorgessi un giorno, che proprio tu ci fossi riuscito. Ultimamente hai fatto tante di quelle cose che forse nessuno di noi (malgrado l’alto lignaggio familiare di provenienza)  avrebbe immaginato saresti mai stato capace di fare… ed a proposito di questo.. parliamo un po’ anche della tua nuova attività di organizzatore e promotore di manifestazioni sportive… com’è che hai cominciato e perchè?

         

Federico Fragale: Ti sembrerà strano… ma anche in questo senso ho cominciato giocando! Quando da ragazzino facevo i corsi, alla fine della lezione organizzavamo un “torneino volante” e combattevamo ad eliminazione diretta.. alla fine rimanevano tre vincitori delle tre categorie… e poi facevamo il “Gran Champion” tra questi tre… Così sono cresciuto fin da subito, con questa prima cognizione organizzativa di gara. Poi, essendo giovane ma tra le cinture più alte e quindi non partecipando ai torneini societari per gli esordienti, che solitamente abbiamo sempre organizzato in tutte le Scuole Arti Marziali Fragale… mi era sempre assegnato il compito di organizzatore ed il ruolo di arbitro-giudice. Così come per molti tornei intersociali (quando la nostra Scuola aveva diverse sedi sparse per la Toscana) e quindi… ho fatto anche questo da sempre. E’ bastato solo allargare il raggio di azione ed usare la stessa metodologia e concetti di svolgimento, per fare cosette più grandi.

Luigi Merlini: Chiamarle “cosette più grandi” mi sembra riduttivo, se pensiamo agli ultimi Campionati Italiani F.I.KB. a Pisa da te organizzati…

Federico Fragale: Infatti… io non mi riferivo certo a quelli, ma alle numerose edizioni del torneo de ilguerriero.it. Come sicuramente sai, l’edizione annuale dei Campionati Italiani F.I.KB. a Pisa … non è certo tutta farina del mio sacco, ma bensì il frutto della mutua partecipazione di tante forze che puntualmente scendono in campo, per la perfetta riuscita della manifestazione sportiva. Prima fra tutti, la forza dirompente e trascinante dei ragazzi dello staff, poi non dimentichiamoci della promozione ed assistenza continua de ilguerriero.it, il contributo del Comitato Regionale della Federazione e tante altre mature conoscenze di mio padre in ambito sportivo e politico-amministrativo della nostra città e come ben sai, persino tue… io curo poi solo l’organizzazione logistica del tutto sul posto, oltre che nei giorni precedenti e seguenti.

         

Luigi Merlini: Ed anche questo dico… ti sembra poco? Comunque e visto che hai tirato in ballo i tuoi tornei de ilguerriero.it… ne vogliamo parlare? Come mai questa idea? Non bastavano i campionati regionali federali?

Federico Fragale: Ma infatti, sono una cosa ben diversa! Questi miei torneini, hanno un carattere prettamente educativo-formativo, per favorire eventualmente l’avviamento successivo allo sport agonistico federale, o magari solo fini a se stessi. In questo tornei ci si iscrive solo per partecipare e fare esperienza. Sono rivolti a chi pratica i nostri sport amatorialmente, per incentivarli a provare la sensazione di gara, senza rischiare di farsi del male. In questo tornei il contato è veramente molto morbido ed i guanti usati sono da 18 o addirittura da 24 oz. a seconda delle categorie. Inoltre nei tornei de ilguerriero.it, ci sono delle categorie sperimentali e particolarmente educative, che i campionati federali non hanno. Vedi la categoria dei bambini nella low kick, o quella degli esordienti nel light per esempio. Ultimamente sta vedendo una incoraggiante  e progressiva partecipazione… sarei tentato persino di iniziare ad introdurre una categoria di thai tecnica… ma vedremo in seguito e con calma. La cosa mi piace e mi da molte soddisfazioni per adesso e questo mi consente ancora una volta,  il piacere di continuare lavorare divertendomi.

         

Luigi Merlini: Bene.. allora non mi resta che augurarti buon lavoro e soprattutto, buon divertimento. Credo che con questa lunga intervista, sicuramente sei riuscito a far comprendere che tu non sei stato affatto un “enfant prodige”… ma altrettanto certamente che non sei neanche un “bluff”! Come ameresti essere definito allora?

Federico Fragale: Le tue domande sono sempre “bizzarre” ed intimorenti… mi mettono sempre in difficoltà. Come amerei essere definito? Sicuramente per quello che so di essere! Io sono Federico Fragale, uno dei tanti che lavora per la diffusione e conoscenza dei nostri sport da combattimento… uno come tanti… almeno, io spero di continuare ad essere sempre in grande, ottima e numerosa compagnia! 

Luigi Merlini: OK…! Diciamo allora che sicuramente… non sei uno dei tanti ultimamente improvvisatisi insegnati, dal passato solitamente nebuloso e dall’improvvisa apparizione. Questa mia intervista infatti, aveva proprio questo intento dimostrativo, volendo portare alla luce ed a conoscenza di tutti, quali sono stati i precisi percorsi formativi nel tuo lungo processo di crescita tecnica, che vedo sono stati progressivamente congrui con quella fisica ed anagrafica... Direi che ne sono venuti fuori 26 anni di vita, passati in un ambiente che ha favorito tu li dedicassi in gran parte ed in “full immersion” nelle discipline marziali e da combattimento.

Federico Fragale: Certo, anche! Ma non posso dire di aver fatto solo quello… non vorrei si potesse pensare questo di me… altrimenti sarebbe molto “grave”… ahahah!

         

Luigi Merlini: Cosa consiglieresti a chi avesse intenzione di iniziare adesso la pratica della Kick Boxing?

Federico Fragale: Innanzitutto, complimenti per la scelta! Poi che questi sono sport bellissimi e capaci, se fatti bene e sotto una guida attenta ed esperta, di tirar fuori il massimo da ognuno di noi… che questo non significa necessariamente vincere il titolo di Campioni del Mondo, ma sicuramente imparare ad essere vincitori di se stessi… o quantomeno non sentendocene sconfitti! Che la strada è lunga ed in salita, ma che si arriva al traguardo solo se non si ha fretta di arrivarci e naturalmente… di dare spesso un’occhiata a ilguerriero.it !

Luigi Merlini: Vuoi dire qualcosa ai lettori de ilguerriero.it?

Federico Fragale: Salutali innanzitutto, ringraziarli per l’attenzione da questi sempre dedicata ai miei articoli, ma soprattutto… spronarli a continuare  a leggere ed informarsi almeno periodicamente, per potersi formare una propria idea personale sul nostro mondo e personaggi, senza quindi essere obbligati a credere a tutto ciò che noto spesso… chiunque dice di chiunque altro. Naturalmente poi, c’è chi “dice” ma non scrive… e c’è chi “scrive” ma non dice… Tutti possono leggere però… non parliamo poi del ragionare, che a volte mi sembra sia considerato come una specie di  “optional”!

Ciao a tutti…


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