La famosa scuola pisana, da
sempre all’avanguardia nell’attività di ricerca sperimentale su moltissimi aspetti dei nostri sport
da combattimento... dopo aver visto parecchi dei suoi migliori studenti spargersi in tutto il mondo
ed ottenere autorevoli qualifiche, con prestigiose posizioni e mansioni in questo campo… ha iniziato
da qualche tempo anche a raccoglierne i frutti, tramite periodici aggiornamenti tecnici all’estero.
Marco Mastrorocco (personal trainer professionista) ci parla proprio di uno di questi, condotto da
Fragale Federico a Londra, dove ha portato al seguito alcuni dei suoi nuovi studenti più
promettenti.
La Scuola Fragale sbarca a Londra
Aggiornamenti londinesi…
Di: Marco Mastrorocco
A seguito delle numerose collaborazioni e continui scambi di
informazione che avvengono tra me, qui a Londra, e la
Scuola Arti Marziali Fragale a Pisa (nella quale sono mi formato come atleta e Maestro di
Kickboxing) io ed il mio grande amico, ex compagno di squadra ed ora DT della Scuola,
Federico Fragale, abbiamo posato il primo
tassello di un sogno che abbiamo sempre tenuto in serbo per i momenti propizi: collaborare per
accrescere le reciproche conoscenze tecniche, in chiave di “preparazione atletica applicata agli
sport da ring” ed aiutarci a vicenda per migliorare i nostri reciproci atleti.
In questo momento della nostra carriera formativa ci compensiamo a
vicenda: io ho più accesso a conoscenze tecniche e nuove metodologie sul training specifico, ma mi
mancano gli allievi specifici negli sport da ring su cui sperimentare, Federico invece, dirigendo la
Scuola, aveva la materia prima (un atleta) ma gli mancava qualche idea nuova su cui far lavorare i
propri studenti (sebbene ultimamente, abbia persino ingaggiato nel suo team un validissimo
Preparatore Atletico Professionista) e sapeva bene per via dei nostri scambi di email, che avrebbe
potuto apprendere nuove metodologie di allenamento, venendo qui a Londra.
Ecco che è nato questo progetto di scambio, a cui ci siamo entrambi
volentieri prestati: lui soprattutto, venendo fino a Londra in un lungo ponte di wkend, pur di
tornare indietro arricchito e pronto a “tramandare” le news all’interno della Scuola; io perchè
sentendomi sempre parte della Scuola, sono orgoglioso di contribuire anche da qua, al suo sviluppo.
Non appena l’occasione propizia si è presentata quindi, non abbiamo
fatto altro che coglierla al volo.
Il venerdì del primo weekend di Febbraio, proprio quando a Pisa
La nazionale di Muay Thai FIKB veniva ricevuta in pompa magna ho ricevuto la gradita
visita, programmata da prima di Natale, di Federico (con la sua compagna Beatrice Guardati) e 3 dei
loro studenti, uno dei quali (Matteo Cara) ha appena iniziato il suo percorso nel contatto pieno con
ottimi risultati. Mi hanno raggiunto qui a Londra per una vacanza/studio, non di inglese… ma come
anticipato, sulle nuove metodologie di preparazione atletica, complementari a quelle specifiche di
kickboxing..
Ci sono molte cose che ho sempre detto, in positivo, di Federico e
senza paura di ripetermi, sottolineo la sua umiltà e professionalità: non ha mai “paura” di
imparare, anzi, da vero uomo di sport ha capito che la continua ricerca e rielaborazione dei
concetti appresi, è la chiave per “rinascere” continuamente e di volta in volta più forti, oltre che
continuare ad avere/darsi degli stimoli e divertirsi, occupandosi per lavoro di ciò che più amiamo:
lo sport da combattimento!
Dopo averli accolti al venerdì sera, siamo andati a mangiare nel
centro del West End di Londra, nel quartiere di Soho ed abbiamo iniziato a chiacchierare di quelle
che erano le tematiche di maggior interesse, quelle che erano le caratteristiche che voleva “tirar
fuori” dalla sua nuova linea tecnica di combattimento ed in particolare da quel suo allievo, in
relazione alle recenti prestazioni della sua squadra.
Ovviamente e ben sapendo che non ci sono esercizi universali per
tutti, abbiamo valutato insieme, tra un caffè ed una infinita (per loro poverini non abituati alle
distanze della capitale) camminata notturna, quelle che erano le peculiarità fisiche dell’atleta in
questione, un completo check per capire dove, come e quanto “spingere” in allenamento, tenendo conto
dei relativi processi di sviluppo che ancora sta attraversando, data la giovane età.
Il povero Matteo, ignaro di quel che lo avrebbe aspettato l’indomani,
giustamente si godeva la sua prima serata a Londra, ammirando tra le luci dei quartieri che si
susseguivano (Noho, Soho, China Town, Piccadilly Circus, Leicester Square, Charing Cross con la
magnifica Trafalgar Square e National Gallery) le personalità ambigue e colorate che qui non destano
nemmeno un occhiata incuriosita, ma che lasciano spesso senza parole i forestieri.
Federico, che rideva sotto i baffi, mi assicurava comunque che il
ragazzo ha energia da vendere e sarebbe stato curioso di vedere la sua reazione al nostro “piano di
allenamento” che sarebbe stato messo in atto all’indomani… usando proprio lui come nostra cavia
sperimentale al mio programma, che volevo sottoporre all’attenzione di Kiko.
Poichè di sabato mattina… arrivare nella palestra di sport da
combattimento che a Londra vanta il più grande numero di campioni (la Peckam Boxing Gym, a Bethnal
Green, East London), dove avrei voluto portarli… era improponibile per:
1) Orari di apertura non coincidenti con i nostri
2) Distanze elevate per le tempistiche a disposizione…
L’indomani ci diamo appuntamento al centro di Londra, dove ci
troviamo di buon ora e ci dirigiamo verso la palestra da me scelta, per la nostra giornata
sperimentale di allenamento: La GymBox.
Non si tratta di una palestra specifica di boxe o sport da ring, ma
bensì… (udite, udite) di una catena commerciale che ha puntato più di altre sull’attrattiva e
l’efficacia degli sport da ring, per rilanciare specialisticamente il proprio business.
Alla fine dei conti… il ring e gli attrezzi che ci interessava avere
in uso, erano tutti a nostra disposizione.. la “cavia sperimentale” anche… e quindi ci siamo messi
subito all’opera!
La tematica essenziale che Federico (sommando complementarmente le
nostre esperienze) voleva sviluppassimo assieme e che aveva preventivamente fattomi presente via
email, per darmi tempo e modo di prepararmi a dovere, era molto accattivante: “potenza esplosiva
relazionata alla resistenza lattacida”.
Avevo in mente alcuni esercizi da proporre al vaglio dell’attenzione
di Federico, che facevano lavorare importanti gruppi muscolari con movimenti sinergici e con
particolari successioni… che ero sicuro avrebbero incontrato la sua curiosità ed attenzione. Li ho
quindi messi a circuito, per testare ed ovviamente migliorare, una volta lavorati per un certo
numero di settimane, la resistenza al lavoro di intensità, con alti carichi di acido lattico e con
la conseguente insorgenza quindi, di grossi debiti di ossigeno… caratteristiche dei matches di sport
da ring.
Sebbene ormai nel condizionamento fisico-organico di qualsiasi
disciplina, si lavori con la stessa importanza, avendone compreso l’irrinunciabile “cooperazione”,
parte superiore ed inferiore del corpo, sia che si tratti di Calcio o Tennis, a maggior ragione nei
nostri sport abbiamo una richiesta di resistenza muscolare al lavoro ed all’impatto, che nella
catena cinetica interessa invariabilmente e globalmente, ogni settore del nostro corpo.
Ecco quindi la specifica necessità di lavorare le qualità richiestemi
da Federico, inserendole in azioni che sollecitassero naturalmente l’intera mappa muscolare nella
sua globalità.
Il mio personale circuito includeva quindi, esercizi che alternavano
gruppi muscolari del tronco e della parte inferiore, esercizi pliometrici e catene cinetiche per
migliorare il trasporto di energia, da un “capo all’altro” della macchina “corpo”, dando modo così
di stimolare e rendere queste capacità motorie e la conseguente reattività neuromuscolare,
sensibilmente più efficienti.
Dopo aver esaminato e discusso tecnicamente con Federico, su alcuni
particolari tipi di esercizi in sala pesi… abbiamo quindi sottoposto Matteo (come pre-requisito
principe) ad un’accurata spiegazione di cosa avrebbe dovuto fare, di cosa ci aspettavamo facesse e
di come doveva approcciare il circuito… curando quindi anche l’aspetto mentale dell’allenamento,
sapendo bene entrambi… che solo la giusta commistione tra “psicologia e sport”… può essere capace di
dare buoni frutti e persino fuori dell’ordinario (VEDI:
Trasposizione del bilancio di competenze nel mondo sportivo della Kick Boxing)
sebbene in Italia ancora non sembra aver attecchito molto nella pratica, questa corrente di
pensiero… anche se ho letto che per la prima volta (e forse non a caso) alla
Coppa Italia FIKB di K-1 Rules a PISA … si è avuta la somministrazione di un test
psicologico sulla misurazione dello
STATO DI FLOW … a cura del Dott. Paolo Bernardini. (altro
autorevole esponente della Scuola Arti Marziali Fragale e che la pone ancora una volta
all’avanguardia, anche in questo aspetto scientifico, complementare allo sport da combattimento).
VEDI:
Il “Flow” nella Kickboxing.
Kiko per prima cosa ovviamente, ha voluto dirigere il suo allievo in
un certosino riscaldamento generale, per dare modo ai muscoli di Matteo di essere pronti all’azione,
sotto l’effetto della giusta temperatura corporea e per allontanare eventuali rischi di infortuni.
Il circuito comprendeva 6 esercizi/stazioni, di 30/45 secondi l’una,
con recupero attivo tra una stazione e l’altra di 60secondi al sacco (calcio o pugno, a seconda che
la stazione fosse piu’ focalizzata sulle gambe o sulle braccia) e 3/5 minuti di recupero completo al
termine di ogni circuito. Il tutto da ripetere 3 volte. All’incirca 30
minuti di lavoro, tutto compreso, che preparano alla fase di potenza esplosiva specifica, nel
microciclo subito precedente al match.
Pronti, partenza e Via!
Clean e Press: esercizio “preso in prestito” dalla vasta gamma
di quelli con il Kettlebells (VEDI:
Il Kettlebell ,
I Kettlebells applicati agli sport da ring,
Kettlebells Training Day a Parma) ma lavorato con manubrio, atto a migliorare
potenza esplosiva delle gambe e relative trasferimento dell’energia agli arti superiori.
Crunches: classico esercizio per addominali alti, con piccola
variante di gambe sollevate da terra per “ingaggiare” anche la parete addominale inferiore.
Twisting Squat and Lateral Press: questa volta abbiamo
utilizzato un disco per sovraccarico, stesse qualità di esercizio 1, ma con traiettoria delle
braccia piu’ vicina a quella del pugno, sebbene questa volta fatte lavorare contemporaneamente, con
sollecitazione intense, ma controllata, della zona mediana del corpo (erettori ed addominali obliqui
in primis) che è spesso soggetta a infortuni/noiosi dolori per via delle continue torsioni, parte
essenziale di moltissime movenze da combattimento (pugni, middle, clinch, sbilanciamento e
ginocchiata); ho quindi pensato che Federico avrebbe gradito qualcosa per renderla più elastica e
resistente.
Burpees: esercizio senza sovraccarico, a carattere pliometrico,
per l’attivazione neuromuscolare di glutei e quadricipiti femorali e polpacci, oltre che il giusto
condizionamento di tendini e legamenti in fase di precaricamento del salto ed in fase di
assorbimento dell’atteraggio.
Single Leg Box squat: questo esercizio, che uso spesso con i
miei allievi nelle preparazioni per eventi di corsa/atletica leggera in generale, consiste nel
potenziare una gamba per volta, caricando quasi tutto il peso del corpo sulla stessa, facendo bene
attenzione alla posizione del ginocchio durante l’intera esecuzione, per evitare di mettere troppo
sotto stress menischi. Il beneficio “funzionale”è quello di migliorare equilibrio e resistenza al
lavoro su singolo arto (così come la corsa, anche la boxe e gli sport da ring, sono attività che si
svolgono alternando spesso l’appoggio su una o l’altra gamba).
Med Ball Chest Pass: un esercizio pliometrico multiplanare,
composto dal lanciare palla medica, eseguire una flessione e tornare in posizione di partenza (in
appoggio sulle ginocchia e schiena eretta) pronto ad afferrare la palla rilanciatagli indietro
(dall’ istruttore ), il tutto nel più breve tempo possibile.
Alcuni di questi esercizi certamente non suoneranno nuovi in se per
se, ma la differenza sta tutta nell’ “interpretazione” ed “adattazione” degli stessi, alle tematiche
dei sistemi energetici e specifiche movenze che riguardano il nostro sport: Functional Training!!..
E scusate se mi ripeto!
..se uno sa che obbiettivo raggiungere ed ha dalla sua, non solo la
conoscenza di esercizi (altrimenti basterebbe procurarsene una lista) ma soprattutto il come ed il
perche’… essi interagiscano con cambiamenti neuromuscolari, ebbene condendo il tutto con un po’ di
creatività… possiamo adattarli a qualsiasi sport (ammesso che lo conosciamo ovviamente…).
Durante l’esecuzione di questi esercizi, si era creato un piccolo
nugulo di curiosi ( istruttori e avventori della palestra), che prima di sottecchi e poi sempre più
chiaramente, osservavano rispettosamente in silenzio questo piccolo “spettacolo”/allenamento.
Mentre Matteo veniva fatto lavorare a turno da me e Federico, io e
lui ci si scambiava domande e risposte su questo o quel dettaglio dell’esercizio, sul possibile
sviluppo, progressione e implementazione in altre fasi dell’allenamento e della stagione agonistica,
riconoscendone entrambi l’importante valore di “spinta motivazionale” dovuto alla novità ed alla
sfida insita nel concludere nel miglior modo possibile, un nuovo circuito di allenamento.
Alla fine di questi 3 rounds, il nostro Matteo (al quale rendo onore
per la serietà cui si è sottoposto alla batteria di esercizi, all’impegno e la voglia di non
mollare/deludere) era alquanto provato… ma il suo Maestro, Federico, aveva in serbo qualche round di
“alleggerimento” ai Pao, cui Matteo, ancora una volta, non si è tirato indietro, e seppur stanco ha
portato a termine, lavorando combinazioni e tecniche (…che non hanno mancato di attirare
l’attenzione del pubblico di clienti della palestra, che forse per la prima volta, hanno visto come
un vero atleta di kickboxing lavori ai colpitori) finchè il soddisfatto Fragale, ha dato il “rompete
le righe” all’ormai esausto allievo.
Mentre Matteo faceva la meritata doccia, io e Federico ci siamo
intrattenuti in sala pesi, dove gli ho mostrato particolari esercizi per rinforzare schiena e fascia
addominale, utilizzando la Swiss Ball ma anche i più “pesistici” cavi, tutti esercizi funzionali,
quindi innovativi ma lavorati con attrezzi classici, aprendo così nuovi sviluppi e mostrando come
anche macchinari che nell’immaginario possono fare “solo quel tipo di esercizio” cui sono associati,
nascondono potenzialità inaspettate… basta avere il giusto approccio, o impararlo (sicuramente
Federico ve ne metterà al corrente nella sua rubrica di Preparazione Atletica).
E’ stata quindi una visita più che gradita, prima di tutto per aver
potuto rivedere i miei cari amici Kiko e Bea, ma soprattutto per la seduta di allenamento preziosa e
incorraggiante per noi tutti, che speriamo di poter ripetere quanto prima, e che sicuramente
“rinfrescheremo” nelle vacanze di Pasqua… quando andrò a passare le ferie a Pisa, magari
approfittando per allenarmi e discutere di nuovo con Kiko.
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