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Preparazione atletica

TORNA A SCRIVERE PER NOI IL NOSTRO CORRISPONDENTE ESTERO MARCO MASTROROCCO CHE, DOPO AVER CONSEGUITO LE VARIE ABILITAZIONI INTERNAZIONALI DI LEGGE ED AVUTE ESPERIENZE PROFESSIONALI DI INSEGNAMENTO IN AUTRALIA PRIMA ED ORA IN INGHILTERRA… CI RAGGUAGLIA CIRCA L’USO E LA FUNZIONALITA’ DI UN  NUOVO E RISCOPERTO ATTREZZO: IL KETTLEBELL

Il Kettlebell

Attrezzo famoso e sconosciuto

Di: Marco Mastrorocco
mastromarko@hotmail.com
(VEDI:
Intervista a Marco Mastrorocco
Fitness e Sport da Ring)

Visto un recente scambio di commenti e quesiti sul forum de ilguerriero.it, a proposito dell’esistenza ed efficacia del Kettlebell, ho pensato di scrivere qualcosa in suo proposito per presentarlo a chi non sia venuto ancora in contatto con questo attrezzo ed è magari interessato in proposito.

Premetto che cercherò di essere chiaro ma che non posso per motivi pratici, entrare in dettaglio negli esercizi e metodologie varie.. prendete quindi questo mio “appunto” per uno spunto da approfondire in altre sedi.

Il kettlebell (KB) è un attrezzo di forma “a campana”( da qui il nome, kettle= bollitore, bell= campana.. ricorda proprio quel tipo di strumento da cucina)..che a prima vista mi ricordò quelle sfere nere che i carcerati di altri tempi si trascinavano dietro ai lavori forzati, avete presente? beh, aggiungeteci un manico (protuberanza della sfera) ed avete un kettlebell.

Questo “pezzo” da palestra ha diversi pesi, a seconda dei vari lavori da svolgere e delle capacità individuali, può raggiungere anche i 48kg ed è interamente in ferro.

Fu introdotto niente di meno che nell’antica Grecia e si possono persino trovare antiche raffigurazioni di atleti dell’epoca che vi si esercitano, fu in seguito reintrodotto dai russi, da qui il comune uso del nome ( Russian Kettlebells o in russo = girya) negli anni ’50 e divenne “popolare” (è proprio il caso di dirlo..) in tutti i paesi del blocco sovietico.. il termine “uomo forte” in russo era : girevik = sollevatore di kettlebell.

Atleti e ginnasti vennero sottoposti a questo allenamento, con ovvie differenziazione a seconda della disciplina e del fine specifico di lavoro.

Il movimento più comune , quello base, che viene insegnato inizialmente è detto SWING (oscillazione), nel quale appunto facciamo oscillare il KB “in su ed in giu”… proprio come se noi fossimo il perno oscillante in cui è allocata la campana di una Chiesa.

        

Cerchiamo di “visualizzare” più precisamente questo movimento, elencando i muscoli che parteciperanno all’azione (praticamente tutti…) : quadricipiti, bicipiti femorali, ileo-psoas, glutei, fascia pelvico-addominale, schiena, erettori, pettorali, bicipi, tricipiti, deltoidi, dorsali… un bell’elenco eh?

Questo è quello che si può definire esercizio “funzionale” e sinergico per eccellenza.. tutti questi muscoli concorrono in tempi, dosi ed intensità diverse, ma ognuno è fondamentale per la buon riuscita dell’esecuzione.

Partendo da una posizione di “mezzo squat”, con il sedere spinto in fuori, per distendere e stabilizzare la schiena e mantenere una curvature naturale, distendiamo le braccia (in una progressione dell’esercizio poi, si utilizza un braccio alla volta) sotto di noi per afferrare il KB, posto tra i nostri piedi, le scapole sono retratte quasi a “spremere” i muscoli delle spalle e mantenerle allineate…. non “cascanti” per via del sovraccarico sulle braccia.

        

A questo punto si fa oscillare il KB tra le nostre gambe mantenendo le braccia tese durante il movimento.. quando decidiamo di iniziare l’esercizio, durante l’ascesa  “esplodiamo” la distensione delle gambe (glutei, bicipiti femorali e quadricipiti), le braccia si alzeranno (e con loro il KB) sempre tese, fintanto che un momento prima di superare l’altezza delle spalle noi “blocchiamo” il movimento, contraendo muscoli delle braccia e spalle per non sorpassare appunto l’altezza delle spalle, inoltre contraiamo glutei, addome e cosce, per bloccare l’avanzamento dell’asse pelvico, per evitare di stirare l’ileo-psoas e di curvare pericolosamente la schiena.

Questo “blocco” dura una frazione di secondo, seguita subito dalla discesa, rallentata dalla contrazione muscolare di tutto il corpo, che ripercorre la traiettoria fatta per salire.

Appena raggiunto il punto di origine si “riesplode” verso l’alto.. e così via per il numero di ripetizioni richieste..

Questo movimento di allungamento e contrazione muscolare, unito alla sinergicità dei muscoli in azione, da risultati prodigiosi per rinforzare “funzionalmente” la muscolatura della schiena, dei glutei e delle gambe.. associando alla forza balistica e pliometrica dell’esercizio, anche una crescita di massa magra, altrimenti impossibile negli esercizi di pura pliometria.

          

Mi rendo conto che senza vedere “dal vivo” tale movimento non risulta semplice capirne la dinamicità, e di certo la mia descrizione non è il massimo (ho fatto del mio meglio J ).. perciò il mio consiglio è di provarlo senza il peso del KB, solo per provarne la fluidità del movimento, ma MAI azzardatene un uso con l’attrezzo se non avete prima certezza di farlo correttamente. Ecco perchè l’occhio di un esperto per le prime volte è essenziale per evitare infortuni.

Non mi addentro ora nell’ambito delle varie tipologie di esercizi, sets e ripetizioni da utilizzare.. ogni lavoro specifico ne ha di differenti, posso solo dirvi che lo Swing è il punto di partenza… poi si possono “emulare” i movimenti dei sollevatori di pesi (weightlifter), di giocatori di golf etc.. è un ottimo mix di forza pura, forza esplosiva, forza resistente, flessibilità e coordinazione motoria!

Pensate a come potrebbe essere utile il KB per gli atleti di thai: per esempio un esercizio con “twist”(rotazione del tronco, con “ingaggio della muscolatura addominale e dei muscoli della schiena e spalle) che “mima” lo sbilanciamento usato nel clinch.. sono sicuro che il M° Alberton (che senz’altro conoscerà il suo utilizzo, visto la vantata esperienza di personal trainer) troverà il modo di incorporarlo nei collegiali!

          

Un altro esercizio spettacolare è il TURKISH GET UP = TGU (da posizione sdraiata ci si deve alzare in piedi seguendo una serie di movimenti e ripercorrerli per tornare in posizione supina.. molto consigliato per rinforzare e rendere flessibili le spalle), ma magari ne parlerò in qualche altro articolo successivo, inutile mettere troppa carne al fuoco.

Posso assicurare per esperienza diretta con clienti e letture specifiche, che i risultati sono straordinari, a seconda degli intenti, si raggiunge lo scopo voluto in metà del tempo richiesto dai “consueti” macchinari, dando un’impronta “funzionale” allo sviluppo muscolare.

Avrete notato come ho usato diverse volte il termine “funzionale”? Ebbene presto leggerete (se la Redazione gradirà..) un articolo a proposito di cosa è appunto il “functional training” (training funzionale), che ha cambiato radicalmente il mio personale approccio all’uso dei pesi.

Spero che la spiegazione semplicistica dei KB possa aprire discussioni e curiosità in proposito, per magari migliorare ed ampliare l’uso di questi attrezzi nelle routine dei centri sportive (qualunque sia l’attività e lo scopo).

LA REDAZIONE RINGRAZIA MARCO ED A COMPENDIO DELL’ARGOMENTO, OLTRE CHE PER UNA MIGLIORE COMPRENSIONE DELL’ARTICOLO IN QUESTIONE, ALLEGA VARI VIDEO ILLUSTRANTI ALCUNI TIPI DI ALLENAMENTO ED ESERCIZI CON IL KETTLEBELL… BUONA VISIONE.


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