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IL NOSTRO ULTIMO COLLABORATORE ALFREDO D’OLIMPIO, ALLA FINE DEI SUOI “GIRINGIRO PER PATTAYA”… INTERVISTA PER NOI UNO DEI NOSTRI PRIMI COLLABORATORI E FONDATORI, NONCHE’ SUO CICERONE: ROBERTO FRAGALE. MALIZIOSE ED INTERESSANTI LE DOMANDE FATTE E PARTICOLARMENTE MIRATE… MA ASSOLUTAMENTE RIVELATORIE LE RISPOSTE DEL NOSTRO ORMAI ESPERTO RELATORE.

Intervista a Fragale,
dopo i tanti “Giringiro per Pattaya”

Di: Alfredo D’Olimpio

Visto e considerato che dopo tutti questi giorni trascorsi assieme,  ho conosciuto, scritto ed intervistato un po’ tutti i personaggi locali per merito suo, mi sono deciso in ultimo ad intervistare anche il mio cicerone Fragale, ma stuzzicandolo un po’… nella speranza di riuscire a farlo sbilanciare. Non saprei dire se io ci sia riuscito…  quindi vi riporto integralmente l’intervista e giudicate voi.

    

Alfredo D’Olimpio: Siamo giunti ormai quasi alla fine della tua “vacanza lavoro” a Pattaya, ma considerando che questa è cominciata più di venti giorni fa con i mondiali di Bangkok e facendo quindi un passo indietro, cominciamo dall’inizio... Essendo stato presente fin dal primo mondiale IAMTF ed ogni anno a questo tipo di competizioni, come hai personalmente giudicato il livello tecnico degli atleti e l’organizzazione thai, in questo mondiale del 2006?

Roberto Fragale: Mah… direi che il livello tecnico dei mondiali di quest’anno è sicuramente stato come ogni volta, più alto di quello precedente! Oltretutto si è vista una crescita tecnica da parte di molte nazioni che fino all’anno scorso forse, non destavano molto interesse o preoccupazioni, vedi la Turchia per esempio. Ma anche l’organizzazione thai, direi che per qualche verso, possiamo dire che sia migliorata. Per esempio quest’anno, nonostante fossimo in numero maggiore, eravamo alloggiati tutti in un albergo e questo ci ha facilitato molto le cose. Ma poi ritengo però che si siano persi in altre piccole cose, per esempio mantenendo le competizioni ad oltre un’ora e mezza di pulman dall’hotel… quando invece ad un passo dallo stesso c’era una bellissimo palasport, in cui peraltro abbiamo disputato un altro mondiale nel 2002… l’ultimo della IAMTF mi sembra. Quindi direi in ultima analisi che hanno confermato la loro tendenza a non saper sfruttare il proprio potenziale di capacità organizzativa, ma soprattutto per quanto riguarda la comprensione e soluzione dei problemi degli atleti. Ma forse ci potrebbero essere motivi che io non conosco.  In generale però, direi che siamo sempre contenti quando veniamo in  Thailandia!

    

Alfredo D’Olimpio: Come ti è sembrato l’arbitraggio a questi mondiali e la loro organizzazione in merito?

Roberto Fragale: L’arbitraggio dei Mondiali a Bangkok, è un settore dove sempre ogni federazione thailandese dispiega grandi sforzi ed energia. Qua ci sono i migliori arbitri in circolazione da poter utilizzare per i “meeting judge & referee”, ma nello stesso tempo i preconcetti che loro hanno verso i Farang, fa si che le loro lezioni, durante i corsi per formare nuovi arbitri, siano tenute diciamo… in modo alquanto discutibile. In più dobbiamo aggiungere il fatto che sono quasi costretti da motivi politici a far arbitrare e giudicare anche quelli che per la prima volta vengono ad un mondiale, intenzionati poi a giudicare la loro idoneità o meno… solo dopo che hanno arbitrato o giudicato, magari in maniera disastrosa! Vedi per esempio l’enorme danno fatto alla nostra nazionale… quello che è accaduto ha fatto si che i thai capissero che alcuni giudici non erano idonei e che nel loro regolamento c’era una falla, ma solo purtroppo a fatto accaduto e soprattutto non hanno potuto far niente nell’immediato per rimediare all’inconveniente!

Alfredo D’Olimpio: A proposito di questo fatto che ci ha toccato nel vivo e che ti ha visto principale attore in una lunga diatriba senza scampo di vittoria, seppur sapendo tutti del torto fatto e ricevuto… Come hanno reagito i vertici arbitrali tailandesi, dopo che tu gli hai fatto notare la falla nel loro regolamento che non permetteva una correzione del verdetto tramite il riesame dell’incontro dell’apposita commissione?

Roberto Fragale: Si, è vero… è stata una dura battaglia senza possibilità di scampo… ma non potevamo non combatterla. Ci conoscevamo da tempo con tutti ed erano ben consci del disdicevole fatto accadutoci, volevano far qualcosa per rimediare, ma ligi come sono al regolamento, non hanno proprio potuto fare niente… pur avendo tentato di tutto per cercare una via d’uscita all’empasse. Hanno chiamato pian piano tutti i personaggi più autorevoli per tentare di forzare giustamente un loro regolamento imperfetto… ma la loro cultura glielo impedisce assolutamente!  Su questa esperienza e proprio su questo argomento, mi hanno assicurato che il prossimo anno in casi analoghi al nostro, faranno in modo che  per regolamento, si possa cambiare verdetto, tramite il riesame dell’apposita commissione. Ma conoscendo i thai… molto probabilmente ed anche se adesso ce né tutta l’intenzione, praticamente ho dei seri dubbi che questo venga effettuato. Troppo legati alle loro consuetudini… per tentare di cambiare il regolamento. Hanno promesso ed assicurato che nel prossimo congresso mondiale, sarebbe stato messo all’ordine del giorno e spiegato il nostro caso come esempio, durante il corso arbitrale. Ma dubito che cambieranno le loro regole.

    

Alfredo D’Olimpio: Ma… vuoi spiegarci quale è stato il problema in sostanza?

Roberto Fragale: E’ molto semplice, anche se lungo da spiegare per i suoi molteplici “tecnicismi”. Ogni incontro a questi mondiali, è giudicato da 5 giudici portati dalle squadre iscritte e di nazionalità assolutamente diverse dalle due che si confrontano sul ring. Ognuno dei tre ring, ha a disposizione (tra bravi e meno bravi) un numero limitato e preciso di questi giudici. A volte, a seconda delle nazioni che si confrontano, accade che non si possa fare a meno di far giudicare alcuni di quelli meno esperti… tutti nella  stessa  “quintina giudicante”. Per ovviare, in casi di possibili ed eventuali verdetti “cannati”… per ogni ring ci sono anche tre “Master Judge”. Questi sono tre thai espertissimi ed istruttori degli arbitri e giudici della “quintina giudicante”. Questi tre Master Judge compilano anch’essi il loro cartellino come eventuale contro-prova nell’eventualità si riscontrino tutti assieme questi avvenimenti che ti descrivo di seguito:

  • In caso di giudizio discutibile dell’incontro..

  • quando venga fatto un reclamo scritto…

  • quando ci fosse disponibile la registrazione filmata…

  • quando i cartellini di almeno due, dei tre Master Judge fossero a favore dell’atleta dato perdente…

  • quando (attenzione adesso!) per 3 a 2 dalla “quintina giudicante” un atleta sia stato dato perdente…

Allora si può cambiare il verdetto dell’incontro, attraverso la visione del filmato da parte di una apposita commissione precedentemente istituita. Bene.. nel nostro caso c’erano tutti questi parametri… meno uno! La “quintina giudicante” non aveva dato perdente la Tiziana per 3 a 2… ma bensì per 4 a 1 ! Però i tre Master Judge… avevano dato tutti e tre la vittoria a Tiziana! Ecco dove hanno capito che stava la falla nel loro regolamento in merito ai reclami… ed è quello che educatamente, ma sicuramente oltremodo fermamente, ho sempre sostenuto io con tutti coloro che si sono in seguito succeduti ad esaminare il nostro caso: <<”Se tutti e  tre i Master Judge avevano dato vincente Tiziana… non si poteva certo pensare che sicuramente 4 giudici novellini… avessero potuto vedere e giudicare meglio di tre espertissimi giudici professionisti thai. E questo, solo perché lo hanno visto in 4 di loro… e non in 3…">>  Non hanno potuto non comprendere o certamente quindi darmi torto… Ma nonostante comprendendo questo ed ogni volta quindi chiamassero ad occuparsene personaggi sempre più in alto nella loro scala gerarchica… per la postilla del regolamento (giudizio di 3 a 2) che vi ho appena fatto notare… neanche accettare il nostro reclamo scritto! Ma adesso non voglio parlarne oltre, le polemiche sono inutili. Il passato è passato e adesso dobbiamo pensare al presente ed al futuro! Speriamo solo che la Tiziana non si demoralizzi e continui ad allenarsi e migliorarsi.

    

Alfredo D’Olimpio: Ho notato che quando ci sono stati dei problemi anche con le altre nazioni, si sono tutti particolarmente arrabbiati. Come mai invece tu hai reagito a questa evidentissima truffa, in modo apparentemente calmo?

Roberto Fragale: Semplice, perché con i thai è inutile arrabbiarsi, ma neanche alzare la voce… perché questo è soprattutto controproducente! Non ti prendono neanche sul serio se vedono che perdi la testa. Praticamente non ti ritengono neanche persona degna di stima se credono tu abbia perso il controllo. Ed in mancanza di questo prerequisito… credo proprio sia proprio dura, farsi ascoltare da loro. In questi casi, anziché ascoltare e cercare di capire… iniziano a sorridere a guardare all’infinito.. ti dicono si… sorridono… e poi finisce tutto li… come coi pazzi… basta assecondarli durante la crisi no? E’ un po’ al contrario che da noi forse. Ritengo invece si ottenga molto di più rimanendo calmi ed esponendo le proprie ragioni e soprattutto supportate da fatti eloquenti, ma rimanendo inflessibili sulle proprie considerazioni e posizioni. Credo sia l’unico modo per assicurarsi la loro attenzione ed essere almeno ascoltati e presi seriamente in considerazione. Qua più ti arrabbi e meno ottieni, ti considerano un pazzo, un maleducato esagitato… un farang appunto!

Alfredo D’Olimpio: Cosa ne pensi in generale della nostra nazionale… e come si sono comportati i nostri ragazzi secondo te?

Roberto Fragale: Come hai visto tu stesso, nella squadra italiana sono mancati alcuni esponenti capaci e meritevoli, per alcuni problemi avuti nel delicato momento di comporre la squadra. Possiamo quindi dire in ultimo, che questa è stata una squadra totalmente nuova (nessuno aveva mai partecipato a questa competizione con la nazionale italiana in precedenza) quasi esclusivamente formata da ragazzi giovani e molti di essi addirittura alla loro prima esperienza internazionale.  Ma visti i risultati ottenuti, direi che c’è ben da sperare per il futuro, anche e soprattutto confrontandola con quella dell’anno scorso… i numeri ci danno infatti un risultato uguale se non addirittura leggermente superiore. Il gruppo FIKB nel 2005 ha portato 7 elementi guadagnando un bronzo con Marceddu (che quest’anno non ha partecipato perchè infortunato).

         

         

 Adesso nel 2006,  abbiamo portato un elemento in meno dell’anno passato (6 elementi e tutti alla prima esperienza in nazionale a Bangkok)  riportando ancora un bronzo e questo solo per un palese furto arbitrale che ha dato luogo al ritiro della squadra per protesta… oltretutto con ancora Gaetano Verziere, che arrivato all’eliminatoria per i quarti di finale, doveva ancora combattere. Quindi tirando le somme finali, abbiamo avuto una squadra con un elemento in meno e riportato lo stesso risultato… ed oltretutto con un palese furto ricevuto ed un atleta ancora in gara e ritirato per protesta. Ma anche al di fuori del risultato finale, ritengo che quest’anno la Nazionale Italiana, per il suo comportamento e dal punto di vista “emozionale” è risultata essere finalmente al pari di tutte le altre presenti. Forse questo è stato dovuto al fatto che, tutti loro erano nuovi e quindi molto più inclini al rispetto delle regole. Regole che peraltro Calzolari gli ha sempre e continuamente ricordato, anche se ritengo che non ce ne sarebbe stato neanche bisogno. Forse ho notato inoltre che i ragazzi sono risultati forse meno individualisti di sempre ed hanno fatto sentire e dimostrato uno spirito di squadra, come mai ho visto che era avvenuto. Erano venuti per fare il mondiale ed è questo stato l’unico motivo principale e conduttore di tutta la loro permanenza a Bangkok, anche dopo l’estromissione stillicidi dal torneo per ognuno di essi. Bravi ragazzi! Dobbiamo anche fare un plauso alla ditta BALISTIC di Patrizio Rizzoli, che quest’anno ha sponsorizzato la nazionale di Bangkok.

    

Alfredo D’Olimpio: Oggi si parla di muay thai e di federazioni che la rappresentano amatorialmente nel mondo in modo un po’ confuso, ognuno di queste dice che è quella preposta, l’unica riconosciuta legalmente, o quella che otterrà il riconoscimento ufficiale… e non si capisce bene chi rappresenterà per loro la thai in Italia, ci puoi dare qualche ragguaglio in merito?

Roberto Fragale: Credo tu ti riferisca quindi alla faccenda del riconoscimento al GAIFS… Come al solito la Thailandia non ha nulla da imparare dall’Italia anzi, per quanto in gamba anche noi in quanto a divisioni e nascita di nuove sigle... forse avremmo ancora qualche trucchetto da imparare.  Le voci che si sentono sono estremamente discordanti ed oltretutto, ognuna avvalorata di autorevolezza. Falsoni infatti, durante questo viaggio si è incontrato con diversi dirigenti delle diverse fazioni e con la sua esperienza si è fatto sicuramente un’idea reale di tutta la situazione, di cui ha scritto in altri suoi articoli. (La volpe dell'IFMA)  Ma personalmente ritengo che questa loro guerra internazionale per il riconoscimento, non ci riguardi più di tanto…  perché personalmente penso che  una sola cosa è sicura secondo me…  credo proprio che chiunque vinca questa loro diatriba… visto che il fine ultimo è il riconoscimento olimpico  internazionale… per l’Italia avranno bisogno logicamente di aver inclusa l’organizzazione che rappresenta la Muay Thai nel proprio Comitato Olimpico Nazionale. Quindi, questa lotta non ci interessa più di tanto. Personalmente credo che non dovremo neanche cercare il vincitore, chiunque esso sia… perchè forse sarà quest’ultimo che verrà forse a cercare noi. Ma sinceramente non so niente di sicuro… è solo una mia convinzione personale.

    

Quindi, io direi  di non occuparci oltre di questa loro guerra, nella tua intervista…  pensiamo piuttosto di più a noi ed al nostro presente e magari augurarci un altrettanto buon futuro. Per esempio… diciamo anche che quest’anno l’Italia aveva con se un altro bravo nostro arbitro; Riccardo Binelli, che conosco ormai da molto tempo e che oltretutto ci ha fatto ben figurare con i thai anche in questo importante e significativo settore e credo che prossimamente lo vedremo spesso quindi, anche nelle gare FIKB.

    

Alfredo D’Olimpio: Ma… come mai ti hanno sostituito in questa mansione che era tua da sempre?

Roberto Fragale: Non credo proprio che mi abbiano voluto sostituire… Riccardo doveva venire a Bangkok anche per altre sue mansioni personali e quindi dovevamo semplicemente essere in due. Ma dato che c’era anche Riccardo e dato che il presidente Falsoni doveva assentarsi per trasferirsi in altre località ed incontrare i personaggi di cui ti ho parlato sopra,  mi ha chiesto di sostituirlo in questa lusinghiera mansione, come rappresentante della delegazione italiana… e spero pertanto di averlo fatto nel migliore dei modi, seguendola in questo modo, più costantemente e da vicino.

Alfredo D’Olimpio: Come mai non ci sono 2 nazionali quest’anno?

Roberto Fragale: Anche qualcun’altro mi ha fatto questa domanda… arrivi secondo! Questo è anche uno dei motivi per cui la nazionale è stata più coesa… ma non è che l’anno passato c’erano due nazionali. C’era una sola nazionale anche l’anno scorso ed era  rappresentata dalla FIKB, all’interno della quale c’era anche il gruppo di Marco De Cesaris, che tramite un accordo preventivamente ed intelligentemente stipulato con noi (e proprio per non far risultare ridicolamente 2 nazionali) entrava già l’anno passato in FIKB… dove peraltro rimane anche tutt’ora! Riccardo Binelli ad esempio, è del gruppo di De Cesaris ed è un iscritto FIKB. In quanto alla mancanza dei suoi atleti in squadra… questo è dovuto solo al fatto che i soli suoi pochi e giovani, che hanno partecipato alle selezioni FIKB di Montecatini, non si sono qualificati.

    

Alfredo D’Olimpio: Abbiamo letto su internet degli articoli polemici di Samperi ed alcuni suoi atleti, che usciti da FIKB, si scagliano adesso contro Fragale e Falsoni… e tutta l’organizzazione FIKB intera.

Roberto Fragale: Si… mi hanno avvertito dalla Redazione de ilguerriero.it e sono pertanto informato solo sommariamente sulla cosa. Per adesso posso solo dire che io so che il gruppo di Samperi violava le norme Federali (oltretutto raccomandateci dal Comitato Olimpico Nazionale) come obbligatorie per tutti gli associati e benché fosse stato da tempo avvisato dell’incompatibilità della loro partecipazione a gare di altre organizzazioni che non fossero quelle della FIKB. Si, tre suoi atleti si erano qualificati a Montecatini, ma la dirigenza federale,  per dare forse un segnale preciso di insofferenza alle sue ormai evidenti scorribande partecipative in altre organizzazioni, credo avesse deciso di portarne solo uno: Saro Presti. Mi hanno detto poi, che alle sue legittime rimostranze telefoniche, il Presidente gli aveva prospettato di portare anche Ragalmuto, a patto che altrettanto legittimamente la smettesse con le sue promiscue connivenze partecipative in altre organizzazioni… Credo mi abbiano detto che lui non ha accettato neanche questa mediazione ed ha minacciato di dare le dimissioni immediate se non venivano accettate tutte le sue altrettanto lecite richieste. Credo pertanto a questo punto, che la Presidenza abbia forse voluto dare un segnale forte anche a tutti gli altri, tramite il suo caso. Quindi personalmente, io ritengo che Mauro abbia preso la sua decisione in maniera sicuramente avventata e forse secondo me, non tentando neanche di comprendere le ragioni altrui e gli interessi globali della Federazione, nella quale oltretutto occupava un posto istituzionale… e quindi credo che la cosa rendesse il suo comportamento ancora più grave. Credo ancora personalmente però, che sia stato egli stesso vittima degli eventi malgrado da lui stesso provocati, ma forse proprio calcolatigli invece, da qualcun altro. Ma questo è tutto quello che personalmente ne so e che posso dirne per il momento.

    

Alfredo D’Olimpio: Ma non credi sia risultato piuttosto presuntuoso il suo comportamento?

Roberto Fragale: Io credo sia giusto che ognuno si senta libero di fare ciò che ritiene più opportuno per lui (persino quando credo che questo non è assolutamente il suo meglio) e non sta certo a me in seguito, giudicare il comportamento altrui.

Alfredo D’Olimpio: Si d’accordo, ma visto il comportamento dei suoi atleti l’anno scorso qui a Bangkok…?

Roberto Fragale: Direi che adesso non sia assolutamente il caso di tirare in ballo e recriminare sui comportamenti dell’anno passato. Preferirei invece parlare del presente e del futuro.

Alfredo D’Olimpio: Ma su internet abbiamo letto velenosi attacchi diretti  proprio contro di te, da Mauro e dai suoi atleti… hanno detto anche che avete messo in nazionale persone che non hanno fatto le selezioni.

Roberto Fragale: Si, mi hanno detto anche questo. Credo quindi si riferissero a Andrea Molon… ed a Sergio Pimpolari che è vero… non hanno combattuto a Montecatini… ma solo per il motivo che non avevano avuto avversari iscritti nelle categorie dei -51 e -54 kg... A volte si dicono e si ha la presunzione di voler parlare di cose… che non si conoscono neanche perfettamente. Non penso però sia questo il momento più adatto per parlarne o occuparmene adesso e soprattutto in questa tua intervista. Credo infatti tu sappia che ho altre priorità  e cose da fare in questo istante. Al mio ritorno in Italia leggerò attentamente queste cose che mi dicono hanno scritto e con calma vedrò se è il caso di rispondergli oppure se più semplicemente telefonare a Mauro, per tentare di arrivare a comprendere il motivo del suo comportamento, del quale per il momento non sono ancora in grado di capirne il significato o le pressioni che, posso forse intuire, potrebbe aver ricevuto per esempio, per arrivare a tenerlo…. e per il quale… più che sorpreso, direi che per il momento, me ne sento soprattutto indignato e deluso!

Alfredo D’Olimpio: E per quanto riguarda i suoi atleti?

Roberto Fragale: Vedo che l’argomento ti affascina… Ma non posso certo rispondere adesso a chiunque scriva qualcosa su internet e soprattutto non conoscendo neanche bene l’argomento di cui stanno parlando… Ti ho già detto che ho intenzione di chiamare ed ascoltare Mauro per la collaborazione che ci ha visto uniti in passato e l’amicizia che spero e forse son sicuro, non vorremo certo in futuro negarci… per il resto, ognuno pensi ciò che vuole. Credo però, questo voglio dirlo…  sarebbe meglio ognuno pensasse di più a se stesso ed al proprio lavoro, senza tentare di denigrare stupidamente, perchè con argomenti insostenibili nei fatti, gli altri. Quindi, direi che se non espongono fatti ed argomenti concretamente validi… non possono neanche certo pretendere alcuna risposta da parte di chicchessia.

Alfredo D’Olimpio: Bene, come vuoi… cambiamo argomento allora. Sapendo che adesso sei a Pattaya anche per occuparti di questo… Cosa ci dici in merito alla WAKO Thailand?

Roberto Fragale: Bravo… vedo che ti sei convinto finalmente.. personalmente credo che le polemiche e le denigrazioni di chicchessia, non facciano bene a nessuno… tanto meno a tutto il nostro movimento sportivo. Queste non servono a niente, se non mostrare forse, l’immaturità politica di chi vi si lascia coinvolgere! Quello della WAKO Thailand è un progetto che ho in mente da sempre. Tentare di esportare le nostre discipline della kick boxing in un paese autorevole e difficile come la Thailandia. La WAKO Thailand è finalmente nata da qualche anno e stiamo andando avanti.. ma molto lentamente. Ritengo che in questo Paese bisogna muoversi in maniera molto cauta e che è indispensabile una fedele rete di seri e capaci collaboratori che restino uniti nei buoni e cattivi momenti… e credimi se ti dico che non è facile trovarli qua, come del resto hai potuto vedere anche con i tuoi occhi no? Ma proprio per questo motivo, ho chiesto a Falsoni di farmi prolungare la permanenza in Thailandia. Ma nonostante tutte le enormi difficoltà incontrate… tuttavia l’anno scorso abbiamo fatto un primo gala sperimentale, in cui abbiamo assegnato un primo titolo WAKO Thailand di Muay Thai, vinto poi da Leonard Sitpholek. In verità dovevano essere due, ma l’avversario scelto per Wanlop Sitpholek aveva dato forfait ed il sostituto non era abbastanza quotato, come ha dimostrato poi nell’incontro finito per RSC. Abbiamo deciso quindi di invalidare il titolo. Ritengo che la serietà dei nostri intenti sia la prima cosa da dover dimostrare ai thai… e non potevamo certo rischiare di fallire proprio su questo importante argomento ed al primo colpo! Adesso sono qua per programmarne forse uno di kick boxing questa estate… ma niente di sicuro per il momento. Diciamo che questo è un terreno minato per noi e non è certo facile. Incrociamo le dita!

    

Alfredo D’Olimpio: Cosa ne pensi della situazione dei tanti boxing camp a Pattaya?

Roberto Fragale: In effetti e per il motivo di cui sopra, in questi giorni abbiamo girato tutti o quasi tutti i migliori camp di Pattaya, non solo per i tuoi gradevoli articoli dei “Giringiro per Pattaya” quindi, ma anche per vagliare meglio la situazione generale.

Alfredo D’Olimpio: E quale sarebbe la situazione che ne è scaturita a tuo parere?

Roberto Fragale:  Direi che… dopo che iniziammo con Cristian a tentare di gestire l’attività dei farang nei camp di Pattaya, fortunatamente anche i Thai hanno imparato il giochino come previsto, e si sono messi in proprio! E’  tipico della zona oltretutto, come mi avevano sempre detto gli amici che ho qua… quindi sono nati molti nuovi camp che si basano molto su questa attività con i farang. Credo addirittura che forse, alcuni camp traggono da questa consuetudine il loro maggior sostentamento economico. Direi quindi che Pattaya sia adesso bene attrezzata e si presta benissimo per questo tipo di vacanza sportiva. Inoltre, molti in Italia, anche tra la concorrenza, basa adesso molta della sua attività con la Thailandia (sia qua che in Italia)  proprio sui boxing camp e personaggi di Pattaya, che noi gli abbiamo dato modo di conoscere. Direi quindi, che questo primo nostro traguardo postoci, sia stato pienamente raggiunto… no? Ma come avrai certamente compreso, questa cittadina è veramente il “paese dei balocchi” e molti farang smarriscono ben presto tutte le loro migliori intenzioni di allenamento… Direi quindi che i thai non hanno potuto fare altro che adeguarsi  a questo loro modo di fare. E con questo, credo di aver detto tutto quello che forse c’era da dire e che forse, volevi sapere.

Ringrazio Fragale per la sua  cortesia e pacatezza nelle risposte alle domande più scabrose (ma anche le più interessanti però)  pur non essendosi sottratto a nessuna delle più insinuanti… Naturalmente lo ringrazio soprattutto per il fatto che mi ha permesso con questa fantastica esperienza dei “Giringiro per Pattaya”… di comprendere meglio questa realtà.


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