IL NOSTRO ULTIMO COLLABORATORE ALFREDO
D’OLIMPIO, ALLA FINE DEI SUOI “GIRINGIRO PER PATTAYA”… INTERVISTA PER NOI UNO
DEI NOSTRI PRIMI COLLABORATORI E FONDATORI, NONCHE’ SUO CICERONE: ROBERTO
FRAGALE. MALIZIOSE ED INTERESSANTI LE DOMANDE FATTE E PARTICOLARMENTE MIRATE… MA
ASSOLUTAMENTE RIVELATORIE LE RISPOSTE DEL NOSTRO ORMAI ESPERTO RELATORE.
Intervista a Fragale,
dopo i tanti “Giringiro per Pattaya”
Di: Alfredo D’Olimpio
Visto e considerato che dopo tutti questi giorni trascorsi
assieme, ho conosciuto, scritto ed intervistato un po’ tutti i personaggi
locali per merito suo, mi sono deciso in ultimo ad intervistare anche il mio
cicerone Fragale, ma stuzzicandolo un po’… nella
speranza di riuscire a farlo sbilanciare. Non saprei dire se io ci sia riuscito…
quindi vi riporto integralmente l’intervista e giudicate voi.
Alfredo D’Olimpio: Siamo giunti
ormai quasi alla fine della tua “vacanza lavoro” a Pattaya, ma considerando che
questa è cominciata più di venti giorni fa con i
mondiali di Bangkok e facendo
quindi un passo indietro, cominciamo dall’inizio... Essendo stato presente fin
dal primo mondiale IAMTF ed ogni anno a questo tipo di competizioni, come hai
personalmente giudicato il livello tecnico degli atleti e l’organizzazione thai,
in questo mondiale del 2006?
Roberto Fragale: Mah… direi che il livello tecnico dei
mondiali di quest’anno è sicuramente stato come ogni volta, più alto di quello
precedente! Oltretutto si è vista una crescita tecnica da parte di molte nazioni
che fino all’anno scorso forse, non destavano molto interesse o preoccupazioni,
vedi la Turchia per esempio. Ma anche l’organizzazione thai, direi che per
qualche verso, possiamo dire che sia migliorata. Per esempio quest’anno,
nonostante fossimo in numero maggiore, eravamo alloggiati tutti in un albergo e
questo ci ha facilitato molto le cose. Ma poi ritengo però che si siano persi in
altre piccole cose, per esempio mantenendo le competizioni ad oltre un’ora e
mezza di pulman dall’hotel… quando invece ad un passo dallo stesso c’era una
bellissimo palasport, in cui peraltro abbiamo disputato un altro mondiale nel
2002… l’ultimo della IAMTF mi sembra. Quindi direi in ultima analisi che hanno
confermato la loro tendenza a non saper sfruttare il proprio potenziale di
capacità organizzativa, ma soprattutto per quanto riguarda la comprensione e
soluzione dei problemi degli atleti. Ma forse ci potrebbero essere motivi che io
non conosco. In generale però, direi che siamo sempre contenti quando veniamo
in Thailandia!
Alfredo D’Olimpio: Come ti è
sembrato l’arbitraggio a questi mondiali e la loro organizzazione in merito?
Roberto Fragale: L’arbitraggio dei Mondiali a Bangkok,
è un settore dove sempre ogni federazione thailandese dispiega grandi sforzi ed
energia. Qua ci sono i migliori arbitri in circolazione da poter utilizzare per
i “meeting judge & referee”, ma nello stesso tempo i preconcetti che loro hanno
verso i Farang, fa si che le loro lezioni, durante i corsi per formare nuovi
arbitri, siano tenute diciamo… in modo alquanto discutibile. In più dobbiamo
aggiungere il fatto che sono quasi costretti da motivi politici a far arbitrare
e giudicare anche quelli che per la prima volta vengono ad un mondiale,
intenzionati poi a giudicare la loro idoneità o meno… solo dopo che hanno
arbitrato o giudicato, magari in maniera disastrosa! Vedi per esempio l’enorme
danno fatto alla nostra nazionale… quello che è accaduto ha fatto si che i thai
capissero che alcuni giudici non erano idonei e che nel loro regolamento c’era
una falla, ma solo purtroppo a fatto accaduto e soprattutto non hanno potuto far
niente nell’immediato per rimediare all’inconveniente!
Alfredo D’Olimpio: A proposito di questo fatto che ci ha
toccato nel vivo e che ti ha visto principale attore in una lunga diatriba senza
scampo di vittoria, seppur sapendo tutti del torto fatto e ricevuto… Come hanno
reagito i vertici arbitrali tailandesi, dopo che tu gli hai fatto notare la
falla nel loro regolamento che non permetteva una correzione del verdetto
tramite il riesame dell’incontro dell’apposita commissione?
Roberto Fragale: Si, è vero… è stata una dura battaglia senza
possibilità di scampo… ma non potevamo non combatterla. Ci conoscevamo da tempo
con tutti ed erano ben consci del disdicevole fatto accadutoci, volevano far
qualcosa per rimediare, ma ligi come sono al regolamento, non hanno proprio
potuto fare niente… pur avendo tentato di tutto per cercare una via d’uscita
all’empasse. Hanno chiamato pian piano tutti i personaggi più autorevoli per
tentare di forzare giustamente un loro regolamento imperfetto… ma la loro
cultura glielo impedisce assolutamente! Su questa esperienza e proprio su
questo argomento, mi hanno assicurato che il prossimo anno in casi analoghi al
nostro, faranno in modo che per regolamento, si possa cambiare verdetto,
tramite il riesame dell’apposita commissione. Ma conoscendo i thai… molto
probabilmente ed anche se adesso ce né tutta l’intenzione, praticamente ho dei
seri dubbi che questo venga effettuato. Troppo legati alle loro consuetudini…
per tentare di cambiare il regolamento. Hanno promesso ed assicurato che nel
prossimo congresso mondiale, sarebbe stato messo all’ordine del giorno e
spiegato il nostro caso come esempio, durante il corso arbitrale. Ma dubito che
cambieranno le loro regole.
Alfredo D’Olimpio: Ma… vuoi spiegarci quale è stato il
problema in sostanza?
Roberto Fragale: E’ molto semplice, anche se lungo da
spiegare per i suoi molteplici “tecnicismi”. Ogni incontro a questi mondiali, è
giudicato da 5 giudici portati dalle squadre iscritte e di nazionalità
assolutamente diverse dalle due che si confrontano sul ring. Ognuno dei tre
ring, ha a disposizione (tra bravi e meno bravi) un numero limitato e preciso di
questi giudici. A volte, a seconda delle nazioni che si confrontano, accade che
non si possa fare a meno di far giudicare alcuni di quelli meno esperti… tutti
nella stessa “quintina giudicante”. Per ovviare, in casi di possibili ed
eventuali verdetti “cannati”… per ogni ring ci sono anche tre “Master Judge”.
Questi sono tre thai espertissimi ed istruttori degli arbitri e giudici della
“quintina giudicante”. Questi tre Master Judge compilano anch’essi il loro
cartellino come eventuale contro-prova nell’eventualità si riscontrino tutti
assieme questi avvenimenti che ti descrivo di seguito:
-
In caso di giudizio discutibile dell’incontro..
-
quando venga fatto un reclamo scritto…
-
quando ci fosse disponibile la registrazione
filmata…
-
quando i cartellini di almeno due, dei tre Master Judge fossero a favore dell’atleta dato perdente…
-
quando (attenzione adesso!) per 3 a 2 dalla
“quintina giudicante” un atleta sia stato dato perdente…
Allora si può cambiare il verdetto dell’incontro, attraverso
la visione del filmato da parte di una apposita commissione precedentemente
istituita. Bene.. nel nostro caso c’erano tutti questi parametri… meno uno! La
“quintina giudicante” non aveva dato perdente la Tiziana per 3 a 2… ma bensì per
4 a 1 ! Però i tre Master Judge… avevano dato tutti e tre la vittoria a Tiziana!
Ecco dove hanno capito che stava la falla nel loro regolamento in merito ai
reclami… ed è quello che educatamente, ma sicuramente oltremodo fermamente, ho
sempre sostenuto io con tutti coloro che si sono in seguito succeduti ad
esaminare il nostro caso: <<”Se tutti e tre i Master Judge avevano dato
vincente Tiziana… non si poteva certo pensare che sicuramente 4 giudici
novellini… avessero potuto vedere e giudicare meglio di tre espertissimi giudici
professionisti thai. E questo, solo perché lo hanno visto in 4 di loro… e non in
3…">> Non hanno potuto non comprendere o certamente quindi darmi torto… Ma
nonostante comprendendo questo ed ogni volta quindi chiamassero ad occuparsene
personaggi sempre più in alto nella loro scala gerarchica… per la postilla del
regolamento (giudizio di 3 a 2) che vi ho appena fatto notare… neanche accettare
il nostro reclamo scritto! Ma adesso non voglio parlarne oltre, le polemiche
sono inutili. Il passato è passato e adesso dobbiamo pensare al presente ed al
futuro! Speriamo solo che la Tiziana non si demoralizzi e continui ad allenarsi
e migliorarsi.
Alfredo D’Olimpio: Ho notato che quando ci sono stati dei
problemi anche con le altre nazioni, si sono tutti particolarmente arrabbiati.
Come mai invece tu hai reagito a questa evidentissima truffa, in modo
apparentemente calmo?
Roberto Fragale: Semplice, perché con i thai è inutile
arrabbiarsi, ma neanche alzare la voce… perché questo è soprattutto
controproducente! Non ti prendono neanche sul serio se vedono che perdi la
testa. Praticamente non ti ritengono neanche persona degna di stima se credono
tu abbia perso il controllo. Ed in mancanza di questo prerequisito… credo
proprio sia proprio dura, farsi ascoltare da loro. In questi casi, anziché
ascoltare e cercare di capire… iniziano a sorridere a guardare all’infinito.. ti
dicono si… sorridono… e poi finisce tutto li… come coi pazzi… basta assecondarli
durante la crisi no? E’ un po’ al contrario che da noi forse. Ritengo invece si
ottenga molto di più rimanendo calmi ed esponendo le proprie ragioni e
soprattutto supportate da fatti eloquenti, ma rimanendo inflessibili sulle
proprie considerazioni e posizioni. Credo sia l’unico modo per assicurarsi la
loro attenzione ed essere almeno ascoltati e presi seriamente in considerazione.
Qua più ti arrabbi e meno ottieni, ti considerano un pazzo, un maleducato
esagitato… un farang appunto!
Alfredo D’Olimpio: Cosa ne pensi in generale della nostra
nazionale… e come si sono comportati i nostri ragazzi secondo te?
Roberto Fragale: Come hai visto tu stesso, nella squadra
italiana sono mancati alcuni esponenti capaci e meritevoli, per alcuni problemi
avuti nel delicato momento di comporre la squadra. Possiamo quindi dire in
ultimo, che questa è stata una squadra totalmente nuova (nessuno aveva mai
partecipato a questa competizione con la nazionale italiana in precedenza) quasi
esclusivamente formata da ragazzi giovani e molti di essi addirittura alla loro
prima esperienza internazionale. Ma visti i risultati ottenuti, direi che c’è
ben da sperare per il futuro, anche e soprattutto confrontandola con quella
dell’anno scorso… i numeri ci danno infatti un risultato uguale se non
addirittura leggermente superiore. Il gruppo FIKB nel 2005 ha portato 7 elementi
guadagnando un bronzo con Marceddu (che quest’anno non ha partecipato perchè
infortunato).
Adesso nel 2006, abbiamo portato un elemento in meno dell’anno
passato (6 elementi e tutti alla prima esperienza in nazionale a
Bangkok) riportando ancora un bronzo e questo solo per un palese furto
arbitrale che ha dato luogo al ritiro della squadra per protesta… oltretutto con
ancora Gaetano Verziere, che arrivato all’eliminatoria per i quarti di finale,
doveva ancora combattere. Quindi tirando le somme finali, abbiamo avuto una
squadra con un elemento in meno e riportato lo stesso risultato… ed oltretutto
con un palese furto ricevuto ed un atleta ancora in gara e ritirato per
protesta. Ma anche al di fuori del risultato finale, ritengo che quest’anno la
Nazionale Italiana, per il suo comportamento e dal punto di vista “emozionale” è
risultata essere finalmente al pari di tutte le altre presenti. Forse questo è
stato dovuto al fatto che, tutti loro erano nuovi e quindi molto più inclini al
rispetto delle regole. Regole che peraltro Calzolari gli ha sempre e
continuamente ricordato, anche se ritengo che non ce ne sarebbe stato neanche
bisogno. Forse ho notato inoltre che i ragazzi sono risultati forse meno
individualisti di sempre ed hanno fatto sentire e dimostrato uno spirito di
squadra, come mai ho visto che era avvenuto. Erano venuti per fare il mondiale
ed è questo stato l’unico motivo principale e conduttore di tutta la loro
permanenza a Bangkok, anche dopo l’estromissione stillicidi dal torneo per
ognuno di essi. Bravi ragazzi! Dobbiamo anche fare un plauso alla ditta
BALISTIC
di Patrizio Rizzoli, che quest’anno ha sponsorizzato la nazionale di Bangkok.
Alfredo D’Olimpio: Oggi si parla di muay thai e di
federazioni che la rappresentano amatorialmente nel mondo in modo un po’
confuso, ognuno di queste dice che è quella preposta, l’unica riconosciuta
legalmente, o quella che otterrà il riconoscimento ufficiale… e non si capisce
bene chi rappresenterà per loro la thai in Italia, ci puoi dare qualche
ragguaglio in merito?
Roberto Fragale: Credo tu ti riferisca quindi alla faccenda
del riconoscimento al GAIFS… Come al solito la Thailandia non ha nulla da
imparare dall’Italia anzi, per quanto in gamba anche noi in quanto a divisioni e
nascita di nuove sigle... forse avremmo ancora qualche trucchetto da imparare.
Le voci che si sentono sono estremamente discordanti ed oltretutto, ognuna
avvalorata di autorevolezza. Falsoni infatti, durante questo viaggio si è
incontrato con diversi dirigenti delle diverse fazioni e con la sua esperienza
si è fatto sicuramente un’idea reale di tutta la situazione, di cui ha scritto
in altri suoi articoli. (La
volpe dell'IFMA) Ma personalmente ritengo che questa loro guerra
internazionale per il riconoscimento, non ci riguardi più di tanto… perché
personalmente penso che una sola cosa è sicura secondo me… credo proprio che
chiunque vinca questa loro diatriba… visto che il fine ultimo è il
riconoscimento olimpico internazionale… per l’Italia avranno bisogno
logicamente di aver inclusa l’organizzazione che rappresenta la Muay Thai nel
proprio Comitato Olimpico Nazionale. Quindi, questa lotta non ci interessa più
di tanto. Personalmente credo che non dovremo neanche cercare il vincitore,
chiunque esso sia… perchè forse sarà quest’ultimo che verrà forse a cercare noi.
Ma sinceramente non so niente di sicuro… è solo una mia convinzione personale.
Quindi, io direi di non occuparci oltre di questa loro
guerra, nella tua intervista… pensiamo piuttosto di più a noi ed al nostro
presente e magari augurarci un altrettanto buon futuro. Per esempio… diciamo
anche che quest’anno l’Italia aveva con se un altro bravo nostro arbitro;
Riccardo Binelli, che conosco ormai da molto tempo e che oltretutto ci ha fatto
ben figurare con i thai anche in questo importante e significativo settore e
credo che prossimamente lo vedremo spesso quindi, anche nelle gare
FIKB.
Alfredo D’Olimpio: Ma… come mai ti hanno sostituito in questa
mansione che era tua da sempre?
Roberto Fragale: Non credo proprio che mi abbiano voluto
sostituire… Riccardo doveva venire a Bangkok anche per altre sue mansioni
personali e quindi dovevamo semplicemente essere in due. Ma dato che c’era anche
Riccardo e dato che il presidente Falsoni doveva assentarsi per trasferirsi in
altre località ed incontrare i personaggi di cui ti ho parlato sopra, mi ha
chiesto di sostituirlo in questa lusinghiera mansione, come rappresentante della
delegazione italiana… e spero pertanto di averlo fatto nel migliore dei modi,
seguendola in questo modo, più costantemente e da vicino.
Alfredo D’Olimpio: Come mai non ci sono 2 nazionali
quest’anno?
Roberto Fragale: Anche qualcun’altro mi ha fatto questa
domanda… arrivi secondo! Questo è anche uno dei motivi per cui la nazionale è
stata più coesa… ma non è che l’anno passato c’erano due nazionali. C’era una
sola nazionale anche l’anno scorso ed era rappresentata dalla FIKB, all’interno
della quale c’era anche il gruppo di Marco De Cesaris, che tramite un accordo
preventivamente ed intelligentemente stipulato con noi (e proprio per non far
risultare ridicolamente 2 nazionali) entrava già l’anno passato in FIKB… dove
peraltro rimane anche tutt’ora! Riccardo Binelli ad esempio, è del gruppo di De
Cesaris ed è un iscritto FIKB. In quanto alla mancanza dei suoi atleti in
squadra… questo è dovuto solo al fatto che i soli suoi pochi e giovani, che
hanno partecipato alle selezioni FIKB di Montecatini, non si sono qualificati.
Alfredo D’Olimpio: Abbiamo letto su internet degli articoli
polemici di Samperi ed alcuni suoi atleti, che usciti da FIKB, si scagliano
adesso contro Fragale e Falsoni… e tutta l’organizzazione FIKB intera.
Roberto Fragale: Si… mi hanno avvertito dalla Redazione de
ilguerriero.it e sono pertanto informato solo sommariamente sulla cosa. Per
adesso posso solo dire che io so che il gruppo di Samperi violava le norme
Federali (oltretutto raccomandateci dal
Comitato Olimpico Nazionale) come
obbligatorie per tutti gli associati e benché fosse stato da tempo avvisato
dell’incompatibilità della loro partecipazione a gare di altre organizzazioni
che non fossero quelle della FIKB. Si, tre suoi atleti si erano qualificati a
Montecatini, ma la dirigenza federale, per dare forse un segnale preciso di
insofferenza alle sue ormai evidenti scorribande partecipative in altre
organizzazioni, credo avesse deciso di portarne solo uno: Saro Presti. Mi hanno
detto poi, che alle sue legittime rimostranze telefoniche, il Presidente gli
aveva prospettato di portare anche Ragalmuto, a patto che altrettanto
legittimamente la smettesse con le sue promiscue connivenze partecipative in
altre organizzazioni… Credo mi abbiano detto che lui non ha accettato neanche
questa mediazione ed ha minacciato di dare le dimissioni immediate se non
venivano accettate tutte le sue altrettanto lecite richieste. Credo pertanto a
questo punto, che la Presidenza abbia forse voluto dare un segnale forte anche a
tutti gli altri, tramite il suo caso. Quindi personalmente, io ritengo che Mauro
abbia preso la sua decisione in maniera sicuramente avventata e forse secondo
me, non tentando neanche di comprendere le ragioni altrui e gli interessi
globali della Federazione, nella quale oltretutto occupava un posto
istituzionale… e quindi credo che la cosa rendesse il suo comportamento ancora
più grave. Credo ancora personalmente però, che sia stato egli stesso vittima
degli eventi malgrado da lui stesso provocati, ma forse proprio calcolatigli
invece, da qualcun altro. Ma questo è tutto quello che personalmente ne so e che
posso dirne per il momento.
Alfredo D’Olimpio: Ma non credi sia risultato piuttosto
presuntuoso il suo comportamento?
Roberto Fragale: Io credo sia giusto che ognuno si senta
libero di fare ciò che ritiene più opportuno per lui (persino quando credo che
questo non è assolutamente il suo meglio) e non sta certo a me in seguito,
giudicare il comportamento altrui.
Alfredo D’Olimpio: Si d’accordo, ma visto il comportamento
dei suoi atleti l’anno scorso qui a Bangkok…?
Roberto Fragale: Direi che adesso non sia assolutamente il
caso di tirare in ballo e recriminare sui comportamenti dell’anno passato.
Preferirei invece parlare del presente e del futuro.
Alfredo D’Olimpio: Ma su internet abbiamo letto velenosi
attacchi diretti proprio contro di te, da Mauro e dai suoi atleti… hanno detto
anche che avete messo in nazionale persone che non hanno fatto le selezioni.
Roberto Fragale: Si, mi hanno detto anche questo. Credo
quindi si riferissero a Andrea Molon… ed a Sergio Pimpolari che è vero… non
hanno combattuto a Montecatini… ma solo per il motivo che non avevano avuto
avversari iscritti nelle categorie dei -51 e -54 kg... A volte si dicono e si ha
la presunzione di voler parlare di cose… che non si conoscono neanche
perfettamente. Non penso però sia questo il momento più adatto per parlarne o
occuparmene adesso e soprattutto in questa tua intervista. Credo infatti tu
sappia che ho altre priorità e cose da fare in questo istante. Al mio ritorno
in Italia leggerò attentamente queste cose che mi dicono hanno scritto e con
calma vedrò se è il caso di rispondergli oppure se più semplicemente telefonare
a Mauro, per tentare di arrivare a comprendere il motivo del suo comportamento,
del quale per il momento non sono ancora in grado di capirne il significato o le
pressioni che, posso forse intuire, potrebbe aver ricevuto per esempio, per
arrivare a tenerlo…. e per il quale… più che sorpreso, direi che per il momento,
me ne sento soprattutto indignato e deluso!
Alfredo D’Olimpio: E per quanto riguarda i suoi atleti?
Roberto Fragale: Vedo che l’argomento ti affascina… Ma non
posso certo rispondere adesso a chiunque scriva qualcosa su internet e
soprattutto non conoscendo neanche bene l’argomento di cui stanno parlando… Ti
ho già detto che ho intenzione di chiamare ed ascoltare Mauro per la
collaborazione che ci ha visto uniti in passato e l’amicizia che spero e forse
son sicuro, non vorremo certo in futuro negarci… per il resto, ognuno pensi ciò
che vuole. Credo però, questo voglio dirlo… sarebbe meglio ognuno pensasse di
più a se stesso ed al proprio lavoro, senza tentare di denigrare stupidamente,
perchè con argomenti insostenibili nei fatti, gli altri. Quindi, direi che se
non espongono fatti ed argomenti concretamente validi… non possono neanche certo
pretendere alcuna risposta da parte di chicchessia.
Alfredo D’Olimpio: Bene, come vuoi… cambiamo argomento
allora. Sapendo che adesso sei a Pattaya anche per occuparti di questo… Cosa ci
dici in merito alla WAKO Thailand?
Roberto Fragale: Bravo… vedo che ti sei convinto finalmente..
personalmente credo che le polemiche e le denigrazioni di chicchessia, non
facciano bene a nessuno… tanto meno a tutto il nostro movimento sportivo. Queste
non servono a niente, se non mostrare forse, l’immaturità politica di chi vi si
lascia coinvolgere! Quello della WAKO Thailand è un progetto che ho in mente da
sempre. Tentare di esportare le nostre discipline della kick boxing in un paese
autorevole e difficile come la Thailandia. La WAKO Thailand è finalmente nata da
qualche anno e stiamo andando avanti.. ma molto lentamente. Ritengo che in
questo Paese bisogna muoversi in maniera molto cauta e che è indispensabile una
fedele rete di seri e capaci collaboratori che restino uniti nei buoni e cattivi
momenti… e credimi se ti dico che non è facile trovarli qua, come del resto hai
potuto vedere anche con i tuoi occhi no? Ma proprio per questo motivo, ho
chiesto a Falsoni di farmi prolungare la permanenza in Thailandia. Ma nonostante
tutte le enormi difficoltà incontrate… tuttavia l’anno scorso abbiamo fatto un
primo gala sperimentale, in cui abbiamo assegnato un
primo titolo WAKO Thailand
di Muay Thai, vinto poi da Leonard Sitpholek. In verità dovevano essere due, ma
l’avversario scelto per Wanlop Sitpholek aveva dato forfait ed il sostituto non
era abbastanza quotato, come ha dimostrato poi nell’incontro finito per RSC.
Abbiamo deciso quindi di invalidare il titolo. Ritengo che la serietà dei nostri
intenti sia la prima cosa da dover dimostrare ai thai… e non potevamo certo
rischiare di fallire proprio su questo importante argomento ed al primo colpo!
Adesso sono qua per programmarne forse uno di kick boxing questa estate… ma
niente di sicuro per il momento. Diciamo che questo è un terreno minato per noi
e non è certo facile. Incrociamo le dita!
Alfredo D’Olimpio: Cosa ne pensi della situazione dei tanti
boxing camp a Pattaya?
Roberto Fragale: In effetti e per il motivo di cui sopra, in
questi giorni abbiamo girato tutti o quasi tutti i migliori camp di Pattaya, non
solo per i tuoi gradevoli articoli dei “Giringiro per Pattaya” quindi, ma anche
per vagliare meglio la situazione generale.
Alfredo D’Olimpio: E quale sarebbe la situazione che ne è
scaturita a tuo parere?
Roberto Fragale: Direi che… dopo che iniziammo con Cristian
a tentare di gestire l’attività dei farang nei camp di Pattaya, fortunatamente
anche i Thai hanno imparato il giochino come previsto, e si sono messi in
proprio! E’ tipico della zona oltretutto, come mi avevano sempre detto gli
amici che ho qua… quindi sono nati molti nuovi camp che si basano molto su
questa attività con i farang. Credo addirittura che forse, alcuni camp traggono
da questa consuetudine il loro maggior sostentamento economico. Direi quindi che
Pattaya sia adesso bene attrezzata e si presta benissimo per questo tipo di
vacanza sportiva. Inoltre, molti in Italia, anche tra la concorrenza, basa
adesso molta della sua attività con la Thailandia (sia qua che in Italia)
proprio sui boxing camp e personaggi di Pattaya, che noi gli abbiamo dato modo
di conoscere. Direi quindi, che questo primo nostro traguardo postoci, sia stato
pienamente raggiunto… no? Ma come avrai certamente compreso, questa cittadina è
veramente il “paese dei balocchi” e molti farang smarriscono ben presto tutte le
loro migliori intenzioni di allenamento… Direi quindi che i thai non hanno
potuto fare altro che adeguarsi a questo loro modo di fare. E con questo, credo
di aver detto tutto quello che forse c’era da dire e che forse, volevi sapere.
Ringrazio Fragale per la sua cortesia e pacatezza nelle
risposte alle domande più scabrose (ma anche le più interessanti però) pur non
essendosi sottratto a nessuna delle più insinuanti… Naturalmente lo ringrazio
soprattutto per il fatto che mi ha permesso con questa fantastica esperienza dei
“Giringiro per Pattaya”… di comprendere meglio questa realtà.
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