|
Notiamo piacevolmente che, specie negli ultimi tempi, sembrano moltiplicarsi nel nostro Paese le iniziative ed opportunità per andare ad allenarsi e combattere in Thailandia. L’istruttiva ed oltremodo costruttiva abitudine (come puntualmente abbiamo sempre informato) non ha mancato di dare già in passato ottimi risultati e tanti ancora sembrano promettere di continuare a dare. Adesso sembrerebbe addirittura, che anche i thai (ricevendone un grande beneficio economico) forse, abbiano imparato il “giochino” ed inizino quindi a mettersi anche “in proprio”.Anche i thai hanno imparato…Di: Dt. Giulio Socci
Qualche anno fa, ricordo che fu proprio uno dei nostri primi fondatori e più validi collaboratori: Roberto Fragale; ad iniziare, per primo, con una sorprendente intuizione. (come spesso abbiamo detto, il buon vecchio “Fragga” è sempre avanti ed ormai non ci stupiamo più di niente) La fantastica intuizione consisteva nel fatto che, dopo aver contribuito alla diffusione e promozione della Muay Thai… Dopo aver collaborato in prima persona alla creazione della disciplina della Thai/Kickboxing nell’allora FIKEDA ed anche, naturalmente, del vero e proprio settore Muay Thai… Ricordo che, quando gli domandammo se a questo punto si riteneva soddisfatto, lui scherzosamente ed assumendo una buffa aria da “padreterno”… ma esprimendo scherzosamente una grande ed evidente verità, ci disse: “Solo in parte; infatti, fino ad adesso potremmo dire che abbiamo soltanto fatto l’Italia… ora dovremmo forse riuscire anche a fare gli italiani… e questo credo che sarà ben più difficile… o perlomeno lungo” (parafrasando ed usando come metafora una celeberrima frase di Giuseppe Mazzini, mi sembra…) ma poi aggiunse, più seriamente: “indubbiamente abbiamo confezionato un ottimo contenitore… ma forse adesso dovremmo riuscire a riempirlo altrettanto ottimamente”. Sicuramente allora si pensò che ben presto a molti sarebbe venuta voglia di iniziare a perfezionarsi tecnicamente e migliorare. Visti i risultati tecnici e l’ autorevolezza derivata poi ai primi temerari, che pionieristicamente si erano recati più volte in Thailandia… certamente anche altri avrebbero voluto imitare le loro esperienze. Ricordo che, a quel tempo, mi sembrava che i pochi che vi si erano già recati, avessero poi l’autorevolezza per raccontare tutto ciò che gli aggradava o ammantare di ufficialità ogni cosa che avessero detto, mancando a chiunque credo il tempo, i requisiti, le conoscenze ed esperienze dirette per poter smentire o correggere qualsiasi cosa venisse loro detta o venduta. Ricordo, infatti, che potevamo sentir dire “di tutto di più”… solo qualche anno fa! Quindi, l’obbiettivo primario dei viaggi a cura della “base” dei praticanti, era proprio quello di “informare”, colmando le ignoranze cognitive, oltre che di “formare” tecnicamente… o meglio di “correggere” autonomamente (ognuno per proprio conto) le eventuali “disinformazioni” che ormai da tempo in atto, rischiavano di divenir considerate delle verità accettate di fatto, da tutti coloro che ignoravano lo stato reale delle cose.
Ancora una volta devo ricordare le parole di Fragale, che sull’argomento era uso dire: -“non dobbiamo e non possiamo perdere tempo a tentare di smentire (prove alla mano) tutte le castronerie che vengono dette… perché queste trovano terreno fertile nell’ignoranza dei praticanti! Potrebbe, invece, essere sufficiente e più costruttivo, allora, tentare di sconfiggere l’ignoranza dei praticanti… perché gli eventuali millantatori non trovino più i relativi creduloni che ne legittimino e motivino l’esistenza.”- (Mi dicono, oltretutto, che questa fu una delle ragioni per cui forse per primo, collaborò anche alla nascita di questo fornitissimo portale e informatissima rivista elettronica). Ma il problema principale che si poneva era proprio quello di ritrovarsi “catapultati”, dopo un volo di 10 ore, in un ambiente culturale, economico, storico e sociale… totalmente diverso dal proprio e conosciuto. Occorreva, dunque, creare almeno una piccola struttura in grado di accogliere i neofiti e far loro tutte quelle piccole e semplici cose che, invece, potevano apparire terribilmente difficili per chi non sapesse destreggiarsi in un qualsiasi posto sconosciuto del mondo o non essere in grado di parlare un sufficiente inglese. Oltretutto, queste piccole cose ed assistenza consultiva, evitava loro sicuramente di incorrere nelle tante “fregature” e “sole”… che solitamente occorrono e servono per “crescere” e conoscere la zona, gli usi ed i costumi. Quindi, durante uno dei suoi frequenti viaggi, ideò, servendosi ed utilizzando l’assistenza del vecchio amico Cristian Daghio (che viveva da anni ormai a Pattaya e che proprio lui era andato a trovare) la costituzione di una piccola organizzazione che si potesse occupare di tutto ciò che loro già conoscevano e che sarebbe stato di aiuto a coloro i quali avessero voluto provare l’esperienza di un viaggio per allenarsi in Thailandia.
Proprio così… Dal volo aereo ai taxi… Dallo scooter per i propri spostamenti agli accordi con i boxing camp per i loro allenamenti… Dall’alloggio in confortevoli residence turistici alle indicazioni più a buon mercato ma “sicure”, salubri ed igieniche per il cibo ed i pasti caldi… Dall’ingresso allo stadio per vedere incontri di Muay Thai alla gita in motoscafo su un isoletta di fronte alla baia di Pattaya… Persino la possibilità di combattere al boxing bar o addirittura allo stadio… a completamento dell’avventura. Una piccola organizzazione, anche se ben funzionante… ma assolutamente una grande, preziosa e rivoluzionaria idea! Citando le esatte parole che spesso egli stesso (il “Fragga”) ci dice: “le idee non costano niente… ma possono essere estremamente preziose!” –Ma, solitamente, poi aggiunge:- “anche se non è detto che una buona idea porti necessariamente al successo… dipende da come la si utilizza e come ci si lavora… dal tempo che ci poniamo per il raggiungimento degli obbiettivi ecc.” -Ma se è per questo… e per voler continuare con i suoi singolari detti… dice anche che-: “gli obbiettivi raggiunti in brevissimo tempo sono anche quelli meno duraturi e, forse, proprio perché non ancora in perfetto equilibrio con l’ambiente esterno”. -In effetti, ancora una volta aveva ragione… perché subito dopo i primi tempi, infatti, il successo dell’iniziativa si scontra con le critiche gratuite sui forum ed anonime, si... ma estremamente dannose per una attività dove la fiducia è e deve essere al primo posto.
Un ambiente del tutto particolare, quello dei farang che vengono in Thailandia… ed ancora più particolare e buffo, quello di chi c’è già stato una volta e, magari, grazie a chi ce l’ha portato, ha imparato alcune prime e poche cose, ma estremamente fondamentali. Ma la grande particolarità è inferiore alla complessità e lunghezza della cosa e non mi dilungo, perciò, nella sua completa spiegazione. Dobbiamo anche dire però, che ultimamente c’è stato chi è tornato, decidendo intelligentemente di fermarsi per 6 mesi… e per più volte addirittura! Vedi Paolo Barvero o Filippo Cinti, ma anche molti altri... come, per esempio, Flavio Gatti (un grande appassionato di Bergamo) vi si reca ormai minimo due volte l’anno, accompagnando sempre qualche altro giovane appassionato. Comunque sia, per continuare la nostra storia… anche altri italiani hanno visto la bontà della cosa, si sono recati in Thailandia e poi hanno aperto simili iniziative sul pionieristico esempio già fatto e con altri Boxing Camp. Vedi, per esempio, Simone Falcini, che da anni collabora ed organizza per il Sityodtong di Pattaya i suoi viaggi. Vedi Marco Polo, che avendo iniziato anch’esso con il Pedh Rung Rang di Pattaya, adesso vende soggiorni in un boxing camp di Ko-Samui. Addirittura si dice che il M° Dascanio sia forse in procinto di aprire un suo proprio boxing camp a Ko Samui… Infine, adesso notiamo (per citare ed arrivare subito e solo agli ultimi esempi ed accadimenti) che anche Massimiliano Baggio (pur dopo due anni che lo annuncia e si prepara) e Aldo Chiari, sono finalmente in procinto di organizzare viaggi nei migliori boxing camp di Bangkok, proponendo di combattere persino al Lumpini e addirittura al Rajadamner.
Anche Davide Carlot ha poi annunciato da tempo simili iniziative, ed anche se, per il momento, non è ancora partito con queste, si dice in giro che lo farà a breve. Diego Calzolari ha iniziato da tempo a farlo con i suoi allievi in un camp di Bangkok. Sono, inoltre, ancora molti quelli che annunciano la partenza e poi rinunciano per difficoltà o mancato raggiungimento del numero minimo. Ma tutte queste attività, pur essendo apparentemente concorrenti gioco-forza tra loro… risultano in definitiva come una “manna dal cielo” per tutto il globale movimento della Muay Thai in Italia. Quindi, ben vengano e si moltiplichino simili iniziative e tutto quanto si portano dietro, come un vero e proprio “indotto” industriale… Si, proprio così, perché le frequenti ultime visite di molti italiani in Thailandia hanno prodotto e fatto nascere conoscenze importanti e persino amicizie interculturali con i thai. Ciò ultimamente, ha dato luogo ad un flusso di atleti e maestri thai in Italia non indifferente, per stages e combattimenti nei nostri gala, che sta timidamente e finalmente iniziando a dare i propri frutti. Questo sia per quanto riguarda la crescita numerica dei praticanti ed estimatori appassionati, sia per quanto riguarda quella del livello tecnico dei nostri atleti. Credo, personalmente, che negli ultimi due anni l’Italia abbia registrato una crescita tecnica e cognitiva che purtroppo mancava ed era incongruente con le organizzazioni esistenti sul territorio. Finalmente, dopo più di 20 anni di attesa… stiamo recuperando il tempo perduto e cominciamo anche noi (in qualche caso sempre più frequente) a poter dire la nostra in un panorama più vasto di quello nazionale. Ma, se tutto questo ha potuto portare qualche minimo guadagno ai primi organizzatori italiani (al più qualche loro viaggio gratis… e scusate se è poco) il ricavo economico che ha portato ai thai non è stato certo così indifferente per le loro tasche.
Ci diceva spesso Roberto che i farang, infatti, (non solo italiani) avevano “maldestramente” iniziato a competere tra loro per accaparrarsi questo o quel camp, questo o quel maestro e campione… offrendo conseguentemente sempre più soldi. Immaginatevi che la prima volta che il “Fragga” ha organizzato un viaggio-studio-vacanza a Pattaya, ci ha raccontato, sorridendo, che il capo del camp si meravigliava di come i farang fossero disposti addirittura a pagare per potersi allenare… quando invece si lamentava dei thai che vogliono essere pagati per allenarsi e combattere. E come… per le prime volte, gli allenamenti costavano al massimo 100 bath l’uno (2 euro, ed i thai erano oltremodo felici dell’affare) e adesso invece, difficilmente trovi un camp che ti chieda meno di 300 bath… arrivando alcuni persino a chiederti 500 bath ad allenamento (10 euro, la paga di qualche giorno di lavoro per un thai). Ora.. (e qui si arriva al punto e motivo dell’articolo) i thai sono thai… ma mica sono scemi… e neanche troppo eccessivamente corretti (secondo i nostri schemi di pensiero e comportamentali). Morale della favola? Ma.. per esempio a Pattaya adesso sono stati aperti tre nuovi camp gestiti interamente dai thai, che danno gli stessi servizi ai farang ed ai soliti prezzi (per loro altissimi). Sono persino in grado di trovarti alloggi e quanto altro ti possa servire. Ancora a Pattaya abbiamo saputo da Massimiliano Baggio che è in costruzione un grandissimo boxing camp della Fairtex, con bungalow piscina, appartamenti, bar, negozio attrezzature, massaggi e quant’altro si possa desiderare, contenuto al suo interno.
A Bangkok non è raro che già all’arrivo in aeroporto (se ti vedono abbigliato sportivamente o con “loghi” di Muay Thai) ti si avvicini una specie di “procacciatore di affari” per proporti allenamenti nel miglior camp e con i più grandi campioni… e già pronti con i taxi per portartici direttamente e subito! Nell’ultimo viaggio fatto a Bangkok per i campionati mondiali della WMF, in albergo eravamo sommersi da brochure e depliant dei boxing camp locali (ne ho visti alcuni persino tradotti in 6 lingue!) che invitavano ad allenarsi presso di loro e con tanto di taxi che ti veniva a prendere in hotel e ti riaccompagnava nel caso tu non volessi fermarti a mangiare, dormire e vivere li! Inoltre, la cosa ha interessato anche l’industria delle attrezzature occorrenti, vedi la Fairtex, la Raja ecc. che hanno compreso l’ottima promozione pubblicitaria ed a buon mercato (guadagnandoci addirittura) per far conoscere i loro prodotti, trovare eventuali importatori e venderli così in tutto il mondo!
Sembrerebbe, quindi, che da adesso in poi, forse, non sia più così tanto conveniente economicamente per noi organizzare viaggi studio in Thailandia (pur rimanendo un’ ottima ed auspicabile abitudine) ed a tal proposito… visto che ha ridotto di molto la promozione per i suoi, abbiamo tentato di saperne di più parlando proprio con Roberto Fragale, il primo pioniere e ideatore credo, di questa combinazione mostratasi vincente e come abbiamo dimostrato, estremamente divulgativa e costruttiva. Non c’è materiale sufficiente per una intervista vera e propria, ma ci servirà solo per completare più dettagliatamente l’argomento stesso dell’articolo. Ci dice che non gli piace lavorare stupidamente in concorrenza con i tanti altri che si sono ultimamente aggiunti, ma che, anche per questo risultato, doveva servire la sua idea ed iniziale progetto. Aggiunge, inoltre, che adesso collabora piacevolmente .- e con discreti risultati - anche con alcuni di essi e naturalmente con chiunque altro volesse iniziare a farlo. Ci conferma tutto quanto dettovi finora sui thai e indiscretamente ci dice che sta già lavorando ad una idea ancora più “avanti”… ma conseguente a quanto fatto e detto finora. Poi ha aggiunto che anche su questa “idea”, crede saranno in molti quelli che forse cominceranno ad imitarlo e che prima di iniziare perciò… vorrebbe aver già individuato quello su cui eventualmente lavorare dopo. Inutile dirvi che non ha voluto aggiungere di più…! Solo che anche questa nuova attività… contribuirà notevolmente a far crescere la Muay Thai in Italia, dando ancora maggiori possibilità ai nostri atleti… e non solo “nostri”.
|