IN OCCASIONE DEL SUO VIAGGIO E
PERMANENZA A BANGKOK... ED IN PREVISIONE DELLA PARTECIPAZIONE A SEUL, DOVE SI
SAREBBE TENUTO IL CONGRESSO DEL GAIFS, IN CUI SI SAREBBE DISCUSSO E VOTATO IL
RICONOSCIMENTO DELLA WAKO (PER LA KICKBOXING) E DELLA IFMA (PER LA MUAY THAI)...
PRIMA DEL SUO SEGUENTE VIAGGIO IN KIRGHSTAN... ENNIO FALSONI VOLA A KO-SAMUI PER
INCONTRARSI CON STEPHAN FOX (segretario generale dell IFMA) ED ORGANIZZARE
L'EVENTUALE FUTURO COLLABORATIVO TRA LE DUE IMPORTANTI FEDERAZIONI MONDIALI. LO
STESSO ENNIO FALSONI CI ILLUSTRA I CONTENUTI DELLA SUA VISITA.
LA VOLPE DELL'IFMA
Nel corso del mio recente soggiorno in Tailandia, in
occasione dei Mondiali WMF
di cui abbiamo parlato, sono stato a Ko Samui, la splendida isola a sud della
Tailandia, uscita indenne – per la sua posizione geografica – dallo spaventoso
Tsunami del dicembre scorso che invece ha messo in ginocchio l’altra e più
famosa isola tailandese, Pukhet. Ovviamente l’occasione di visitarla (anche se
molto brevemente) mi era stata data dal fatto che a Ko Samui ha un camp Stephan
Fox, segretario generale dell’IFMA nonché della WMTC, la massima organizzazione
professionistica olandese di Muay Thai. E’ a Chaweng che incontro questo
personaggio internazionale della Muay Thai, e proprio allo stadio locale dove, 3
volte la settimana, si tengono riunioni di Muay Thai , solitamente popolate di
molti stranieri che frequentano i vari camp e che vengono opposti agli atleti
locali.
Stephan
Fox ha 42 anni, è di origini tedesche, ma 20 anni fa, atleta appassionato di
Muay Thai, ha fatto la scelta della vita: lasciare il suo paese per diventare
cittadino del mondo. E’ emigrato in Australia dove ha combattuto e nel frattempo
ha conosciuto una donna che ora è la sua compagna, che è mezza australiana e
mezza tailandese. 10 anni fa, altra scelta: lasciare l’Australia per andare a
vivere in Tailandia dove sua moglie si era dovuta spostare per ragioni di
lavoro. Insomma, nel giro di pochi anni, Fox – che parla ormai un discreto
tailandese – ha fatto della Muay Thai la sua ragione di vita. Dopo aver militato
per diversi anni nella IAMTF, organizzazione che inizialmente faceva capo a
Master Woody, un maestro di Muay Thai che ha un ristorante a Manchester
(Inghilterra) e dopo essere entrato in rotta di collisione proprio con lui, Fox
è passato armi e bagagli alla sigla concorrente, che è l’IFMA, diventandone il
segretario generale. La sua conoscenza dell’Occidente unita alle capacità di
comunicare in diverse lingue (tedesco e inglese soprattutto), lo hanno reso un
personaggio chiave nel gruppo dei dirigenti tailandesi di Muay Thai che gli
hanno anche chiesto di occuparsi della WMTC, la sigla professionistica di IFMA.
Insomma, Stephan Fox è un professionista a 360° della Muay
Thai, un personaggio pittoresco, interessante, di grande loquela. La ragione del
nostro incontro non verteva però sul tentativo di ricomporre i cocci della Muay
Thai internazionale, quanto sulle possibilità che le nostre rispettive
organizzazioni avevano in rapporto alla prossima assembla generale del GAISF che
avrà luogo a Seul (Corea) il 7 aprile prossimo.
Avevo conosciuto Fox ai tempi dei primi Mondiali della IAMTF
di Bangkok e quindi ci eravamo rivisti lo scorso anno a
Berlino, sempre in occasione dell’assemblea GAISF, dove sia l’IFMA che la
WAKO non raggiunsero il quorum del 75% dei voti necessari per avere il
riconoscimento.
Nessuna delle 7 organizzazioni internazionali presenti a
Berlino e candidate a diventare membri, ciriuscirono e per questo i GAISF ha
modificato recentemente il proprio Statuto abbassando il famoso quorum da 75% a
51% dei voti esenti.
Dunque
sia io che Fox speriamo vivamente che a Seul WAKO e IFMA ce la facciano ad
essere riconosciute, ma è anche per questo che ci siamo visti, perché il
problema successivo sarebbe: come ci si rapporta col GAISF e tra di noi, quale
futuro?
Il GAISF non sa nulla di “sport marziali” - o molto poco-.
Quello che sa è che ce ne sono troppi e non sa dove metterli. E qui sono
intervenuto, dando loro un’idea che mi è venuta con l’amico Paul Hoglund, lo
svedese presidente della federazione internazionale di Ju Jitsu , col quale
abbiamo già sottoscritto una lettera di intenti per la formazione di una
Confederazione Internazionale delle federazioni degli sport marziali (Ju Jitsu,
Sanbo, kendo, kickboxing, lotte tradizionali tra i firmatari)-e di cui daremo
notizia ufficiale a Seul attraverso una conferenza stampa che organizziamo il 6
aprile-che avrà come scopo la promozione futura dei WORLD MARTIAL ARTS GAMES,
che potrà accettare veramente tutte le principali sigle internazionali di questi
sport non olimpici ( e che mai lo saranno, probabilmente).
Inutile dire che Fox è stato entusiasta dell’idea di unire le
forze. Ovviamente ciascuna organizzazione mantiene inalterata la propria
identità e i propri programmi, ma ogni quattro anni saremmo insieme per i nostri
“Games” . Ci siamo dati appuntamento a Seul, città che rischia di diventare il
“turning point” , il momento storico di cambiamento vero nelle politiche
internazionali dei nostri sport che, al solito e inevitabilmente, influenzeranno
poi anche quelle nazionali.
A buon intenditor, poche parole.
Ennio Falsoni
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