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COME PRENNUNCIATOVI IN UN PRECEDENTE ARTICOLO (Cairns, tra tropici e sport!) ECCOVI LA RECENSIONE DI UNA SERATA AUSTRALIANA, RACCONTATACI DAL NOSTRO INVIATO ESTERO MARCO MASTROROCCO, CHE OLTRETUTTO VI HA SVOLTO IL RUOLO DI REFEREE. GRAZIE ALLA SUA PRESENZA SUL TERRITORIO, SI APRONO MARGINI DI COLLABORAZIONE E POSSIBILITA’ PER L’APERTURA E FORSE ANCHE LA NASCITA… DI UNA WAKO-AUTRALIA?

La Wako sbarca a Cairns

Di: Marco Mastrorocco  mastromarko@hotmail.com

Qualche giorno addietro, con mia sorpresa, è uscito un articolo sul “Cairns Post” (il quotidiano locale) proprio su me medesimo… la cosa mi ha lasciato a dir poco sorpreso!!!

Cairns come avete potuto vedere nel mio precedente articolo (VEDI: Cairns, tra tropici e sport!) è un posto bellissimo, ma anche piccolissimo… e la gente… MORMORA!

Ho quindi, facilmente scoperto il mistero…

Una mia cliente in palestra è la redattrice del quotidiano locale, si era interessata al cambiamento radicale che avevo fatto, venendo qui dall’Italia, alle difficoltà ed al fatto che avessi raggiunto un obiettivo così arduo da ottenere in una così lontana terra straniera: trovare uno sponsor per il visto ed un contratto di lavoro ( se non hai visto permanente è quasi impossibile… la mia ragazza infatti, sebbene abbia ottenuto qualifiche all’università locale, non ha uno sponsor e non può essere assunta regolarmente… motivo per cui, probabilmente torneremo presto nella comunità europea!) …ed aveva così deciso di scrivere sulla mia esperienza… stuzzicandomi con qualche domanda durante le pause nei trainings, per avere un quadro della mia esperienza e del perché delle mie scelte…

Per farla breve, il giorno dopo l’uscita di questo articolo, sono stato raggiunto telefonicamente da un promoter  Zel Gajic, un serbo che da qualche anno vive qui e che ha militato nella WAKO quando era in Europa; pare ancora in buoni contatti con Mr. Pelevic, e memore della solidità della Federazione… soprattutto ora che è fresca di riconoscimento GAISF.

Per la prima volta qui a Cairns, voleva metter su un galà di Thai kick e kickboxing, ed in cui nell’incontro clou, avrebbero incrociato i guanti un forte atleta proveniente dalla Gold Coast  ( stabilitosi qui ) ed un tailandese, più altri incontri di sotto clou.

      
               ( articolo su di me)                                        ( articolo dopo Match )

Mi veniva chiesto se fossi stato disposto a far parte della squadra di arbitri nella serata, visto che erano a conoscenza della mia qualifica ottenuta presso la WAKO.

Dopo un primo momento di titubanza (2 anni di assenza dal “giro”) mi sono sentito “STRA”contento della possibilità ed ho accettato subito! Ma… senza sapere che genere di sorpresona mi sarei trovato ad affrontare!!

Tra l’altro il fighter australiano è una mia conoscenza, del quale ho accennato anche in uno dei miei articoli ( “Intervista a J.W. Parr” ) ...con cui avevo parlato in precedenza nel corso di questi mesi e con cui ero rimasto amichevolmente in contatto, per via delle sue visite nella palestra dove lavoro; il suo nome è Shannon Forrester

La serata si è svolta sabato 17 giugno, e come leggerete nell’ articolo, è stata un successo soprattutto per la reputazione della WAKO, che qui in terra australiana fatica ad emergere… forse proprio perché troppo seria e regolamentata, come qui non sono abituati… ma che, come leggerete, a cui forse iniziano a guardare con interesse, visti i risultati che sta raggiungendo nel resto del mondo… e apprezzate le prestazioni dei suoi tesserati, atleti e non!

Chissà che questo non sia stato il primo passo per un approdo della Wako qui in Australia, ma soprattutto una chance per gli amanti di questo sport, di poterlo vivere finalmente in modo organizzato e serio!

Ma torniamo alla serata…

Nel primo pomeriggio mi viene chiesto di presentarmi per un briefing con gli arbitri, in modo da discutere sulle regole da rispettare durante i match ed avere quindi un metodo di giudizio uniforme!

Soprattutto perché il regolamento WAKO è leggermente differente da quello che sarebbe stato attuato nella serata: il regolamento A1… Una sigla nata in Australia, che definisce tornei di Thaikickboxing, creata dal famoso ed estroso promoter turco Tarik Solak ,  che è vecchia conoscenza di Falsoni, che qui in Australia, a Melbourne (nello stato del Victoria) ha creato un vero e proprio impero di manifestazioni per sport da ring!

Questi torneri A1 hanno l’obiettivo di contrapporsi al più famoso K1, con regole praticamente identiche, ma con la modifica (ricercata per aumentare lo spettacolo) del consentire l’uso delle ginocchia solo in azioni “attive”, dove quindi il clinch non è ammesso!

Un peccato per i veri amanti della Muay Thai, ma si sa che ormai per abbracciare sempre più vaste platee, che di conseguenza non hanno magari, neanche i minimi rudimenti della vera Muay thai, è necessario “tagliare” le azioni “morte”..

Tempo addietro, in un articolo in cui raccontavo della riunione di thai e kick (“Evolution 6” VEDI: John Waine Parr in azione )  a Brisbane, avevo manifestato le mie perplessità a proposito e commentato lo spirito con cui si pratica qui la thai… eviterò dunque di ripetermi.

Dopo un breve sommario delle regole da sapere, in cui fortunatamente ho ennesima dimostrazione (ma soprattutto ne hanno i miei colleghi!)  della bontà e preparazione dei corsi Wako, e dei preziosi insegnamenti del maestro Fragale che, oltre che come atleta, mi ha “tirato su” anche come arbitro, mi sentivo molto più sicuro e pronto ad affrontare una bella serata.

     

Discutiamo di pronto soccorso… e si appura che tutti i “centrali” abbiano qualifica di “first aid” (pronto soccorso) valida… (in Australia quasi tutti i lavori in cui si ha contatto con pubblico, richiedono questa qualfica che si ottiene presso diverse associazioni mediche o la Red Cross ed ogni 2 anni va aggiornata, rifacendo l’esame.. n.d.r.) e che io per via del lavoro di trainer, ho dovuto prendere lo scorso anno in Brisbane.

Il promoter Gajin dimostra di essere subito coscienzioso, soprattutto per la salvaguardia degli atleti dilettanti che si affronteranno di li  a poco, conoscendo bene le “abitudini” locali del non prestare particolare attenzione a questo aspetto.

La persona che era destinata a svolgere e smistarsi con me per il lavoro di referee nella serata, scoprirò poi, avrebbe dovuto anche sostenere un match all’interno del programma.(?)

Viene quindi deciso che toccherà a me aprire “le danze” arbitrando come centrale i primi 4 matches. Dopo aver consultato i vertici Wako, ho l’autorizzazione ad indossare la camicia con il logo della federazione, la qual mossa sarà per me un’arma a doppio taglio.

Se da un lato è una buona opportunità per far pubblicità alla Federazione ed avere più autorevolezza, dall’altro… sento la grossa responsabilità di dover essere all’altezza… la mia prestazione sarà lo specchio della Federazione che in quella serata avrei rappresentato!!

Finito di lavorare in palestra nel pomeriggio, mi precipito per una doccia a casa, indosso “l’uniforme” (sprovvisto di papillon… ma è stato un dettaglio trascurabile visto gli altri com’erano conciati) e mi dirigo al palazzetto.

Manca un’ora e mezzo all’inizio dell’evento e comprensibilmente il promoter è preso dagli ultimi preparativi e dettagli, deve essere tutto perfetto… anche per lui si tratta della “prima”… e non può steccare, pena la credibilità delle sue future iniziative!

L’atmosfera è elettrica. Con mia gioia scorgo il mio ex datore di lavoro di Brisbane, Ian Jacobs…

    
                             ( Jacobs con me )                                       ( Solak e Jacobs )

Questo,  oltre a portare due atleti da far combattere, era anche l’ospite d’onore della serata. Dovete sapere infatti, che qui in Australia, nel panorama degli sport da ring, lui è considerato quasi una leggenda!

È stato definito il miglior combattente “pound per pound” di tutti i tempi, che abbia mai calcato i ring australiani!

    
           (Paul Briggs)                                                         ( Io e Parr )

È cresciuto con atleti del calibro di Paul Briggs ( famoso boxer di fama mondiale) ed ha “tirato su nientepopodimeno” che: John Wayne Parr… Insomma, ha fatto un pezzo importante di storia dello sport qui! Epica la sua battaglia con Gurkan Ozkan (pupillo di Solak e detentore allora di una cintura Wako pro) alla fine degli anni ’90, tempi in cui Jacobs rappresentava il nuovo, che doveva consacrarsi… ed Ozkan , il più forte atleta in terra australiana (entrambi erano pesi medi) …atmosfere sulla falsa riga di  Alì vs Frazier… e nella quale Jacobs ebbe la meglio, dopo un incontro massacrante e svoltosi a Melbourne.

    
(Ozkan in azione)

Dopo i saluti di rito, con personaggi conosciuti quando ero in Gold Coast, mi appresto a salire sul ring… quando vedo che al tavolo della giuria sono nel pallone per organizzare le pool degli atleti, sui tempi e sui dettagli che il cronometrista “dovrebbe” già sapere…

In pochi minuti mi ritrovo a dover spiegare tutto il regolamento  da capo a quelle persone, a dover spiegare all’addetto al tempo di fermarlo solo in determinate circostanze etc… tutte cose “automatiche” per chi da sempre fa parte dell’ambiente… ma non certo per persone messe li a “dare una mano”, ma totalmente inconsapevoli.

Tutto è pronto ..salgo sul ring per primo (come da regolamento) ed attendo gli atleti!

Si spengono le luci (e come noterete dalle foto) non verranno mai riaccese tutte… anzi.. forse lasciano un po’ troppa “atmosfera”..

Non mi soffermerò sui match sottoclou, se non per dire che in 8 matches ci son stati 4 ko!! A dimostrazione che non si son certo risparmiati, sebbene dilettanti.

Come ho tenuto a precisare in altri articoli, in Australia il concetto di dilettante è molto vago e sebbene io non concordi con questo metodo, di sicuro i ragazzi che “vengon fuori” sono certamente “tosti”, con coraggio, cuore e grinta da vendere!

Devo ammettere che non ho visto tecnica sopraffina o molta strategia (il troppo entusiasmo ha probabilmente giocato un ruolo fondamentale) ma ho visto questi ragazzi non fare un passo indietro, colpo su colpo a cercare di imporsi sul proprio avversario… fino all’ultimo secondo dell’ultimo round!!

Si potrebbero sollevare discussioni infinite tra quelli che sono a favore o meno dello sviluppo prematuro di un atleta e delle sue esperienze sul ring, ma non credo il mio articolo sia la sede opportuna.

Al contrario, posso fare un piccolo paragone con il nostro dilettantismo, dicendo che i nostri ragazzi (a parità di incontri) risalterebbero senz’altro per la tecnica e la strategia di gara, in cui ultimamente molte scuole stanno vedendo la giusta importanza.

Il pubblico qui è purtroppo abbastanza acerbo o abituato ad assistere solo ad un tipo di match.. lo scontro frontale… non è ancora educato alla professionalità tecnica con cui ormai viene insegnato e mostrato in Italia.

    

Principale imputato di questo approccio è senz’altro il mondo arbitrale locale..

Pensate a quello che poteva essere l’arbitraggio molti anni fa da noi, con ex atleti o presunti tali che si “improvvisavano” giudici!! ..beh.. qui è lo stesso, se non peggio… perché vi assicuro che le regole ancora non le sanno in tanti, ma, dato il livello generale, vengono persino richiamati ad arbitrare!

Se, come invece penso io, la figura del centrale e dei giudici fosse rivalutata e dal canto suo facesse si che ad essere premiati vincitori non siano solo quelli irruenti, ma al contrario, gli atleti che mostrano degli “skills” (abilità) nella condotta ed esecuzione, senz’altro i maestri, allenatori, atleti stessi e pubblico, si sentirebbero “costretti” ad adottare contromisure per avere atleti vincenti…. insegnare loro non solo a picchiare selvaggiamente, ma ad usare la testa come in una partita a scacchi!!

Asserisco questo perché man mano che la serata ed i suoi matches si susseguivano, non potevo non sentire i commenti favorevoli sul mio operato… al punto che quasi mi imbarazzavo…. dopotutto facevo soltanto quello che mi era stato insegnato e che da noi… è la normalità!

Alla fine atleti, pubblico e soprattutto coaches(!!!) mi han stretto la mano, congratulandosi per la “professionalità” ed il “polso” dimostrato… aprendo addirittura (il promoter ed un paio di coaches di Melbourne) la porta a futuri arbitraggi in competizioni ancora più importanti!

Dico tutto ciò non per autocelebrarmi (un po’ si…ah ah ah)  ma per darvi un’idea di come sia ancora grezzo e pieno di potenziali migliorie questo sistema australiano, che si… ospita tanti campioni di cui ho in passato parlato (VEDI: The Australians Fighters e Intervista a John Wayne Parr) ma che non conosce o sembra non voler riconoscere l’importanza del settore agonistico amatoriale… (e della classe arbitrale!)..!!!

Finito di descrivere quello che succedeva nelle retrovie e le sensazioni che aleggiavano nel sottoscritto, passo a descrivere  l’incontro clou della serata tra Shannon Forrester  ( nel 2001 sfidò per il titolo mondiale a Melbourne il fortissimo greco Zambidis, altro pupillo del turco Solak) ed il tailandese ( da qualche anno in Gold Coast) Dip  Yuanjit.

Il combattente australiano vantava un record di 59 matches di cui 45 vinti ( 25ko).

Il tailandese invece 49 incontri, di cui 34 vinti (21ko).

Questo match era ritenuto di preparazione per Shannon, in vista del suo tentativo di scalata alla corona mondiale Wako-pro , che dovrebbe disputarsi prima della fine dell’anno.

Ero un po’ scettico per la consistenza del tailandese, visto il basso numero di match e l’età (non meno di 28), ma devo dire che mi ha sorpreso per tecnica, dimostrando di avere ottimi automatismi che sono indizio della sua provenienza… non certo un grande campione come spesso se ne son visti, ma un valido atleta senz’altro!

Il bravo Shannon dal canto suo, ha dimostrato di avere ogni carta in regola per contrastarlo, per esperienza e tenacia, ma anche dal punto di vista tecnico.

Devo anche sottolineare che è il suo secondo incontro quest’anno, dopo un periodo di inattività lungo un anno, dovuto all’esser diventato papà con conseguenza dell’aumento delle spese, costringendolo ad un secondo lavoro e quindi a meno tempo per gli allenamenti… (e chi combatte sa quanto conti la serenità emotiva e la lucidità mentale e fisica, per affrontare sedute di trainings ad alto livello)

L’incontro era basato sulla lunghezza delle 5 riprese di 3 minuti, gomiti inclusi!

Mi veniva fatta specifica richiesta di non interrompere il match in caso di ferite alle arcate sopraccigliari (anche il dottore veniva istruito in proposito ed io mi assicuravo che sapesse di essere il “responsabile ultimo” in casi di emergenza, che mi sarei quindi attenuto alle sue considerazioni per far proseguire o meno il match) ..e di seguire le regole dei matches tailandesi..

Mi era stato richiesto di non prolungare il clinch (prima differenza grossa dai match tailandesi.. che ho già fatto notare…)  ma lasciarlo solo nelle fasi attive, per esigenze di pubblico… così è stato, ma devo dire che i due contendenti mi hanno facilitato il compito , perché molto corretti , affatto irruenti ed entrambi con strategie diverse..

L’australiano deciso a metterla sul piano boxistico, attento a non farsi pizzicare dai calci al viso e dalle inaspettate gomitate alla corta distanza… ed il thai appunto, attento e sornione, pronto a scattare e pungere con le armi precedentemente citate..

Finalmente iniziavo a divertirmi anche io, potendo finalmente assistere a qualcosa di più tecnico.. (ho riscontrato che i dilettanti alle prime esperienze, sono i più difficili da arbitrare…) .. e sebbene attento nel lavoro da svolgere, cercavo di carpire qualche tecnica o spostamento interessante.

Nel clinch entrambi erano accettabili, ma nessuno eccelleva.. il thai veniva persino proiettato un paio di volte… ed il pubblico iniziava anche a gradire quelle “strane proiezioni”…

Dal lato boxe, l’alfiere australiano eccelleva rispetto al suo contendente, che invece lo impensieriva con serie di calci ad ogni distanza… soprattutto il famoso “teep” d’incontro, che è un marchio di fabbrica di questo popolo…

Nel terzo round l’atmosfera si scaldava, sempre comunque nel rispetto delle regole, ed i due atleti aumentavano ritmo e potenza nelle combinazioni, ma ancora nessuna prevalenza netta…

    

Si susseguivano così il 4° e 5° round, nei quali Forrester dimostrava più intraprendenza e portava a segno decisamente più combinazioni del suo avversario…. estremamente piacevoli per i palati fini, ma senza dubbio noiosi per la maggioranza accorsa ad assistere all’evento. Fortunatamente, la voglia di sostenere il beniamino locale, l’orgoglio innato di vedere un connazionale che difendeva i colori australiani ..e forse qualche birra di troppo.. facevano si che le incitazioni ed “boati” ad ogni colpo andato a segno, non mancassero mai… rendendo quindi più “caldo” il contorno…”OZZIE OZZIE OZZIE (gergo per definire qualcuno o qualcosa che proviene dall’Australia)..Oì Oì Oì”…era la cantilena imperante.

    

Alla fine della 5° ed ultima ripresa in uno scontro a centro ring, nel quale si scambiavano due gomitate ciascuno, Shannon subiva un brutto colpo al labbro superiore e con relativo taglio che si apriva vistosamente, ma per fortuna la fine del round era dietro l’angolo…ed infatti di li a pochi secondi ecco scoccare il gong che decretava la fine delle ostilità!

Veniva giustamente premiato il beniamino locale che, malgrado fosse incappato nell’errore finale, aveva condotto il match fino all’ultimo, dimostrando potenza e precisione.. sbilanciando a più riprese il suo avversario e imponendosi nella maggior parte delle distanze.

Inutile dire che il pubblico esultava e si stringeva tutto intorno al ring…

La serata si chiudeva poco dopo, ed io scambiavo gli ultimi saluti con i vari conoscenti, raccogliendo la promessa di essere chiamato per futuri matches, nonché per il più importante ed atteso confronto per il titolo di Shannon Forrester, sotto la sigla Wako pro.

La qualità delle fotografie è stata piuttosto (e purtroppo scadente) in quanto ad accompagnarmi c’era un mio amico locale, Richie Littlefield (subito vestito ed ingaggiato come fotoreporter per ilguerriero.it)

    

che ho capito in seguito non avere buon feeling con il compito assegnatogli… ma soprattutto intimidito dal contesto per lui nuovo… non si avvicinava mai al ring, ma rimaneva in disparte… sebbene a gesti e nei momenti di pausa lo invitassi a salire sul ring per far foto dall’angolo neutro… pazienza.. meglio brutte foto che niente foto.                            

Avevo anche chiesto a persone del pubblico di mandarmi via mail le proprie per trovarne di migliori, ma qui ci sono tempi di “ reazione” diversi dai nostri… ed ancora non ne ho ricevute.

È stato davvero strano, dopo tanto tempo ritrovarmi sul ring, dall’altra parte della baraccata, un po’ di tristezza dovuta alla nostalgia delle sensazioni venute a galla percependo l’odore dell’olio thai negli spogliatoi, quando sono andato a fotografare i protagonisti della serata..

    

..”sentendo” la vibrazione e l’eccitazione degli atleti mentre approcciavano il ring e nel vedere i loro visi, concentrati ma anche in attesa di incoraggiamenti e suggerimenti dal proprio angolo.

Di certo, ho scoperto che sul ring… essere anche in veste di arbitro fa il suo effetto, e ben si può comprendere quanta pressione e prontezza di riflessi ci vogliano per essere anche  bravo nel proprio mestiere.

                                

E che malgrado il pensiero di tanti, il centrale sia il migliore amico dell’atleta, pronto lì a salvaguardare la sua incolumità e nell’assicurare il regolare svolgimento dell’incontro.

Tornando a casa, nel giardino, dove la fauna locale non manca e animali non bene identificati cantano a tutte le ore... lì immerso nella natura, mi son trovato a riflettere sul fatto che “ …Ma chi mai lo avrebbe detto 2 anni fa, che mi sarei ritrovato una sera a Cairns ad arbitrare un match internazionale..??”….sorseggiando il mio caffè ho poi ripensato a tutte le cose inaspettate (belle e meno belle) che son successe e che ho affrontato con successo dall’inizio del mio viaggio…e mi son detto che non c’e’ mai fine alle sorprese.. per fortuna neanche a quelle belle!


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