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Muay Thai

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CONTINUA INDEFESSO IL PREZIOSISSIMO LAVORO DEL NOSTRO COLLABORATORE ESTERO DALL’AUSTRALIA: MARCO MASTROROCCO. SEMPRE INTERESSANTI I SUOI ARTICOLI… MA QUESTA VOLTA HA SUPERATO SE STESSO… CI MANDA INFATTI  UNA INTERVISTA IN ESCLUSIVA CON IL “SUPERCAMPIONE” DI MUAY THAI: JOHN WAYNE PARR! RIPERCORRE CON LUI TUTTA LA SUA CARRIERA FINO AL GIORNO D’OGGI ED INTAVOLA EVENTUALI “BASI” PER UN SUO AUSPICABILE RITORNO IN ITALIA.

Intervista a J.Wayne Parr

Di: Marco Mastrorocco  (mastromarko@hotmail.com)

Salve a tutti,

se non sbaglio.. eravamo rimasti al “…ci stiamo lavorando…” pronunciato a proposito del poter conoscere e contattare più da vicino qualcuno dei forti atleti della scuola australiana.

Ebbene.. ci abbiamo lavorato e ci siamo riusciti!

La scorsa settimana ho avuto il piacere di intervistare per gli amici de ilguerriero.it, il più forte ed emblematico alfiere degli sport da combattimento di tutta l’Oceania. Una leggenda qui in Australia ed a buon diritto, considerato il Ramon Dekker del 21simo secolo : JOHN WAYNE PARR(JWP).

Dopo qualche ricerca sono riuscito a contattarlo di persona e da subito si è dimostrato un uomo dalla grande sensibilità e gentilezza, offrendosi prontamente di venirmi a prendere alla stazione di Robina, località in Gold Coast e di chiacchierare a casa sua!

Devo essere onesto, malgrado qui in Australia il livello medio di gentilezza sia parecchio al di sopra degli standard cui siamo abituati in Europa, non potevo immaginare che un personaggio come lui, si desse tanto disturbo per essere intervistato da un webmagazine italiano..

Molti di voi penseranno che sto esagerando, montando così la figura di questo atleta, ma dovete capire che qui in Australia ogni esponente di spicco di qualsiasi sport, che porti alta la bandiera nazionale, viene considerato e trattato in modo particolare.

Come spero abbiate notato nei miei precedenti articoli, qui nel “down under”( così è chiamata l’Australia) non vengono lesinate spese per pubblicizzare, allestire e mettere in scena grossi eventi di kick boxing..e muay thai…e quando gli atleti hanno un certo calibro, i soldi ed i contorni non sono da meno alle grandi scene che vediamo nel mondo della boxe americana!

Probabilmente perché c’e’ parecchia influenza dei promoter giapponesi, che stanno importando il K-1 style….borse comprese!!

Ma torniamo a noi ed al nostro ospite.

Arrivo alla stazione dopo l’ora di pranzo e lo trovo all’uscita ad aspettarmi, si alza e mi viene incontro stringendomi la mano, con fare estremamente timido..resto perplesso..

Quanti atleti conosciamo che se avessero anche solo la metà degli incontri, che andrò a raccontarvi, sostenuti da Mr. Parr, non esiterebbero a incedere come Dio in terra, avvolti nel loro mantello di superiorità??

…tanti ve lo assicuro.. Ma lui no! E poi capirò il perché...

Insieme alla mia compagna Lisa, ci dirigiamo a casa sua e durante il tragitto in macchina, rompiamo subito il ghiaccio parlando un po’ del suo ultimo match (Evolution 6) a Brisbane.. di cui vi ho mandato una recensione.

L’atmosfera è rilassata e si preannuncia una tranquilla chiacchierata, senza troppi preamboli; lui è aperto, diretto e spontaneo…e per fortuna ci mette subito a nostro agio offrendoci un bel caffè..

Entrando in casa sua vedo subito il computer…ed internet…! Quale occasione migliore per mostrargli il portale de ilguerriero.it con l’articolo da me redatto sui 4 fighters australiani?

Lo guarda interessato, apre le pagine e riconosce il tailandese Mangkong che vinse il titolo WMC proprio a Brisbane lo scorso maggio.. guarda anche l’articolo sugli incontri di Trieste, con le star Kaopon Lek ed il suo amico Bawak Pramuk.. è meravigliato dal fatto che in Italia abbiano portato atleti di tale calibro.. gli spiego allora di come si sia parecchio evoluta la conoscenza da parte del pubblico nella Muay thai e che il sempre maggior numero di appassionati che segue le serate, permette ormai di poter avere delle super star… da ogni parte del mondo!

I nostri promoters iniziano a farsi largo!

 

Ci sediamo al tavolo nel soggiorno ed iniziamo la nostra chiacchierata:

Marco: Allora Mr. Parr, tutti qui in Oceania e Asia ti conoscono e tanti ti apprezzano anche in Europa.. presentati al pubblico italiano del Guerriero.it

JWP: mi chiamo Wayne Parr, ho 29 anni e sono un atleta di muay thai..77 incontri sostenuti di cui 57 vinti.

Marco: Beh…sei anche qualcosa di più che un semplice atleta mi pare…

Quasi imbarazzato annuisce..

JWP: beh..si…sono campione del mondo della ISKA,WKBA e della IMF…ho partecipato 4 volte alla King’s Cup in Tailandia( vinta 3 ) e vinto il torneo S1 al Rajadumern stadium di Bangkok.

Marco: Raccontaci un po’ del giovane Parr..che sogni aveva da piccolo?

JWP: beh…ho fatto parecchi spostamenti fin da bambino, per via del lavoro di mio padre , .ho iniziato a praticare ad 11 anni il taekwondo per un anno, poi la kickboxing a 13 ed a 14 anni ho fatto il mio debutto nei combattimenti…lo ricordo ancora….ero così eccitato che non riuscivo a star fermo..era a Sydney.

Marco:  E come andò a finire?

JWP: (ride)..persi ai punti..alla fine avevo un occhio nero e la coscia che mi faceva male…ma che emozione..che serata….le luci, le persone che acclamavano ed incitavano!..stupendo..da lì ho deciso che il mio destino sarebbe stato quello del combattente.. del campione del mondo… ma non un titolo qualsiasi.. volevo vincerlo in Tailandia!

Marco:  Sei partito subito puntando in alto..

JWP: se non si mira al massimo che gusto c’è?..

Marco:  Concordo…. questa frase la diceva sempre il mio Maestro!… puoi farci fare un breve tour virtuale dal tuo primo match ad oggi?

JWP: ok, non sarà tanto breve però.. ne son successe di cose!

Marco:  Non ho fretta e siamo tutti ansiosi di ascoltarle..prendo nota però..

JWP: poiché avevo questo sogno in testa, mi intestardii per andare in Tailandia..anche se per poco… per 2 settimane mi alleno a Pattaya! Il mio sogno si realizzava.. finalmente potevo apprendere la thai da chi l’aveva inventata.

Marco:  In quale camp della Tailandia hai tirato i primi calci ai pao?

JWP: al Sitdyotong Boxing Camp.

Marco:  Ah, lo conosco benissimo di fama, tanti amici ci sono andati ad allenarsi ed il mio maestro è diventato un buon amico di Senan Yodtong. Tanti atleti di quel camp sono venuti in Italia per seminari e combattimenti (cito Yoddecha, Depytiak , Nungpichict etc..).

JWP: si , il camp è molto rispettato a Pattaya, però quando ci andai io era davvero troppo commerciale per i farang.. non erano molti i trainers disposti ad allenarti seriamente se non eri tailandese…e questo l’ho capito più tardi quando son tornato per la seconda volta in Tailandia, allenandomi a Bangkok.

Marco:  Si..10 anni fa probabilmente vedevano solo il lato commerciale dell’allenare i farang.. pensavano che fossero davvero in pochi a voler o poter combattere la vera thai… ma da qualche anno hanno capito che insegnando seriamente , il livello degli atleti europei sta crescendo notevolmente e ci sono più occasioni per confrontarsi con atleti seri, in patria e non..

JWP: si…sono d’accordo..anche perché chi conosce i tailandesi sa che non amano le sfide facili… non a caso combattono con kg di differenza ( a loro svantaggio) o amano guerreggiare nobilmente e rendere onore a chi li impegna seriamente..un popolo meraviglioso!

Marco:  La loro non è solo pratica sportiva, credo sia qualcosa di più, un modo di concepire il confronto!

JWP: esatto..comunque, dicevo che dopo quei mesi passati a Pattaya, a 16 anni torno indietro nel Queensland, dove continuo ad allenarmi e combattere.
..a 17 anni conquisto il mio primo titolo: Campione Australiano nei 63kg ( ko alla 3 ripresa).
Le motivazioni aumentano ed a 19 conquisto la cintura di campione del Sud Pacifico , vincendo per Ko alla 5° ripresa.

Marco:  Un inizio niente male..il panorama australiano nella thai com’era?

JWP: non allettante se devo essere onesto, però molto duro…trovavi forti pugili e kickboxer che si cimentavano nella thai.. dovevi comunque sudare per portarti a casa un incontro.. anche perché non c’erano le regole classiche della thai.. non ci sono ancora a dirla tutta… ma all’epoca era più kickboxing con le ginocchia che thai..

Marco:  Processo comune a tutti i posti dove è approdata la thai…

JWP: Avevo da poco conosciuto una persona che, oltre farmi da sponsor, diventerà come un secondo padre, il suo nome è Richard Vell, ed è tailandese a dispetto del nome!

Il mio amico Vell, mi propone di andare per 6 mesi ad allenarmi e vivere in Tailandia..a Bangkok questa volta... da un suo amico che si prenderà cura di me!!

Marco:  Come si chiamava il camp? E che differenze trovasti?

JWP: il camp aveva il nome del suo proprietario: Sangtoien Noi.. la differenza sostanziale rispetto alla mia prima esperienza fu…che questa è stata la mia vera prima volta in allenamento in Tailandia.

Marco:   Cosa intendi?

JWP: i sei mesi sono diventati 4 anni sebbene a saltello per via dei visti di permesso!!!..e per chi vuole imparare la vera thai,  la Tailandia non è solo spiagge, ragazze e grandi incontri di thai!!
Ho fatto allenamenti duri… condizioni di vita per me inimmaginabili all’inizio…. ma che ben presto si son rivelate fortificanti. Non pensavo altro che alla thai… ma soprattutto non parlavo una parola di tailandese.. per settimane comunicavo a gesti.. è stata dura!! Pensare che ora lo parlo fluentemente..
Posso capire come sia stato difficile per voi ragazzi questo salto nel buio in Australia.. ho sempre rispetto per chi si mette in discussione andando in paesi stranieri!!

Marco:  Grazie per il sostegno morale, Mr. Parr.. non è facile è vero… ma andiamo avanti con il tuo racconto.

JWP: Dormivo per terra in palestra, dividevo tutto con i miei compagni di allenamento ( tutti tailandesi)… anche il bagno in stile thai in cui a disposizione avevo solo acqua ( mai calda) e non carta igienica.. insomma.. non proprio come stare in hotel!.. ho però imparato ad apprezzare il valore di tante piccole cose… l’amicizia e la gentilezza in primis… il calore ricevuto dai miei amici di allenamento mi rimarrà sempre dentro… e come da un sorriso si ottenga più che da un atteggiamento da “duro”..

Marco:  (Ecco forse spiegato il suo modo quasi remissivo al nostro incontro in stazione….è diventato quasi un tailandese nei modi di fare…)
Marco:   Hai combattuto in questo arco di tempo?

JWP: certo.. ero andato lì apposta…. ho fatto nei primi 4 mesi 5 incontri e 5 vittorie, tutti con pari peso e con i gomiti!

Marco:  Caspita, di solito qualche kg di vantaggio lo regalano sempre…

JWP: si.. ma ai “turisti”.. io ero lì per essere trattato come uno di loro… e nella mia immediata seconda trasferta di 9 mesi, feci 9 incontri con 9 vittorie… i promoter più importanti iniziavano a notarmi.. tanto che fui chiamato a disputare uno di questi incontri al Lumpenee Boxing Stadium..
Ero il primo australiano a salirci come atleta..e quando vinsi fu un vulcano di emozioni… indescrivibile..

Marco:  Anche un mio compatriota, Cristian Daghio, che vive a Pattaya da anni ormai,  ha combattuto e vinto al Lumpenee.. nel 2002.. anche lui ha l’onore di essere il primo italiano a salire su quel ring.

JWP: complimenti, purtroppo non lo conosco… probabilmente perché non frequento più da tempo Pattaya..

Marco:  Parlavamo a proposito dei promoter locali, a Bangkok durante il tuo periodi lì..

JWP: si… uno di questi era il famoso Songchai… che mi prese in simpatia e quando ebbe l’occasione mi fece combattere… e che occasione!!!… il compleanno del re!!!

Marco:  Addirittura…dovevi aver impressionato alla grande allora…

JWP: per essere onesto fui chiamato come rimpiazzo.. poco prima si era infortunato Dany Bill… ed io fui chiamato per sostituirlo…. contro Orono!!!

Marco:  …Un mosto sacro…il mio allenatore in Italia era un patito di questo atleta… ne ho viste di cassette…

JWP: si… un vero campione…. mi tagliò già alla prima ripresa con un gomito, ma continuai… quando al 3 round avevo decisamente altri segni dei suoi gomiti in volto, l’arbitro sospese l’incontro… ne ho tratto grosso insegnamento… e voglia di spingermi ancora oltre! Era il 1997… ed il bello stava iniziando..

Marco:  (Lo guardo sinceramente ammirato, mentre gli brillano gli occhi al ricordo di quelle sfide… continuando a non mostrare alcuna superbia..)
Marco:  Vai avanti per favore…mi sto appassionando..( faccio anche fatica a prender nota di tutto…)

JWP: Il ’98 è stato un anno di transizione… un po’ sottotono.. ho anche subito la mia peggiore sconfitta.. lo ricorderò sempre…

Marco:  Puoi raccontarci qualcosa a proposito?

JWP: certo… è stato un match in Inghilterra.. contro Chris Allen.. mi hanno suturato 54 punti tra volto e testa alla fine di quel match…. era presente anche mio padre che di solito non mi accompagna spesso all’estero… è stato tremendo per me farmi vedere in quello stato e per lui assistere a quel match… è stata la prima volta ( ultima per fortuna) che ha mostrato davvero preoccupazione per la mia professione…
Per fortuna mi metto alle spalle tutto ed il 1999 segna la mia ascesa… in Tailandia ormai ho un buon seguito, i promoter mi conosco e mi chiamano per incontri importanti…. ecco che giunge la seconda convocazione per la King ’s Cup…

Marco:  Non come rimpiazzo stavolta…

JWP: no..infatti..e questa volta vinco anche!!

Marco:  ( non mi dice il nome dell’avversario ed io sono così preso dal racconto che mi dimentico di chiederlo, )

JWP: nel 2000 vinco il mio primo titolo mondiale con la ISKA ed a dicembre di quello stesso anno vengo chiamato per la 3° volta al compleanno del re…e vinco ancora…indovinate contro chi?…ORONO!

 

Marco:  Ti sei preso la tua rivincita….

JWP: non era una rivincita.. quando perdi contro campioni di quel calibro puoi solo essere onorato di averci fatto battaglia insieme.. e quando ci vinci, stesso discorso… orgoglioso di aver dato il massimo!

Marco:  Ti fa onore quello che dici… non la pensano in tanti in modo così cavalleresco…
Al tuo ritorno in patria immagino le cose si mettessero piuttosto bene per te…

JWP:  tutt’altro!! Quell’anno, 2001, infatti abbandonai la thai e mi diedi alla boxe..

Marco:  Ma come?.. dopo quei risultati…

JWP: i soldi non bastavano….e  certo non quelli guadagnati in Tailandia… la boxe era un miraggio… avrebbe risolto tutti le mie preoccupazioni..
Feci 13 incontri di cui 10 vinti e tutti per ko, conquistando il titolo australiano di boxe.. ma dentro di me non ero a posto… mi sentivo incompleto.. capii cosa c’era quando fui richiamato per la 4° volta in Tailandia alla King’s cup…

Marco:  Continuavi ad allenarti anche di thai immagino, per essere pronto a tale evento..

JWP: Certo.. ero stato convocato tempo prima ed avevo accettato….
Disputai 2 incontri nella stessa serata.. e li vinsi entrambi!! Mi fu consegnato il “jacket of honour”, un riconoscimento prestigiosissimo; fui il primo non tailandese a riceverlo!
Quella notte capii che era la thai che mancava nella mia vita.. era in quella direzione che dovevo focalizzarmi!

Marco:  Cavolo, 4 anni intensi …. traspare da come ne parli.. quasi mi ci son sentito lì a bordo ring..

JWP: si…sono stati anni importanti… come il seguente.. nel 2002 quando andai negli States.

Marco:  Che ambiente hai trovato lì?

JWP: diverso.. la thai lì non viene considerata…
Negli USA se non pratichi la boxe o l’UFC ( la lotta nell’ottagono) non hai possibilità di sbocco…. qualcuno ancora sopravvive con la vecchia kickboxing ( il full contact, n.d.r.)… insomma.. non proprio un’esperienza eccezionale…. eccetto per l’ottima persona che mi ospitò nella sua palestra, Master Toddy e per un piccolo dettaglio del destino...
Incontrai Angela (forte pugile professionista americana, campionessa mondiale).. che sarebbe diventata la signora Parr (e madre dei due eredi di casa..)
..In quell’occasione fui chiamato per combattere con il numero uno del Lumpenee… (pari peso!!).. e vinsi! Tentavano di portar su la thai in USA proponendo grandi incontri… ma non parve suscitare la risposta voluta….

Marco:  Come mai?

JWP: Il pubblico semplicemente è interessato ad altro… altra concezione… mi fecero, successivamente, addirittura combattere con un atleta senza un braccio, chiamato in sostituzione del mio avversario… fu davvero strano e poco piacevole.. ma non perché lui non avesse il braccio, ma per il modo che la gente aveva di approcciarsi al match… sembrava tutto una buffonata… finì presto.. per ko alla 3° ripresa…. ma fu un’esperienza che mi lasciò l’amaro in bocca..

Marco:  Beh.. per lo meno hai incontrato tua moglie.. il viaggio ha avuto un significato particolare…

JWP: si.. senz’altro… eccetto per il travaglio avuto al mio ritorno negli states… mi era scaduto il visto ed avevo fatto ritorno in Australia… giusto il tempo per chiederne il rinnovo… Angela era già incinta da un pò.. ( da una settimana dopo che si erano incontrati….n.d.r.) e quando arrivai all’aeroporto videro sul mio passaporto che nel precedente viaggio ero rimasto 92 gg invece che 90!
All’epoca era fresco il ricordo dell’11 settembre.. e quindi i controlli più rigorosi che mai..
Mi misero agli arresti… 36 ore nella stazione di polizia dell’aeroporto..

Marco:  Assurdo.. e la tua futura moglie?

JWP: Angela ebbe poca scelta… era al 7° mese di gravidanza… io non potevo più metter piede negli States… lasciò tutto, dando incarico a suo padre di sistemare la vendita della casa e della macchina e partimmo insieme per l’Australia!!…”crazy times…”( tempi folli..)

Marco:  Si arriva pian piano ai giorni recenti… 2003.

JWP: Si… nel dicembre 2002 c’e’ un biglietto in palio per il K1 max… combatto contro Zambidis.. il forte greco che viene periodicamente in Australia ad allenarsi…
persi immeritatamente… fu più una decisione “politica”.. alle spalle Zambidis ha Solak ( già citato precedentemente..n.d.r.) che ha tanti agganci in Giappone.

Marco:  Non mi sembra ti sia dato per vinto..

JWP: no anzi… nel 2003 volo in Europa, a Rotterdam, e vinco in Superleague contro un atleta molto forte, Kamel Amrani… nel 2004 vinco il torneo S1 al Rajadumdern; batto Magomedov ai punti e Sharbosky per ko alla 3°ripresa.. ed in finale incontro la mia nemesi : il tailandese Naungtrakan… incontrato 3 volte precedentemente e perso in ogni occasione…
Avevo giurato a me stesso che prima di ritirarmi dai combattimenti l’avrei dovuto battere…. e così ho fatto cogliendo l’occasione al volo!!
Dopo 2 settimane a Padova ( mia unica esperienza italiana)  di nuovo in Superleague contro Saarì, dove vinco ancora.. ( ricordo anche un atleta italiano, Roberto Cocco.. molto combattivo).. chiusi l’annata con il K-1 Max a Tokyo dove persi contro il mio amico Bawak Pramuk.. atleta eccezionale.. e ragazzo simpaticissimo
In totale quell’anno disputai 10 matches, 7 vinti.

Marco:   Impressionante…. praticamente incontri normali li hai fatti solo all’inizio… dai 19 anni in poi tutta roba di alto livello.. 77 incontri.. ma cavolo… ne valgono come 150!!

JWP: non ho fatto nulla di eccezionale.. vorrei combattere più spesso…. ora poi che ho 2 figli.. i soldi non sono mai abbastanza…. e poi… in Tailandia i ragazzi combattono per molto molto meno… e molto più spesso… da loro ho imparato a non tirarmi indietro mai..
Gli guardo i 7 punti sulla tibia che si è procurato nell’ultimo match a Brisbane( al primo calcio parato…al primo round)…e tra 3 settimane combatte di nuovo.. in Gold Coast contro il numero uno del Lumpenee.. ovviamente pari peso….. .inarrestabile!!

Marco:  Arriviamo finalmente al 2005…

JWP: si..quest’anno ho disputato 4 matches in Giappone e 2 in Australia, uno perso immeritatamente contro il forte tailandese Sakmongkon.. ci han fatto fare 1 extra round!! Sebbene avessi nettamente vinto…. dopo primo extra round in cui avevo dato tutto.. ancora pari.. quinto round in cui, per Split decision ( non unanime), vinceva lui… cose che capitano!!

Marco:  Sei “unstoppable” ( inarrestabile.. glielo dico apertamente questa volta..n.d.r.) come dicono qui… hai combattuto il 19 novembre e dopo meno di un mese sali di nuovo sul ring… e con i punti ancora freschi sulla tibia…. e contro il n°1 del Lumpenee… non ho parole..

JWP: la voglia di combattere è sempre tanta, ma non ti nascondo che a volte dovrei davvero rallentare… ti faccio un esempio… l’anno scorso ( 2004) tra Luglio ed Agosto, in 35 giorni ho fatto 5 matches… di cui l’ultimo a Tokyo in una serata con regole da K1 max… dopo avevo davvero bisogno di passare del tempo con la mia famiglia….”quality time” con chi mi vuol bene!

Guardo l’ora..son passate quasi 2 ore parlando solo del suo passato… non voglio disturbare troppo… sebbene mi pare molto tranquillo e disponibile al dialogo… così avvincente che anche Lisa, la mia compagna fotografa per l’occasione, ne risulta coinvolta e per nulla annoiata…allora continuo…

Marco:  Facciamo un passo indietro.. l’Italia…. cosa conosci del panorama thai del mio paese?

JWP: onestamente poco… come probabilmente conoscete poco voi di quello australiano.. troppo distante e non sotto i riflettori che contano.. non ancora almeno.. (augurio a tutte e due le nazioni)..
Ci son stato per la Superleague come ho detto, ho visto poco..

Marco:  Ti piacerebbe tornarci per combattere o fare degli stages?.. a proposito …che in che pesi combatti, solo 72kg?

JWP: posso scendere a 69kg… per rispondere alla tua prima domanda.. a chi non piacerebbe venire in Italia… sarebbe anche una scusa per farci un giro magari… purtroppo per il prossimo anno sono “prenotato”… ma vi faccio i complimenti per il livello di atleti che avete in cartellone.. soprattutto perché si può combattere con le regole della thai vera.. clinch incluso…

Marco:  Mi hai tolto le parole di bocca..ho notato che qui in Australia, malgrado la scritta “full thai rules” non è proprio così… il clinch è ridotto a nulla praticamente… deve essere una grossa limitazione per gente come te che i gomiti li sa usare ed ha imparato in Tailandia l’arte del grappling…

JWP: si.. un bel limite… ma se devo essere onesto ormai ci ho fatto l’abitudine… in Giappone è come qui.. la gente vuol sempre vedere qualcosa di più “attivo”…ecco perché il K1 e K1 max hanno quelle regole così limitanti sul corpo a corpo..

Marco:  …Il clinch sarebbe qualcosa di “passivo” ??..

JWP: si.. era un commento ironico infatti.. basterebbe far provare a qualcuno cosa vuol dire lottare in clinch durante un match per comprenderne le peculiarità e quanto invece sia un dispendio energetico incredibile…

Marco:  Purtroppo accontentare il pubblico è la cosa primaria… però se non lo si abitua mai, non si potrà mai portare la vera thai negli stadi.. in Italia agli inizi era così… la thai kick ha fatto da “intermediario”…ma ora… dopo qualche inizio incerto.. e dopo grandi manifestazioni organizzate a trieste da Gotti Alesando (il promoter che ha ingaggiato ultimamente Buakaw) la gente apprezza e quasi pretende il clinch..

JWP: Buon per voi..spero che anche qui pian piano….

Marco:  Cosa dicevi a proposito dei tuoi impegni il prossimo anno?

JWP: Ah si, che ho ricevuto ed accettato proposte di matches che arrivano fino ad ottobre… per esempio a gennaio vado in Tailandia, febbraio Giappone e marzo Inghilterra..

Marco:  Calendario pieno eh? Come ti gestisci? Hai un manager?

JWP: no.. faccio tutto da me.. a volte è dura.. ma ormai ho fatto esperienza e preferisco gestirmi io le mie cose..

Marco:  Capisco… magari qualche promoter italiano si mobiliterà per tempo.. potresti farci un salto nel 2007…eheheh..
Da poco in Italia è stata creata la lega dei promoters nella Fikb, la federazione italiana di sport da combattimento legata alla WAKO..la conosci?

JWP: Conosco la Wako si.. un forte atleta di Melbourne, Gurkan Ozkan, della scuderia di Solak è stato detentore della Wako pro di kick, qui in Australia… eccetto lui comunque qui non ha grossi seguiti.. forse perché troppo lontane le sue manifestazioni principali.. tutte in Europa.. o posti lontani da qua.

Marco:  Si concordo.. ma in futuro chissà.. magari qualcuno si sveglia e riesce a coinvolgere di più ambo i continenti ad attività comuni… Solak tra parentesi è conoscente di Falsoni ( presidente WAKO) ecco probabilmente come ci è arrivata qui anni fa, una cintura Wako pro.
Ci sono altri atleti australiani che consiglieresti ai promoters italiani? Cosa pensi di quelli che ho citato nel mio articolo?

Si alza mentre parliamo, per mostrarmi alcune foto nel suo salotto…

JWP: il primo un vero campione…( ride…parla di lui..n.d.r.)..scherzi a parte il più forte in assoluto e con margini di miglioramento altissimi è Nathan Corbett.. qui sta facendo molto bene, ed anche in Giappone, grazie al suo promoter, sta venendo fuori.. lui vorrebbe arrivare a combattere nel K1, ma non riesce a sorpassare i 90kg.. ma è ancora giovanissimo.. sta seguendo un rigido programma di allenamento in palestra.. è stato mio allievo per qualche anno prima di passare ad un’altra palestra.
Per quanto riguarda gli altri due…MacFie, l’ho incontrato poco fa, eri anche tu presente… è un ottimo atleta, non so ancora se da “serie A” internazionale…. lo scopriremo tra poco… combatte a giorni nel torneo S1 a Bangkok.. vediamo se spicca il salto… quel torneo è davvero tosto..
Soren Mongkongton è ancora molto giovane, ed anche lui deve dimostrare di poter combattere nell’elite… la sua classe è indiscussa, ma per fare un campione la tecnica non è sufficiente…

Marco:  L’ho visto a Brisbane poco prima del tuo match… ma gli hanno dato un avversario troppo al di sotto…

JWP: appunto… non credo giovi alla sua crescita! Comunque son cose che purtroppo capitano.. sono comunque tutti ottimi atleti.. aggiungerei anche un altro che non hai potuto apprezzare.. Shannon Forrester.. detto F16.. si è trasferito da poco a Cairns.. nel nord del Queensland…. forte, giovane e con tanta esperienza..
Sono tutti ragazzi che non sfigurerebbero certo contro i vostri campioni…anzi….

Prima di lasciarlo voglio chiedergli alcune ultime cosette..

Marco:  Come lo vedi J. Parr tra 20 anni?

JWP non ci ho mai pensato veramente… ma comunque spero di aver lasciato una traccia nel mondo della Muay Thai, di esser ricordato come un atleta di valore… e poi di essere alla guida di una palestra tutta mia, con una scuderia di atleti da crescere ed a cui far fare esperienze bellissime come le mie!

(Attualmente insegna alla Boonchu  gym, a Robina, ma il locale non è ancora suo…e tiene corsi per amatori e per atleti..n.d.r.)

Marco:  Wayne puoi dire ai lettori de ilguerriero.it la tua settimana tipo di allenamento?

JWP: certo.. di mattina presto 5 volte la settimana 10km di corsa, poi  prima di pranzo 3 rounds da 4 minuti ai pao, 3 rounds al sacco pesante, 100 ginocchiate e 30 calci medi per gamba.. finisco con 300 addominali ed esercizi per il collo.
Il pomeriggio 30 minuti di corda, 2 rounds di shadow boxing, 5 rounds ai pao, 3 ai focus per la boxe ( spesso mi alleno col mio amico, campione anche lui, Paul Briggs)  e 5 rounds al sacco, 20 minuti di clich e finisco ripetendo il ciclo mattutino al sacco.
Ogni sabato faccio sparring.. cosa che intensifico vicino i matches.

Marco:  Sono sicuro che questa tua “tabella” sarà emulata da tanti ragazzi cui piace emulare i campioni…

JWP: io consiglio sempre di fare quello che dice il proprio insegnante..ognuno è diverso…la cosa importante è dare sempre un po’ più del massimo.. SEMPRE.

Marco:  Un’ultima domanda…e ti lascio in pace….se tuo figlio volesse intraprendere la tua carriera?

JWP: no problem… lo aiuterei e sosterrei in tutto… certo non lo forzerò mai a farlo… deve nascergli da dentro.. come successo a me… altrimenti finirebbe per odiare me e quello sport….

Si tocca qualcuno dei suoi segni sulle arcate sopraccigliari e dice..

Certo che sarebbe dura vederlo combattere e soffrire… se penso che ho subito 170 punti di sutura in tutto il corpo da quando ho iniziato…. ma c’e’ tempo perché arrivi il momento…

Al che mi alzo..son passate 3 ore..e credo ne abbia abbastanza di me….ma ancora una volta mi sorprende… mi chiede di restare a vedere in tv il match registrato fatto contro “the Preacher” lo scorso sabato… ci sediamo per terra sulla moquette in salotto e ce lo gustiamo commentandolo di tanto in tanto…

Non ho voluto fare una foto volutamente, perché ho apprezzato talmente tanto il suo gesto spontaneo che scattare una foto avrebbe spezzato quel momento di tranquillità ed informalità che racchiudeva una cosa così normale come vedere la tv.

Alla fine però la foto di rito non posso evitarla… e mi rilascia anche un prezioso autografo..

Alla fine ci ha riaccompagnato alla stazione con la promessa di sentirci presto.. gli ho fatto i miei auguri per il match del 10 dicembre… e la promessa di andare a sostenerlo…

J. Wayne Parr ha dimostrato non solo di essere un ottimo atleta, un fuoriclasse nello sport, ma soprattutto, cosa ben più ardua, di esserlo come uomo e persona.. il classico campione che non ha bisogno di imporsi con i modi da “fighter” per sentirsi temuto…bensì una persona mite ed equilibrata…che ha dato prova di non importarsene molto di quello che gli altri pensano…lui quello che vale lo dimostra quando serve.. sul ring!

Marco:  Grazie Mr. Parr….mi hai  dato una grande lezione di umiltà!…che molti dovrebbero prendere ad esempio!

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