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INTERVISTA A ROBERTO FRAGALE

Di: Luigi Merlini

Già leggendo il resoconto di questi mondiali apparso sul sito federale della FIKB, scritto dalle mani del Presidente FIKB nonché WAKO Ennio Falsoni, una grande curiosità per tentare di capire meglio “che cosa” fosse successo… ma soprattutto di “come” tutto questo potesse essere accaduto ed in maniera più precisa… mi ha subito assalito. La stessa curiosità di saperne di più… che penso sia sorta in chiunque lo abbia scorso e proprio per questo ho pensato di avviare una mia piccola e personale inchiesta giornalistica di approfondimento. Ma non certo per tentare di incolpare dei fatti qualcuno o scoprirne “il colpevole”, in quanto non credo esistano colpe di sorta da attribuire a chicchessia, ma solo per avviare una specie di piccola “pseudo-inchiesta”, per tentare di conoscere i tanti motivi che credo come sempre, stiano alla base di ogni piccola cosa che possa non filare liscia e come ultimamente invece, sembrava essere divenuta una consuetudine e fiore all’occhiello per tutti gli ultimi campionati WAKO. Oltretutto, cose successe alla presenza e supervisione di dirigenti particolarmente esperti come Ennio Falsoni e Roberto Fragale.

    

E chissà che magari con una mia piccola “inchiesta di approfondimento” qua pubblicata, io non possa contribuire ad aiutare chi voglia fare in modo da rendere più difficile o scongiurare il suo ripetersi. Telefonando in Redazione a Franco Piccirilli e sinceratomi dell’interesse che questo poteva avere per la loro testata di informazione… (sempre tesa a dare la massima e meticolosa informazione su ogni aspetto dei nostri sport) mi sono quindi recato in Redazione, dove Franco mi ha poi informato anche dell’arrivo di alcune email dei D.T.N. del K-1 e della Low Kick, che ho subito letto con molta attenzione. Naturalmente poi, avrei voluto parlare personalmente anche con l’unico che poteva essere a mia completa disposizione per tentare di capire meglio ed approfondire la questione, tra coloro che erano stati presenti ai Campionati di Belgrado… cioè: Roberto Fragale.

Lo pesco infatti, proprio mentre era intento a scrivere un suo “pezzo” per il servizio speciale su Belgrado, commissionatogli tra l’altro ufficialmente, proprio dalla Redazione a cui collabora attivamente e di cui è ormai divenuto uno dei principali personaggi di rilievo. Mi risponde però che non ha molto tempo da dedicarmi e che è già in ritardo con i tempi concordati con la Redazione. Chi mi conosce, sa perfettamente che difficilmente mi do per vinto quando mi metto in testa una cosa… Ecco quindi che ho subito avuto l’idea di invitarlo a cena a casa mia, cercando una fattibile soluzione e tentandolo con una di quelle nostre cene a base di pesce che spesso facciamo e facendomi poi così aprire con tutta calma lo scrigno dei suoi pensieri personali… Avrei potuto fargli quindi una intervista sulla questione ed aggiungerla a tutti gli articoli che comporranno lo speciale.

Un interessantissimo servizio in più quindi, per i tanti appassionati lettori delle nostre riviste elettroniche de “il codino parlante” che, come ben sapete, sono divenute ormai ben 4 e tutte puntualmente ben informate ed aggiornate! Qua ormai e finalmente, si parla dei nostri sport come lo si fa su quelle specializzate per il calcio… ed è proprio seguendo questa traccia ed intenzione, che ho giudicato importante ed oltremodo interessante per i nostri tanti appassionati lettori, questa esclusiva intervista che solo io ero in grado di fare tra i collaboratori redazionali.

    

Perché proprio solo io? Perché conosco Roberto Fragale da circa 30 anni e sicuramente non si sarebbe rifiutato, io sono inoltre e da anni, un arbitro internazionale della WAKO, avrei potuto quindi sicuramente e meglio di altri, porre le domande giuste e forse avrei persino capito meglio di altri le questioni tecniche e specifiche del settore arbitrale, che Fragale avrebbe potuto prospettarmi. Naturalmente Roberto accetta di buon grado e nel rilassante dopocena, comodamente sprofondati sul divano nel salotto di casa mia, in compagnia di Kiro (un cucciolo figlio del suo dobermann e che ultimamente mi ha simpaticamente donato…) e bagnandoci di tanto in tanto le labbra con un buon brandy… comincio ad incalzarlo con le mie domande sull’argomento… naturalmente prendendola alla larga… ma molto alla larga! Inizierò quindi a parlarvi delle sue risposte, partendo da quelle più salienti e significative:

Luigi Merlini: Allora Roberto… sembra che a questi Mondiali WAKO di Belgrado, le cose non siano andate come ultimamente sembrava che fosse ormai consolidato… persino il Presidente Ennio Falsoni, da come ho letto sul sito federale in un suo articolo a caldo,  ha “sbottato” contro alcuni giudizi arbitrali.

    

Roberto Fragale: Sai benissimo che Ennio non potrebbe e non vorrebbe mai intervenire in simili questioni, proprio per questo ha intelligentemente demandato tutte queste incombenze a tutta una serie di sottostrutture federali, Presidenti delle varie Commissioni Arbitrali Internazionali per gli sport da ring e per quelli da tatami, sotto di questi ancora i chief referee, ecc… ma a quanto pare e da come ha fatto intendere lui stesso, quando è troppo è troppo… ed è intervenuto personalmente, ma senza nessun esito a quanto pare. Ha anzi provocato il giusto risentimento dei coach serbi (chiamati in causa) che gli hanno fatto subito notare la sua posizione imbarazzante di rappresentante delegazione italiana e Presidente mondiale WAKO.

Luigi Merlini: Questo è un problema che già altre volte abbiamo discusso per  questioni simili, ma non uguali, e non è certo questo uno dei motivi di quanto accaduto a Belgrado…  da quanto ho letto dalle email dei D.T.N. pervenute in Redazione e soprattutto da qualche notizia sentita in giro da vari atleti che vi hanno partecipato… sembrava che ci fosse stata una combine e forse scambio di favori tra giudici dei Paesi dell’est. Che cosa mi puoi dire in proposito?

Roberto Fragale: Niente di sicuro naturalmente… ma anche che mi sembra invece piuttosto improbabile. Ogni quadrato di gara ha il suo Chief Referee ed è questo che designa i giudici di ogni incontro e supervisiona tutto il lavoro nell’area. Uno dei suoi compiti infatti, è proprio quello di evitare che nella terna arbitrale ci siano sbilanciamenti nei giudici con nazionalità apparentemente imputabile come più vicina all’uno o all’altro contendente per ideologia, religione, cultura politica ecc. Questo naturalmente non sempre è possibile al 100% perché risente molto dall’eterogeneità posseduta nelle diverse nazionalità dei giudici intervenuti al torneo e che quindi si hanno poi a disposizione sul quadrato di gara. Ma non credo che il problema, se di problema si è trattato, possa essere imputato a questo… anche se io posso parlati solo per quanto riguarda il mio ring (il n°2) e non certo per gli altri e tantomeno per i tatami del light contact.

Luigi Merlini: Infatti è proprio soprattutto riguardo al Light Contact, nello specifico, che ho raccolto voci di atleti italiani partecipanti che mi dicevano questo… (solitamente infatti, è una disciplina in cui raccogliamo molto e figuriamo sempre tra le prime nazioni al Mondo, ma questa volta, si dice proprio per questi problemi arbitrali, abbiamo raccolto soltanto una medaglia di bronzo con la Valeria Calabrese) ma perché, tu come Chief Referee non puoi intervenire sugli altri ring?

    

Roberto Fragale: Assolutamente no! Io ho il mio ring da gestire “in toto” e di cui sono totalmente responsabile per tutto quanto (qualunque cosa) possa avvenirvi e ti assicuro che questo da solo è sufficiente ad assorbire totalmente ogni mia energia e continua attenzione. Qualche volta e per calmare gli animi o tranquillizzare i nostri coaches della Low Kick, che mi chiedevano di fargli cambiare alcuni giudici sul ring n°3 , gestito da un collega Chief Referee russo, io mi sono recato da lui e gli ho chiesto personalmente il favore, ma solo a titolo personale ed “ufficioso”… e chiarendogli che era solo  un mio consiglio ed opinione personale, per evitargli magari successive contestazioni… quindi solo in via preventiva e soprattutto come mutua collaborazione tra noi. Altre volte mi sono venuti a chiamare i nostri D.T. della Low Kick, perché sempre e sullo stesso ring, il segnacalci non segnava, a detta loro, i calci validi dell’atleta. Ma quando purtroppo ho capito che questo mi distoglieva dalla mia occupazione principale sul mio ring e faceva iniziare alcuni errori di designazione con le nazionalità dei giudici, non ho poi potuto fare molto altro.

Luigi Merlini: Che cosa è successo di preciso sul tuo ring?

Roberto Fragale: Fortunatamente non molto e quasi niente,  se si valuta nel computo generale di circa 140 incontri e forse oltre… ma durante una mia assenza per intervenire appunto su altri ring e chiedere favori personali riguardo a modifiche di nazionalità dei giudici (in odore di partigianerie a detta dei nostri D.T.) già designati per gli incontri dei nostri azzurri e scongiurare possibili ed eventuali loro sospetti di “inciucio” ai propri danni… è accaduto che la designazione della terna arbitrale sul mio ring è stata composta dal mio “vice” ed Assistente di Giuria (forse troppo intraprendente) di nazionalità marocchina e che, non conoscendo sicuramente bene la geografia politica, storia ed ultimi avvenimenti nei Balcani… mi ha messo un giudice serbo ed uno macedone, oltre ad un danese,  per giudicare un incontro tra un montenegrino ed un atleta brasiliano. Quando sono tornato al mio posto ormai era appena iniziato il 2° round e non potevo più fare niente a meno di non voler infrangere il regolamento e commettere un grave illecito sportivo. (una volta iniziato l’incontro ed accettati i giudici dai contendenti e loro rappresentanti, questi non si possono più cambiare sino alla fine dello stesso)  Naturalmente al mio ritorno ho notato subito la cosa, ed ho presagito il possibile problema. Risultato finale: i due giudici dei paesi balcanici hanno dato vittoria al montenegrino ed il giudice danese al brasiliano. Questa è stata fonte dell’unica grande e forte protesta giustamente motivata sul mio ring, da parte di Paulo Zorello (Rappresentante delegazione brasiliana). Naturalmente non ti dico poi che cosa è successo quando si è saputo la nazionalità dei due giudici dei paesi balcanici…

Luigi Merlini: Non occorre, posso certo immaginarlo da solo… Ma in questi casi così eclatanti e palesi, tu non potevi cambiare il verdetto?

    

Roberto Fragale: Assolutamente no! Ecco perché è così importante la prevenzione ed il delicato lavoro designativo del Chief Referee. L’unica cosa che si può fare in questi casi… (oltre che mandare “al bagno” il mio assistente di giuria…) è di convocare i due giudici e sperare che possano ammettere l’errore, magari che sò… servendogli su un piatto d’argento una possibile soluzione non troppo avvilente, chiedendogli “se per caso” non avessero invertito gli angoli… ma niente da fare, questi non solo dichiaravano di non aver invertito gli angoli… ma ribadivano il fatto che avevano giustamente dato la vittoria a chi l’aveva secondo loro meritata. A questo punto si passa ad una attenta osservazione dei cartellini cercando un possibile errore e se la compilazione di questi… sia nella sua parte frontale che posteriore è corretta e soprattutto congrua con il risultato finale… non si può fare più molto. Nei casi più eclatanti si può chiamare il rappresentante nazionale dell’atleta risultato vincitore e fargli notare l’incongruenza dei giudici… nella speranza che accetti l’evidenza.. e così ho fatto naturalmente, ma niente da fare… abbiamo suggerito e caldeggiato allora di ripetere l’incontro all’indomani… ma ancora niente da fare! Oltretutto queste cose non sono assolutamente contemplate dal regolamento e quindi solo se il rappresentante del vincitore “accetta” possono essere fatte, altrimenti non c’è santo che tenga ed il giudizio della terna giudicante… è irrevocabile! Questo è il regolamento e nessuno può andare contro il regolamento… neanche il Presidente che anzi, ne deve essere il garante! Tuttavia il risultato è stato congelato dal Presidente Ennio Falsoni per il momento… E’ stato un errore secondo me.. veniale, ma grave e madornale, perchè dato che tutti gli altri coaches si erano accorti di quanto accaduto… non c’è voluto molto perchè su ogni ring si cominciasse a protestare anche quando non ce ne era assolutamente bisogno, ecco perché credo che non fosse proprio il caso quindi, di congelare quel risultato. Poi il risultato è stato naturalmente confermato appunto, ma ormai le proteste erano cominciate ed anche nei giorni a seguire, bastava un qualsiasi e semplice verdetto per 2 giudizi a 1, per far nascere malumori. (sai com’è… in questi casi e visto il precedente, uno ci prova sempre no?) Ritengo personalmente infatti (ma come da regolamento del resto) che i giudizi non vadano mai né congelati e nè tantomeno cambiati (come per altro non è mai giustamente successo neanche a questi mondiali di Belgrado) altrimenti si commetterebbe una grave scorrettezza regolamentaria, anche fosse per scongiurarne o rimediare ad un’altra già fatta. Queste cose invece, dobbiamo impegnarci tutti per prevenirle… e non per curarle a fatti ormai avvenuti! Non credo esistano cure di alcun genere infatti, se non quella di prevenirli con un numero adeguato di ottimi arbitri e giudici ben preparati su ogni area di gara… e quindi dovremmo lavorare prima nella formazione di questi e poi nell’assicurarci la loro partecipazione. Ovviamente poi, i due non hanno più ne giudicato, ne arbitrato sul mio ring, ma ormai il loro peggior servizio lo avevano già dato! E tuttavia, pur utilizzandoli solo come cronometristi o gonghisti, il numero dei giudici disponibili sul mio ring, si era oltretutto ridotto ancora… e con tutti quei match delicati e difficili da giudicare, la stanchezza cominciava a farsi sempre più pressante per tutto il team.  

    

Luigi Merlini: Quanti Ufficiali di gara avete per ogni ring?

Roberto Fragale: Non si tratta certo di un problema di numero.. ma di qualità! La domanda utile per poter tentare di inquadrare il problema avrebbe dovuto essere: quanti Ufficiali di Gara affidabili avete di solito su ogni ring? Al primo giorno avevo in tutto circa 13 ufficiali di gara tra buoni ed esperti e nuovi… ma dobbiamo anche tener conto che siamo entrati nel palazzetto alle 09,00 di mattina e siamo usciti alle 22,30… disputando ben 55 incontri in 12 ore di attività direttiva e giudicante senza alcuna pausa e senza una sola (dico una…) contestazione! Un lavoro molto duro era stato compiuto… direi un miracolo… e per cui nel breafing finale, ho detto loro che gli ero molto grato, perché avevano reso un servizio ben oltre l’umanamente possibile… Ma dal secondo giorno in poi invece, i ring sono diventati 3 e giustamente ho dovuto fornirne e cedere qualcuno dei miei Ufficiali di Gara, così come ha dovuto fare Flavio Brivio con i suoi… per utilizzarli su questo ulteriore ring aggiuntosi improvvisamente e permettergli quindi di funzionare… Ogni ring non aveva quindi molti Ufficiali di Gara da permettere una fisiologica turnazione ai posti di giudizio con seguenti momenti di riposo ed ognuno dei tre ring ha poi disputato ogni giorno seguente, più di  40 incontri… e la stanchezza dei giudici venutasi a creare, è un fattore molto negativo per questo delicatissimo lavoro. Nessuno stupore quindi… se alcuni incontri magari e forse alcuni proprio sul filo di lana, non hanno dato gli esiti dovuti o sicuramente sperati dai coaches dell’angolo perdente.

Luigi Merlini: Bhè, capisco infatti… ma almeno per quanto riguarda il K-1 hai potuto tenere tutto sotto controllo tu stesso sul tuo ring…

Roberto Fragale:  Magari, e invece no… perché gli atleti e gli incontri di K-1 erano talmente tanti a questo mondiale, che una parte degli incontri di  K-1 è stata disputata sul ring n°1 (in cui era Chief Referee  il nostro esperto Flavio Brivio) e dove c’erano però solo giudici della Low Kick e che dovevano quindi giudicare anche il K-1. Ma io dovevo naturalmente fornire l’arbitro centrale abilitato, prendendolo dal mio team di Ufficiali di Gara e depauperandolo ancora quindi. Praticamente durante tutto il torneo, quelli più bravi ed affidabili lavoravano in continuazione… sia come referee che come giudici… senza pause! Era praticamente impossibile, che con la penuria di Ufficiali Di Gara che avevamo… ed a fronte del duro lavoro che erano chiamati a sostenere in continuazione e senza sosta… che non potessero ravvisarsi dei problemi. L’avevo anche preannunciato sia ad Ennio che al Presidente della mia Commissione Mr. Borislav Pelevic… ma che si poteva fare… come hanno detto loro, ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare, non si potevano certo far disputare 80 incontri su ogni ring… (anche se io personalmente avrei preferito fare così). Bisognava invece secondo me, prepararsi preventivamente a questa evenienza. Possibile che non si fosse conosciuto prima il numero degli iscritti?

    

Luigi Merlini: Indubbiamente gli interessi che ruotano attorno a questi campionati sono ogni volta molto alti ed il crescente successo che riscontrano ne è la prova. Per taluni atleti, riportare una medaglia nel loro Paese, non significa soltanto una pacca sulla spalla come per i nostri, ma spesso significa per loro dare anche una svolta completa alla loro vita generale.

Roberto Fragale: Certo… Quindi proprio per questo sono sicuramente molto più motivati all’inseguimento e raggiungimento di ogni loro più piccolo successo con ogni mezzo e talvolta forse, anche al limite della correttezza (atleti e chiunque altro di quegli stessi Paesi forse) pur di perseguire un risultato utile.. e talvolta pronti e disposti ad andare persino anche oltre! Sono situazioni delicatissime, di difficile gestione e che tu conosci benissimo. Ma per tentare di renderti meglio l’idea di dove siamo arrivati, ti racconto un fatto accaduto sul mio ring. Durante lo svolgimento di un incontro femminile… è venuto da me un rappresentante della stessa nazionalità di una delle due atlete e mi dice… <<”Roberto,  l’avversaria ha dato un morso alla mia atleta! Per favore Roberto, guarda bene e con maggiore attenzione il match…”>> Io pensavo tra me e me… <<”ma si… fuguriamoci… avrà aperto la bocca durante il clinch e richiudendola si sarà trovata in bocca qualcosa dell’avversaria…”>> Quindi ho comunque avvertito l’arbitro centrale di “stare all’occhio” e mi sono messo ad osservare ancora più attentamente il match anch’io.. quando ad un tratto, durante il clinch, momento in cui l’arbitro centrale ha messo le mani tra le due per separarle… questo ha iniziato ad urlare! Naturalmente ho capito perfettamente quello che era successo, come l’arbitro del resto, che ha squalificato immediatamente l’atleta, senza neanche spiegare l’accaduto e cacciandola in malo modo dal ring! …Incredibilmente nessuna protesta o richiesta di spiegazione oltre il normale e timido modo che possiamo immaginare per chi potesse sapere, da parte dei due suoi coaches… Ecco, credo che basti questo a farti capire quanto oggi conti per alcuni, una possibile medaglia a questi campionati! Ed inoltre, per farti capire l’entità del morso, ti dirò che l’arbitro (l’austriaco Gunter) ha dovuto ricorrere alle cure mediche per disinfettare il dito dalla ferita…! Qualcuno aveva proposto scherzosamente l’antirabbica…

    

Luigi Merlini: Caspita! Direi che hai reso efficacemente ed in maniera perfetta l’idea… ma ritorniamo al nostro problema arbitrale e dimmi una cosa.. secondo te, perché non c’erano a quanto pare, abbastanza arbitri con sufficiente esperienza o capacità?

Roberto Fragale: Già, veramente strano, perché Ennio si assicura sempre di questo… ed ultimamente devo dire infatti che le cose erano andate sempre per il meglio, ma uno dei motivi potrebbe essere che ormai la gara pretende dai suoi partecipanti (Ufficiali di Gara compresi) una settimana intera di tempo da dedicare… e non sono molte le persone che come me svolgono questo mestiere come prima attività ed a tempo pieno… ma se poi pensiamo che il “gettone” di presenza per gli arbitri non è che di 100 euro totali…  con questo credo di aver chiuso il cerchio! Non per farne una questione specificatamente pecuniaria, ma credo che possiamo iniziare facilmente a comprendere una delle ragioni del vero problema, se proviamo a pensare che se uno deve prendere una settimana di ferie dal lavoro... questo sia tentato se non addirittura obbligato a rinunciare. Infatti il nostro Francesco Pellegrino (che era stato convocato ufficialmente) non è potuto venire perché impegnato con la scuola appena riaperta ed in cui da quest’anno insegna come professore di ruolo… Gli interpellati al suo posto: Alfredo Zica, Lionello Pederzoli e Loris Romanazzi; non potevano prendere le ferie al lavoro per un periodo così lungo… alla fine quindi, siamo rimasti a dare disponibilità e rispondere come sempre “presente” solo io e Flavio Brivio (e fortunatamente che è rientrato dopo anni di assenza!) Per gli arbitri di alcuni altri Paesi invece… 100 euro, sono 100 euro… ed a volte è esattamente il corrispettivo di guadagno di una settimana di lavoro, ma non certo per noi europei. Gli Ufficiali di Gara europei che vengono, lo fanno per pura passione e per poterci essere… talvolta vengono persino anche a loro spese.

Luigi Merlini: E quindi… è proprio per questo motivo che sono tantissimi gli arbitri dei Paesi dell’Est?

Roberto Fragale: Forse.. non so e non posso dirlo con sicurezza! Ma dobbiamo sapere anche che ogni Paese per regolamento, non può portare che solo due arbitri al seguito, non di più… anche se i Paesi dell’est sono divenuti tantissimi dopo la divisione dell’URSS e forse è proprio per questo che solitamente si pensa siano anche solidali tra loro… ecco forse a che cosa si devono le voci di “inciucio” e “combine” che dici di aver sentito. Ma proprio a scongiurare e vigilare su questo possibile aspetto ed eventuale problema, deve servire anche l’opera del  designatore e Chief Referee in ogni area di gara. Tutti i Paesi possono democraticamente e giustamente portare due Ufficiali di Gara da utilizzare nei campionati, non di più, eccetto il Paese ospitante che ne può avere in numero maggiore (2 per ogni area di gara) ma che non possono ne arbitrare e ne giudicare, quando sono di scena i loro connazionali. Certo è che con tantissime persone dei Paesi dell’Est e con una scarsa possibilità di scelta sulle areee di gara a causa dei pochi arbitri disponibili.. a volte non ne puoi matematicamente fare a meno. Ma dubito che un arbitro kazakistano.. o russo… possa volontariamente favorire un serbo, un ungherese o altri… almeno spererei e comunque, molto spesso non si  può fare altrimenti.

     

Luigi Merlini: 100 euro per una settimana di lavoro? Sfido io che dai paesi europei non ci sia una grande affluenza.

Roberto Fragale: Non solo, ma spesso le federazioni meno grandi, poco organizzate o senza sponsor, non possono pagare loro il viaggio… e quindi vengono a proprie spese solo quelli che hanno bisogno di fare un corso di qualifica internazionale, ed una volta fatto ed ottenutala.. magari non li rivedi più!

Luigi Merlini: E chi è che li valuta e decide a chi dare il conseguimento della qualifica internazionale?

Roberto Fragale: Il Chief Referee dell’area di gara dove svolge il servizio ed anche questo è un mio compito ingrato ma necessario. Per il mio ring per esempio, Mr. Borislav Pelvic (Presidente Commissione Mondiale Sport da Ring) mi ha consegnato 1.000 Euro e direttive per fornire un elenco dei migliori 10 ufficiali di Gara retribuiti con 100 Euro (perché “non tutti” vengono pagati…) e 7 licenze internazionali da consegnare ai più meritevoli… considerato che solitamente sono una quindicina gli arbitri che ruotano attorno ad una area di gara… oltretutto devo farmi forse anche parecchi nemici per una ragione o per l’altra, ma più che rinunciare ogni volta io alla mia licenza, per darla a qualcun’altro… non so che poter fare di più per loro.

Luigi Merlini: Ma insomma, arrivati a questo punto… oltre a vagliare le possibili ragioni eventualmente scatenanti forse alcuni problemi e di cui tutti si sono “solo” lamentati a quanto pare, perché noi non tentiamo invece, di essere  come al nostro solito, anche propositivi? A questo punto, vorrei sapere secondo te quindi… quali sono le cose che Ennio Falsoni dovrebbe fare per scongiurare il ripetersi di simili situazioni in futuro?

    

Roberto Fragale: Non credo che nessuno abbia da insegnare niente ad Ennio Falsoni… ma preciso che questa è solo la mia opinione. Innanzitutto e come più volte gli abbiamo consigliato e richiesto… nominare un rappresentante per la delegazione italiana che possa occuparsi più da vicino ed in sua vece, di seguire le sorti delle nostre squadre nazionali ai campionati WAKO e non solo. Ennio è sempre troppo impegnato infatti e forse coinvolto troppo emotivamente con l’attività ed i tanti impegni che gli derivano dalla WAKO, visto che ne è Presidente Mondiale, per potersi far sentire vicino a tutti i componenti della squadra nazionale italiana… e che forse, ti dirò… a mio parere ne soffre anche un po’! E poi in caso di eventuali contestazioni, non può far sentire la sua voce al pari di tutti gli altri rappresentanti nazionali (proprio come è già accaduto e non solo questa volta) per l’incompatibilità con la figura particolarmente autorevole ed influenzante che ricopre nella WAKO, dove come sappiamo, fortunatamente ne è il Presidente. Per cui ogni volta… noi italiani, oltre che beffati, passiamo anche da protetti e raccomandati… e forse proprio per questo a volte, persino non visti proprio con estrema simpatia… forse ci identificano troppo con lui? Forse qualsiasi malumore verso la WAKO trapassa e viene proiettato anche verso la squadra italiana…? Forse proprio perché oltre alla nazione gli rappresentiamo anche la squadra del loro Presidente Mondiale Ennio Falsoni? Non so e non posso dire con sicurezza questo... ma posso dire francamente, che anche questo qualcuno dice.

Luigi Merlini: Si, lo so, e indubbiamente potrebbe essere anche così… ed il rappresentante delegato, potrebbe sicuramente servire per far sentire la nostra voce (sempre che si trovi il personaggio giusto, perché anche questo, mica è tanto facile!) una volta che si manifesti o si stia manifestando un’ ingiustizia nei nostri confronti… ma io mi riferivo ad un'altra questione e che tu stai forse tentando abilmente di schivare, ma che sai perfettamente che non ti permetterò di evitare totalmente.  Quindi passo subito al contrattacco e ti specifico meglio la domanda: Cosa dovrebbe fare Ennio Falsoni secondo te, per prevenire il ripetersi di questi fatti ed errori arbitrali di cui lui stesso parla con estremo rammarico nel suo articolo? In definitiva, come pensi che dovrebbe agire adesso?

    

Roberto Fragale: Non credo Ennio Falsoni abbia bisogno dei miei consigli, anche se credo li ascolti e li vagli sempre, come quelli di tutti i suoi collaboratori e sono sicuro che sappia già perfettamente cosa fare… Semplice, investire nella formazione e gratificazione, oltre che nella retribuzione arbitrale secondo meriti.

Luigi Merlini: Semplice si, a dirlo… ma “come”  farlo?

Roberto Fragale: Non è la prima volta che propongo ad Ennio Falsoni corsi di aggiornamento e formazione in tutti Paesi che lo richiedano e vogliano quindi “conseguentemente” avere la possibilità di portare propri arbitri internazionali ai campionati della WAKO. Abbiamo nella WAKO un Responsabile Arbitrale Mondiale per ogni settore e disciplina… o no? Bene.. il Responsabile Arbitrale viene chiamato dal Paese che vuole ottenere la qualifica internazionale per i suoi Ufficiali di Gara nazionali (è la Federazione nazionale di quel Paese che dovrebbe pagargli i corsi.. e magari farseli pagare dai suoi partecipanti nazionali) e concorda con lui o la Federazione, una settimana di corso di formazione, al termine del quale si dovrebbe tenere un torneo federale nazionale di quella disciplina, per poter valutare con un esame pratico e “sul campo” tutti i corsisti. Alla fine della settimana di corso qualificante, chi risulta idoneo ottiene la qualifica di Ufficiale Federale Internazionale della WAKO di quella specialità e può presentarsi quindi ai campionati Internazionali per quella specialità. Con qualunque Dirigente e Presidente o Rappresentante nazionale a cui ho avuto occasione di prospettargli la cosa… è stata da questo giudicata valida e fattibile… alcuni invece me lo hanno proprio chiesto e proposto loro stessi… ma questo è quello che dicono a me… vai a sapere poi quello che dicono in altre sedi o magari a Ennio Falsoni. Ma con la formazione fatta in questo modo, ai campionati internazionali gli arbitri troverebbero un Chief Referee che li conosce già (perché li ha formati lui stesso e già visti al lavoro) e sa benissimo che può farci affidamento.

Luigi Merlini: Mi sembra fisiologicamente corretto e come credo ognuno di noi si aspetterebbe che fosse così da sempre… ma come sai non si possono cambiare le cose da un giorno all’altro… e allora per tutti quei Paesi che non farebbero in tempo o che non potessero economicamente permettersi tutti quei corsi internazionali di formazione arbitrali? Come faremmo a non accettargli gli arbitri ai campionati internazionali, se il regolamento dice che ogni Paese ne può portare due?

    

Roberto Fragale: Questo mi ha sempre risposto Ennio infatti… ma visto che però non è obbligatorio pagarli tutti… credo che eventualmente, solo gli arbitri così formati dunque, dovrebbero essere pagati ai campionati WAKO ed in breve giro di tempo forse, sarebbero allora i soli a presentarsi ai campionati internazionali. Così facendo inoltre… eviteremmo di ricevere ogni anno arbitri nuovi ai campionati internazionali ed alcuni dei quali persino da formare completamente e di cui inoltre non conosciamo affatto la valenza, predisposizioni ed affidabilità, se non dopo averli provati (in un campionato mondiale?) almeno una prima volta.

Luigi Merlini: Anche questa eventuale ed ulteriore soluzione non mi sembra una idea malvagia.. e come mai Ennio Falsoni non lo ha ancora fatto?

Roberto Fragale: Come ti ho già detto, secondo lui alcuni Paesi (e se lo dice lui c’è da crederci, visto che li conosce tutti perfettamente) non potrebbero permetterselo economicamente e che quindi non potendo portare Ufficiali di Gara ai campionati internazionali, gli darebbero dei problemi… e chi meglio di lui  conosce i problemi internazionali che potrebbero sorgere?

    

Luigi Merlini: Ma… io non credo proprio invece, perché avendo arbitri validi ed uniformando i criteri di giudizio, ne guadagnerebbe in credibilità tutta l’organizzazione.

Roberto Fragale: Che vuoi che ti dica… come sempre accade c’è sempre una ragione valida e conveniente per cui Ennio Falsoni fa o non fa una certa cosa.. e solitamente sembra che ci azzecchi sempre.. ma in ultimo ti dirò anche e soprattutto… che non sono certo miei problemi questi… io sono solo un membro della Commissione Arbitrale WAKO per il settore Sport da ring e Chief Referee, solo di questo mi occupo quindi, all’interno della WAKO Mondiale.

Luigi Merlini: E che mi dici del corso arbitrale internazionale? Se non sbaglio anche quest’anno sei stato tu come sempre a dirigerlo no? Non ti eri accorto durante l’effettuazione del corso, della situazione creatasi?

    

Roberto Fragale: Bhè… non credo che possiamo chiamare “corso” arbitrale una cosa che ha una durata di due ore… tanto è durato quest’anno… al massimo lo potremmo definire un meeting, utile si, ma giusto per una prima conoscenza con i nuovi elementi e spiegare eventuali differenze o modifiche ai regolamenti. Quest’anno poi avevamo anche qualcuno proveniente dalla ex IAKSA e di cui non conoscevamo le eventuali differenze regolamentari e consuetudini comportamentali in particolari casi e frangenti. Ma la cosa più grave a mio avviso, era che non esisteva ancora un regolamento scritto per il K-1! Io stesso ho conosciuto ufficialmente (e solo verbalmente) le poche differenze con quello della Thai/kick, dalla voce del mio Presidente di Commissione Arbitrale Sport da Ring Mr. Borislav Pelevic, quando ha introdotto il meeting arbitrale di quest’anno. Pochissime modifiche intendiamoci, e non era certo difficile applicarle immediatamente per gli arbitri esperti… ma per quelli meno pratici?  Comunque… credo che sicuramente il prossimo anno ci sarà un regolamento scritto e specifico, anche  per questa nuova disciplina WAKO..  ed anche questo problema sarà superato. Come credo tutti gli altri riscontrati.


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