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Preparazione Atletica

ANCORA UN’ARTICOLO DI FEDERICO FRAGALE SUL TEMA DELICATISSIMO DELL’ ALLENAMENTO GIOVANILE. QUESTA VOLTA CI PARLA DEI PRESUPPOSTI FISIOLOGICI DA TENERE SEMPRE BEN PRESENTI, PER LA PIANIFICAZIONE DI UNA QUALSIASI ESERCITAZIONE SPORTIVA, RISERVATA AI PRATICANTI ANAGRAFICAMENTE PIU’ PICCOLI.

FISIOLOGIA GIOVANILE

Di: Federico Fragale (D.T. Scuola Arti Marziali Fragale)

Abbiamo già accennato su due  articoli precedentemente trattati (accrescimento corporeo/apprendimento motorio, e allenamento giovanile), come e perché, dovremmo impostare determinate esercitazioni per i più piccoli, in relazione dell’età, del sesso ecc.  Abbiamo approfondito così le componenti condizionali, psico-cognitive e psicomotorie che di pari passo con l’età, si vanno formando.  Prendiamo in considerazione adesso, tramite studi scientifici effettuati, le qualità organiche. Ossia: apparato cardiaco, vascolare e respiratorio; prendendo in considerazione le capacità aerobiche ed anaerobiche e cerchiamo di sviluppare, il più semplicemente possibile, ogni punto al fine di approfondire sempre più queste conoscenze e di portare a riflettere gli allenatori e tecnici della kick boxing, sull’attività motoria. Come già accennato i bambini che si apprestano ad iniziare una qualsiasi disciplina sportiva, hanno delle esigenze “diverse” da quelle dei più grandi.

L’APPARATO CARDIO VASCOLARE

Una prima differenza sostanziale sta nell’apparato cardio-vascolare. Considerando che i bambini hanno una corporatura più minuta degli adulti, possiamo facilmente giungere alla conclusione che anche gli organi interni siano di ridotte dimensioni e quindi funzionalità. Il cuore risulterà più piccolo, e di conseguenza tutte le varie funzioni annesse: dalla gittata sistolica (quantità di sangue espulsa con un battito cardiaco) alla frequenza cardiaca max. Se facciamo effettuare un allenamento di resistenza ad una buona intensità il cuore, per sopperire la minor gittata sistolica, aumenta la frequenza cardiaca oltre quella massimale, con eventuali rischi per il bambino. Si dice che la frequenza cardiaca max in un bambino si aggiri intorno ai 215 battiti per minuto, pensate a quanto potrebbe arrivare in caso di affaticamento molto intenso… Pare che i bambini ricevano una maggiore quantità di sangue arterioso ai muscoli durante l’allenamento rispetto ai grandi, dovuto ad una differenza di concentrazione di ossigeno tra sangue arterioso e venoso. Inoltre, sembra che tale tipo di attività (aerobica) sia tempo sprecato, se non  fino dopo al periodo pre-puberale 11 – 12 anni.(vedi tabella allenamento giovanile).

L’APPARATO RESPIRATORIO

Anche l’apparato respiratorio fa il suo “gioco” nell’attività sportiva pre-puberale.  A partire dall’età in cui si inizia  ad evolvere questa qualità organica, presenta delle  enormi variazioni della funzionalità polmonare a riposo e sotto sforzo durante la crescita… Si passa ad esempio dall’età di 5 anni da circa 45-50 litri/minuto ai 150 litri/min nell’età adulta.  Pare che la funzione dell’apparato respiratorio aumenti progressivamente, per  poi raggiungere il “picco” intorno ai 17-18 anni.

LA CAPACITA’ AEROBICA

Esaminando invece la capacità aerobica, dalle righe precedenti si è appurato che tale capacità aumenta col passare degli anni, vista la conseguente maturazione degli organi e degli enzimi preposti ad alcune reazioni chimiche, (è stato inoltre riscontrato, da uno studio condotto da Bailey, Ross, Mirward e Weese nel 78, che il VO2max di alcuni bambini è aumentato da 1.42 a 2.12 l/min in un periodo compreso fra le età di 8 e 12 anni, pari ad un aumento del 49% rispetto ai valori di partenza). Pare inoltre che la situazione, tra i maschi e le femmine, sia di equilibrio nel periodo pre-puberale e   aumenti, nel periodo puberale, nei maschi con valori del 15% in più rispetto alle femmine fino all’età di 17-18 anni.

LA CAPACITA’ ANAEROBICA

Prendendo in considerazione, come ultimo punto la capacità anaerobica, studi condotti da Eriksson (1973), hanno indicato che tale capacità non è possibile svilupparla nei bambini. Difatti, a causa di una minor presenza di alcuni enzimi specifici, rispetto ai grandi, non sono in grado di produrre molta energia per il lavoro di tipo anaerobico, e inoltre non sono in grado di smaltire agevolmente l’acido lattico. Di conseguenza dovendo compensare tale discrepanza, l’organismo tende a far lavorare il meccanismo aerobico con una maggiore presenza dell’attività enzimatica rispetto ai grandi, tale che permette un’ un’ossidazione maggiore dei grassi durante il lavoro aerobico.

Una volta analizzati tutti i dati del caso con le dovute cautele,  è importante cercare di proporre allenamenti-gioco che stimolino, oltre all’apprendimento motorio, come abbiamo visto nell’articolo precedente (accrescimento corporeo e apprendimento motorio), anche i sub strati energetici in relazione all’età del bambino (vedi allenamento giovanile).

CONCLUDENDO

Penso che potremmo dedurre che sia inutile quindi, cercare specializzazioni forzate nel bambino prima dei 12-13 anni di età, e il buon tecnico che seguirà le esercitazioni dei più piccoli, non dovrà tenere conto di far lavorare schemi motori specifici, inerenti l’attività di tale disciplina praticata, ma partire da quelli generali, atti a sviluppare tutte quelle qualità che potranno essere utili al bambino, qualora voglia intraprendere una qualsiasi altra attività sportiva, evitando così carenze e deficienze motorie, che potranno essere utili anche nella vita di tutti i giorni.


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