logo ilguerriero.it

Preparazione atletica

SEMPRE PIU’ SPESSO NOTIAMO CHE VENGONO APERTI CORSI DI KICK BOXING PER BAMBINI. UNA BUONA IDEA ED ABITUDINE PER TENTARE DI COSTRUIRE FIN DALLA PIU’ TENERA ETA’ I FUTURI CAMPIONI, PUBBLICO ED APPASSIONATI DI DOMANI… MA LA COSA E’ DI PARTICOLARE DELICATEZZA E FORSE OCCORREREBBE TENERE BEN PRESENTE ALCUNE COSE DI BASILARE IMPORTANZA.

L’ALLENAMENTO SPORTIVO GIOVANILE

Di: Federico Fragale

E’ questo un argomento molto richiesto (mi dicono in Redazione) per aiutare gli istruttori e le associazioni sportive in genere a meglio strutturare un settore giovanile delle nostre specialità sportive (come se fosse davvero sufficiente leggere un articolo sulla delicatissima questione). Noto, infatti, che quasi tutte le associazioni inerenti il nostro sport hanno al loro interno almeno un corso riservato ai più piccoli… osservo, però, con altrettanta frequenza…che questi, molto spesso, sono affidati a giovani ed inesperti istruttori, magari per iniziare a fare le loro prime esperienze. Sicuramente i bambini sono forse quelli che potrebbero apparire con minori esigenze di personalità da parte dell’istruttore (a patto che questo li faccia anche giocare) ma.. altrettanto certamente, sono dell’idea che questi sono i corsi più delicati e difficili da condurre ed espletare al massimo della sicurezza. Un allenamento o serie di esercizi male eseguiti in un adulto…non porta a nessun miglioramento o al massimo a qualche regresso…. Ma in un bambino, con un fisico, ossa, articolazioni ed organi in costate accrescimento… è particolarmente importante la “qualità”, oltre alla tipologia” ed alla globalizzante “generalità” del lavoro svolto, in quanto un sua errata scelta o conduzione, potrebbe arrecare nel tempo anche dei pur  piccoli danni irreparabili alla struttura ossea ed articolare, scompensi, squilibri ecc.  che sicuramente, nel tempo, potrebbero anche finire per influire costantemente nella sua vita sportiva e perché no, al limite, anche relazionale. Proprio anche per questo ne parlo volentieri, ma come al solito, desidererei infondere nei lettori la sensazione della complessa ed estrema importanza e delicatezza della cosa… affinché siano incuriositi e spinti a leggere ed informarsi il più possibile sull’argomento. Esiste molta stampa sportiva in questa direzione e, fortunatamente, sempre più se ne va stampando; il CONI stesso promuove dei corsi specifici per la qualifica di allenatore giovanile… ma, troppo frequentemente, questa qualifica viene interpretata dalle associazioni sportive come un primo passo verso la specializzazione con gli adulti. A mio modesto parere, non c’è niente di più sbagliato… e sono dell’idea che il processo di formazione dovrebbe essere inverso: cioè (a mio avviso) sarebbero solo i migliori istruttori che dovrebbero essere inviati a fare i corsi per conseguire la qualifica di allenatore giovanile delle specialità in cui si opera. Ma non è detto che la situazione suddetta non possa registrare un’inversione di tendenza… anche per esortare questo mi appresto a scrivere niente altro che quello che è… il mio parere sull’argomento e come tale vorrei che fosse recepito da tutti i gentili lettori… niente di più autorevole!

L’allenamento giovanile possiamo definirlo come un delicato processo di formazione e maturazione sia fisica che psicologica, con un’importante funzione educativa, sociale e per di più… anche e soprattutto socializzante. L’insegnamento di qualsiasi attività motoria rivolta ai più piccoli assume notevole importanza e necessita di un’ottima preparazione da parte dell’istruttore. Se andiamo a sfogliare libri inerenti l’allenamento giovanile, questi ci parleranno di fasi sensibili, fattori educativi, psicologici, esercizi ludici, esercizi generali e specifici, il tutto naturalmente relazionato all’età anagrafica e di sviluppo organico del bambino. Vediamo di capire meglio che differenza c’è e perché non possono essere uguali o con piccole, ma importantissime, essenziali e significative variazioni…  i metodi di apprendimento e di allenamento di un adulto e quelli di un bambino. Facendo un esempio: i programmi, anche i più banali, che usiamo sul computer, necessitano di una serie di input (informazioni) per poter svolgere determinate funzioni. Se chiediamo al programma di svolgere una specifica funzione non riconosciuta, questo ci invierà il messaggio di errore, dovuto alla mancanza di quella specifica informazione. Si deduce, quindi, che: più informazioni possiede e maggiori saranno le potenzialità del programma. Più semplicemente: potreste insegnare ad un bambino a correre se non ha ancora imparato a camminare? Penso proprio di no! Da precedenti articoli, abbiamo paragonato l’organismo ad una complessa macchina che ci invia sempre dei segnali, positivi o negativi (campanelli d’allarme) che dovremmo poter riconoscere, tramite le esperienze trascorse nella carriera sportiva, o nella vita di tutti i giorni, ricollegando determinate situazioni a precisi stadi dell’organismo. Dobbiamo pensare ai più piccoli come a delle potenziali macchine vergini, prive di qualsiasi input: sta a noi educatori (sia in veste di genitori che di allenatori) “alimentarli” di informazioni ed esperienze che possano contribuire (nello sviluppo) a far usufruire di determinate qualità potenzialmente già contenute. Vi è mai capitato, in palestra, qualche allievo che non ha mai praticato alcun tipo di sport? Se si, vi sarete accorti che la maggior parte ha difficoltà nei movimenti o nei gesti tecnici, anche quelli più banali, questo è dovuto alla mancanza di basi motorie che, di solito, si apprendono da bambini, non solo facendo sport, ma anche più semplicemente andando al campo vicino casa a giocare a pallone con gli amici. Nel delicato processo di allenamento, la preparazione fisica (non solo dei più piccoli) si attua secondo due modalità:

  1. Preparazione fisica generale: comprende tutte le forme di allenamento che tendono a migliorare (in maniera generale) tutte le qualità organiche e muscolari.

  2. Preparazione fisica specifica: è la fase seguente al periodo di preparazione iniziale, dove si selezionano le qualità da allenare in funzione della disciplina praticata (nei bambini si tiene conto delle fasi sensibili e come e quando lavorare le diverse qualità)

Ogni movimento, sia questo tecnico (della disciplina) o presente nella vita di tutti i  giorni come, ad esempio, correre, portarsi un bicchiere d’acqua alla bocca, far compiere un determinato movimento alle braccia ecc… non sono altro che il risultato delle varie capacità motorie.

Possiamo riassumerle in un breve schema:

CAPACITA’MOTORIE:

CAPACITA’ CONDIZIONALI
(forza, velocità, resistenza)

CAPACITA’ COORDINATIVE
(coordinazione, equilibrio)

Se fate caso ai corsi per bambini, avrete potuto osservare come la tecnica di insegnamento si basa molto sul gioco e non sulle specifiche qualità di un determinato sport. Solitamente, un programma di lavoro volto ai più giovani tiene in considerazione il lavoro multilaterale: un tipo di lavoro ben studiato che, a seconda della fascia di età del bambino, è un insieme di esercitazioni razionalmente strutturate per una crescita psichica e fisica generale.

La multilateralità si articola in :

a)- MULTILATERALITA' ESTENSIVA:

Rivolta soprattutto alle prime fasce di età, prevede l’acquisizione del più ampio patrimonio possibile di strutture motorie ed esaltazione delle capacità motorie;

b)- MULTILATERALITA' INTENSIVA:

Rivolta alle fasce di età più avanzate che si affacciano all’agonismo: si predilige una metodologia allenante più specifica per formare l’atleta vero e proprio.

Naturalmente vi sono queste distinzioni per dei precisi motivi:

-Evitare che il bambino, a causa dell’attività motoria precoce, possa sviluppare una serie di alterazioni fisiologiche nell’organismo, con possibile perdita di interesse a causa della monotona ripetitività del gesto specifico proposto e, soprattutto, per evitare traumi all’apparato muscolo-scheletrico in progressivo accrescimento come, ad esempio:

  1. GINOCCHIO VALGO: Deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della gamba.

  2. GINOCCHIO VARO: Deviazione verso l’interno dell’asse verticale della gamba.

  3. GINOCCHIO RICURVATO: Iperestensione del ginocchio oltre i 180°.

  4. PIEDE PIATTO: Appiattimento della concavità mediale della pianta del piede.

  5. PIEDE VALGO: Posizione viziata del piede in pronazione.

  6. PIEDE VARO: Posizione viziata del piede in supinazione.

  7. SCOLIOSI: Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna.

  8. CIFOSI: Aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna.

  9. LORDOSI: Aumento della curva lombare fisiologica della colonna:

  10. DORSO PIATTO: Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche.

  11. SCAPOLE ALATE: Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle scapole.

E’ anche vero che: se l’attività motoria è ben eseguita, non può far che bene e apportare dei benefici significativi per la futura carriera di atleta o semplicemente per una corretta e sana crescita. Si dice che l’attività fisica ben eseguita migliori:

A)- L’ APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO

  1. Corretta postura;

  2. Migliore mobilità articolare;

  3. Tonicità delle masse muscolari.

B)- IL SISTEMA ENDOCRINO-METABOLICO

  1. Rapporto pondo-staturale favorevole;

  2. Aumento della massa magra attiva e riduzione della massa grassa;

  3. Corretta regolazione del controllo diencefalico dell’appetito;

  4. Corretto assetto glico-lipidico.

C)- L’ APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO E RESPIRATORIO

  1. Bradicardia;

  2. Valida gittata sistolica;

  3. Miglioramento della irrorazione periferica (capillarizzazione);

  4. Facilitato ritorno venoso;

  5. Pressione arteriosa favorevole;

  6. Bradipnea;

  7. Incremento dei volumi polmonari;

  8. Rapida riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria dopo sforzo;

  9. Incremento della potenza aerobica.

D)- IL COMPORTAMENTO E PERSONALITÀ

  1. Buon controllo emotivo;

  2. Buona adattabilità;

  3. Valida autostima;

  4. Buona capacità di socializzazione.

Numerosi studi hanno evidenziato quattro significative tappe, nell’età del bambino, che ci indicano come ripartire l’attività motoria in ludica, quando poter attuare la formazione di base, quella generale, apprendimento tecnico generale e specifico, quando preferire determinate qualità ad altre, con le diverse percentuali di lavoro:

  1. 6-8 ANNI: Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme (100%).

  2. 9-11 ANNI: Attività motoria ludica (80%) e formazione di base (20%).

  3. 12-14 ANNI: Formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all’apprendimento delle tecniche sportive specialistiche (40-50%).

  4. 15-16 ANNI: Formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione all’allenamento sportivo specialistico (50-60%)

Tali suddivisioni prendono il nome di “ FASI SENSIBILI “:

Queste fasi non sono altro che limitati periodi di tempo dello sviluppo in cui vi è una reazione più intensa a determinati stimoli allenanti, vuoi per la predisposizione muscolare, ossea, dell’apparato cardiocircolatorio, vuoi a livello psicologico. Dopo questi periodi si dice che vi è una “stereotipizzazione” che nel tempo si evolve in un decremento di alcune qualità, anche se non è detto che non siano successivamente migliorabili. Possiamo capire meglio analizzando la tabella seguente:

secondo Martin (1982).

anni

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

componenti psicomotorie

capacità di apprendimento motorio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

capacità di differenziazione e direzione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

capacità di reazione acustico ottica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

capacità di orientamento spaziale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

capacità di ritmo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

capacità di equilibrio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anni

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

componenti condizionali

resistenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

forza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

rapidità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mobilità articolare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anni

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

componenti psicognitive

capacità affettive cognitive

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

apprendimento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Tabella tratta da: calciogiovanile.net)

Quindi, possiamo riassumere in questo modo le qualità più importanti da poter sviluppare nelle varie fasce d’età:

ETÀ
(anni)

FORZA

RAPIDITÀ

RESISTENZA ORGANICA

CAPACITÀ COORDINATIVE

MOBILITÀ ARTICOLARE

6-8

Blando intervento sul trofismo muscolare

Intervento progressivo

Instabilità psicologica per impegni ripetitivi e prolungati

Età ottimale di intervento

Blando intervento

9-11

Intervento progressivo sul trofismo muscolare

Età ottimale di intervento

Intervento progressivo

Età ottimale di intervento

Età ottimale di intervento

12-14

Intervento progressivo sulla forza relativa (carico naturale)

Tende a stabilizzarsi per poi decrescere

Progressivo e graduale intervento

Tendono a stabilizzarsi per poi decrescere

Età ottimale di intervento

15-16

Progressivo e graduale intervento (forza generale e forza rapida) con carico naturale e pesi liberi da bassi a medi

Tende a decrescere

Età ottimale di intervento (anche resistenza specifica)

Tendono a decrescere (alcune

Tende a stabilizzarsi per poi decrescere

Ricollegandosi alla nostra amata disciplina, capiamo ancora meglio perché il regolamento preveda per i bambini fino ad un “tot” di anni, come disciplina agonistica, il semi-contact. Questa disciplina, infatti, riassume tutta intorno a sé le qualità che si vogliono far sviluppare al bambino durante l’accrescimento e quindi durante le fasi sensibili. Tale disciplina, infatti, migliora la velocità, la mobilità articolare, i riflessi, la coordinazione, la forza, ed una spiccata capacità di ritmo nonché di equilibrio. Solitamente, per l’apprendimento motorio, a seconda della fascia di età, si usano molto, come mezzi allenanti, i “percorsi”, dove l’istruttore decide per mezzo degli esercizi usati come e quale qualità (forza, resistenza, velocità, coordinazione, equilibrio) stimolare nei bambini.

Un esempio di organizzazione di una seduta di allenamento tipo può essere così strutturata:

PARTE PREPARATORIA

  1. Riscaldamento generale: vari esercizi a carico naturale e giochi (percorsi) tendenti a preparare l'organismo, al carico di allenamento. La durata del riscaldamento varia tra i 10-15 minuti.

  2. Riscaldamento specifico: esercizi simili o uguali ai gesti tecnici.

PARTE FONDAMENTALE

  1. Apprendimento e perfezionamento delle tecniche attinenti la disciplina.

  2. Esercizi e giochi di sviluppo delle capacità motorie specifiche di tale disciplina.

PARTE CONCLUSIVA

  1. Esercizi di allungamento e mobilità articolare.

  2. Esercizi di respirazione e rilassamento.

Per quanto riguarda la frequenza settimanale di lavoro, si dice che va da un minimo di:

  1. 2-3 volte con la durata di 60 minuti, per i bambini di età compresa tra i 6 e gli 8 anni;

  2. 3-4 volte e con la stessa durata per i bambini di età compresa tra 9 e 11, mentre per i bambini 12-14 anni la durata arriva sino a 90 minuti;

  3. 4-5 volte per la fascia d’età compresa tra i 15-16 anni con tempi di lavoro tra i 90-120 minuti.

La scala del lavoro motorio, in ordine di importanza, potremmo così ripartirla:

  1. esercizi formativi individuali con carattere di gioco;

  2. giochi collettivi;

  3. giochi sportivi; 

  4. acrobatica individuale

  5. esercizi di flessibilità;

  6. esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio;

  7. esercizi di ginnastica formativa e di preatletismo generale;

  8. addestramento tecnico in forma globale, da inserire per gradi e con progressione particolare;

  9. addestramento tecnico in forma analitica; 

  10. preatletismo specifico;

  11. esercizi di gara;

  12. le competizioni.

Particolare importanza si deve dare alle prime competizioni. Queste servono principalmente per continuare la formazione sportiva, ma devono essere considerate delle semplici prove e test, senza dare un carico psicologico eccessivo al bambino. Dovremmo tenere in considerazione, per le competizioni dei bambini, i seguenti punti:

  1. Competere con se stessi (spirito di volontà)

  2. Non ufficiali (non dare troppa importanza al risultato)

  3. Carattere di gioco e divertimento (per essere altamente educativo)

  4. Proposte in modo da eliminare la drammaticità della classifica e del confronto. (Basta ricordare i motivi per cui sono stati creati i tornei per esordienti e se diamo tanta importanza ai più grandi, figuratevi con i bambini come dovremmo andarci “cauti”)

GRAZIE A TUTTI E… BUON APPROFONDIMENTO!


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche


mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it