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Preparazione atletica

DOPO IL BELLISSIMO ARTICOLO DELLO STESSO AUTORE SULL’ALLENAMENTO GIOVANILE, ECCONE UN ALTRO PRESENTATOCI DAL NOSTRO GIOVANE COLLABORATORE. A PARZIALE COMPLETAMENTO ED APPROFONDIMENTO DEL PRECEDENTE, CI PARLA ADESSO DELL’ACCRESCIMENTO E DELL’APPRENDIMENTO MOTORIO. NATURALMENTE PARLANDONE IN MANIERA GENERALE E SEMPLICE, PER RENDERLO COMPRENSIBILE A TUTTI. CI INTRODUCE COSI’ PROGRESSIVAMENTE ALL’USO E COMPRENSIONE DI TERMINI SPECIFICI CHE POSSONO RISULTARE UTILI PER I PROPRI SUCCESSIVI, PERSONALI, ULTERIORI APPROFONDIMENTI.

Accrescimento corporeo e apprendimento motorio

Di: Federico Fragale

L’ACCRESCIMENTO

Abbiamo visto in precedenza (l'allenamento giovanile) il motivo per cui i bambini, entro certe età, devono svolgere un lavoro mirato a sviluppare determinate qualità coordinative e condizionali in base alle fasi sensibili.

Una volta comprese cosa sono queste fasi sensibili, vediamo di puntualizzare l’argomento sull’accrescimento corporeo e l’apprendimento motorio.

Accrescimento significa aumento delle dimensioni del corpo e acquisto di caratteristiche proprie dell’uomo adulto. Quando un bambino cresce ci sono diversi fattori che dobbiamo tenere in considerazione, quali:

  1. età;

  2. peso;

  3. statura;

  4. grado di sviluppo.

Le prime tre caratteristiche sono ben visibili e facilmente misurabili, mentre il grado di sviluppo, ovvero la “maturazione” di organi e di apparati, non è così facilmente determinabile per noi. Infatti, non è detto che due bambini con stessa età peso e statura, siano allo stesso stadio di “maturazione”.

E’ ben familiare a tutti noi, specialmente nel momento della crescita, il ricordo gestuale di salire su una bilancia, oppure appoggiare la nostra schiena ad un asta verticale per misurare la nostra altezza. Anche se all’apparenza sembrano semplici operazioni, con questi due gesti possiamo ottenere due valori statistici di comparazione molto importanti: la statura e il peso.

L’accrescimento comporta anche un aumento delle capacità fisiche, solitamente il massimo della potenzialità atletica viene raggiunto (nel maschio) tra i 18 e i 26 anni e qualche anno prima nella femmina.

Va detto anche, però… che la forza muscolare, soprattutto nel maschio (a causa di importantissime secrezioni ormonali), cresce in modo proporzionale alla maturazione sessuale, oltre che all’età.

L’epoca in cui si ha un notevole sviluppo degli organi genitali ed in cui iniziano a manifestarsi le funzioni sessuali è chiamata pubertà.

Compare nel maschio tra i 12-15 anni e nella femmina tra 11 e i 14 anni. In questa fase della vita si hanno importanti variazioni nella velocità dell’accrescimento corporeo e nella maturazione di diversi organi.

L’APPRENDIMENTO

Parliamo adesso dell’apprendimento motorio. La fase di apprendimento inizia fin dal primo istante di vita e possiamo definirlo come una serie di informazioni ed esperienze che il cervello impara gradualmente ed immagazzina, rendendo capace di adattarle alle necessità ambientali. Le informazioni che il bambino recepisce, lo fa grazie ed attraverso i sensi.

vediamo di schematizzarli e classificarli.

sensi specifici:

Vista

Udito

Tatto

Gusto

Olfatto

sensi generali:

( le sensazioni termiche)

Caldo

Freddo

(dolorifiche e propriocettive)

sensazione della presenza del proprio corpo e della posizione relativa alle sue parti.

(viscerali)

percezioni provenienti dagli organi interni.

Le sensazioni possono essere:

  1. coscienti  (avvertiamo la loro presenza, per esempio quando tocchiamo qualcosa)

  2. incoscienti (quando non ci accorgiamo di nulla, per esempio quando si tratta di sensazioni viscerali, come quelle relative alla pressione del sangue…)

IL SISTEMA NERVOSO

Un altro punto di vitale importanza (per l’allenatore) è la conoscenza generale di come funzioni il sistema nervoso.

Il sistema che ci consente di ricevere informazioni (attraverso i sensi) e di elaborare (tramite il cervello) e di comportarci di conseguenza si chiama sistema nervoso.

Schematizziamo semplicemente, per meglio comprendere da cosa è composto:

SISTEMA NERVOSO

formato da:

S. nervoso Centrale

Composto dall’encefalo (cervello Composto dai nervi che cervelletto) contenuto nella scatola cranica, e dal midollo spinale contenuto nel canale vertebrale.

S. nervoso Periferico

Composto dai nervi che collegano gli altri organidel corpo al S.N.C.

entrambi concorrono per:

raccolta di informazioni vengono captate dagli organi di senso, trasformate in impulsi elettrici e portate al S.N.C. tramite i nervi

elaborazione delle informazioni tutti i dati giunti al S.N.C. vengono analizzati selezionati, confrontati, memorizzati o scartati.

attuazione delle risposte tramite il S.N.C. invia ai nervi impulsi agli organi per la contr. muscolare, secrez.ghiandolare..

Le cellule del tessuto nervoso, si chiamano neuroni; si dice che il numero di neuroni cerebrali alla nascita sia di molti miliardi (da 20 a 100). Queste cellule, a differenza di altre, non si riproducono e pare che ogni giorno ne muoiano circa 100 mila.

Ciò significa che, alla nascita, il cervello umano è come un enorme computer privo di dati (come avevamo già visto nell’articolo “l’allenamento giovanile”):man mano che si procede allo sviluppo, esso acquisisce sempre maggiori informazioni e capacità (pare che il massimo si registri intorno ai 25 anni). La perdita numerica di neuroni viene compensata dalla maggiore capacità di quelli rimanenti.

LA COORDINAZIONE MOTORIA

Un qualsiasi movimento che compiamo durante un match (ad esempio mentre stiamo sferrando un montante) non è altro che il complesso risultato dato da una serie di sinergie di movimenti e di muscoli impegnati nella catena cinetica richiesta dalla apparente semplicità finale del colpo specifico. Dalla flessione delle gambe, alla torsione del busto, al movimento del braccio verso l’alto, alla conseguente distensione delle gambe, rotazione ed estensione dei piedi, tronco etc. etc.

Chiaramente tutti questi movimenti non possono essere pensati attimo per attimo; deve quindi esistere qualche meccanismo che ci consenta di compiere una serie di movimenti il più rapidamente possibile, senza perdere l’equilibrio e senza scomporci troppo. La capacità di compiere movimenti sincronizzati e con grande precisione prende il nome di coordinazione motoria. Gli impulsi elettrici nervosi che generano e si trasformano in movimento sono trasportati grazie ai nervi motori del sistema nervoso periferico (responsabili dell’attività muscolari).

Possiamo schematizzare quindi che:

SISTEMA NERVOSO DEI MOVIMENTI + NERVI MOTORI = MOVIMENTO

IL TIPO DI MOVIMENTO può essere diviso in:

  1. Volontario (si mette in atto quanto si è coscientemente pensato di fare, ad esempio quando afferriamo un oggetto);

  2. Automatico (si verifica quando si deve ripetere un gesto motorio già eseguito numerose volte e, pertanto, memorizzato, ad esempio correre o camminare);

  3. Riflesso (viene rapidamente scatenato da un particolare impulso sensitivo, ad esempio allontanare la mano da uno stimolo doloroso).

LO SCHEMA MOTORIO O MAPPA MOTORIA

La traccia cerebrale di un certo gesto, che consente di ripeterlo in modo più o meno automatico, si definisce schema motorio.

Possiamo ora meglio comprendere come ogni gesto, anche il più banale, sia in realtà frutto di una serie complessa di attività che interessano sia il sistema nervoso centrale che periferico.

Nella fase di accrescimento, il bambino deve fare molte esperienze motorie; ciò è importante sia per l’apprendimento degli schemi motori, sia per la necessità di un loro progressivo adattamento all’organismo in crescita.

CONCLUSIONE

Pertanto, ancora una volta, arriviamo alla conclusione che il compito di seguire come allenatore i bambini non può essere affidato ad una persona improvvisata (come non deve essere neanche nell’adulto), al contrario questi dovrebbe avere buone basi di conoscenza, oltre che di fisiologia generale, anche dei fattori neuro-motori e psichici per potersi rendere principalmente conto… che prima di essere un allenatore è anche e soprattutto un educatore, un “formatore” in tutti i sensi Ciò comporta notevole serietà e professionalità per la corretta maturazione dei futuri atleti. Il CONI indice ogni anno dei corsi di formazione per allenatori giovanili a carico di molte discipline da esso riconosciute e sarebbe una buona consuetudine, per chi avesse intenzione di aprire e dirigere corsi di kick boxing rivolti ai più piccoli… che ne frequentasse almeno uno. (sono pressoché generici ai primi livelli ed illustrano quindi i concetti generali) Il miglior metodo rimane, però… (dopo averne compreso l’importanza basilare) quello della propria curiosità da colmare con continui ed anche personali approfondimenti tecnici su una materia così difficile e complessa.

Elemento fondamentale: la coscienza dell’importanza determinante del proprio ruolo e la sua delicatezza insieme alla coscienza di riuscire ad avere una sempre maggiore autorevole competenza nei loro confronti.

GRAZIE A TUTTI E… BUON APPROFONDIMENTO!

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Bibliografia e immagini: Educazione Fisica M Gottin – L.Vallet     SEI

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