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La conferenza storica

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Ed eccovi infine, tutta la documentazione relativa alla prima conferenza storica organizzata in Italia. Data la fondamentale importanza della cosa, per non dare adito a possibili contestazioni, abbiamo preferito… anziché farcela raccontare sommariamente da alcuni nostri collaboratori presenti, scrivere fedelmente tutta la discussione scaturitane, sbobinandola certosinamente dalla registrazione filmata che abbiamo anche depositata in copia, nell’enorme archivio della nostra Redazione.

INIZIA LA CONFERENZA…

Di: La Redazione

    

N.D.R. Roberto Fragale apre ed inaugura la conferenza storica da lui pensata, voluta, programmata ed organizzata… facendo brevemente il punto attuale sulla kickboxing a Pisa,  rimarcando come da 6 anni si stia alacremente lavorando in un pianificato progetto, per preparare il terreno ad una sua più grande visibilità nel territorio ed allo stesso tempo, conferirle maggiore dignità ed autorevolezza. Dice inoltre che, finalmente  stiamo adesso iniziando a raccogliere i frutti sperati. Molti altri insegnanti iniziano ad organizzare nel territorio su questa positiva onda emotiva, le palestre godono di una buna affluenza e gli appassionati aumentano in maniera esponenziale. Dice anche che a questo punto però… prima di poter proseguire nei suoi successi, occorre fare il punto della situazione ed occorre soprattutto che i suoi appassionati praticanti possano conoscere anche la storia della sua nascita e di tutto il suo sviluppo, per potersi quindi creare una identità sportiva di appartenenza al movimento globale e proprio per questo abbiamo organizzato questa conferenza sulla storia della Kickboxing a Pisa ed essendo stata questa una delle prime città nel paese ad accoglierla, anche quella della sua diffusione in Italia. Passa quindi la parola a Luigi Merlini, informando tutti i presenti quindi, che lui sarà il conduttore della Conferenza Storica sulla kickboxing a Pisa.

    

Luigi Merlini: All’inizio… prima degli anni 70 esistevano in Italia solo le arti marziali tradizionali, come il karate ed il judo. Quello che dopo è successo a Pisa si ricollega poi a quello che è accaduto al resto d’Italia, perché forse non tutti voi sanno che proprio Pisa, è stata una delle prime città in cui è stata introdotta la kickboxing. E tutto questo, proprio grazie a Roberto Fragale e Vittorio Caselli che sono qua presenti ed a Giannessi Stefano, che purtroppo è adesso assente per motivi di lavoro, ma vi saluta tutti e si scusa della sua forzata assenza. Stefano inoltre, è stato il primo personaggio in assoluto a praticare ed insegnare la Boxe Thai in Italia… e lo ha fatto proprio a Pisa.


(la prima notizia giornalistica e documentata, di un galà internazionale di Thai Boxe a Pisa 1982, oltre 25 anni fa!)
UN TUFFO NEL PASSATO?     INGRANDISCI E LEGGI LA RIVISTA DELL ’EPOCA!

    

(VEDI ANCHE: La storia italiana della Thai Boxe ) Infatti, dovete sapere che  le prime serate di Boxe Thai in Italia, si sono svolte proprio a Pisa ed in organizzazioni collaborative con Roberto Fragale, che al tempo aveva fondato una delle primissime organizzazioni federali, con la sua PCA.


(la prima notizia, giornalisticamente documentata di una esibizione italiana di thaiboxe… 1981, oltre 25 anni fa!)
UN TUFFO NEL PASSATO?      INGRANDISCI E LEGGI LA RIVISTA DELL ’EPOCA!

Ma andando ancora indietro nel tempo… possiamo dirvi che è il M° Franco Caselli che è stato il vero primo precursore delle arti marziali a Pisa. Era infatti il Maestro di tutti e tre i nostri protagonisti, come ci precisa lui, fin dal 1968… ma a questo punto quindi, passerei la parola proprio al Maestro Franco Caselli, che gentilmente ci ricorderà quei tempi, in cui molti di voi non erano ancora nati.

    

Franco Caselli: Io ho cominciato il karate nel 1964… in quei tempi eravamo veramente pochissimi a praticare il Karate, figuratevi che io inizia i corsi a Firenze, poi andai a Viareggio, poi a Parigi con Murakami.. (VEDI: Evoluzione del Karate - 3a parte) e Murakami lo ha conosciuto anche Roberto come Maestro… poi da li, aprii una palestra al Centro Sociale di Pratale… e Roberto che abitava li vicino, fu proprio uno dei primissimi miei allievi a Pisa. Allora era ancora un ragazzino, ma andava veramente bene anche nel karate… era giovane, era piccolissimo ..  poi vennero Vittorio, Stefano e tanti altri… ho tanti bellissimi ricordi di Roberto... benché piccolo, lo avevo sempre dietro… lui dalla mattina alla sera era sempre in palestra…  era un ragazzino molto attivo e “andava” nel Karate, ma era un karate diverso da quello che è divenuto ora… non c’erano protezioni (neanche il paradenti) ed era veramente duro… spesso si tornava a casa dalle gare senza un dente… o con un occhio nero… erano combattimenti durissimi.  E poi.. niente.. che dire ancora su di lui… che era il mio braccio destro, ecco! E poi cosa successe… successe che ormai cinture nere… aprirono una palestra Vittorio, Roberto e Stefano.. e si misero a fare il Full Contact. Ma io nel Full Contact non ci capisco nulla, perché io ho sempre fatto Karate. Ma posso dire questo, che Roberto, come Maestro, ma anche come organizzatore… ha sempre dimostrato di essere veramente in gamba ed un bell’applauso glielo farei proprio volentieri… anche perché… benché fossero in tre, Roberto è sempre stato in primo piano… erano sempre assieme e ricordo che li chiamavamo i tre moschettieri.   Bene… non so cosa dire di più e vi ringrazio per l’invito e l’onore che mi avete fatto ricordandovi della primordiale mia iniziativa, che ha fatto scaturire poi, anche tutto il vostro grande movimento sportivo.

    

Luigi Merlini: Bene, e questa è diciamo, la prima parte della storia… per la seconda parte relativa alla nascita della Kickboxing o quello che era al tempo chiamato Karate Contact, dobbiamo passare la parola a Vittorio Caselli, perché fu proprio lui a scoprirlo e non in Italia, perché ancora nessuno lo praticava… ma in Francia e più precisamente a Nizza, dove si era recato per una gita di piacere. La Francia infatti, è stata il primo Paese in Europa dove la Kickboxing ha iniziato il suo sbarco nel continente, con Dominique Valera, che l’esportò dall’America, dopo essersi allenato nel Tennesse (USA) con Bill Wallace.

Roberto Fragale con Dominique Valera     Roberto Fragale

Infatti, ai mondiali di Karate nel 72, ci furono numerose contestazioni ed in particolare proprio di Bill Wallace, che perse la sua finale per squalifica, dato che aveva toccato troppo forte il suo avversario. Sull’onda di questa protesta quindi, si mise a punto un nuovo regolamento sportivo di combattimento, che prevedeva l’evento del ko, con l’uso di particolari protezioni ai piedi ed alle mani (le famose Jhon Ree) e Bill Wallace fu uno dei suoi primi grandi campioni, seguito in Europa da Dominique Valera…

Roberto Fragale con Bill Wallace     Roberto Fragale con Bill Wallace

che si fermò a lungo da lui per apprendere la nuova specialità ed importarla in Francia e quindi diffonderla poi in tutta Europa. Ma sentiamo dalle parole di Vittorio Caselli, quale fu la scoperta e come riuscì a coinvolgere Roberto e Stefano in questa loro nuova avventura.

    

Vittorio Caselli: Si… proprio a Nizza dove mi ero recato in gita, conobbi Jean Paul Ardissone che ci iniziò al Karate Contat, ma ricordo anche che avemmo un incontro illuminante ad uno stage nazionale di Karate per cinture nere della vecchia FIKB, ai quali sempre partecipavamo… uno stage fatto nelle Marche, a Porto Recanati ricordo. Qua conoscemmo Jean Paul Pace, un atleta della nazionale francese Campione del Mondo e che si allenava quindi con Dominique Valera, che da lui ereditò la passione per questa nuova disciplina da combattimento. Muoveva le gambe in maniera veramente spettacolare e ne  rimanemmo tutti e tre affascinati. Ma tornando alla mia scoperta di allora, quando mi recai in Francia per turismo, cercai una palestra di arti marziali e capitai in quella di Jean Paul Ardissone. Si mostrò subito interessato e con l’ausilio dei suoi allievi mi fece vedere parecchie cose tecniche, poi li vidi combattere e mi piacquero moltissimo. Tornai a Pisa e ne informai Roberto e Stefano.. quindi tornammo tutti e tre assieme a Nizza. Ma il nostro Karate ci faceva essere troppo statici ed allora, sotto consiglio di Jean Paul Ardissone, cominciammo a studiare il Kung Fu. E poi lo invitammo spesso a Pisa per degli stages e lui ci chiamò spesso a Nizza, Roberto fu addirittura arruolato anche per combattere in Francia in suoi gala, a Nizza, Cannes e paesi limitrofi che non ricordo più. Quindi aprimmo tutti e tre assieme la prima palestra in p.za S. Caterina, la primordiale “Dragon Rouge”. Lo invitammo spessissimo ed organizzammo anche degli incontri Italia-Francia al palasport di Pisa e persino un gala al palasport di Livorno. Quando il giovanissimo Giandomenico Bellettini  fondò l’AIKAM (che si occupava proprio di Karate Contact) ci iscrivemmo a quella prima federazione e cominciammo  fare le gare… e dato che eravamo avanti a tutti dal punto di vista tecnico.. si vinceva puntualmente tutti i campionati italiani, continuammo così fino a farci una vera e propria nomea di “i pisani cattivi”.  E questo è tutto per il momento…

    

Luigi Merlini: Sicuramente sono ricordi impressionanti… ma sentiamo anche Roberto Fragale, che proprio grazie a questa scoperta di Vittorio, in quel periodo iniziò anche lo studio del Kung Fu  Lung Chuan Pai, che funzionò da apripista per la pratica di quella che poi sarebbe diventata la kickboxing.

        

Roberto Fragale: Volevo però innanzitutto precisare alcune cose, perché non vorrei fossero fraintese. Abbiamo sentito parlare di Karate moderno ecc. ma non è che si trattasse di Karate moderno, altrimenti forse si potrebbe credere che non esista più quello tradizionale… altrimenti si potrebbe pensare fosse qualcosa di migliore… invece non vorrei ci dimenticassimo mai del contesto nel quale questi avvenimenti si svolsero. Vi ricordo quindi che eravamo nei primi anni 70… voi sapete tutti che cosa è successo dal 68 in poi… una specie di rivoluzione giovanile… secondo cui prendevano vita quelle che potremmo chiamare delle “nuove correnti di pensiero”, secondo le quali, per dirlo sommariamente… tutto quello che rappresentava la tradizione, era vecchio e quasi andava buttato via e rivisitato per farlo nuovamente… ed è forse proprio per questo motivo che secondo me, il primo madornale errore che fecero,  fu proprio quello di chiamarlo “Karate Moderno”. Perché chiamarlo così, con quel nome, in quel particolare contesto storico… significava dire “disciplina migliorata” ed in effetti poi, quello che successe in seguito a questo nome… è stato proprio che si entrò immediatamente in rotta di collisione con le organizzazioni di arti marziali tradizionali. Questo ci generò molti inutili problemi infatti, mentre invece poi, con il passare del tempo… si è potuto dimostrare che erano due discipline completamente diverse. Adesso infatti, la kickboxing si è evoluta e ramificata in tante altre diverse discipline, dal Semi, al Light, al Full, alla Low Kick, al K-1, Disco-Form, Aerokick ecc. quindi sono diventati due sport completamente diversi e complementari per certi versi, nella globalità delle discipline da combattimento… dando e prendendo, o passandosi atleti e simpatizzanti dall’una all’altra disciplina, così come è successo ed ancora succede tra pugilato e kickboxing. Ho voluto fare questa precisazione proprio per stimolare i presenti a riflettere sul periodo storico, il contesto particolare, sul perché del primordiale nome, sul motivo del suo cambiamento ecc. ma anche per farvi meglio comprendere il perché della nascita di piccole diatribe tra arti marziali e nostri sport da combattimento, che giustamente adesso sono finite e siamo qua gioiosamente assieme a Franco, per discutere di arti marziali e sport da combattimento… per dare a Cesare quel che è di Cesare, come un dovuto e sincero riconoscimento cronologico.   

    

Luigi Merlini: Adesso direi di prendere occasione ed approfittare della presenza del dott. Paolo Bernadini (psicologia del lavoro e delle organizzazioni) che conosce molto bene l’argomento, perché proviene anch’egli dalla Scuola Arti Marziali Fragale… ed inoltre è stato più volte Campione Italiano sia di Full Contact che di Light Contact, quindi ci può dare un valido contributo per iniziare a comprendere quella che è la dinamica psicologica in un gruppo di persone che si allenano per uno scopo comune e poi si frammentano in diverse ramificazioni di interessi individuali, come appunto è successo a tutti loro, per portare avanti individualmente questa propria e comune passione..

      

Paolo Bernardini: Lasciatemi dire innanzitutto, che sono onorato di far parte ancora della Scuola Fragale dopo oltre 30 anni… perché ho iniziato proprio 30 anni fa ed il mio primo incontro l’ho vinto nel 78, proprio al palasport di Pisa nella PCA e proprio sotto la guida di Roberto. Volevo però spendere due parole per parlare della kickboxing come disciplina educativa… proprio per la vita di tutti i giorni. Facendo un esempio su me stesso.. io mi sono laureato a novembre, non solo prendendo esempio da Roberto nel tornare sui banchi di scuola da adulto, per migliorare la propria formazione e conoscenze personali, ma posso dire sinceramente che la kickboxing mi è servita proprio a livello di vita… ha avuto una parte importante nel darmi la forza e raggiungere determinati obbiettivi anche nell’università ed ho vissuto i miei 29 esami come fossero altrettanti combattimenti. Potrà sembrare stupido, ma prima di ogni esame venivo proprio da Roberto… per farmi dare la carica emozionale, ed il giorno dopo tornavo a fare il briefing e raccontargli quello che era accaduto. Volevo quindi lanciare anche questo messaggio sulla kickboxing, come una disciplina che aiuta i ragazzi ad acquisire autostima, autoefficacia, autocontrollo emozionale su se stessi e che può quindi risultare utilissima anche nella vita. Ed ora scusatemi, ma ho dimenticato la domanda…

    

Luigi Merlini: La domanda verteva sul fatto… di come tre ragazzi che erano partiti assieme: Roberto, Vittorio e Stefano… si sono poi divisi per cercare ognuno la sua strada nel raggiungimento di obbiettivi propri, che potevano invece sembrare comuni. Così come qua tra il pubblico… ci sono amici che insegnano assieme e magari un domani si dividono e vanno ognuno per conto proprio… perché registriamo che spesso proprio questo accade… spesso genera attriti o imbarazzi, ma dall’esperienza che abbiamo raccolto sul campo invece, ci sembra sia una cosa abbastanza normale dal punto di vista psicologico…  o no?

    

Paolo Bernardini: Innanzitutto diciamo che l’insieme del gruppo è maggiore della somma di tutte le parti dell’insieme che lo compone… in quanto comprende sia la personalità degli individui, sia l’ambiente che influisce, sia l’esperienze di tutte le varie singole persone. La vita delle persone si svolge e si identifica tutta in gruppi e  sottogruppi. In questo caso specifico per esempio, la scuola Fragale sta facendo esattamente proprio questo.. per suo volere e iniziativa si è riunito un gruppo, formato da vari sottogruppi, a parlare insieme della propria storia ed origini e per riscoprire assieme le proprie radici. E’ fisiologico quindi che un gruppo ad un certo punto, si divida in vari sottogruppi che comprendono le motivazioni della persona leader nel voler raggiungere certi obbiettivi piuttosto che altri.. la dinamica di gruppo ha proprio una sua fisiologia generale, che poi è scomposta a seconda della sua specifica organizzazione… che si viene a creare e modificare continuamente, nel tempo.

    

Luigi Merlini: Ed infatti, continuando a narrare la storia della kickboxing a Pisa, è proprio quello che è successo.. perché ad un cero punto, sia Roberto, che Stefano, che Vittorio.. dopo essersi staccati da Franco, ognuno di loro poi, è andato per conto proprio. Ognuno con un modo di portare avanti la propria passione, come se fosse diversa da quella dell’amico. Vittorio Caselli  per esempio, era un grande appassionato di dimostrazioni spettacolo...  e questo mi sembra sia rimasto un po’ nella sua indole generale. Roberto Fragale, come tutti sappiamo, ha avuto un passato di grande agonista, è stato uno dei primi italiani a partecipare ai primi europei di Vienna nel 76 ed ai primi mondiali wako nel 78  a Berlino Ovest… quando ancora c’era il muro. La prima organizzazione federale italiana ad occuparsi di Kickboxing è stata L’AIKAM di un giovanissimo Gianni Bellettini e pochi anni dopo si aggiunse anche la P.C.A. di Roberto Fragale e la FIAM del dott. Ennio Falsoni, quella che adesso è diventata la FIKB e che è stata recentemente riconosciuta dal CONI. (VEDI: Falsoni ricevuto dal presidente del CONI) Passerei quindi la parola a Roberto Fragale e a Vittorio Caselli… perché ci raccontino qualcosa di particolare, in quel periodo storico.

    

Roberto Fragale: Dobbiamo però dire una cosa… altrimenti sembra sia stato un semplice passaggio e via, quello avuto in palestra con Franco Caselli… praticamente invece, si iniziò a fare tutto e tutti assieme.. si è vero che Vittorio era più propenso per gli spettacoli, ma faceva ugualmente anche tutto il resto.. a Vienna, nei primi europei nel 76, c’era anche lui in squadra nazionale…  si è vero che io ero più diciamo “flippato” per i combattimenti, ma facevamo sempre tutto assieme. Anche tutte queste cose e per esempio gli spettacoli… sono partiti tutti dall’organizzazione di Franco, anzi, anche in questo caso vorrei dire che, ancora una volta, siamo stati tra i primi in Italia a fare certi tipi di dimostrazioni. A quel tempo… dovete sapere che le dimostrazioni erano fatte in maniera molto classica... ricordo che alcuni iniziavano le dimostrazioni addirittura mostrando 20 minuti di ginnastica, poi, il kihon, poi i kata ed in ultimo il kumitè.. come fosse una lezione, forse un po’ più stringata. Invece, già al tempo e tra i primi… facevamo dei veri e propri spettacoli con dimostrazioni di applicazioni pratiche, nella vita di tutti i giorni (ricordo che stiamo parlando dei primi anni 70, quando in molti ancora non sapevano bene, neanche di che cosa si trattasse di preciso) con esempi reali e che scaturivano da varie situazioni, in cui si giocava a carte per esempio… addirittura con delle spettacolari esecuzioni al rallenty di Vittorio… (che ironicamente chiamavamo il “moviolone”) addirittura usando quell’ironia che al tempo era considerata quasi blasfema… tutte cose che ancora oggi vengono eseguite con successo e considerate all’avanguardia, quasi. Ma arrivati a questo punto e volendo fare un taglio.. per poi continuare con la parte storica delle nostre discipline.. vorrei sentire il giornalista sportivo Alessio Carli, se aveva delle domande da fare inerenti a quel periodo preciso e quindi nel passaggio dal karate ed arti marziali tradizionali, alle nuove discipline che solo allora si affacciavano alla ribalta. Anche di questo volevo che Paolo Bernardini ci parlasse… noi eravamo molto giovani ed in quel periodo storico particolare.. era anche solo il nome stesso “Karate Moderno” che magari ci affascinava. E adesso passo la parola a Alessio Carli,  per alcune sue considerazioni dall’esterno e se magari ha anche qualcosa da chiederci… non potrà che rendere più interessante la discussione.

    

Alessio Carli: Relativamente a quegli anni ed a parte il coraggio giovanile che avete dimostrato di possedere e che solitamente porta a cercare sempre qualcosa di nuovo… che era, a quanto ho capito… il karate moderno, poi diventato kickboxing…  ho avuto già modo di chiederti in una recente intervista in TV, che all’inizio poteva apparire come una moda e non come una scelta che può portare a cercare qualcosa in più, che non sempre però può portare ad una determinata scelta precisa con propri risultati… ma anche spesso, piuttosto a disperdersi… ma stavolta volevo quindi chiederti.. quand’è che avete capito che questa nuova cosa poteva diventare un vero e proprio sport, una disciplina particolare, che poteva avere un suo senso, oltre alle dimostrazioni, oltre la voglia di un contatto più diretto nei combattimenti, rispetto al karate?    

    

Roberto Fragale: Come dico spesso… una buna idea… non è detto che porti inevitabilmente al successo. Si può avere una buona idea, ma se questa è messa in opera in maniera pessima, porta sicuramente al fallimento di tutto il  progetto. Una buona idea per poter arrivare al successo, ha innanzitutto bisogno di persone capaci ed una buona organizzazione dietro. La prima persona che se ne occupò, come già detto da Luigi e Vittorio, fu un giovanissimo Gianni Bellettini con  l’Aikam, ma Gianni era una persona molto giovane e con poca esperienza dirigenziale, amava la kickboxing in maniera viscerale, ma non aveva al tempo grosse capacità manageriali…  personalmente quindi, ho capito che la kickboxing avrebbe potuto diventare quella che ora è orami divenuta… solo quando Ennio Falsoni, dopo averla osteggiata per un breve primo periodo per i motivi suddetti (Ennio Falsoni era un Karateka affermato, già campione del Mondo di Karate tradizionale, con una sua propria federazione di Karate) ha cominciato ad occuparsene in maniera molto seria, organizzata e puntuale. Sebbene la prima volta che lo sentii parlare del Karate Contact (ricordo che eravamo a Berlino nel 78) non mi fece affatto una buona impressione, perché ne parlò come di un prodotto nuovo da confezionare bene e lanciare sul mercato. Venendo io pure dal tradizionale ed essendomi formato in maniera emozionalmente viscerale alla purezza e completo disinteresse personale di intenti propagandistici… ne rimasi fortemente scandalizzato! Ma ero ancora troppo giovane, perché poi invece, capii che quello che aveva detto Ennio Falsoni era vero… questo era un nuovo prodotto… non ancora organizzato.. quindi andava prima ben confezionato e poi, solo se supportato da una eccellente organizzazione.... solo a quel punto avrebbe potuto essere presentato sul mercato. A quel tempo infatti, esisteva solo il Semi Contact ed il Full Contact... la confezione non era ancora abbastanza onnicomprensiva dei bisogni generali… Con questo credo di aver risposto esaurientemente alla domanda di Alessio Carli, ma volevo dire ed aggiungere due parole a quanto detto precedentemente da Luigi e cioè, sul fatto che quasi inevitabilmente poi… l’allievo si stacca dal proprio Maestro e fonda una sua propria palestra. Vorrei dire che questo non deve essere visto come un aspetto negativo, ma anzi, come una peculiarità positiva, un arricchimento del movimento globale, perchè in questo modo ci saranno molti più praticanti nello stesso territorio in quella disciplina. Ma a parte il dolore.. perché è pur sempre uno strappo… un allievo è come un figlio che se ne va… ma non è che toglie qualcosa al Maestro… ma anzi, la concorrenza inevitabile che poi viene a crearsi è un qualcosa che ti tiene vivo, un qualcosa che ti spinge a sperimentare, provare nuove strategie per la tua promozione e quindi tutto il movimento ne trae beneficio. Certo.. solo se il sano agonismo tra scuole non si trasforma in un distruttivo antagonismo. Ma questo sta all’intelligenza e lungimiranza degli individui. Di questi ne abbiamo una grande varietà! E adesso, se Franco vuole aggiungere qualcosa…

    

Franco Caselli: Come ho detto in precedenza, non posso parlarvi del Full Contact, ma per quanto riguarda il Karate posso dire che anche questo è cambiato, non è più quello di trent’anni fa… adesso c’è il kumitè sportivo… fatto addirittura con le protezioni… come nel vostro Semi Contact.

    

Luigi Merlini: Bene, continuando nel nostro percorso quindi, lasciamo la prima generazione rappresentata da Franco Caselli e dai tre giovani  “moschettieri” e continuiamo con la seconda, rappresentata dagli adulti Roberto Fragale, Vittorio Caselli e Stefano Giannessi, ma soprattutto poi… continuiamo con la terza generazione, rappresentata dagli allievi di questi tre personaggi. Da Roberto Fragale abbiamo le dirette discendenze con Marisa Fragale e Federico Fragale e dopo aver dedicato un applauso ad entrambi, volevo spendere due parole per Marisa Fragale. Lei è stata la prima donna in Italia.. anzi.. la prima bambina, perché all’epoca era proprio una bambina, a praticare la kickboxing, la prima a praticare e presentare quelle che adesso sono chiamate le “disco-forms.. perché all’epoca non esistevano ancora. (VEDI: Kick Boxing femminile) Già da bambina infatti, faceva degli spettacoli musicali usando tutti i tipi di armi tradizionali, dalle spade, al bastone, ai cattivi uncini del nord, coltelli a farfalla, con i kama, con i nunchaku ecc. ha avuto poi anche una buona carriera agonistica, divenendo campionessa italiana ed entrando quindi a far parte della nazionale di kickboxing e partecipando ai mondiali wako di Londra nel 1991, con la vecchia FIAM. Passerei quindi il microfono a Marisa, affinché possa parlarci del periodo in cui da bambina praticava uno sport, completamente sconosciuto ai più.

    

Marisa Fragale: I bei ricordi sono tantissimi, dalle trasferte con la nazionale italiana, agli spettacoli e tutto il resto menzionato ma, vorrei ricordare che la mia prima esperienza marziale è stata con Franco, perché Roberto, da quando avevo 6 anni e un giorno (non si prendevano bambini al di sotto dei 6 anni) mi portò subito nella palestra di Franco a fare Karate.  Ho poi iniziato a fare i primi spettacoli quando avevo 8 anni, ricordo che facevo tutto da me.. 20 minuti con la musica ed io che lavoravo un esercizio dopo l’altro… ricordo che ho lavorato anche negli spettacoli con Vittorio, lui mi presentava sul palco in una nuvola di fumo ed io lavoravo per 20 minuti, un esercizio dietro l’altro, con l’ausilio delle più svariate armi tradizionali in cui mi ero da sempre specializzata. Ricordo gli applausi del pubblico, lo ricordo incuriosito prima e sbalordito dopo. Ma ero troppo piccola e vivevo tutto come un bellissimo gioco, forse è per questo che non ricordo molto altro.

    

Luigi Merlini: Vorrei aggiungere che oltre a sbalordire per gli esercizi e la manualità che Marisa aveva fin da subito acquisito con le armi tradizionali, era anche e soprattutto la sua destrezza nella kickboxing a sbalordire… anche perché, essendo stata la prima e l’unica bambina a praticare la kickboxing, era costretta a confrontarsi sempre con i maschietti, spessissimo anche più grandi. Questa passione poi è rimasta e ha dato i suoi frutti organizzativi, perché come molti di voi avranno visto, adesso non solo i suoi corsi per bambini sono pieni di ragazzini della sua stessa età del tempo, ma anche le sue organizzazioni di competizioni riservate ai bambini hanno notevole successo, avendo avuto oltre 50 bambini all’ultimo torneo organizzato espressamente per loro, al parco giochi de il piccolo mondo. (VEDI: 18° torneo ilguerriero.it)   Quindi volevo chiederle se sia stato proprio il fatto che lei stessa abbia iniziato da bambina… che ha fatto si, lei adesso sia capace di coinvolgere emozionalmente tanti altri piccoli guerrieri, verso questa disciplina e con progressivi successi.

    

Marisa Fragale: Si.. perso proprio che abbia notevolmente influito proprio questo, anche se non solo questo, naturalmente. (VEDI: Saranno famosi..?) Non ci sono gare federali per bambini, ma ci sono bambini nelle palestre, quindi grazie a ilguerriero.it che fortunatamente mi supporta sempre, ho tentato di creargli uno sbocco per l’avviamento alla pratica agonistica, sembra stia andando tutto per il meglio, ma di certo, non solo per merito mio.

    

Luigi Merlini: Bene, un altro discendente diretto è Federico Fragale (figlio d’arte) e mi ricordo di lui bambino e allievo, sia di Roberto che naturalmente della zia Marisa. (VEDI: Intervista a Federico Fragale) Dai quali ha appreso i primi rudimenti nel karate, nel kung fu e nella kick boxing. Me lo ricordo in gare di Semi Contatc, di Light Contact e di Full Conatct, ma poi anche di Low Kick, in cui è stato più volte Campione Italiano, vincitore degli  assoluti FIKB nel 2004 e componente della nazionale ai Campionati Europei WAKO a Budva, e dove ha anche in seguito conquistato il titolo di Campione Italiano professionisti di Low Kick a Modena contro il bravo Fabio Di Fazio (VEDI: Federico Fragale è campione italiano "PRO") e poi in incontri di pugilato, in cui ha frequentato corsi di formazione per insegnanti ed ha preso anche il brevetto di insegnante federale FPI e con una esperienza di combattimento nella Muay Thai con i gomiti, persino negli stadi in Thailandia (VEDI: La prima volta di... Fragale) ed in cui è anche diplomato come istruttore federale. Ma oltre a loro due… vorrei precisare che ci sono in sala molti altri ex allievi della Scuola Fragale, che hanno a loro volta aperto nuove palestre e corsi di kickboxing, che chiameremo in seguito a darci il proprio contributo storico e che sono nell’ordine: Gerace Vincenzo (C.N.3° Grado della società Giovannini-Gerace) Corvelloni Jury (C.N.2° Grado della società 4-Fitness) Stefano Cecconi (C.N.2° Grado della società New Point) Bucchioni Massimo (un gradito ritorno tra di noi dopo un delicato intervento chirurgico dal quale gli auguriamo di ristabilirsi prestissimo) che nei suoi studi presso la Scuola Fragale ha brillato particolarmente nelle forme musicali, ottenendo un secondo posto agli europei di Varna ed un terzo posto ai mondiali di Budapest.

E poi, anche se non direttamente, ma possiamo dire che anche il Maestro Cristiano Lenzi di Lucca, appartenga alla famiglia, discendendo dal viareggino  Renzo Lencioni (VEDI: Intervista a Renzo Lencioni) che è stato uno dei primi allievi di Roberto ed a suo tempo classificatosi al 4° posto ai mondiali di Berlino nel 78.  Al tempo, non in tutte le città si praticava kicboxing ed a Pisa… che era considerata al tempo come la capitale nazionale di questi sport da combattimento… venivano persone da Lucca, Livorno, Firenze e da tante altre città d’Italia, per allenarsi ed apprendere i primi rudimenti della nuova disciplina… a loro volta questi hanno poi aperto proprie scuole e generato nuovi istruttori. Per cui magari, moltissimi altri in tutta Italia, discendono da questa Scuola pisana e neppure lo sanno… Uno di questi è appunto Cristiano Lenzi che, oltre ad essere un valido insegnante è anche un ottimo organizzatore di grandi eventi di kickboxing. Come la Resa dei conti a Lucca (VEDI: La "Resa dei Conti 10") Night kick Out (VEDI: Speciale: Night Kick Out 4) ecc. tutte organizzate con l’ausilio collaborativo de ilguerriero.it ed in stretta collaborazione con l’abilissimo manager di scuderia della Fight & Fitness: Maurizio Ricci. Chiameremo poi uno ad uno, tutti loro a dare il proprio contributo storico… ma torniamo a Federico Fragale, che proprio per il fatto di essere figlio d’arte, sembrerebbe scontato che così dovesse essere.. ma se non sbaglio all’inizio non era proprio così, no? Mi sembra che all’inizio tu soffrissi un po’ per il fatto di essere il figlio di un Maestro.. e quindi avevi forse una certa remora ad avvicinarti a questa disciplina.. ma poi proprio grazie alla zia Marisa tutto è cambiato ed ha preso tutta un’altra direzione no? Parlaci un po’ di questa cosa, Federico.

    

Federico Fragale: Si.. all’inizio diciamo che proprio come fosse un gioco, mi sono avvicinato agli sport da combattimento… ed ancora prima al kung fu, con Marisa che teneva corsi per bambini nella vecchia sede del Dragon Rouge e poi nella seguente al cinema lux in p.za S. Caterina, dove ho praticato anche il karate… fin dal 1986 all’età di 6 anni, (VEDI: Intervista a Federico Fragale) ma da sempre avevo vissuto in palestra. Ho cominciato dapprima con le arti marziali e passato poi agli sport da combattimento. Ed in questi ho fatto tutto il percorso.. dal Semi Contact, al Light Contact, per passare poi a 16 anni nel Full Contact, poi nel pugilato e poi ancora nella Low Kick ed in ultimo con qualche esperienza nella Muay Thai anche di allenamento e combattimento in Thailandia. (VEDI: La prima volta di... Fragale)   Diciamo che da bambino e da ragazzo mi pesava molto questo fatto… di essere figlio d’arte, perché mi rendevo conto che gli altri costruivano delle aspettative su di me e temevo si aspettassero sempre qualcosa in più di quello che pensavo di poter dare. Temevo quindi di non saper essere all’altezza delle loro aspettative e quindi di deluderli. Diciamo che questo mi ha ostacolato un po’ nei primi momenti della mia carriera, ma poi crescendo sono riuscito ad intraprendere una mia personale strada e tutto l’ambiente della palestra mi ha aiutato. Ricordo .. Marisa, Jury, Massimo, Vincenzo, tutti quelli che erano i primi atleti del tempo assieme a me e che poi si sono formati anch’essi come insegnanti. Facendomi sentire uno di loro e niente più. Da quel momento la mia personalità è cambiata ed ho cominciato a vincere con gioia e senza più la paura o il timore di perdere un solo incontro. Questo è lo spirito che ha sempre animato la nostra Scuola e che spero di essere in grado di contribuire e farlo continuare a riperpetuarsi all’infinito.

    

Luigi Merlini: Bene, chiamiamo adesso Massimo Bucchioni, che ci aiuterà anch’egli a ricordare quei tempi. Innanzitutto ben tornato dopo la pausa che hai avuto, sappiamo che hai avuto un attimo di riflessione in cui avevi abbandonato un po’ la kickboxing, ma sappiamo che adesso sei tornato nell’ambiente… all’ultimo torneo de ilguerriero.it abbiamo avuto anche l’iscrizione di alcuni tuoi allievi… raccontaci un po’ quelli che sono i tuoi ricordi del tempo.

      

Massimo Bucchioni: I miei ricordi sono bellissimi, perché io in questa Scuola.. ci sono nato come atleta… dapprima con Marisa e poi sotto le dirette cure di Roberto. C’è stato addirittura un momento in cui ero proprio.. quasi l’ombra di Roberto.. assorbendo come una spugna e continuamente, tutto quello che diceva. Fino poi ad ottenere buoni risultati, sia a livello agonistico che sotto il profilo tecnico, formandomi come insegnante di Kung Fu e di Kickboxing. I miei ricordi sono di bellissime trasferte.. eravamo un bel gruppo… sempre pochi, ma sempre quelli. Poi ci sono state delle divergenze di idee ed anche incomprensioni, per cui mi sono purtroppo allontanato… incomprensioni personali che comunque ti fanno crescere, capisci che puoi mettere una pietra sopra e ripartire…   benchè abbia ancora in corso una cura chirurgica per un problema non del tutto risolto, le mie attuali aspirazioni sono quelle di continuare nell’insegnamento, spero solo di poterle attuare.

    

Luigi Merlini: Ed è il momento di Gerace Vincenzo, con anche lui un passato di atleta nella Scuola Fragale ed un presente oltre che di insegnante, ancora di atleta per la sua società Giovannini & Gerace, coadiuvato nell’insegnamento da un altro ex atleta (oggi non presente) della Scuola Fragale, che è Giovannini Nicola. Bene Vincenzo, anche a te chiediamo qualche ricordo del passato e qualche impressione del presente.

      

Vincenzo Gerace: Io volevo riallacciarmi ad un discorso che ha fatto Roberto prima.. il rapporto padre-figlio. Questa cosa ha riguardato me particolarmente, perché quando sono arrivato alla Scuola Fragale, avevo appena perso il padre e per me la figura di Roberto fin dal tempo… è stata una sostituzione psicologica della figura paterna. Per cui ha significato molto, soprattutto nei primi anni e quello che ho ricevuto  a livello di insegnamento ed a livello di rapporto umano, fu all’inizio fondamentale per riempire un vuoto che si era creato nella mia giovane vita. Però, come spesso accade, poi il figlio si sente in grado di prendere strade diverse, ed è chiaro che, benché sia fisiologico, questi sono vissuti come strappi, sia da parte del padre che da parte del figlio. Però sono a volte purtroppo inevitabili e così fu..  per cui venni via per dar vita alla mia palestra e tutto il resto. Una cosa che vorrei ricordare e che penso sia fondamentale… fu l’insegnamento di base di Roberto, soprattutto relativo ai primi anni in cui facevo solo Kung Fu nella palestra di S. Caterina ed in particolar modo… di non fermarsi mai a quello che in quel momento uno sta lavorando… non dare mai niente per scontato… andare sempre avanti… guardarsi sempre intorno… verificare sempre sul campo ciò che stai facendo per verificarne l’effettiva efficacia.

Io penso infatti che proprio questo, possa essere stata la vera rottura… rispetto al mondo del tradizionale, non tanto quindi un problema di evoluzione tecnica, ma è stato un nuovo approccio mentale per uscire da quella stasi in cui le arti marziali tradizionali, molto spesso si erano rinchiuse. In quanto tradizionali, dalla tradizione non esce, anzi, più fedelmente viene tramandata e meglio è. Il grosso insegnamento di Roberto in quel tempo invece,  fu proprio di andare avanti, guardarsi intorno e migliorarsi, oltre al fatto di mettersi continuamente in discussione per progredire sul lavoro intrapreso. Un’altra cosa che volevo sottolineare, è il fatto che mi ha fatto molto piacere Roberto abbia detto che sia molto positivo il fatto che le palestre a Pisa, si siano moltiplicate… perché giustamente questo è un grosso stimolo per tutti a non fermarsi mai… anche qui, in questo caso, ritroviamo i suoi insegnamenti.  Anche se non è una corsa, non ci sono vincitori come non ci sono vinti, ma è uno stimolo reciproco a portare avanti quella che è la nostra passione. Mi piace anche questo nuovo clima che si è instaurato, perché noi ci siamo trovati ultimamente molto spesso a  tifare per Matteo Cara per esempio (un allievo di Federico)  che abbiamo sentito come uno che fa parte dell’ambiente della kickboxing pisana, della nostra famiglia, avendo quindi, tutti noi, le stesse radici. Questa è una cosa che mi auguro di registrare sempre più spesso.

    

Luigi Merlini: Bene, e adesso facciamo una pausa nella presentazione di questi allievi della Scuola Fragale, perché Vincenzo ha toccato un tasto che mi piaceva approfondire con il dott. Paolo Bernardini. Cioè, il distacco dell’allievo dal Maestro… come abbiamo sentito nella storia precedente, il trio di Roberto, Vittorio e Stefano, si è staccato da Franco Caselli.. e così questa stessa cosa continua e si ripropone nelle generazioni seguenti… abbiamo già detto che è una cosa fisiologica, ma dal punto di vista psicologico, cosa succede, qual è la molla che fa scattare il distacco dell’allievo dal Maestro… quasi come fa il figlio ormai divenuto adulto dal genitore… vorrei appunto che Paolo ci spiegasse meglio questo processo, sfruttando magari anche questa analogia.

    

Paolo Bernardini: Così come ha fatto l’esempio psicologico Vincenzo, ponendo l’analogia esemplare ed anche pratica nel suo caso, di maestro-padre ed allievo-figlio, possiamo dire che ad un certo punto della propria formazione, l’allievo costruisce quel suo super-io, quella propria personalità per cui sente il bisogno di staccarsi dal Maestro… è proprio fisiologico che avvenga, è un modo come un altro per poter affermare la propria personalità, per poter continuare a crescere e divenire completamente adulto con l’indipendenza ricercata forse proprio per questo. Poi ci possono essere anche altri motivi, determinati dalle varie situazioni nella palestra, situazioni a livello personale ecc... però poi, a livello psicologico, sostanzialmente è proprio questo, cioè trovare un modo e nuovi spazi per costruire ed affermare la propria personalità. Dall’allievo può essere vissuto come la “grande madre” l’ambiente psicologico della palestra, per cui… anche questa cosa porta inevitabilmente nel sentirsi costretti e limitati in un ambito, in un ambiente che per certi versi sembra ci vada stretto e quindi si cercano o si creano nuovi spazi d’azione.

    

Luigi Merlini: E questo è il parere dello psicologo… ma adesso Roberto voleva precisarci alcune cose, su quello che ha detto Vincenzo.

    

Roberto Fragale: Si, scusate ma volevo fare solo un appunto su quello che aveva detto Vincenzo  circa le arti marziali tradizionali, perché non vorrei si potesse fraintendere ecco... non vorrei si potesse pensare avesse mancato di rispetto a  Franco, anche se giustamente Vincenzo ci dice che non era assolutamente riferito a nessuno dei presenti.  Vorrei però soffermarmi un attimo e favi riflettere sull’imprinting. Infatti, l’imprinting che Vincenzo o chiunque altro provenga dalla mia Scuola, può dare ad un proprio allievo, non è altro che l’imprinting della Scuola di provenienza leggermente modificato ed arricchito di proprie esperienze e convinzioni personali, ma sicuramente intriso nelle sue basi, dell’imprinting primordiale che Franco ha dato a me. Questo per farvi capire l’importanza dell’albero genealogico e della discendenza… discendiamo infatti tutti dallo stesso ceppo originario.. ma riprendendo quello che è stato detto da Vincenzo sulle arti marziali tradizionali, che tanto più sono statiche e ripropongono le stesse identiche e fedeli cose e tanto più sono migliori… questa non è che una corrente di pensiero che noi stessi abbiamo combattuto per primi e che io ho sempre tenuto a ben precisare e che è rimasta sempre molto impressa a tutti i miei allievi e la prova ce l’ha fornita adesso Vincenzo appunto, ma come ha detto Franco pocanzi, le arti marziali negli anni sono cambiate molto, sia il Kung Fu, che il Karate ecc. noi premevamo molto su questa cosa, perché praticando il Lung Chuan Pai, uno stile moderno che nasceva nei primi anni 70… per ribellarsi proprio a questa corrente di pensiero e da noi praticato in quel periodo storico particolare… ma noi stessi sbagliavamo parzialmente nel ragionare per eccesso… le arti marziali tradizionali rinnovano la tradizione, ma non è detto che non possano stare al passo con i tempi, anche noi stessi se vogliamo, rinnoviamo tutti a nostra volta la tradizione, ma tentiamo continuamente di stare al passo con i tempi. Ecco, solo questa cosa volevo aggiungere e precisare, affinché nessuno di noi possa sentirsi offeso da altri, perché non credo sia intenzione di nessuno dei presenti, farlo.

    

Luigi Merlini: Bene, continuiamo allora con Jury Cervelloni, anch’esso formatosi alla Scuola Fragale e che adesso insegna alla 4-Fitness. Vogliamo quindi che anche lui ci racconti quali sono i suoi ricordi e quali le sue impressioni sull’ambiente attuale della kickboxing.

    

Jury Cervelloni: Abbiamo aspettato 15 anni per poterci rivedere tutti assieme con Paolo, Vincenzo, Roberto, Kiko, quindi.. la cosa mi fa venire i brividi, ripensando ai tanti combattimenti fatti sopra a quel ring davanti a noi, quindi tanti bei ricordi, solo bei ricordi. Gare fatte nella palestra di P.zza S: Caterina.. alzarsi presto per le trasferte.. mi hanno trasmesso veramente tanto, non posso avere che solo tanti bei ricordi. Vedo poi con piacere, dato che adesso siamo tutti qua.. che Roberto ci ha veramente trasmesso qualcosa di buono. Adesso sono alla 4-Fitness e stiamo allargandoci con gli studenti, dovremmo aprire un nuovo corso da settembre vicino al CNR, in zona dove insegna Stefano Cecconi… naturalmente poi farò sapere a Roberto, perché come sempre avrò bisogno dei suoi buoni consigli.

    

Luigi Merlini: Bene, ci interrompiamo ancora un attimo perché il maestro Franco Caselli voleva fare qualche precisazione.

    

Franco Caselli: No, perché mio fratello Vittorio dice adesso che è stato a Nizza, dice che questo è bello.. quest’altro è brutto…  siccome io, quello che sento dico… non è che lui è stato a Nizza con Roberto e quindi è nato tutto. Loro venivano in palestra da me, poi io gli aprii la prima palestra a Vecchiano, in cui fecero delle cose che non dovevano nemmeno fare, io detti la colpa a Roberto e poi ho saputo che non era neanche colpa sua.. ma fui io a dire: “allora voi qua dentro non ci entrate più”. Allora lui da li, andò a Nizza e proprio li, scoprirono il Full Contact.. questa è la realtà… sono io che vi ho buttato fuori, non siete stati voi che siete andati via. Poi ho chiesto scusa a Roberto.. perché anche dopo 30 anni, ho sentito di dover chiedere scusa a Roberto. Quindi non è che sia andato via lui perché il karate non andava bene… io l’ho mandato via!

    

Vittorio Caselli: Si, lui mi ha mandato via.. ma io comunque ho avuto anche questa fortuna qui. Perché poi abbiamo aperto gli occhi ed abbiamo visto che il mondo era grande. Noi con lui si andava con i paraocchi come i cavalli e si vedeva solo davanti, quando poi abbiamo visto cosa succedeva dalle parti invece, bhè… siamo rimasti meravigliati. Quindi.. meno male.. meno male che mi hai mandato via, altrimenti ero sempre li. Invece siamo andati avanti… io, Roberto e Stefano, dapprima ci siamo messi tutti e tre assieme ad insegnare, ma ognuno di noi aveva un proprio metodo di insegnamento, combattevamo in maniera diversa, ognuno con proprie peculiarità dovute ai diversi fisici, età, gusti ed esperienze… e quindi i nostri ragazzi avevano molta confusione nella testa. Quindi io e Stefano ci staccammo da Roberto e Roberto iniziò ad ottenere risultati con i suoi ragazzi. In seguito ci staccammo anche io e Stefano ed entrambi a nostra volta, cominciamo ad ottenere i nostri risultati con i ragazzi. Stefano poi era già fissato con la Thai... ma a me a dir la verità, scusate, ma la thai non piaceva, perché ritenevo che i ragazzi si facessero troppo male, con i calci alle gambe e le ginocchiate. Comunque, una volta ottenuti i risultati e presa maggiore fiducia, io mi sono buttato a fare gli spettacoli, anche abbastanza buoni, visto che all’ultimo spettacolo che feci… mi misero nel libro dei guiness dei primati con 28 lastre di marmo rotte con un colpo solo. E poi basta, poi ho troncato tutto e mi ritrovo adesso qui a parlare con voi, a battibeccare come sempre con mio fratello.  

    

Luigi Merlini: Ecco fatto.. ed ora anche Roberto mi chiede la parola, perché vuol fare anche lui le sue precisazioni, perché mi sembra giusto… ah ah…

    

Roberto Fragale: No, nessuna polemica da parte mia… quello che è stato detto è tutto vero… ma volevo solo spiegare meglio quello che “so per certo”… che voleva dire Vittorio, il quale a volte usa dei termini impropri… infatti, non è che poi abbiamo aperto gli occhi… non è che prima non vedevamo niente…  ma diciamo che abbiamo visto anche altre cose, perché con Franco lavoravamo Karate e lavoravamo bene, mica no… con dei messaggi precisi e soprattutto con dei valori, che sono importantissimi per la formazione dei giovani, non a caso infatti... è vero, Franco dopo 30 anni mi ha chiesto scusa, ma vi rendete conto cosa significa questo? Dirlo così sembra una cosettina da niente, io c’ero rimasto male si è vero, ma era finita li e li poteva restare… invece lui, il mio Maestro… quando si è reso conto di essersi sbagliato… sebbene fossero passati 30 anni… ha sentito il dovere di chiedere scusa, e questo si.. che è un grande comportamento.. veramente un grande esempio di umiltà e grande insegnamento di vita e per cui non possiamo lesinare un applauso.    

    

Luigi Merlini: Bene, dopo Jury Corvelloni è la volta di Stefano Cecconi C.N. 2° Grado, con corsi attivi alla New Point. Anche lui sta ottenendo buoni successi con i suoi allievi ed ha avuto un passato alla Scuola Fragale come arbitro nazionale e persino internazionale, formatosi anche in questa mansione e qualifica federale, alla Scuola Arbitri Fragale. Anche a te Stefano, chiedo qualche ricordo e qualche considerazione attuale sull’ambiente della kickboxing.

    

Stefano Cecconi: Chiedo scusa preventivamente delle mie capacità dialettiche, perché di fronte a Roberto Fragale purtroppo, sono niente. I miei ricordi sugli sport da combattimento iniziano quando avevo 16 anni e comincia a frequentare per un po’ una palestra pugilistica qua a Pisa, ma poi subito intrapresi il Karate, quindi due sport totalmente diversi.

Roberto Fragale: Con chi e dove hai iniziato  fare karate?

Stefano Cecconi: No, io ho iniziato il karate con il Maestro Stefano Gambassi.

    

Roberto Fragale: Appunto e come volevasi dimostrare… Stefano Gambassi è un allievo di Franco, quindi eri già allora, anche te della famiglia!

Stefano Cecconi: Ah bene, poi interruppi il karate perché conobbi Roberto ed entrai a far parte attiva di questa famiglia e lo ringrazio tutt’ora… perché per me, Roberto è stato un vero e proprio insegnamento di vita in tutto e per tutto, neanche tanto per il risultato che sto ottenendo ora nei corsi… ma proprio come persona. Certo, tutto quello che ho imparato da lui lo sto mettendo in atto nella palestra dove sto insegnando, sono contento dei risultati ed anche per questo siamo rimasti sempre in contatto con lui.. non ho altro da dire, se non ringraziare tutti. Ah, volevo dedicare un applauso a Carico Giorgio (VEDI: Thai Boxing: le colpe dei padri....)  che non è potuto venire, perché purtroppo un decina di giorni fa ha avuto un incidente in cui si è rotto la clavicola, e che mi sta dando una grossa mano nella Muay Thai con un ragazzo. Perché purtroppo, finchè si parla di kickboxing sono abbastanza bravino ma per la Muay Thai non sono ancora in grado. Vorrei quindi fargli un applauso augurandogli una pronta guarigione.

    

Roberto Fragale: Spieghiamo però, chi è Giorgio Carico per far capire anche a chi non lo conosce… Giorgio Carico è anch’egli un allievo della Scuola Fragale, prima aveva fatto del karate, mi sembra proprio da Franco, poi è venuto qua ed è stato un bravissimo combattente, sia nel Semi, che poi nel Full, in seguito nella thai/kick ed ultimamente nella Muay Thai. È stato più volte Campione Italiano ed è stato con la nazionale di Thai agli europei di Yalta (VEDI: Trasferta internazionale a Yalta per i 14° mondiali W.A.K.O.) ed ultimamente ai mondiali di Bangkok. (VEDI: Campionati mondiali WMF giorno per giorno) Adesso collabora con Stefano Cecconi nella sua palestra ed allena alcuni ragazzi nella Muay Thai.

Luigi Merlini: Bene, siamo giunti alla fine di questa nostra scaletta ed a questo punto chiederei al nostro amico Alessio Carli, se ha qualche domanda da fare anche lui, una volta sentita tutta la storia della kickboxing pisana.

    

Alessio Carli: Si, dico innanzitutto che sono rimasto molto colpito da questo fatto degli allievi che si staccano dai propri Maestri e che a loro volta generano allievi che si staccano a loro volta e creano nuove entità sportive nel territorio e che a differenza di altri sport che seguo… dove spesso nascono grandi energie generanti nuove entità ma tante nuove energie che poi invece e molto spesso si disperdono,  da cui magari nascono anche dei gravi contrasti personali e che tali rimangono. Invece qui… noto proprio uno scarto generazionale, ad un certo punto, si sente, se non proprio il dovere.. ma mi sembra la necessità, il naturale bisogno… di andar via. All’inizio invece, mi è sembrato forse una specie di Big Beng, con questi tre primordiali personaggi… il quarto mi spiace di  non aver avuto il piacere di conoscere, ma mi immagino che anch’egli sia stato particolare… quindi tutto nasce con questo primordiale scossone enorme… adesso invece, mi sembra di intuire che tutto segua un suo percorso, non dico prestabilito, ma un suo percorso che acquista sempre un qualcosa in più ad ogni passo… che acquista un senso… che si ingrossa man mano che avanza, con persone che insegnano e persone che imparano ed a loro volta poi insegnano e così via, in un progressivo e continuo moltiplicarsi. Credo forse, sia un po’ particolare la situazione di Pisa, guidata e nata appunto da queste forti personalità, molto impegnate e dotate di notevoli curiosità, capacità e creatività… o forse… è il tipo di sport che porta a questo? 

    

Roberto Fragale: Naturalmente non a caso abbiamo invitato Franco come ospite d’onore, pur praticando egli Karate e dovendo invece parlare della kickboxing, perché così come ho detto… che una buona idea non possa per forza portare al successo, se non è ben supportata da tutta una serie di annessi e connessi.. ugualmente credo lo sia stato per la kickboxing… questa è una bellissima disciplina, ma questo da solo non sarebbe bastato a decretare il suo successo. Così come non è stato il Karate che ha sfondato a Pisa solo perché una bella disciplina, ma deve il suo successo alla forte personalità di Franco, e che a sua volta evidentemente, ha saputo trasmettere a noi. Io ricordo che all’età di 15 anni, in palestra di Franco insegnavo ai bambini… mi faceva fare i corsi ai ragazzini. Io quindi insegnavo mentre apprendevo ed apprendevo mentre insegnavo. Questa è stata da sempre una mia peculiarità che ho imparato da Franco ed anch’io a mia volta, e gli allievi presenti… adesso istruttori e Maestri mi sono testimoni… ho sempre cercato di incentivarli ed incoraggiarli verso l’insegnamento. Poiché è mia ferma convinzione che soltanto quando hai la capacità di insegnare un qualcosa, quando la trasmetti ad un altro, significa che l’hai ben recepita ed introiettata come una competenza o abilità completamente acquisita.

E quindi.. si è vero, la kickboxing è un bello sport.. si è vero che a Pisa la kickboxing sta avendo molto successo… soprattutto in questi ultimi momenti che la nostra promozione ha raggiunto la sua punta massima… non solo perché è un bello sport, ma soprattutto perchè le persone che si occupano della promozione della kickboxing sono persone con un certo spessore, personalità, competenze e capacità, non comunissime. È sempre l’uomo quindi, i meriti sono sempre dell’uomo e non della disciplina sportiva per quanto bella sia. Questo perché evidentemente hanno dietro tutto un apparato organizzativo, delle persone con adeguate conoscenze e competenze,  che conoscono l’importanza di avere uno staff dietro che supporta continuamente le proprie iniziative ecc. perché da soli, si fanno delle belle cose… ma tutto è limitato alle proprie energie, capacità e competenze, che sono sicuramente limitate rispetto a quelle di un gruppo di persone qualificate e competenti, ognuna per i propri specifici compiti. Ecco.. penso di aver risposto alla domanda di Alessio.

    

Alessio Carli: Si grazie, ma mi interessava capire qualcosa di più su questa linearità… all’inizio no, ma poi c’è stata questa linearità che mi sembra piuttosto positiva. Allora… l’ultima domanda prettamente giornalistica, forse più fastidiosa ma invece sicuramente più interessante per chiudere anche l’argomento in maniera costruttiva. Bene, adesso, abbattuti certi pregiudizi, creata una traccia molto profonda (ormai tocca quattro generazioni) … il futuro della kickboxing a Pisa e delle arti marziali in genere, cosa prevede come ulteriore salto qualitativo? Visto che c’è gia tutto… ci sono i successi che continuano, ci sono numerosi iscritti, sempre più numerosi i bambini, sempre più numerose le donne, ho notato che dopo il calcio ed il pugilato di Dario Cichello… (VEDI: Titolo italiano Dario Cichello V/S Vincenzo Imparato) le manifestazioni di kickboxing sono quelle che portano più pubblico… quindi c’è già una gran bella spinta…  per non disperderla secondo te, che cosa serve?

    

Roberto Fragale: La risposta non è semplice, ma come si dice in questi casi “ la ringrazio della domanda” … ed in effetti ti ringrazio sinceramente di porre la discussione in questi termini, perché poi è anche il succo, se volgiamo, in parte di questa discussione e forse anche il motivo principe per aver convocato questa conferenza storica. Proprio perché secondo me e non a caso, ho iniziato questa conferenza con il dire che stiamo attraversando un momento particolarmente propizio per la kickboxing e le arti marziali in genere, secondo me abbiamo raggiunto dei buoni risultati, perché ultimamente da qualche anno a questa parte, abbiamo iniziato ad operare mettendo in primo piano non gli interessi campanilistici della Scuola, ma soprattutto invece e più in generale… la promozione e la diffusione delle nostre discipline, non solo per noi, ma anche per le arti marziali, ricordo infatti che a Pisa sono stati organizzati i Campionati italiani a squadre di Karate della FESIK organizzati appunto da Franco al Palasport, quindi anche altri hanno compreso l’importanza della promozione… però perché questa possa essere ben fatta è importantissimo che dietro ci sia un lavoro ben concertato, organizzato e coordinato. Tutti noi siamo molto professionali, sono molto contento che gli allievi usciti da questa scuola mostrino di essere professionali, cioè di saper lavorare seriamente e bene, ma altrettanto certo è che… se ognuno lavora per proprio conto… ognuno di noi farà delle belle cosine… ma quello per cui farò di tutto (questa conferenza qua non è altro che la prima di una lunga serie, un primo passo per iniziare a lavorare su questo progetto appunto) mi auguro che riusciamo  a collaborare tutti assieme per organizzare qualcosa di veramente grosso… e allora potremo mettere assieme quelle che sono le conoscenze  e le diverse nostre competenze, per poter organizzare qualcosa di veramente grosso, e allora ecco che già i campionati italiani che organizziamo ogni anno a dicembre,

 (VEDI: Coppa Italia FIKB di K-1 Rules a PISA - La serata di sport, spettacolo e cultura) che già di per se sono qualcosa di bello, un fiore all’occhiello della federazione per carità.. ma.. se noi unissimo veramente tutte le nostre forze… che si esprimono in conoscenze, competenze, abilità ecc. potremmo organizzare a Pisa una Coppa del Mondo e perché no.. in un prossimo futuro, persino i Campionati del Mondo delle nostre discipline.   Il che porterebbe non solo una quantità enorme di persone a Pisa, non solo continuerebbe a far capire a tutto il paese che Pisa è ancora una delle capitali nazionali della kickboxing, ma attirerebbe a maggior ragione l’attenzione di tutti i mass media locali. Perché se andiamo a vedere, tra di noi c’è chi lavora agonisticamente a livello minore, chi a livello più alto, chi opera addirittura a livello di dirigenza federale, ma poi… se andiamo a vedere bene, soprattutto.. quello che ci interessa ed è anche complementare a tutto il resto.. ma quello che ci interessa è l’attenzione dei mass media a livello locale. Voi tutti, le vostre palestre ce le avete nel territorio locale, non ce l’avete a Milano e Roma… quindi quello che vi interessa particolarmente è che tutte le persone nel vostro territorio conoscano ed apprezzino la kickboxing… ed i mass media si possono avvicinare solo realizzando delle belle e grandi manifestazioni, eleganti, ben organizzate, con un ottimo staff di collaboratori, mostrando sempre disponibilità e serietà, ma soprattutto facendo comprendere che ci sono molte realtà sportive sul territorio e che collaborano tutte assieme per fare un qualcosa di veramente grande. Ecco quello che secondo me occorrerebbe fare… per promuovere maggiormente la kickboxing a Pisa. Che poi possa essere presa ad esempio e ripetuta da tutti gli altri, ognuno nella propria circoscrizione territoriale e regionale ed allora si… avremmo veramente fatto qualcosa per la kickboxing in tutto il Paese!

    

Luigi Merlini: Bene, ultimiamo quindi la scaletta degli interventi e invito qui Cristiano Lenzi, della Fight & Fitness di Lucca e che, come detto prima, oltre ad essere anche lui un discendente di questa Scuola, in quanto allievo del Mastro Renzo Lencioni, ha con nostra grande soddisfazione… preso ultimamente a modello questa Scuola anche a livello organizzativo, riuscendo quindi anche con l’aiuto de ilguerriero.it ad organizzare manifestazioni di un certo livello, come La "Resa dei Conti 10"  e le tante organizzazioni del Night Kick Out  a Lucca. Volevo quindi chiedergli se questo modello organizzativo che la Scuola Fragale sta portando avanti da un po’ di tempo in maniera molto meticolosa e basata sulla professionalità… non sul professionismo… poiché questo ancora non esiste, ma la professionalità è molto importante per mostrare di saper organizzare degli eventi in maniera seria. Anche te hai preso ad esempio questo modo di organizzare, quindi anche questa è una scuola di organizzazione se così si può dire, no?

(VEDI: La "Resa dei Conti 10") Night kick Out (VEDI: Speciale: Night Kick Out 4)

    

Cristiano Lenzi: Certo, per poter organizzare bene, non bisogna essere chiusi, ma tentare di apprendere da tutti gli altri e per questo prendo sempre spunto da Roberto e soprattutto chiedo a tutti consigli, perché sicuramente non si riesce a trovare la forma migliore da soli. Come ci diceva prima Roberto, noi stiamo lavorando bene… ma riusciremo sicuramente a fare meglio quando saremo finalmente tutti uniti. Conoscendolo abbastanza bene ormai, sono sicuro che si arriverà anche a questo successo.. ma credo proprio che per alcune società ci vorrà ancora del tempo per riuscire ad arrivarci completamente. Però… vedo che sulla buona strada ci siamo già.. e questo è molto importante. Vedo che tra diverse società sono cominciate proficue collaborazioni e le conoscenze e competenze occorrenti, ci sono.. e questi sono gli importantissimi pre-requisiti di base. Ritornando al mio discorso personale invece, sono conscio che occorre avere un buon staff che ci supporta, io ho la fortuna di un ottimo manager di scuderia che è Maurizio Ricci, che mi aiuta molto per le comunicazioni con gli atleti e relazioni con l’esterno, io mi occupo più della parte tecnica e delle strutture, continuamente supportato da persone ancora più esperte di me, come Roberto Fragale appunto e tutta l’organizzazione de ilguerriero.it. Adesso siamo dietro a preparare la Night Kick Out 4, in piazza a Lucca il 28 di Giungo. Un torneo a 8 atleti di K-1 con atleti di 1° serie, con visione gratuita per il pubblico, sempre con l’aiuto di tutto lo staff di Roberto e de ilguerriero.it che ci da, come sempre, una grande mano. Avremo l’appoggio sia dell’Amministrazione Comunale, che di quella Provinciale e tra poco vedrete su ilguerriero.it tutta la promozione che ci stanno preparando, a supporto promozionale di questa nostra imminente serata.  

Luigi Merlini: Bene, chiudiamo quindi qua la carrellata degli ospiti e adesso il Maestro Fragale procederà ad una cerimonia particolare, che segnerà un ulteriore evento storico delle nostre discipline sportive sul territorio.

    

Roberto Fragale: Volevo appunto approfittare della presenza del mio primo Maestro di 40 anni fa… Franco Caselli, per effettuare la consegna dei diplomi federali ai nuovi allenatori, istruttori e maestri, diplomatisi alla Scuola Fragale. Avrei quindi piacere che proprio Franco consegnasse i diplomi agli allievi dei miei allievi, che sono adesso diventati allenatori, istruttori e maestri federali. Nei quali confidiamo speranzosi, affinché possano continuare la diffusione di questi nostri sport attraverso l’apertura di altre palestre con corsi propri. Siamo giunti quindi alla 4° generazione di insegnanti a Pisa ed ecco il frutto del nostro grande lavoro… ecco che dopo 40 anni dall’inizio del suo insegnamento al ragazzino Roberto Fragale… adesso Franco consegna i diplomi agli allievi, degli allievi, del suo primo allievo.. un momento quindi storico e particolarmente importante, perché frutto di tutto il suo impegno e della sua vita interamente dedicata all’insegnamento di queste discipline.

    

Ne abbiamo scelti tre, che chiamiamo adesso per il ritiro dalle mani del patriarca pisano. Beatrice Guardati: C.N.3°Grado e qualifica di Maestro di Kickboxing, Massimiliano Cantini: C.N. 1° Grado e qualifica di Allenatore, Giandomenico Piegari, C.N.1° Grado e qualifica di Allenatore. A questo punto vorrei porre una domanda  a Franco e chiedergli se avesse mai immaginato quando abbiamo iniziato nella palestrina del Centro Sociale in Pratale nel 1968… che un giorno ci saremmo ritrovati nella mia palestra dopo 40 anni, con Franco che consegna i diplomi di insegnante, agli allievi degli allievi dei suoi primi allievi, che iniziarono quel giorno un percorso marziale con lui.

    

Franco Caselli: Grazie, grazie veramente dell’invito e della partecipazione, a me dispiace solo che, ripeto… non ci capisco nulla nel Full Contact, ringrazio Roberto e ringrazio tutti e… magari ci vediamo il prossimo anno.

    

Luigi Merlini: E grazie soprattutto a Franco Caselli, perché come non mi stancherò mai di dire… è lui il vero patriarca ed è grazie a lui se oggi siamo qua a commemorare e scoprire la nostra storia sportiva e fare un punto della situazione particolarmente rosea, per le nostre discipline… grazie maestro Franco.

    

Roberto Fragale: Per ringraziare della loro partecipazione, naturalmente ho preparato delle targhe ricordo per tutti i nostri ospiti… targhe a significare ed attestare la stima e riconoscenza per la propria partecipazione al giornalista sportivo Alessio Carli, che ci ha onorato del suo lusinghiero interesse professionale. Spero che continuerà a darci un aiuto a diffondere le nostre discipline.  Così come ringrazio per la partecipazione con una targa ricordo a Vincenzo Gerace,

    

a Stefano Cecconi, a Massimo Bucchioni augurandogli una pronta ripersa,

    

a Paolo Bernardini che è divenuto un personaggio particolarmente importante per la nostra Scuola,  a Cristiano Lenzi dandogli appuntamento per una riunione organizzativa per la prossima sua manifestazione e per cui gli facciamo per il momento i nostri migliori e sinceri in bocca al lupo,

    

a Caselli Vittorio con il quale ci eravamo persi un po’ di vista e con cui ultimamente ci siamo invece ritrovati e che ci sta dando una grande mano per tante competenze che lui ha e che a noi mancano… ed è quindi un elemento complementare e di primaria importanza, per l’organizzazione che ho intenzione di mettere in pedi. Ed in ultimo anche se non certo ultimo… Luigi Merlini naturalmente, il nostro trasformista sempre all’altezza della situazione e che questa volta ha funto da ottimo conduttore di questa registrazione storica. Ma è anche un ottimo collaboratore come staff arbitrale, è un ottimo politico e direi anche un superbo consigliere personale.

    

Ho lasciato quindi in ultimo il mio primo Maestro Franco Caselli, a cui ho consegnato già altre volte targhe di riconoscimento,  quindi ho preparato per lui un ricordo diverso, una statuina che ho portato dalla Thailandia, affinché possa metterla su una mensola nella sua palestra a testimoniare la stimata amicizia ininterrotta in 40 anni di lavoro ed i frutti che hanno generato. 

    

Franco Caselli: E bravo Robertino… anche ultimamente lo chiamo ancora Robertino quando lo incontro.. ciao Robertino come stai? Poi ho visto il figlio… ma è il tu figliolo…? Dice: si..! Ma allora sarà meglio che cominci a chiamarti Roberto… passano gli anni ehh? Evabbè.. però con tutto questo sono veramente contento di questa giornata e del vostro invito, anche se non è il mio sport, ma lo stimo ugualmente, comunque… se non era per lui.. non so se sarei venuto.. ehh? Grazie nuovamente!

      

Alessio Carli: Io non ho altro da aggiungere, mi ha fatto molto piacere partecipare a questo che considero uno sport vero… io non lo avevo mai seguito prima, ho seguito molti altri sport, alcuni dei quali si sono ormai annacquati, ho invece avuto modo di apprezzare queste diversità, da quello che ho capito ci sono stati dei contrasti di idee, ma però poi alla fine, tutto ha un senso poi nello sviluppo della disciplina, quindi un plauso a voi tutti per aver saputo prendere tutto il positivo e costruttivo che avete avuto la scaltrezza di cogliervi.   

    

Luigi Merlini: Bene,  siamo quindi giunti alla fine di questa direi interessante… lezione di storia ecco,  come Roberto mi ha sempre detto.. è importante conoscere la storia dei fatti e penso che oggi molti di voi avranno capito qual è il significato di questa conversazione tra Maestri, ma soprattutto tra amici, perché aver tirato fuori quelli che erano i pensieri e soprattutto i temi, in cui sono maturate queste amicizie ed esperienze, sia a livello sportivo che a livello umano… perché non dimentichiamo che l’ambiente delle palestre ha fatto si che oltre all’insegnamento tecnico, ci sia stato anche un vero e proprio insegnamento umano… e mi sembra che oggi a partire da Franco, che ne è il patriarca, come Roberto, Vittorio e Stefano che purtroppo è assente, e come tutti i loro allievi e tutti voi che siete qui presenti ne abbiamo avuto una grande testimonianza.

    

Personalmente ringrazio quindi Roberto, perché ha organizzato questa conferenza storica e tutti voi che avete partecipato. All’amico giornalista Alessio Carli che è intervenuto ed ha dato un valido contributo.. e quindi concluderei brindando tutti assieme a questa passione comune che è la kickboxing ed arti marziali più in generale. Cin.. cin! 

    

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