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SI E’ CONCLUSO IL PRIMO CICLO DELLA SPERIMENTALE INIZIATIVA VOLUTA DAL CNR DI PISA PER RENDERE L’OSPEDALE “OSPITALE”, INIZIATIVA CHE SI E’ TENUTA PRESSO L’Ospedale Pediatrico Apuano (G.Paquinucci) di Massa. L’INSEGNANTE DI TAI CHI CE NE ILLUSTRA I RISULTATI.

Tai Chi Chuan all’OPA di Massa

- concluso il primo ciclo -

Di: Franco Piccirilli e Roberto Fragale

     

Con la fine del mese di maggio, si è concluso il primo ciclo di una interessantissima esperienza sperimentale, svoltasi presso l’Ospedale Pediatrico Apuano, "G. Pasquinucci" di Massa e voluta dal CNR di Pisa, che gestisce la struttura, per aprire le porte dell’ospedale verso un maggior coinvolgimento della cittadinanza. La finalità era quella di mettere in evidenza non solo e non tanto le capacità di terapia e riabilitazione, che questa struttura vede già riconosciute a livello anche internazionale, ma soprattutto l’impegno che l’ospedale prodiga nella salvaguardia del benessere della persona e nella prevenzione delle patologie.

         

Per la prima volta un ospedale della Toscana si è aperto anche al pubblico con un appuntamento settimanale nel quale alcune persone, sia dipendenti dell’ospedale che comuni cittadini, sono state avviate alla pratica di una forma di Tai Chi Chuan.

Di questa esperienza abbiamo ampiamente dato risalto sulle pagine di questa rivista con precedenti articoli. (VEDI: Tai Chi... in ospedale?   e Tai Chi Chuan - il movimento dell'equilibrio).

Sotto la direzione della Scuola Arti Marziali Fragale, con il suo Direttore, Roberto Fragale e dell’insegnate di Tai Chi della scuola, Franco Piccirilli, queste persone hanno avuto l’occasione di apprendere i rudimenti di questa pratica antica, ma sempre attuale, per conseguire un miglioramento del loro benessere psicofisico.

    

Nel corso dei mesi gli eterogenei partecipanti si sono lasciati coinvolgere da questa pratica, appassionandosi a quanto veniva loro insegnato non solo come movimenti, ma - ci piace crederlo - soprattutto come capacità di far emergere parte del proprio animo.

Così da ottobre a maggio, presso questa struttura, un gruppo di persone si è ritrovato ogni lunedì pomeriggio, per praticare la forma di tai chi e per meditare su quello che di volta in volta gli insegnanti proponevano loro, traendo spunto dai movimenti che venivano fatti vedere e spiegati sia dal punto di vista meccanico che da quello del significato.

    

In realtà non si è trattato di lezioni intese come solo “apprendimento di alcuni movimenti” da imparare e ripetere, ma di occasioni per vedere più da vicino la propria interiorità, attraverso il movimento.

Infatti all’inizio i movimenti erano eseguiti con difficoltà, ma con il passare dei mesi e pur aumentando la loro laboriosità, questi venivano eseguiti con sempre maggior naturalezza.

Tutti i partecipanti hanno potuto constatare i propri miglioramenti nell’esecuzione del movimento ed hanno dimostrato una maggior consapevolezza del proprio corpo… che si muove insieme alla mente.

    

I partecipanti hanno anche evidenziato alcuni effetti benefici che secondo loro potevano essere imputati alla pratica del Tai Chi: di ciò noi non possiamo avere l’assoluta certezza, ma possiamo invece dire che sicuramente la pratica del Tai Chi ha favorito quel risultato. Crediamo che più probabilmente, il merito sia da individuare non nel mezzo, in questo caso il Tai Chi, ma forse, più probabilmente, nella passione che queste persone hanno dimostrato nel seguire costantemente gli appuntamenti settimanali.

I partecipanti hanno dimostrato, con la loro assidua presenza, di gradire l’impostazione data nelle lezioni, così che hanno poi deciso un ultimo appuntamento di questo primo ciclo in un luogo diverso dal solito, fuori dalla struttura ospedaliera.

    

Hanno individuato un circolo tennis club a Massa, i cui spazi verdi sono stati valutati idonei anche per una ultima lezione di ripasso dei movimenti della forma appresa fino a quel momento.

Così ci siamo dati appuntamento presso l’OPA (che rappresenta pur sempre l’eccellente base di partenza) e quindi insieme ci siamo diretti verso il Tennis Club. Questo sembrava nascosto in una zona di villette vicino al mare, ma entrando si sono notati gli ampi spazi, sia dei campi da tennis, sia di una apposita palestra creata in una tensostruttura. Ma gli ampi spazi a verde sono stati il luogo ideale per poter, tutti insieme, dar luogo all’esecuzione della forma di Tai Chi.

    

Scelto quindi il luogo, ci siamo disposti per l’esecuzione della forma, ognuno nel posto che sentiva essere il suo, in relazione al gruppo e comunque in modo tale da poter vedere l’esecuzione dei movimenti.

Dopo qualche attimo, necessario per appropriarsi dello stato mentale necessario per l’esecuzione della forma, abbiamo iniziato il movimento ed abbiamo eseguito la forma di tai chi sotto gli occhi dei frequentatori del Tennis Club, dal momento che l’area era anche un luogo di passaggio verso alcuni campi da tennis e verso la tensostruttura.

Quanti passavano sembravano sentire l’energia del gruppo che stava eseguendo quei movimenti per cui interrompevano la conversazione oppure, mentre attraversavano l’area, parlavano sottovoce.

    

Altri mostravano un interesse anche maggiore rallentando l’andatura e guardando quello che stavamo facendo.

Forse per la maggior parte di loro si trattava di una esibizione alla quale non avevano mai avuto occasione di assistere, e sicuramente coglievano la sensazione di unità del gruppo che sembrava muoversi come una unica entità.

Il tempo dell’esecuzione della forma, poi una foto ricordo del gruppo e infine qualche minuto di relax in quel posto che si prestava in modo straordinario all’occasione.

Infatti abbiamo atteso di andare a cena presso il tennis club che, per l’occasione, era stato prenotato solo per noi; proprio questi sono i momenti in cui, parlando di qualsiasi argomento, abbiamo modo di approfondire la conoscenza uno dell’altro.

    

Ci siamo quindi avviati presso la sala allestita per la cena. Una piccola ma accogliente stanza con soltanto qualche decina di posti, ma che per l’occasione era stata riservata solo per noi.

Una cena a base di pesce ottimamente preparato che ha permesso di esaltare il gusto della cucina casalinga.

Le portate sono state davvero abbondanti, tanto che alcuni piatti non sono stati finiti, con nostro grande rammarico vista la loro prelibatezza. Tutti quanti siamo stati d’accordo nel fare i complimenti alla cuoca.

La cena naturalmente ha ancor più unito il nostro gruppo, sciogliendo quegli attimi di imbarazzo dovuti al fatto che non tutti i componenti del gruppo si conoscevano bene tra loro. Così tra aneddoti, storielle più o meno veritiere e battute scherzose, il tempo è sembrato fermarsi. Il cibo e la compagnia sono stati tali da stimolare nel migliore dei modi la conversazione; perfino la ragazza che gestisce il tennis club ha mostrato un vivo interesse per il nostro gruppo, interessandosi a quello che anche lei ci aveva visto fare poco prima nel parco.

    

Non conosceva cosa fosse il Tai Chi Chuan, e perciò ha chiesto delucidazioni. Ma non era certo possibile poter far comprendere cosa sia se non la si pratica… la pratica è conoscenza e le parole spesso risultano insufficienti a spiegare quello che la pratica mette in evidenza. Così abbiamo cercato di far affidamento su un linguaggio metaforico, che, se non si è abituati ad usare, rischia di far comprendere quello che non è: cioè una pratica bizzarra, per persone bizzarre.

Ma confidando nel fatto che anche la ragazza pratica sport, forse sarà passato qualcosa di quello che abbiamo cercato di spiegare.

    

Quando ci siamo alzati da tavola era ormai il giorno dopo e tutti eravamo contenti della serata appena trascorsa, anche se alcuni di noi avrebbero dovuto andare al lavoro solo dopo qualche ora.

Tornando verso le auto, le persone del gruppo hanno deciso di provare per proprio conto a ritrovarsi per lavorare la forma, per non scordare quanto appreso.

Tutti si sono augurati di poter riprendere il Tai Chi in un prossimo ciclo di appuntamenti, ancora presso l’OPA, ma per questo dovremo prendere contatto con il CNR e verificare se siano o meno ancora disponibili per il proseguimento di questa interessantissima esperienza.

In ogni caso non possiamo che ringraziare ancora il CNR e la struttura ospedaliera per l’importante iniziativa intrapresa e l’opportunità che ha dato alla Scuola Arti Marziali Fragale di poter dare il proprio contributo alla riuscita di questa esperienza.

Un grazie particolare credo lo meritino quanti hanno seguito gli appuntamenti settimanali ed hanno creduto in quello che stavano facendo.

La nostra soddisfazione e piacere non possono che essere la soddisfazione e il piacere di quanti hanno partecipato a questo evento.

Un grazie a tutti da parte della Scuola Arti Marziali Fragale.

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