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Tai Chi

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NO… NON SI TRATTA CERTO DI UN SUO RICOVERO URGENTE… BENSI’ DI UN INTERESSANTE ED INCORAGGIANTE ESPERIMENTO IN UNA STRUTTURA OSPEDALIERA ALL’AVANGUARDIA A LIVELLO INTERNAZIONALE NELLA CARDIOLOGIA E CARDIOCHIRURGIA INFANTILE, MA NON SOLO. FORSE SI ESAMINA L’ESERCITAZIONE NEL THAI CHI COME FORMA DI PREVENZIONE… COME TERAPIA… O COME ESERCITAZIONE RIABILITATIVA…?

“TAI CHI”… IN OSPEDALE?

Di: D.t. Giulio Socci

Questo è uno dei tanti articoli apparsi sui quotidiani locali della provincia di Massa, dopo la conferenza stampa del 17 ottobre, effettuata presso la struttura ospedaliera dell’OPA (l’Ospedale Pediatrico Apuano, sorto alle pendici massesi dei monti omonimi) per presentare ai cittadini il primo di una lunga serie di eventi facenti parte di un progetto volto al tentativo di creare “l’ospedale ospitale”, una struttura che apra le sue porte per partecipare alla vita quotidiana della comunità cittadina.

Che cos’è l’O.P.A.?

 L'Ospedale Pediatrico Apuano - OPA "G. Pasquinucci" di  Massa è una struttura specialistica dedicata alla diagnosi e  alla terapia delle malattie del cuore e alla ricerca avanzata  in questo settore.

  • In particolare la struttura eroga attività di cardiologia pediatrica e per adulti e di cardiochirurgia neonatale, pediatrica e per adulti, oltre ad una attività ambulatoriale e di diagnostica per immagini specifica.

  • I pazienti del reparto pediatrico hanno un'età compresa fra i pochi giorni ed i 14 anni di età e molti sono gli interventi effettuati su bambini prematuri per la correzione di gravi difetti cardiaci.

  • Oltre ad essere centro di riferimento regionale per la cardiochirurgia pediatrica, l'OPA costituisce un riferimento nazionale ed internazionale   per tale attività (molti sono i piccoli pazienti di Paesi svantaggiati operati all'OPA:   oltre 700 dal '97 ad oggi, provenienti in  gran parte  dai Balcani e dal Nord   Africa) e per le attività di formazione internazionale  nell'ambito della cardiologia, cardiochirurgia e cardioanestesia.

  • Da sottolineare la consistente attività di emodinamica  interventistica pediatrica, che prevede la correzione  di alcune cardiopatie nel bambino e nel neonato senza  ricorrere all'intervento chirurgico vero e proprio.

  • L'OPA, infine, è sede di laboratori che svolgono attività di ricerca Avanzata,  in particolare nell'ambito della biologia cellulare, della genetica e delle protesi   artificiali.

L’O.P.A. per le sue finalità ed i lusinghieri successi (spesso anche sperimentali) ottenuti è molto conosciuto e “sentito” dalla popolazione massese e delle province limitrofe… oltre, naturalmente, da tutte quelle famiglie, in Italia e nel mondo intero, che hanno potuto alleviare e spesso risolvere i gravi e delicatissimi problemi cardiaci di un loro congiunto.  Attualmente è diretto da un altro centro sperimentale di fama internazionale: il C.N.R. (Centro Nazionale Ricerche) di Pisa che ospita presso la sua nuova sede, in S. Cataldo a Pisa, l’istituto di fisiologia clinica.

Per promuovere una maggiore apertura dell’OPA verso l’esterno, e quindi per far conoscere meglio questa struttura, la direzione dell’OPA ha pensato di programmare una serie di iniziative correlate all’attività dell’Ospedale.

Di queste la prima ha preso in considerazione la salute, ed in particolare la prevenzione. Prevenzione, in questo caso intesa come funzionamento corretto e quindi equilibrato del nostro organismo attraverso la pratica quotidiana di attività fisica

Recentemente si sta ponendo all’attenzione del pubblico la pratica di quella disciplina del corpo che è conosciuta come Tai Chi Chuan.

Per comunicare questo messaggio, il CNR di Pisa ha in programma una serie di eventi, il primo dei quali si è svolto il 21 ottobre, presso l’OPA di Massa. Questa struttura, da sempre all’avanguardia nel tentativo di partecipare alla vita quotidiana della comunità cittadina con “l’ospedale ospitale,” ha offerto la presentazione di lezioni di Tai Chi al pubblico esterno e al personale interno dell’ospedale. Il Tai Chi è attualmente oggetto di studi da parte di importanti istituzioni mondiali. È il caso ad esempio dell’Università di Harvard, nel cui campus, non solo viene praticato, ma è addirittura al centro di innovative ricerche scientifiche.

A tenere le lezioni sono stati chiamati i migliori docenti della Scuola Arti Marziali “Fragale” di Pisa, nelle persone del suo Direttore, Roberto Fragale, e dell’Insegnante, Franco Piccirilli. Durante la lezione-dimostrazione, oltre ad mostrare le tecniche della disciplina, hanno illustrato ed elencato, sia da un punto di vista sportivo che scientifico, i benefici del Tai Chi. Quanti hanno desiderato farlo sono stati quindi invitati a partecipare attivamente alla lezione e, dal momento che la disciplina del Tai Chi è costituita da movimenti morbidi e di facile esecuzione, la cosa ha registrato subito una piena adesione. Inoltre per la sua pratica non occorre avere una divisa, ma è sufficiente indossare abiti comodi e non aderenti.

Durante altre conferenze stampa saranno poi comunicati i risultati dei recenti studi scientifici condotti sul Tai Chi, verranno spiegati i benefici di questa.

DIMOSTRAZIONE TAI CHI

    

La semplice pubblicazione di questa prima iniziativa sui quotidiani del giorno dopo, ha provocato l’afflusso di un consistente numero di persone dall’esterno e naturalmente anche l’interesse di molti medici e personale sanitario in servizio presso l’ospedale. Erano presenti anche i fotoreporter al seguito di inviati della stampa locale ed un rappresentante dell’ufficio stampa della ASL di Massa, che ha fatto molte interviste ai responsabili della struttura e promotori dell’evento, oltre che all’insegnante ed al direttore della Scuola. Sono state fatte anche delle riprese televisive per una prossima trasmissione che dovrebbe presentare tutte queste innovative e sperimentali iniziative dell’OPA e del CNR. Presente anche il Presidente della IV Commissione Regionale – Sanità, Fabio Roggiolani, appositamente giunto da Firenze, il quale ha espresso la sua piena approvazione ed auspicabile diffusione dell’iniziativa anche presso altre strutture ospedaliere del territorio regionale.

    

La dimostrazione è iniziata con una prima fase in cui l’insegnante della scuola, Franco Piccirilli, ha mostrato 4 tipi progressivi di esercizi respiratori, durante i quali Roberto Fragale ha potuto illustrare alcuni aspetti generali, per “iniziare” gli intervenuti ed inserirli nella progressiva conoscenza del Tai Chi.

Questa, la sua argomentazione: << Sono molte le definizioni che possiamo dare e che vengono solitamente date al tai chi… tutte possibili e tutte incomplete o parziali, potremmo dire. Ma vedremo e soprattutto intuiremo, durante la breve dimostrazione, quali queste possono essere…  e lasciamo poi alle vostre

            

considerazioni, quali quindi, gli effetti ed usi… a cui una sua metodica esercitazione  potrebbe assolvere. Recenti pubblicazioni scientifiche, studi ed utilizzi nelle università più famose, come quella di Harvard per esempio… ma anche il suo uso in più modesti e pur efficienti  centri riabilitativi sperimentali… ce ne danno una visione positiva ed ottimistica nel futuro, per un suo possibile utilizzo in svariati campi… da quello solo  apparentemente più ludico dello spettacolo…a quello psicologico di relazione, fino ad arrivare persino  a quelli più interessanti e significativi in campo medico, della riabilitazione, terapici o della prevenzione. Se avessimo dei dubbi legittimi in proposito… basterebbe forse pensare ad una sua sicura azione antistress e di conseguenza a tutto ciò che ne deriva o… soprattutto… che “non”  potrebbe derivarne, dalla sua mancata ed eventuale somatizzazione… per esempio.

           

L’esercitazione fisica del tai chi ha bisogno, richiede ed induce… ad una calma interiore non disgiunta da quella esteriore e visibile… ed è per indurre questo particolare  stato psicofisico…reale ed unico pre-requisito alla sua pratica… che ogni esercitazione è preceduta da appositi esercizi di chi kung (esercizi respiratori)… a cui state  brevemente, assistendo. Questi servono appunto per entrare in uno stato particolare di concentrazione e di calma interiore che ci renderà possibile l’inizio della nostra esercitazione di tai chi nel migliore dei modi…avendo cioè autonomamente eliminato, tutte quelle tensioni fisiche, che probabilmente inibirebbero la fluidità energetica del movimento. Ma vediamo adesso l’esercitazione specifica e finale… di  una delle tante forme  di tai chi chuan…>>

A queste parole, l’insegnante (che aveva appena terminato gli esercizi di Chi Kung) ha iniziato l’esecuzione di una specifica forma di Tai Chi, dalle lente ed armoniose movenze, che hanno lasciato gli intervenuti nel loro rispettoso silenzio. Come se non bastasse, l’“emozionale” oratore-cicerone, ha esortato gli osservatori a rimanere connessi acusticamente con lui (che continuava a parlargli in generale del Tai Chi e delle sue possibili applicazioni) e visivamente con l’insegnante che continuava a muoversi armoniosamente. Così facendo si è potuto mantenere lo stato di attenzione in cui tutti erano assorti...

<<Il tai chi chuan, come potete vedere…  è caratterizzato esteriormente da movenze fluide ed armoniose eseguite molto lentamente e senza mai arrestare completamente il movimento. Questo, nel suo manifestarsi esteriormente…  segue continue traiettorie circolari che contribuiscono non poco a farlo risultare oltremodo fluido ed armonioso. Così facendo, potremmo dire che  risulta visibile la sensazione di continua energia circolante nel corpo che conferisce al suo praticante.

         

Durante tutte le varie fasi dei suoi armoniosi movimenti.. possiamo notare come non ci sia mai un solo momento in cui l’intero corpo risulta statico… perché  l’ipotetica fine di un movimento, risulta in ultimo essere solo l’inizio del seguente…e così via… in ogni momento quindi,  c’è sempre una parte o semplice segmento del corpo che si muove… contribuendo questo a perpetrare e  rendere nel praticante e nell’osservatore… quella  sensazione di continua circolazione energetica… che in effetti è proprio quello che ci dicono dovrebbe provocare o indurre… ma non come un qualcosa di esterno che viene immesso nell’organismo.. bensì come un qualcosa di contenuto già al suo interno.. e reso così libero di circolare naturalmente… proprio perché induce ad una eliminazione delle tensioni accumulabili nel quotidiano. Durante tutte queste movenze inoltre, la respirazione continua ad avere un ruolo fondamentale per la conservazione dello stato meditativo della mente sul movimento. La respirazione è diaframmatica ed i movimenti degli arti superiori, perfettamente coordinati ad essa… ed  inducendo il complementare sollevamento della cassa toracica, ne aumentano l’espansione polmonare e la conseguente ossigenazione sanguigna. Possiamo comprendere  dunque, come questo fatto possa portarci a ridurre la frequenza respiratoria e cardiaca in maniera autogena e tutte le altre funzioni si armonizzano ed equilibrano naturalmente con esse.  Anche per questo forse… il tai chi chuan è stato definito tra le tante altre… come meditazione in movimento… o più propriamente come meditazione “del” movimento. Durante l’esercitazione infatti, la mente è continuamente e consciamente connessa con il movimento, esercitando e stimolando quindi la consapevolezza dello stesso ed in ultimo esaltando di conseguenza le sensazioni che il corpo continuamente ci invia. Potremmo quindi dire che attraverso questa continua esercitazione e con l’utilizzo delle vie sensitive neuro

         

muscolari… miglioriamo la  propriocettività  ed il  nostro “ io corporeo”. I suoi movimenti eseguiti lentamente o all’occorrenza.. in maniera esasperatamente lenta… provocano un sufficiente lavoro muscolare che apporta ossigenazione e nutrimento… ed induce al rigeneramento delle fibre muscolari. Le posizioni degli arti ed articolazioni sono tali… da mantenere e migliorare la loro escursione articolare…  Ma il continuo autocontrollo e coscienza del movimento, ne evita la pericolosità in soggetti anziani e ne produce una pratica in tutta sicurezza. Studi e  sperimentazioni condotte su soggetti anziani… che si esercitavano giornalmente nella pratica del tai chi… hanno portato a considerare una notevole riduzione di pericolo di rovinose cadute a causa di un migliorata sensibilità nell’equilibrio e capacità propriocettivo-cinetiche. E’ stato inoltre accertata la sua assoluta partecipazione nel ritardare e ridurre i problemi derivanti dall’osteoporosi.  Ci sono usi sperimentali riguardo la riabilitazione alla motilità e deambulazione in soggetti con varie patologie coordinative e da traumi.  Altro argomento a suo favore… è che non sembra avere controindicazioni di sorta per nessun soggetto… spesso è una delle  attività motorie possibili e consigliate da alcuni medici,  per gli infartuati e individui con varie patologie cardiache o respiratorie. Ma aldilà di queste possibili applicazioni… non dobbiamo commettere l’errore di valutarla e considerarla  unicamente come una ginnastica dolce o riservata alla terza età… il suo utilizzo come pratica antistress… o per combattere la sua insorgenza dovuta ai ritmi frenetici del quotidiano… hanno visto spesso il suo utilizzo, come valido rimedio all’insorgenza degli effetti da stress eccessivo in manager di successo o più semplicemente in soggetti comunemente più sensibili alle tensioni provocategli nel quotidiano.

                 

 Da molto tempo in alcuni luoghi orientali, ma anche sperimentata in occidente… è usata come pausa ristoratrice e corroborante nelle aziende produttive e dove i soggetti sono costretti ad esercitare le proprie mansioni in condizioni di relativa immobilità fisica… e sembra, anche con ottimi risultati. Una pratica quindi per una popolazione globale di individui… che amino tornare a  prendersi cura di se stessi in maniera naturale ed autogena… rimpadronendosi consapevolmente del proprio corpo o della propria mente, ma soprattutto… armonizzandole tra loro!>>

L’esecuzione dell’insegnante è sorprendentemente finita all’unisono con le spiegazioni ed argomentazioni portate dal direttore della Scuola Arti Marziali Fragale e senza dare loro il tempo di uscire dall’affascinato silenzio per l’armoniosa esecuzione, un’allieva della Scuola pisana ha preso posto davanti all’insegnante, ravvivando e rinnovando le aspettative, mentre il direttore della Scuola continuava ad esporre gli accadimenti della dimostrazione.

<<Molti di voi.. ne sono sicuro, si staranno chiedendo il significato di questi movimenti apparentemente inusuali… molti sapranno già che il tai chi chuan è spesso classificato come un’arte marziale per esempio… bene… come abbiamo detto in apertura… questa definizione è vera, anche se incompleta o parziale… per come si intende comunemente l’Arte Marziale.  Ma comunque in questo caso e per dare maggiore forza interpretativa ed energia intenzionale ai movimenti che avete visto e che mi auguro alcuni di voi arriveranno a voler provare di eseguire… vi diamo una delle tante possibili interpretazioni marziali di questi movimenti.>>

A questo punto i due hanno mimato un attacco, con  relativa difesa e contrattacco, con proiezione finale dell’avversario…

  La ragazza ha proiettato rapidamente l’ipotetico avversario… ma poi, per far notare che il movimento era esattamente lo stesso fatto precedentemente dall’insegnante in apertura della forma, lo hanno eseguito in coppia ma molto.. molto più lentamente e mentre lo eseguivano, il direttore della Scuola ha continuato ad accompagnare gli spettatori con le sue accattivanti spiegazioni illustrative.

<< Naturalmente in molti di voi sarà presente l’idea che un qualsiasi movimento fatto veloce… a maggior ragione possa essere eseguito lentamente… ed in parte è anche vero.. ma è altrettanto vero che per poter esprimere un movimento al nostro massimo potenziale di velocità… sarebbe auspicabile se non necessario, conoscerlo consapevolmente in ogni sua progressione per averne la perfetta padronanza… e quale migliore azione per ottenerla, se non quella lenta e costantemente consapevole?>>

Poi, sfruttando lo stupore degli intervenuti, che avevano compreso perfettamente che i movimenti erano esattamente gli stessi eseguiti tanto delicatamente prima e così tanto efficacemente poi …senza dare loro il tempo di iniziare a commentare, tenendoli ancora ben “ancorati all’attenzione” attraverso la propria voce calma e lenta, li ha esortati a provare a loro volta alcune semplici applicazioni della respirazione con esercizi di Chi Kung.

<<Adesso… per farvi toccare con mano alcune sensazioni indotte dalla sua pratica… vorremmo ed avremmo piacere che tutti voi provaste ad eseguire assieme al nostro “modello” alcuni movimenti di respirazione… Non occorre fare alcun movimento particolare… starete fermi ed imiterete solo il movimento degli arti superiori accompagnandolo con la respirazione… coraggio!>>

Sorprendentemente, anche alcuni dei medici e dei sanitari presenti, hanno voluto provare gli esercizi di Chi Kung e pian piano, altre persone hanno preso posizione nei posti loro indicatigli dal Direttore della Scuola, davanti all’insegnante. Quindi, per non perdere l’attenzione degli spettatori e persone intervenute attivamente, ha proseguito subito con le spiegazioni:

         

<<Assumete tutti una posizione comoda e facciamo assieme un piccolo chek up del vostro corpo per raggiungere la postura corretta ed ottimale per poi iniziare gli esercizi respiratori che ci condurranno in uno stato di quiete psicofisica.>>

Così dicendo li ha mantenuti concentrati facendo fare loro, mentalmente, il chek up del proprio corpo, indicando una per una le sensazioni che dovevano a provare a sentire da ogni loro parte corporea.

<<1- Piedi larghezza delle anche, le punte leggermente divaricate verso l’esterno.

2- Ginocchia leggermente flesse… non troppo… sarà sufficiente che non siano completamente tese.

3- La colonna lombare non dovrà essere particolarmente incurvata… spingete leggermente il bacino in avanti.

4- La colonna è eretta riducendo le sue curve fisiologiche e la testa spinge verso l’alto… immaginate che qualcosa vi stia tirando una ciocca di capelli sulla sommità del capo.. e voi vi vogliate allungare verso l’alto per ridurre la tensione.

5- Le spalle sono completamente rilassate e cadono verso il basso.

6- Gli arti superiori rilassati, cadono naturalmente in basso e  lungo il corpo.

7- Il peso del vostro corpo è distribuito uniformemente su entrambi i piedi e su tutta la superficie delle piante.>>

Finito il chek up e per evitare che potessero distrarsi ha continuato:

<<Bravi…! Ecco.. ora siete diciamo “connessi” con voi stessi…con le sensazioni che il vostro corpo, continuamente  vi invia… Adesso iniziamo ad entrare in noi stessi… attraverso la respirazione. Praticate una respirazione addominale attraverso l’abbassamento e sollevamento del diaframma…

Se avete iniziato a fare questo… noterete che il vostro addome si gonfierà e si sgonfierà come effetto della inspirazione ed espirazione ed a causa della conseguente  compressione dei visceri… per qualcuno potrebbe risultare psicologicamente fastidioso forse… ma comprenderete che anche questo continuo e delicato  massaggio degli organi interni… ha un effetto benefico e rivitalizzante.

Immaginate… come se aveste un palloncino nell’addome che si gonfia e si sgonfia con l’inspirazione ed espirazione. La respirazione è nasale… la bocca è chiusa e la lingua tocca il palato. Tentate di ridurre il ritmo respiratorio guardando un punto fisso, sul modello davanti a voi e rimanendo connessi con me attraverso la mia voce che vi seguirà durante tutta l’esercitazione… abbiamo scelto per voi 4 facili esercizi respiratori… di ampiezza progressivamente maggiore… faremo 3 atti respiratori per ogni esercizio…

Adesso.. seguendo ed imitando i lenti movimenti degli arti superiori del nostro modello…procedete pure agli esercizi di chi kung ( respirazione energetica che predispone alla pratica del tai chi)>>

Durante i quattro esercizi non li ha mollati per un attimo e sempre con voce calma e decisa ha accompagnato le “occasionali cavie” nelle varie fasi e ritmi respiratori, dalle prime tre fasi del primo esercizio. alle ultime tre fasi del quarto esercizio di Chi Kung. Alla fine del quale li ha esortati a compiere ancora una ripetizione lentissima del primo semplicissimo esercizio fatto:

<<e ora… ripetiamo ancora una volta il primo semplice esercizio di respirazione, ma estremamente lento…>>

Forse i più pensavano di essere liberi da lì a qualche istante… ma il direttore della Scuola ha continuato:

<<Adesso unite i vostri  piedi…>>

Vedendo che alcuni si stavano forse preoccupando… ha pensato bene di rassicurarli dicendo quello che si sarebbero apprestati a fare:

<<Bene…siete stati bravissimi… ed ora…  se sentite che i vostri ritmi si sono sensibilmente ridotti e siete in uno stato di quiete e rilassamento ottimale… proviamo tutti assieme, ad imitare i semplici movimenti seguendo il nostro modello…>>

    

Come per incanto l’insegnante ha iniziato a muoversi lentamente davanti a loro e questi, tutti all’unisono, lo hanno seguito rilassati.  Pochi semplici movimenti, naturalmente… ma che tutti hanno comunque provato ad imitare ed eseguire con successo. Per evitare poi le sicure frustrazioni per la crescente difficoltà degli esercizi a seguire, li ha interrotti, facendoli tornare nella posizione iniziale. Poi un nuovo breve chek up del corpo e, dopo un passo indietro per uscire da un’ipotetica entità che aveva indicato essere nello stesso luogo che occupavano loro, sono infine rientrati nella propria dimensione abituale; con un tono più forte e allegro ha quindi detto loro:

<<Bravissimi… ora vi annunciamo che per espressa richiesta e gentile concessione dei dirigenti di questo ospedale… saremo a disposizione presso questa struttura ogni lunedì alle ore 16.00 nella sala della biblioteca, per ripetere gli esercizi con chiunque vorrà provare ad iniziare la sua pratica… Rimaniamo invece a disposizione di chiunque volesse adesso, ulteriori informazioni, o avesse domande da fare… nel salottino davanti agli sportelli dell’accettazione. Grazie a tutti!>>

L’ampia partecipazione di pubblico esterno e interno all’Ospedale ha mostrato come queste iniziative possono creare momenti di varia aggregazione delle persone attratte, forse, dalla istintiva ricerca di una maggior benessere per se stessi, e quindi per la vita che vivono.


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