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Tailandia

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Riceviamo questo articolo da Simone Falcini  sull'esperienza tailandese
 raccontataci da un giovane atleta

“I MIEI PRIMI 20 GIORNI IN TAILANDIA”

di Ragalmuto Niccolò

 1- L’ARRIVO

Sono le 5:40 in Tailandia, è il 28 luglio del 2004, una data storica per me che non potrò dimenticare. Non la potrò dimenticare, perché l’aereo è appena atterrato a Bangkok, ed ho giusto il tempo di prendere i bagagli a mano, che finalmente posso toccare per la prima volta il terreno dell’antico Regno Siam, colmo di battaglie.

Sono felice finalmente mi trovo nel posto dove avevo deciso da tempo di andare, ma per vari motivi non mi è stato possibile. Ci dirigiamo verso l’aeroporto, e con uno splendido sorriso, e un abbraccio fraterno, ci accoglie Simone. Mi guardo un po’ in torno e vedo le scritte in lingua thai, e penso che se le metto in dei pantaloncini, la gente pensa, che sono un bel paio di pantaloncini, e non le indicazioni per la toilette. Saliamo su un auto un po’ malandata, che non avevo mai visto in vita mia, ad otto posti, e con la guida a destra (non lo sapevo!!), quella macchina è un taxi. Una volta sistemate le valigie, ci dirigiamo verso Pattaya, e il mio sguardo non può che notare con stupore, l’intreccio che esiste tra grattacieli stile New York, case antiche in stile orientale e baracche! Tutto ciò mi fa pensare e chiedo a Simone, che prontamente mi spiega che tutto ciò è dovuto al fatto che in Tailandia, se viene un americano, costruisce un grattacielo nel suo stile, se viene un giapponese fa la stessa cosa e via dicendo, creando così questo intreccio di stili che rende ancora più affascinante Bangkok.

Sul taxi sento un po’ di freddo, e penso, che se rimanevo a casa ero bello al caldo, invece mi sbaglio, perché, c’è il climatizzatore acceso, e con mio stupore più fisico che mentale, quando scendo dalla macchina, mi sento mancare l’aria, infatti, è molto rarefatta dal calore, molto pesante, e non ne sono abituato, ma guardo il lato positivo, mi sarà molto utile per far fiato.

Arriviamo in albergo e vedo la stanza, è molto carina, piccola accogliente, con tv frigo e climatizzatore. Vedendo il frigo, con Totò pensiamo che è utile per comperare da mangiare, così risparmiamo un po’, ma giusto il tempo di andare fuori a mangiare, che quando andiamo a pagare il conto ci accorgiamo che costa all’incirca 1 euro, fantastico!

Dopo cambiamo i soldi, 50 bath corrispondono ad 1 euro, e dato che da 10 bath in su, i soldi sono tutti di carta, il portafoglio, sembra essersi trasformato in una carpetta, e ci sentiamo tutti un po’ ricchi.

Girando i negozi, notiamo finalmente quanto costa poco tutto, ma soprattutto la cosa strana è che più che negozi, sembrano dei mercatini all’asta, non tanto esteticamente, ma più a livello di gestione, infatti il prezzo dei prodotti viene trattato, fino a quando non si arriva ad un accordo.

2- L’ALLENAMENTO

Finalmente per la prima volta vedo il Sityodtong Boxing Camp, non c’entra niente rispetto alle nostre palestre, se lo vede una persona normale, pensa che è sporco e brutto, ma invece per me è stupendo, è come me lo aspettavo, fatto da un capannone, con tre ring, una miriade di sacchi e tanti copertoni, mi sento a casa mia.

Dopo esserci presentati, scegliamo i maestri, anzi sono loro che scelgono noi. Non se per mia fortuna o per mia sfortuna, il mio personal trainer, è il figlio di Yodtong, il Gran Maestro Toy.

L’allenamento al campo è molto massacrante, ma con l’andare del tempo ci abituiamo, e ci alleniamo sempre di più, la cosa più bella è discutere alla fine dell’allenamento con Mauro, Totò e Gianluca, di quello che abbiamo fatto e le nuove tecniche che abbiamo imparato.

L’allenamento si svolge con una lunga corsetta, nella quale vengono inseriti degli scatti, poi si passa al molleggio sui copertoni (che male!), dopo un po’ di vuoto, si passa al lavoro ai pao ed ai focus, nel quale vengono inserite scariche di calci e di pugni, nel minuto di recupero fra un round e l’altro ci viene buttata addosso dell’acqua ghiacciata assieme a un piccolo massaggio e per terminare una sorta di stretching assistito. Dopo i pao e i focus, si lavora un po’ al sacco e alla fine un po’ di potenziamento.

3- I BAMBINI DEL CAMPO

I bambini che si allenano al campo, sono moltissimi, sono piccoli e allegri. Quando tornano da scuola la prima cosa che si nota è la divisa che indossano stile boyscout. Arrivano al camp sempre con un sorriso fiero, ma la cosa che mi colpisce molto è che sono molto educati, infatti ogni volta che arrivano al campo, ci salutano un per uno con un dolce sawadee kraap.

Due di questi bambini, mi hanno colpito in particolare, forse, perché, sono i più piccoli avendo 5 anni ciascuno. Sono molto tecnici, ma anche molto forti (per la loro età naturalmente), infatti Toy mi raccontava che uno di loro (dallo sguardo aggressivo), ha già fatto tre match e li ha vinti tutti e tre per KO, mentre l’altro, 2 li ha vinti e uno l’ha perso.

Il loro allenamento è fortissimo, tanto per cominciare, dopo che salutano tutti, senza che nessuno gli dice niente, si cambiano, si mettono pantaloncini e guantoni e si riscaldano da soli al sacco. Si allenano come forsennati, fanno tutto, dal sacco ai pao, dalle scariche di calci, a quelle di pugni, fino a finire anche con quelle di ginocchia; fanno potenziamento con piegamenti sulle braccia, sulle gambe ed persino le trazioni alla sbarra.

Un tipo di allenamento che hanno fatto fare ai bambini, che mi ha colpito di più, è stata una gara di clinch. Questa gara consisteva nel fare clinch normalmente, ma chi proiettava a terra l’altro, prendeva un punto, e vinceva chi arrivava a 10.

5- L’INCONTRO

Eravamo venuti in Tailandia, principalmente per allenarci, e se saremmo riusciti a sostenere come si deve gli allenamenti, avremmo combattuto allo stadio, ma purtroppo per noi lo stadio era da tempo impegnato e i Pattaya Stadium chiuso. Simone ci dice di combattere al Best Friend Bar dove anche se non è il Lumpini Stadium è possibile combattere con veri atleti thai che a sua volta combattono anche allo stadio. All’inizio ero scettico perché pensavo che il bar fosse disonorevole, ma dopo esserci stato una volta ho capito che il Best Friend Bar era gestito dagli insegnanti del Sityodtong e che lì si fanno gli incontri veri.

Così decidiamo di combattere tutti e tre e ci accordiamo con Simone il quale si coordina con il promotore della serata.

Il giorno dell’incontro, dopo pranzo, andiamo al campo, non ad allenarci, ma a farci fare i massaggi, con l’olio tailandese. Dopo i massaggi, facciamo un po’ di vuoto, consigli e discorsi dai maestri ed un in bocca al lupo generale di tutti, così torniamo in albergo per riposarci un po’.

Sono le ore 19:00 e Totò mi sveglia, non ho voglia di alzarmi, voglio dormire, ho sonno, ma non posso dormire, devo preparami per il match.

Sono le 20:00 e ci raduniamo tutti alla reception dell’albergo, per andare a combattere. Dopo circa 20 minuti ci rechiamo al boxing bar. I giudici ci chiamano, per fare gli abbinamenti. Nella mia testa, speravo, che il mio avversario fosse, quello che aveva combattuto la settimana scorsa, contro un cinese del mio campo, perché, è molto forte, e voglio che il mio avversario sia un avversario degno. La fortuna vuole che capito contro di lui, quindi nella mia testa penso di tirare i miei low kick per tastare, chi li ha più forti.

Nella scaletta dei match, io sono il sesto, Gianluca il quinto e Totò il quarto. Combatte anche un altro ragazzo del campo, un francese, che è il secondo. Dopo esserci cambiati, attendiamo l’inizio degli incontri. Passa il tempo combatte il francese e vince, dopo di lui combatte un italiano di un altro campo Marco Polo, che al secondo round, prende un pugnetto e cade a terra.

Adesso tocca a Totò, combatte contro il Maestro del Pedh Rung Rang, l’incontro è stato molto combattuto, con Totò che attaccava continuamente sia di calci che di pugni, facendo rimanere il suo avversario sempre alle corde, per poi finire in clinch, dove se la contendevano entrambi. Totò, quindi ormai sicuro della vittoria per via dell’enorme differenza di punteggio (anche perché, tutti gli attacchi avversari venivano bloccati sempre), al terzo round, ha cercato di gestirsi il match, quindi ha attaccato di meno. Arrivati al verdetto, tutti erano sicuri della sua vittoria, ma invece, gli danno la sconfitta, tutto ciò per via degli scommettitori, poichè tutto il pubblico aveva scommesso per lui compreso Simone ed il Maestro Saperi. Infatti dopo l’incontro si sono accese delle polemiche tanto che dei tedeschi non hanno pagato gli scommettitori visto il chiaro raggiro che si era creato.

Gianluca è stato il quarto, salito sul ring ci accorgiamo che gli hanno cambiato l'avversario, ma non fa niente. Gianluca incomincia alla grande attaccando il suo avversario, e colpendolo continuamente di diretti e frontali in pieno volto, ma il suo avversario non sembra accusare i colpi, anzi lancia delle belle ginocchiate d'incontro, schivate per fortuna da Gianluca, riuscendo anche a colpire il nostro siciliano con un bel low kick andato a segno. Si arriva al secondo round, che è il proseguimento del primo, dove si vede solo Gianluca, mentre il suo avversario non può far altro che difendersi. Ormai manca poco e finalmente al terzo round Gianluca lancia un circolare destro che colpisce in pieno volto il tailandese, ed è la fine dell'incontro.

Finalmente tocca a me, tutto è pronto, dopo avermi fatto mettere da Toy il mongkol e i prayat, con i riti, salgo sul ring. Dopo aver eseguito la Ram Muay, si dà inizio al match, non ragiono, mi viene tutto automatico, con l’allenamento ,ho acquistato tutti i meccanismi, di cui avevo bisogno, ogni mio circolare, fa cadere giù il mio avversario, ogni suo circolare viene fermato o dai miei frontali, o dai miei low kick d’anticipo sulla gamba d’appoggio. È il primo round, i miei low kick entrano sempre di più a segno con forza, velocità e precisione. Il mio ennesimo low kick fa cadere atterra il mio avversario che non si alza più, ha la coscia bloccata, e io ho vinto. Sono entusiasta, aspetto il 10 dell’arbitro e dopo avermi fatto alzare il braccio dall’arbitro, capriola, abbracci e foto. Tutti mi offrono da bere, siamo tutti contenti, peccato per Totò. Simone è all’ennesimo cielo, e ci porta tutti in discoteca, offrendoci anche da mangiare e da bere, facendoci sentire come dei veri campioni!!  

È stata una bella esperienza, e spero di poterla riprovare di nuovo, ringrazio Simone per tutto ciò!!!

GRAZIE A TE AD A KRU SAMPERI DI QUESTA BELLA VITTORIA
by Kru Simone Falcini


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