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Tailandia

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ANCORA UN RACCONTO DI MONICA MONTANELLI SULLA SUA ESPERIENZA THAILANDESE. QUESTA VOLTA CI PARLA DELL’ESPERIENZE DI COMBATTIMENTO ITALIANE AL BEST FRIEND BAR, ALLA FINE DEL PROPRIO PERIODO DI ALLENAMENTO PRESSO I CAMPS DI PATTAYA.

UNA  SERATA  AL
“BEST  FRIEND  BAR”

Di: Monica Montanelli

Allenarsi in Tailandia è senza alcun dubbio un’esperienza esaltante… ma sicuramente, mai come quella di provare a farci un combattimento! Mi dicono però che i livelli tecnici dei molti ragazzi italiani non sono tali da permettergli un incontro allo stadio (con i gomiti) senza rischiare di farsi male seriamente… e quindi per molti si opta, come prima esperienza, di farli combattere al “Best Friend Bar” (un boxingbar situato proprio sulla passeggiata a mare di Pattaya, vicino a Walking Street). Comunque anche gli incontri al bar non sono certo privi di rischi, pur incontrando non certo i fortissimi atleti che invece incontreremmo negli stadi. Mentre mi avvio assieme a tutti i ragazzi del mio gruppo (alcuni di loro avrebbero combattuto) al best friend, penso a quanta passione devono avere per lo sport che praticano… Programmare e venire in Tailandia a proprie spese, sostenere allenamenti durissimi ed infine combattere al bar e rischiare gratuitamente di farsi rompere il naso, per la sola gratificazione della migliore “conoscenza” dello sport che amano… è veramente invidiabile!

 

Come sempre i primi incontri sono riservati ai bambini (bravissimi ed emozionante vederli, come sempre) poi è la volta dei bravi e già smaliziati  ragazzini, ed infine ci sono gli occidentali, che come ogni sera aspettano il loro turno per esibirsi e provare l’ebbrezza di un incontro in Tailandia. Il primo di noi che sale sul ring è Salvatore Abate che si confronterà contro un tailandese molto più leggero di lui. (questi tailandesi non temono affatto di scontrarsi contro avversari più pesanti, questo è il loro lavoro e noto che hanno molta perizia e attenzioni per non farsi male) Salvatore, forse un po’ sconcertato dalla differenza di peso, è stato sulle prime un po’ titubante… ma poi l’incontro ha preso l’avvio. Il piccolo thai era molto attento a stoppare sul nascere le azioni dell’italiano, ma quando questo non avveniva, la forza dell’attacco riusciva (seppur bloccando il colpo) a spostarlo letteralmente! Ma il piccolo thai non faceva una piega e continuava imperterrito a incalzare Salvatore.

 

Tuttavia poi, con il passare dei minuti, la stanchezza prendeva il sopravvento del thai che non riuscendo più a contrastare di forza l’italiano veniva sballottato in più occasioni dai forti colpi del nostro atleta. Intanto la folla tutta attorno urlava e scommetteva sul vincitore. Anche tutti i nostri ragazzi (visto l’andamento favorevole dell’incontro) si sono quindi sbilanciati in queste scommesse e naturalmente puntando sul nostro alfiere. Erano specialmente i colpi di pugno dell’italiano che riuscivano forse a far soffrire maggiormente il thai, ma arrivati in clinch e malgrado la differenza di stazza, il thai riusciva perfettamente a tenergli testa e persino a proiettarlo. Secondo noi era in vantaggio l’italiano e proprio per questo nel terzo round ha cercato di gestire il vantaggio presunto… ma al momento dell’univoco verdetto arbitrale (nei bar non ci sono i giudici)  la mano sollevata è quella del piccolo thai. Io non mi intendo moltissimo di punteggi e regolamenti, ma credevo proprio che fosse ormai fatta. Poi mi dicono che forse è stato proprio perché in moltissimi di noi, avevano scommesso sulla vittoria italiana e quindi… Non so se questo sia vero, ma ripensandoci bene… in confronto a quello che sono per noi i soldi persi e per loro invece quelli che avrebbero dovuto pagare… come dargli torto? Ma i nostri, non dicevano che volevano solo fare esperienza?  Chi se ne frega del verdetto giusto o ingiusto che sia… l’importante è che nessuno si sia fatto male!

 

Comunque decidiamo di comune accordo di non scommettere più su nessun incontro… E’ la volta adesso di un altro atleta italiano: Marco Polo di Roma. Anche lui in Tailandia per allenarsi (in un altro camp dei tanti a Pattaya) voleva chiudere questa esperienza con un incontro al bar da ricordare per sempre. Ma purtroppo le cose non sono andate in maniera troppo liscia per lui. Nel primo round sembrava invece che andasse molto bene e ci aveva ben impressionato. Praticamente aveva condotto tutto il round e personalmente posso affermare che lo aveva stravinto… ma come abbiamo visto prima non si può mai sapere, anche se questo era proprio evidente perché il thai non aveva fatto praticamente niente… ma proprio niente! Nel secondo tempo continua la stessa musica, lui che attacca e l’altro che si chiude e indietreggia.

 

Ma poi, quando forse Marco aveva preso troppa sicurezza, parte con un pugno (forse l’unico o uno dei pochi) e lo colpisce preciso al mento, mandandolo malamente a terra ed esanime. Devo dire che la cosa ha fatto preoccupare tutti i presenti, ma dopo poco fortunatamente si è rialzato tra gli applausi degli spettatori, occidentali e non. Ancora un po’ confuso, lo hanno portato negli spogliatoi ma sembra che non fosse proprio niente di grave. Comunque questo caso, illustra proprio bene quello che volevo far intendere con la mia prefazione iniziale.  Cioè, è vero che questi incontri non sono niente di eccezionale, è vero che non essendoci i colpi di gomito sono meno pericolosi, ma non sono certo privi di rischi. Inoltre ci possiamo si, imbattere in atleti di poco conto, ma anche in ex atleti a volte molto bravi.

 

E’ ora il momento di Gianluca Mazzeo a salire sul ring. Questo è un ragazzino siciliano di appena17 anni e credo, dopo quello che ha visto, di leggere un po’ di ulteriore emozione nei suoi occhi. Ma con coraggio salta sul ring ed esegue la tipica danza rituale in uso prima di ogni combattimento. Inizia subito ad attaccare il suo thai, ma questo non sembra che sia particolarmente impressionato e nel mio cuore spero che non si ripeta l’evento del combattimento passato. Infatti l’avversario lo centra con un paio di ginocchiate nello stomaco che fanno temere al peggio, ma il ragazzino è molto bravo ed inizia a schivarle con abilità. 

   

Con il passare del tempo, stranamente il thai si mostra affaticato e Gianluca continua nelle sue azioni di attacco. Avevo sempre sentito parlare della resistenza dei loro atleti, ma evidentemente questi non sono certo i migliori. Poi mi dicono che nei bar non combattono gli atleti molto bravi e si scelgono per gli stranieri, avversari per loro possibili da affrontare. Questa volta credo proprio che stiamo vincendo noi, ma qua ho imparato che non si può mai sapere!  Nel terzo round poi, un calcio alla testa fa andare k.o. l’avversario tailandese e non c’è bisogno di aspettare il verdetto dell’arbitro. Noi abbiamo vinto, ma mi spiace ugualmente per il thai che, ancora in stato confusionale, viene accompagnato dai suoi allenatori negli spogliatoi.

  

E’ ora la volta dell’ultimo italiano: Niccolò Regalmuto; che dovrebbe forse essere stato molto rincuorato dall’esito finale dell’ultimo incontro. Sentivo che prima parlavano tra loro e dicevano di conoscere già l’avversario, che questo aveva combattuto sere prima contro un altro atleta del camp e che lo aveva fatto zoppicare per giorni. Sento che i ragazzi si passano la voce per sostenere con il tifo il nostro alfiere e mi unisco anch’io! Questo infatti parte molto convinto e inizia ad attaccare il thai. Ogni azione dell’avversario viene intercettata da Niccolò che si sposta con abilità. Spesso lo ferma addirittura con il calcio frontale e sono molte le volte che il thai, ormai squilibrato, finisce a terra.

 

I calci nelle gambe si sprecano e molte volte le tibie dei due ragazzi si incrociano tra loro. ma i calci di Niccolò devono essere i più forti, perchè ancora e per diverse volte il thai finisce a terra. Poi finalmente un forte calcio sulla coscia del thai lo fa andare nuovamente a terra e non riesce ad alzarsi in tempo utile. Immediatamente l’arbitro assegna la vittoria a Niccolò che esulta felicissimo assieme a tutti i suoi compagni e sostenitori. Un ultimo incontro e la serata finisce, aspettiamo i ragazzi e poi andiamo a festeggiare in uno dei tanti bar che affollano la città di Pattaya.

 

Ci spiace per Marco Polo, ma questo è il rischio che corre solo chi accetta di correrlo e parlando con i ragazzi mi dicono che molti rideranno dell’accaduto in Italia, ma anche che che gli stessi “burloni” non si azzarderebbero mai a venire in Tailandia e combattere contro un qualsiasi thai, sebbene al bar e senza l’uso delle gomitate.

(n.d.r.) Credo proprio che nessuno come noi italiani, sia bravo a parlare e criticare, ma penso che questi farebbero meglio a provare a fare anche una sola volta, quello che vorrebbero far credere di poter insegnare. (n.d.r.)  

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