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COME PROMESSOVI NELL’ARTICOLO DA NOI FATTO SULLO “Stage di boxe con Giovanni Parisi”, ECCOVI L’INTERVISTA CON GIOVANNI, CON LE DOMANDE FATTEGLI PERSONALMENTE DA MASSIMO RIZZOLI

INTERVISTA A GIOVANNI PARISI

“da Campione a Campione”

Di: Massimo Rizzoli

N.D.R. Non potevamo certo lasciarci sfuggire l’opportunità dello stage alla Rendoki Dojo , per effettuare e pubblicare una intervista al Grande Campione Giovanni Parisi… ma in assenza di Luigi Merlini (solitamente il nostro intervistatore redazionale) o di Michele Baschieri (il nostro super appassionato redazionale di boxe)… si è gentilmente offerto Massimo Rizzoli di fare personalmente le domande a Giovanni. Per questo abbiamo voluto sottotitolare l’intervista: “da Campione a Campione”… ma vogliamo anche cogliere l’occasione e ringraziare Massimo per la collaborazione e disponibilità  mostrataci.

      

Massimo Rizzoli:  Giovanni, cominciamo con le domande di rito… a che età il pugilato… e perché hai scelto proprio il pugilato?

Giovanni Parisi: Io ho iniziato da allenarmi nel pugilato all’età di 12 anni… per tante ragioni, ma prima di tutto perché costa poco e me lo potevo permettere… Sai, magari avrei voluto giocare anche a tennis… ma non avevo neanche i soldi per comprare la racchetta…  nel pugilato invece, mi davano loro tutto.. io avevo un paio di scarpe da tennis e andava benissimo così. Quindi, direi che ho cominciato principalmente per questo, poi invece ho cominciato a trovare anche altre cose, che sono invece i suoi veri e reali valori… e che mi hanno fatto quindi restare nel pugilato.

Massimo Rizzoli: Secondo te quindi, mi pare di capire che intendi il pugilato non solo come sport, ma anche come vera e propria scuola di vita

Giovanni Parisi: Certo, penso proprio poter dire di si… perché ci sono molti valori in questa disciplina sportiva, che ben si adattano e ti aiutano nella vita di tutti i giorni. La boxe ti insegna soprattutto a superare gli ostacoli. Ogni ostacolo va superato,  questo bisogna impararlo indubbiamente, ma anche tenerlo ben presente nella vita… altrimenti non va bene.

    

Massimo Rizzoli: Eri già a Voghera quando hai cominciato? E quanti incontri hai fatto da dilettante?

Giovanni Parisi: Si.. ero già a Voghera ed ho disputato 102 incontri nei dilettanti… anche se tu mi dici che non ci credi. Ho fatto il primo incontro a 14 anni nell’82 mi pare… ed ho cominciato con una serie di incontri dove, a causa della tensione nervosa, avevo per giunta un primo grande problema. Mi ricordo che durante i primi incontri mi veniva sempre da vomitare durante il match. Niente di organico, ma sicuramente solo un problema psicologico, non riuscivo a gestire la tensione nervosa e questa mia mancanza si manifestava fisicamente in questo modo. Ricordo che il problema persistette sino al 45esimo incontro. A questo proposito, voglio raccontarti un aneddoto: mi ricordo che durante uno di questi primi match e che stavo stravincendo, ma a causa di questo problema… l’arbitro mi disse che se mi veniva ancora da vomitare mi avrebbe fermato. Andai all’angolo nella pausa e lo dissi al mio allenatore, chiedendogli cosa mi sarebbe successo se mi avessero fermato. Lui mi rispose “niente”.. poi ci facciamo ancora un altro match. Io allora mi feci fermare.. ma quando l’arbitro lo dichiarò vincitore per il mio abbandono… ricordo che andai su tutte le furie… ero anche molto bravo a detta di tutti, ma questo problema mi inibiva sul ring. Poi lo superai semplicemente con il metodo di ingerire alcuni crackers prima di salire. Da li in poi non ho più avuto nessun disturbo. Ho cominciato a vincere i tornei nazionali, ad arrivare in nazionale, vincere tutti gli incontri… fino poi a vincere addirittura le Olimpiadi.

Massimo Rizzoli: Da professionista tu hai una carriera fantastica.. nel senso che hai incontrato tutti i pugili più forti e soprattutto pugili che come caratura, tanti altri pugili invece, diciamo… hanno un po’ driblato… quindi volevo chiederti il perché.. perché hai sempre voluto incontri così difficili.. perché, a parte forse qualche difesa volontaria che credo potremmo definire più leggera diciamo.. poi hai sempre voluto questi incontri, con Zaies, Santos, Chavez, Riviera..  con quest’ultimo tra l’altro ci hai prima perso, poi ci hai voluto ricombattere e con cui poi sei riuscito infine a vincere… ecco.. perché?

Giovanni Parisi: Diciamo che era soprattutto una lotta con me stesso… da quando mi sono messo in testa di abbracciare definitivamente questa disciplina che è il pugilato.. ho sempre voluto divenire il migliore… volevo arrivare al punto in cui quando passavo.. qualcuno potesse dire “guarda è passato Parisi…” quindi per la gloria io davo tutto. E con la vittoria alle Olimpiadi  ho dimostrato di essere veramente io il migliore del Mondo… purtroppo invece, nel professionismo non c’è possibilità di verificarlo in assoluto, perché  ci sono quattro versioni dello stesso titolo  e non si tende mai a fare l’unificazione, quindi non sai veramente che numero sei nel Mondo…  quindi io a dispetto dei soldi, ho sempre cercato di fare incontri veri, di dare credibilità al pugilato, ma anche e soprattutto… perché volevo verificare a che punto stavo nel Mondo. Da questa analisi ho visto che insomma.. stavo abbastanza bene diciamo.. sicuramente non sono stato il più grande, ma certamente mi trovo bene tra i più grandi.

Massimo Rizzoli: Un sacco di pugili italiani non sono riusciti a fare quel che si dice la propria “fortuna” con il pugilato…  invece mi sembrerebbe tu ce l’abbia fatta, hai una vita tranquilla diciamo, sei riuscito a sistemarti mi sembra no? Cosa c’è dietro a questa cosa forse… anomala?

Giovanni Parisi: Ti correggo.. tanti pugili italiani hanno guadagnato bene, perché ai tempi della Totip e della Fernet Branca, c’erano i soldi… e c’erano anche manager ed organizzatori che hanno fatto guadagnare i pugili, solo che poi con la propria testa non sono riusciti ad amministrare i guadagni e gestirsi nella vita. Questo è stato un loro problema. Invece più avanti e dove ormai non c’erano più così tanti soldi… io ho fatto una autogestione per riuscire comunque a guadagnare soldi e guadagnare bene. Visto che il primo attore era quello che guadagnava meno.. allora ho fatto in modo di viaggiare io, di conoscere io le persone giuste e di amministrarmi personalmente, curando i rapporti con la televisione, gli sponsor, gli organizzatori ecc. Ho trovato sicuramente una persona giusta in Andrea Locatelli, con cui abbiamo ben lavorato dal 96 al 98, questi sono stati  gli anni migliori per il pugilato  e che sembrava tornato in auge. Poi ho fatto ancora dell’attività professionistica.. ma diciamo che ormai era passata la fame…

Massimo Rizzoli: Mi sembra quindi che uno dei consigli che dai.. è che nella vita solo saper tirare pugni non basta.. ma magari sarebbe bene leggere anche qualche libro diciamo… per riuscire a confrontarsi con gli altri anche e soprattutto verbalmente.

Giovanni Parisi: Certo che si.. oltretutto poi la disciplina ti aiuta molto, dandoti la possibilità di viaggiare, conoscere, imparare a valutare le persone ecc. Ti aiuta ad aprirti gli orizzonti nella mente, ecco che allora… dopo tre o quattro parole scambiate riesci quasi a capire su grandi linee, con chi stai parlando insomma… questo fa parte anche di quei valori di cui dicevo prima e che devi imparare a farne buon uso e trasporli nella vita quotidiana insomma.

Massimo Rizzoli: Dopo il match con Close… in cui hai si perso, ma abbiamo potuto vedere che insomma.. sei ancora ben valido e per noi ancora al top… hai deciso veramente di smettere o ci darai ancora qualche altra soddisfazione? Scusa ma me l’hanno fatta a me ultimamente questa domanda.. e te la rigiro volentieri.

Giovanni Parisi: La vita è una… io ho scelto di fare il pugilato per un certo periodo e l’ho fatto.. l’ho fatto al massimo delle mie possibilità ed ho raggiunto dei livelli in cui  penso di essere stato il migliore, senza peccare di presunzione… ma nello stesso tempo ho anche cercato al mio meglio, di fare anche il resto. Mi sono divertito e adesso più che mai. Questo mio divertimento è dovuto al naturale bisogno di recupero per quello che ho dovuto fare e non fare, negli anni dell’allenamento duro... Rinunciare agli amici,  al mangiare, al bere e tutto il resto… insomma, sono andato al recupero… non ho rimpianti non ho rimorsi, però pur muovendomi ancora bene, sportivamente parlando sono lontano dall’avere il fisico di un perfetto atleta. Potrei fare qualcosa nei dilettanti… ma non professionalmente, non ne sarei più capace e penso che bisogna anche imparare a riconoscere i propri limiti insomma. Quindi, ho fatto il pugilato, l’ho fatto bene e sono arrivato a certi livelli.. ho vinto tutto dalle olimpiadi al divenire campione del mondo dei professionisti.. poi nella vita ho fatto i miei bagordi e mi sono divertito come era giusto che fosse, adesso ho la mia famiglia, una bellissima moglie e tre figli, con una famiglia bellissima quindi ho una vita bellissima e… diciamo che ho già dato grazie!

Massimo Rizzoli: Da grande? Cosa farai?

Giovanni Parisi: E già.. e da grande cosa farai Giovanni…? Cercherò innanzitutto di fare del bene per questa disciplina, perché mi ha dato tanto e poi rimane sempre la passione.. quindi bisognerebbe occupare il tempo cercando di dare in cambio qualcosa.. e io cercherò di dare del mio meglio, perché nella vita del pugile e dell’organizzatore ho imparato tante cose  e potrei dare degli ottimi consigli per far comprendere per esempio, di che cosa ha bisogno il pugilato per andare avanti insomma, anche se ci sono molte questioni politiche e burocratiche che rendono le cose molto difficili.

Massimo Rizzoli: Conosci i nostri sport, la kick boxing e la thai boxing? Ti piacciono?

Giovanni Parisi: Ceto che li conosco… ma… diciamo che ci sono certi che hanno dei bei livelli.. e tanti altri che fanno… niente!

Massimo Rizzoli: Oggi mi hai detto una cosa bellissima che vorrei ripetere.. tu mi hai detto: la kcik boxing e la thai boxing sono sport bellissimi, il vostro problema è che ci sono molti che attaccano il loro diplomino al muro… insegnano.. fanno il maestro… ma in realtà non valgono niente!

Giovanni Parisi: Esatto.. la stessa cosa sta accadendo anche un po’ nel pugilato ultimamente.. dove si è cominciato a fare il mondialino… giochi del mediterraneo, altre sigle che nascono… ci sono troppe sigle. In questi sport devi allenarti.. e allenarti bene.. perché questi sport non sono come gli altri.. qui ti puoi far male e devi essere sempre ben allenato per evitarlo e dunque bisogna essere regolari nella vita, stare attenti a non sgarrare troppo. Questo anche nel senso di esserci e con i tempi giusti per la professionalità, come maestri ed organizzatori che fanno le cose serie.

Massimo Rizzoli: Un ultima cosa e che ritengo Particolarmente a dirla: tu Giovanni sei venuto qui, non hai voluto una lira… neanche per le spese di viaggio, e con un piccolo contributo dei ragazzi abbiamo dato un segno tangibile del nostro impegno, aiuto e pensiero nel sociale, devolvendo il ricavato come contributo ad una associazione di volontariato per l’assistenza ai ragazzi down, cosa che penso ed ho visto ti ha fatto estremamente piacere…

Giovanni Parisi: Vi devo ringraziare anche di questo… oltre a dover dire che ho riscontrato in questo ambiente, una serenità, cordialità e rispetto non comune da parte di questi ragazzi che veramente ho apprezzato, oltretutto ho appreso poi che abbiamo addirittura fatto del bene assieme, per dei ragazzi meno fortunati di altri e che io penso siano veramente i Campioni della Vita.

Massimo Rizzoli: Bene, direi grazie a Giovanni, che ci ha mostrato come è campione sul ring, ma soprattutto e cosa molto importante… un vero Campione anche fuori dal ring e in generale quindi, nella Vita.    


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