UN INTERESSANTE ED AUTOREVOLE ARTICOLO DI FEDERICO FRAGALE
DA NOI ESPRESSAMENTE COMMISSIONATOGLI, SU UNO STRUMENTO ALLENANTE DI PIENA
ATTUALITA’ E CONTINUAMENTE PUBBLICIZZATO IN TV.
Le ultime frontiere dell’allenamento:
le vibrazioni
N.D.R.
Ogni volta sugli schermi TV sembra sia stata fatta l’ultima grande scoperta
sul metodo allenante con l’ausilio di macchine, macchinette e strumenti vari,
promettendo ognuno di essere quello che conferisce velocemente i maggiori
risultati per la forma fisica… e senza alcuna fatica. È così che dopo le varie
ciclette, panche e diverse attrezzature per gli addominali, fasce vibranti,
elettrostimolatori e tanto altro… siamo arrivati in questi ultimi mesi alle “vibro-machine”.
Queste sono delle apposite pedane, che inviano a tutto il corpo forti stimoli
vibranti e promettono una rivoluzionaria capacità allenante. Per saperne di più
ed informare i nostri tanti assidui lettori, che sempre più trovano particolare
interesse per la nostra web-rivista sulla
Preparazione atletica , abbiamo commissionato un articolo al nostro esperto
redazionale FedericoFragale, affinchè ce ne spiegasse il suo funzionamento e/o
eventualmente, la capacita e valenza. Come sempre e malgrado la giovane età,
Federico ha mostrato ancora una volta di sapere il fatto suo e molto
professionalmente si è documentato su autorevoli testi, ricercando e visionando
i risultati degli ultimi esperimenti fatti dai migliori esponenti nel campo
dell’allenamento sportivo… e proprio su questo tema! Eccovi il risultato:
Sentiamo ultimamente, sempre più spesso parlare di vibrazioni
e pedane vibranti e dei molteplici effetti positivi che hanno sui vari sistemi e
apparati dell’organismo.
Questa metodologia di allenamento non è ancora ben
conosciuta, è quindi indispensabile chiarire fin da subito che questo tipo di
allenamento non sostituisce gli altri, ovvero non significa “esentare” gli altri
sistemi allenanti, meglio allora dire che è possibile “integrare” l’allenamento
con questo metodo.
Ma vediamo nel dettaglio in che cosa consiste ed in che modo
fa lavorare muscolatura e sistema nervoso.
Le vibrazioni, non sono altro che delle sollecitazioni
meccaniche di tipo oscillatorio, che producono sul nostro organismo, degli
stimoli riflessi.
I parametri che su cui si basa l’allenamento con le
vibrazioni sono di 3 tipi:
-
ampiezza dell’oscillazione (misurata in mm);
-
la frequenza (misurata in hz) che indica il
numero delle oscillazioni che si verificano nella unità di tempo;
-
l’accelerazione, (misurata in g).
Da
studi effettuati nel 1994, da Enoka, è stato dimostrato che il riflesso
realizzato in seguito a questa sollecitazione meccanica, percorre lo stesso
identico “circuito neurofisiologico” che si viene a realizzare ad esempio nel
riflesso da stiramento, viene cioè messo in risalto l’attivazione del Sistema
Nervoso Periferico, che riceve l’imput dai propiocettori (fusi neuromuscolari e
organi tendinei del Golgi in particolare) e dopo aver elaborato i messaggi
ricevuti, invia la risposta… provocando quindi la contrazione muscolare.
Oltre ai fusi neuromuscolari e agli organi tendinei del Golgi,
vengono stmolati i “meccanocettori” presenti nella pelle (corpuscoli di Pacini,
corpuscoli del Meissner) nelle articolazioni e nei legamenti (corpuscoli di
Pacini in particolare): questi “analizzatori afferenti” modulano le risposte
neuromuscolari… che si attivano per attutire la vibrazione e regolare
l’attivazione muscolare.
Ogni individuo ripsonderà quindi diversamente ad ogni stimolo
vibratorio, proprio perchè in possesso di caratteristiche differenti (Bosco,
1999).
In
un altro studio effettuato da Bruke e coll. (1996) fu evidenziato che lo stimolo
vibratorio applicato al quadricipite femorale, causa un forte potenziamento
dell’attivazione dei nervi motori ,attraverso il “riflesso di stiramento”.
Tutti questi risultati, hanno permesso di stabilire la grande
differenza che cè con l’elettrostimolazione.
In quest’ultima infatti, non vi è alcuna sollecitazione del
SNC e del SNP, non si realizza cioè nessun percorso neurofisiologico, il che
forse… la dice lunga sulla povertà qualitativa di questo genere di stimolazione,
molto in voga fino a qualche anno fa.
Nigg e Wakeling (2001) hanno studiato approfonditamente la
fase di impatto del tallone al suolo durante la corsa e sono giunti alla
conclusione che le forze di impatto producono vibrazioni meccaniche, con
frequenze che variano tra i 10 e 20 Hz.
Già in precedenza e allo stesso modo, Bosco aveva dichiarato
che:
<<“Durante la locomozione, al momento dell’impatto al
suolo, vengono generate e trasmesse lungo tutto il corpo onde d’urto:
queste onde altro non sono che vivrazioni, trasmesse
attraverso il piede, lungo la gamba, la colonna vertebrale e il collo.
In breve, tutto è riconducibile all’effetto che la
forza di gravità riesce a sollecitare sulla contrazione muscolare: è infatti la
forza di gravità a fornire gli stimoli meccanici che rappresentano le
sollecitazioni responsabili per lo sviluppo del tessuto muscolare e osseo, sia
durante la vita quotidiana che durante gli specifici allenamenti.
Le vibrazioni meccaniche riproducono le variazioni
delle forze gravitazionali con conseguente determinazione di risposte a livello
neuromuscolare, osteo-articolare ed ormonale.”>>
Questo
genere di considerazione è stata applicata agli studi sull’attività
aerospaziale, tanto che gli astronauti della NASA e della ESA vengono allenati
da alcuni anni con la pedana vibratoria Nemes Bosco-System.
Esigenza nata per ridurre i problemi degli astronauti, i
quali, trascorrendo nello spazio lunghi periodi in ambiente privo di gravità… al
loro ritorno presentano drammatiche condizioni di ipotrofia muscolare e ridotta
densità ossea.
Grazie a questo nuovo tipo di integrazione all’allenamento
tradizionale, si riesce (proprio grazie al trattamento vibratorio) a migliorare
la flessibilità muscolare.
In uno studio condotto da Bosco-Fucci-Dellisanti del 2000, è
stato dimostrato che si raggiunge una notevole flessibilità degli ischiocrurali,
anche in posizione di squat con i muscoli flessori accorciati.
Il campo della flessibilità e della mobilità articolare, è
solo uno dei punti che sviluppa questa metodica di allenamento, in altri studi,
Bosco e coll.(1998) sono riusciti a provare come solo con un’applicazione di 10
minuti per 10 giorni, vi sia un aumento della forza esplosiva.
Lo stesso Bosco ha messo in evidenza significativi
miglioramenti della potenza meccanica degli arti inferiori, con atlete di volley
di livello professionistico… che sono state sottoposte ad allenamenti dei
muscoli estensori con esercitazioni alla pressa di 70-140 kg dopo
somministrazione di 10 min. di vibrazioni (Bosco e coll. 1999). Nell’esperimento
di cui vi parlo, le atlete furono sottoposte ad una somministrazione di 10 min.
di vibrazioni a circa 30 hz in due set da 5 ripetizioni ciascuna, della durata
di 60 sec. per ogni ripetizione e con 60 sec. di recupero tra le ripetizioni e 6
minuti di recupero tra le serie.
Una recente ulteriore sperimentazione, ha confrontato
l’allenamento con la WBV (vibrazione totale del corpo) al body building classico
per 12 settimane (Delecluse et al. 2003).
Sessantuno donne non allenate con i pesi hanno eseguito
esercizi al “leg press” e “leg extension”; il gruppo WBV ha svolto delle
estensioni delle gambe mentre si trovava sulla piattaforma vibrante. Entrambi i
gruppi hanno effettuato tre sessioni la settimana.
Le donne del gruppo WBV hanno ottenuto risultati simili a
quelle del gruppo con i pesi, nonostante si siano dovute sforzare molto meno.
Nello studio viene messa in evidenza la netta sensazione che, l’aggiunta della
vibrazione abbia portato ad una contrazione muscolare molto più intensa.
Homma e coll. (1981), hanno dimostrato un incremento del
volume respiratorio in seguito a trattamento vibratorio, dovuto con molta
probabilità agli stimoli riflessi ricevuti dai muscoli con funzione
respiratoria. Vi sono infine… vari studi che hanno messo in evidenza anche
migliori espressioni di equilibrio, in seguito a trattamenti vibratori.
Fonte:
BIOMECCANICA
DEGLI ESERCIZI FISICI
Dalla preparazione atletica sportiva al fitness.
Alfredo Stecchi
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