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CONTINUANO GLI AGGIORNAMENTI DA PATTAYA DEL NOSTRO INSTANCABILE COLLABORATORE ALFREDO D’OLIMPIO. OGGI SI DIREBBE ABBIANO CONTINUATO A GIRARLA DA TURISTI, MA DA QUANTO CI DICE ALFREDO… CI SONO STATE ANCHE MOLTE INTERESSANTI NOVITA’.Giringiro per Pattaya, alla conoscenza della realtà(4° parte)Di: Alfredo D’OlimpioQuesta sera ci sarà l’evento che attendiamo al Thepprasith Stadium e siamo ansiosi di sapere… se Renzo combatterà contro il Bielorusso, oppure se rimarrà tutto come da volantino… Ma intanto, vediamo cosa mi ha detto Renzo durante l’intervista che mi ha rilasciato al Sitpholek… così da presentarvelo e conoscerlo meglio.
Renzo Tolve ha 34 anni, è nato a Carbonia, in provincia di Cagliari e qui inizia 15 anni fa circa, ad allenarsi di Full Contact con Massimiliano Tuveri a Cagliari. Per la sua scuola, inizia a combattere di full contact. Poi si trasferisce a Reggio Emilia per lavoro e qui conosce Ferruccio Ferrari (che io conosco bene e con cui più volte mi sono allenato quando ci trovavamo a Roma da De Cesaris, per i corsi istruttori) ed inizia a praticare la Muay Thai. Mi dice però che in Italia non ha mai combattuto in questa disciplina, infatti dopo poco decide di trasferirsi qui. Arriva in Thailandia 3 anni e mezzo fa ed i suoi primi combattimenti di thai, avvengono quindi in Thailandia, a Korat per l’esattezza. Poi approda a Pattaya, dove inizia ad allenarsi prima da Setuch e poi da Daghio, ma da quest’ultimo dura poco perché mi dice “la sua Muay Thai è troppo spirituale” e sorride nel dire ciò. Gli chiedo spiegazioni e lo incalzo… comprendo quindi che ha avuto qualche alterco con Cristian… forse capisco che non poteva permettersi la retta che questo gli chiedeva, ma nessuna recriminazione dal punto di vista tecnico credo. Ecco la sua breve intervista rilasciatami al Sitpholek:
D: Renzo come ti sembrano gli italiani che vengono qui ad allenarsi?R: Mah… Gli italiani che sono qui ad allenarsi nei Boxing Camp di Pattaya… molti sono bravi ragazzi e vorrebbero imparare la muay thai… ma nella maggior parte dei boxing camp sono visti soltanto come una ottima possibilità di lavoro e guadagno. Spesso gli istruttori lo fanno solo per i soldi che ricevono in cambio del fatto di tenergli i pao per qualche round… alla maggiorparte di essi non gli frega niente di insegnarti qualcosa. D: Approfondiamo un po di più la cosa… che intendi dire? Qual è questo strano rapporto tra alcuni dei Camp thai qui a Pattaya… e come mi dici si comportano alcuni dei loro istruttori con noi farang?R: Bhè… non tutti chiaramente… ma molti thai, quando vedono i farang nei camp, pensano che questi non impareranno mai e che non saranno mai disposti a fare i sacrifici necessari per arrivare a conoscere veramente la muay thai e quindi non perdono tempo ad insegnarti… ma cercano solo di farti stancare con sessioni potenti e stressanti ai pao… dandoti pochissime nozioni tecniche e spesso… anche di nessun valore. Cosi loro lavorano molto meno… anzi, molto poco… e riescono quindi nello stesso tempo ristretto dell’orario degli allenamenti, a far allenare più farang… così prendono più soldi! D: E tu, come ti sei inserito in questo contesto in cui mi hai spiegato il modo in cui vengono visti e considerati i farang?R: Molti thai hanno dei preconcetti su di noi… come vedono un farang lo etichettano subito… per loro siamo dei maleducati e poco rispettosi (e ti assicuro che ci sono continuamente ottime ragioni ed esperienze quotidiane per farli pensare in questo modo). Io ho trovato molta difficoltà ad inserirmi in questa loro società. Ma poi… e forse proprio grazie al mio carattere tranquillo, che ha contribuito ad aiutarmi pian piano ad inserirmi e a far si che i thai mi diano credo adesso fiducia e mi vedano forse, non più come “il solito farang”.
D: Come vivi e ti mantieni qui… tu parli la lingua thai?R: Qui ho preso in affitto degli appartamenti che poi subaffitto a mia volta e combatto in genere 2 volte al mese con i thai più scarsi, ma i compensi non sono certo alti. Al camp poi, quando ci sono molti farang… ad alcuni gli tengo i pao, così da guadagnare qualcosa in più. Si.. io parlo il thai abbastanza bene credo… anche se è difficile come lingua e vivo senza tanti fronzoli. Faccio festa solo la sera che combatto allo stadio, ma per il resto vivo esattamente come vive un thai, modestamente, ma qui sto molto bene anche così. D: Come vedi e cosa ne pensi tu… del comportamento dei farang qui?R: Stare qui per un periodo di tempo abbastanza lungo… è molto rischioso, molti perdono la testa! Il costo della vita è molto basso per noi.. ma se uno si fa prendere la mano… direi che è l’inizio della sua fine. Questa è una città dove trovi tutto e tutto costa poco… ma se uno non riesce a contenersi ed a restare con i piedi per terra… va via di testa ed in pochissimo tempo si sperpera un bel po’ di soldi! Bisogne fare molta attenzione a questo e rimanere equilibrati. A molti farang succede proprio così, quando poi finiscono i soldi si sentono ingannati e diventano aggressivi e maleducati. Credo sia proprio per questo che siamo considerati come ti ho detto prima. D: Con la muay thai… che progetti hai? Pensi di tornare presto in italia?R: Francamente non so dirti… sicuramente ancora un anno qua e magari ancora di combattimenti. Il 30 sera dovrò dare la rivincita ad un istruttore thai della Scorpion Gym, poi stop agli incontri e non so se tornare in Italia per qualche tempo… è un po’ da vedere come mi andranno le cose qui… Ecco presentatovi Renzo Tole; un italiano che vive qui e che ci dice di essersi ben integrato in questo contesto, sicuramente non facile. Lo abbiamo conosciuto durante la nostra visita al Sitpholek Boxing Camp qualche giorno fa e l’ho inserito nell’articolo odierno proprio perché stasera combatterà allo stadio. Torniamo quindi all’inizio di questa mia nuova giornata a Pattaya.
Oggi infatti, mi si prospetta nei nostri progetti, una interessante giornata e finita la nostra consueta colazione-pranzo (colazione fatta all’ora di pranzo) incontriamo Paolo Barvero e Filippo Cinti, assieme ad un altro ragazzo italiano (anch’egli qui ad allenarsi). Ma mentre facciamo il punto della giornata con Fragale, faccio anche un'altra strana conoscenza.
Un pappagallo… che se ne sta attaccato allo specchietto di uno scooter (ho visto poi, anche quando questo è in movimento) e gioca passeggiandoci sopra. Scopro anche, di li a poco, che la sua padroncina… è una bambina italo-thailandese. Sono molti infatti gli italiani che sposatisi con donne thai, si sono poi stabiliti definitivamente in questo paese.
Si parte… per prima cosa andiamo a fare shopping in un grandissimo magazzino all’ingrosso… dove Fragale mi assicura che troverò tantissime cose ed a prezzi ancora più bassi! Con lo scooter ci dirigiamo verso la parte nord di Pattaya ed arriviamo dopo 10 minuti a “Lukdod Pattaya” sulla Soi Youmei Road.
Già sulla soglia d’ingresso, capisco che qui dovrò stare molto attento, altrimenti rischio di portarmi tutto a casa! ancora prima di entrare e all’aperto, si trovano mobili ed oggetti in legno di ogni genere e fattezza, oltre a delle riproduzioni in ferro di alcuni mostri di film famosi come “Terminetor”. Veramente uno spettacolo incredibile per un “fanatico” stravagante come me. Si avrebbe voglia di comprare tutto per la loro particolarità, ma Fragale mi tira via ed entriamo dentro lo stabile.
Stupefacente… oggetti ovunque, insieme a mobili intarsiati di grande fascino che lasciano a bocca aperta. Non so dove quardare prima e così decidiamo di iniziare da un corridoio e poi uno alla volta… farli tutti, per non lasciare niente di inosservato. Prendiamo dei cestini a mano (come nei supermercati) e cominciano gli acquisti. Tra portafogli in pelle di coccodrillo e di elefante, statuette… e tanti ricordini vari… il cestino si comincia a riempire con allegria… i prezzi sono ridicoli… e penso solo che purtroppo ho un limite di peso da rispettare nel bagaglio da spedire.
Trovo persino e finalmente, le spade del Kraby Krabong. Mi compro un altro zaino perché le cose cominciano ad essere tante ed anche dei piccoli arnesi in legno per la riflessologia plantare, che mi servono per la mia attività. Sono veramente contento di aver trovato questo posto, dove si può acquistare merce particolare ed a prezzi veramente eccezionali.
Prosegue il “giringiro per Pattaya” e adesso andiamo in spiaggia a Jomtien beach… e qui e là, per scattare qualche foto a questo bel “paese dei balocchi”.
Addirittura troviamo un’arco all’ingresso della beach road di Jomtien, verso la spiaggia, che riporta la dicitura: “Pattaya estreme city”… penso che questo dica tutto!
Nel proseguire il nostro girovagare, ci rechiamo sulla collina di Jomtien, che divide Pattaya centro da Pattaya sud… dove mi dice Fragale che ci sono dei templi buddisti, sia cinesi che tailandesi… il primo che visitiamo è quello cinese. Salendo su per la collina lo scooter comincia ad accusare il peso, anche se un po’ sono dimagrito… i miei 90 kg si fanno sentire.
Un posto veramente da relax, con dei bei giardini e tanti piccoli templi, dove le persone si fermano per pregare e propiziare il proprio destino agli dei. Costeggiando la via interna c’è un lungo muro con raffigurazioni che raccontano la storia del buddismo e passeggiamo in questa esoterica atmosfera di pace, sotto un sole bollente.
Ci spostiamo adesso verso il tempio thai, ma prima ci rechiamo su una terrazza all’interno di una struttura della marina militare, dove si può ammirare Pattaya dall’alto ed in tutto il suo splendore di città moderna. Da qui si nota anche l’insieme di tutte le isole vicine, servite dai traghetti che fanno continuamente la spola con la terra ferma.
Noto, e non è la prima volta, che qui sono molto attenti all’abbattimento delle barriere architettoniche, argomento molto grave e delicato in Italia.
Si passa adesso al vicino tempio thai. Qui come si arriva c’è un ometto che consegna (con 100 bath… 2 euro circa) delle piccole gabbiette piene di piccolissimi uccellini, simili ai passerotti, da liberare per propiziarsi gli spiriti.
Ed io seguo la tradizione…. liberando un gruppo di uccellini. Poi noto la maglietta indossata dal tipo… con la figura enfatizzata di Bin Laden… con la scritta: “attacco all’America”… Una contrastante riflessione si fa strada nella mente: <<”Lui forse, cattura gli uccellini per metterli in gabbia e farsi pagare perché qualcuno li liberi?”>> Ah!! Rapimento… con riscatto?
Sulle bancarelle all’interno, ci sono anche dei secchielli già confezionati con offerte, che la gente compra e poi offre alle divinità. Alcune statue sono ricoperte da piccole sfoglie d’oro e sono soprattutto queste, le offerte che la gente fa.
Da lontano si staglia la torre del Pattaya Park, un parco di divertimenti con tanto di montagne russe e piscine megagalattiche. Dalla altissima torre, scendono persone attaccate a funi d’acciaio, imbrigliati solo in una imbracatura tipo deltaplano e sostenendosi con le mani, si viene giù sospesi nel vuoto… Ci facciamo un giro e ci ripromettiamo di passarci forse una intera giornata, al refrigerio delle bellissime piscine.
E pensando alle piscine si torna nel residence per rilassarsi un po’ in attesa della serata che ci aspetta.
E un buon bagno non guasta mai. Scambiano anche due chiacchiere con qualche strano e singolare personaggio del residence. Poi io torno al mio albergo per finire di scrivere alcune cose e cambiarmi per andare al Tepprasith. Torno a prendere Fragale e ci rechiamo allo Stadio.
Appena arrivati un allenatore del Sitpholek ci riconosce e ci invita a sederci al tavolo di un “ristorante” thai e lì attendiamo che arrivi Cristian Daghio. Squilla il telefono e Fragale mi comunica che Renzo non ha accettato di combattere con il Bielorusso. (ma dico io… visto che a noi lo avevano detto molti giorni fa… perché questi thai le cose le devono dire sempre all’ultimo momento?) Quindi adesso i promoter thai, dovranno tentare di trovare un avversario per il fortissimo bielorusso. Mentre Fragale mi spiega queste loro discutibili e pessime usanze, arrivano i bielorussi con Dimitri in testa, che è solo contento di vederci ancora. Noto che l’organizzazione dei thai è orrenda e in breve tempo non ci si capisce più nulla. Il promoter che ci aveva invitato non si vede neanche, gli atleti che devono combattere fino all’ultimo istante sono qui al ristorante a chiacchierare e bere… penso invece che se da noi c’è una virgola che va male, tutti si lamentano… vorrei invece che adesso vedessero qui cosa succede.
Dopo tante discussioni fra Daghio e i vari promoter si riesce a trovare un avversario per il bielorusso… un thai di 60 kg (il bielorusso ne pesava 90). Non danno molta importanza alle proteste di Cristian… perché secondo loro i farang non sanno combattere nella muay thai. Ma poi Daghio riesce a far si che si trovi un thai più pesante (70 kg.) che ci combatta… Noi rimaniamo li seduti a vedere ed ascoltare tutta questa confusione ed apparente menefreghismo per l’incolumità degli atleti. Ma siamo in Thailandia… Non c’è da stupirsi mi dice serafico il Fragale, che vedo rimanere impassibile a tutti questi inauditi eventi. Beato lui, io mi sarei… … e non poco. Da parte sua invece, decide solo di non arbitrare, mi dice per non rischiare di rimanere eventualmente invischiato in strane loro macchinazioni. Mi dice infatti, che quando succedono cose strane… ed è immischiato in qualche modo un farang… quasi sempre la colpa è sua, figuriamoci se questo poi, è l’arbitro del match. Scherzando su questa eventuale cosa che potrebbe ripercuotesi su di lui gli dico: <<”e che problema c’è.. allora è come in Italia e tu dovresti esserci abituato! Chi è il Max tailandese della situazione?”>> ahahahah… Ma sicuramente devo ancora comprendere di più sul conto ed usanze di questo popolo e di come vanno le cose qui.
Fragale decide di non entrare neanche nello stadio per non farsi vedere dal promoter a cui aveva promesso di arbitrare, per non dovergli spiegare a cosa fosse dovuta la sua polemica ma prudente decisione. Andiamo allora al punto internet come al solito ogni sera (per mandare il mio articolo del giorno prima) e poi a mangiare qualcosa. Al ristorante e telefonicamente, Cristian ci tiene continuamente informati, sullo svolgersi degli eventi allo stadio. Qui ci arriva quasi subito la prima telefonata di Cristian con la notizia che Renzo ha perso ai punti contro il fratello di Poth. Prima ancora che avessimo finito la nostra cena, la seconda telefonata di Daghio ci informa che il bielorusso, come si prevedeva, ha messo ko dopo una decina di secondi dall’inizio della prima ripresa il malcapitato thai, demolendolo malamente a suon di pugni. Per fortuna che secondo loro, essendo un farang non conosce la thai… figuriamoci allora se l’avesse conosciuta. Molto spesso credo infatti che i Thai abbiano a buona ragione i loro preconcetti su di noi … ma spero che questo gli possa avere insegnato… che non è detto sia sempre così per tutti… e non dico questo solo per noi, ma soprattutto per i loro boxer, che ho notato sono tenuti sempre all’oscuro delle loro macchinazioni e molto poco in considerazione. Dopo questa giornata di giringiro e situazioni molto particolari, andiamo finalmente a nanna, vi rimando a domani per darvi le prossime notizie della giornata.
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