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LA RINOMATA SCUOLA DI DANZA “LILIANA COULON”, CHE E’ STATA OSPITE IN QUELLA GRANDE SERATA DI SPETTACOLO IN OCCASIONE DEGLI ULTIMI CAMPIONATI ITALIANI FIKB A PISA  (VEDI: Evento: i Campionati Italiani F.I.KB. a Pisa) HA INVITATO LA SCUOLA ARTI MARZIALI FRAGALE AL SUO SAGGIO DI FINE ANNO. L’ISTRUTTORE FRANCO PICCIRILLI CI RACCONTA DELL’IDEAZIONE DELLO SPETTACOLO E DELLA  SUA PREPARAZIONE.

LA PREPARAZIONE

Di: Franco Piccirilli

     

Ci siamo di nuovo… lei era ancora davanti a me con i suoi modi prorompenti di vitalità, che rasentano una delicata sfrontatezza, ma con gentilezza e senza comunque esitare nella sua decisione, si ripropone ancora per come forse gli era piaciuto tutte le altre volte che era accaduto. Ci eravamo incontrati come spesso accade, ma forse avevamo anche sentito la reciproca energia di una naturale passione per ciò che facevamo: esprimersi attraverso il movimento dei corpi. Pur militando in discipline forse apparentemente diverse, avevano già sperimentato incontri di collaborazione. Liliana Culon ha una sua scuola di danza ritmica all’interno della soc. Bellani di Pisa, mentre io sono insegnante di kung fu alla Scuola Arti Marziali Fragale di Pisa.

    

Danza e Arte Marziale possono avere molte più cose in comune di quanto forse si possa pensare. La danza vuole forse esprimere qualcosa di interiore, uno stato d’animo verso l’esterno, facendo del movimento l’espressione di ciò che si è dentro, liberando la propria energia, il proprio essere naturale in armonia con la vita. L’arte marziale è forse il combattimento della vita che è dentro ognuno di noi per potersi liberare da schemi precostituiti ed acquisiti, andando ben oltre le apparenze, verso l’essenza di ciò che la vita sembra essere... il ritmo! La sua proposta non mi era certo inusuale per come ormai sembrava ci conoscessimo, per cui da subito avevo dato la mia disponibilità e non certo solo per educazione, ma perché, come lei credo sapesse, mi sarei sentito onorato di potermi esprimere insieme alla sua scuola. E proprio a questo pensavo, all’incontro di due scuole…

    

In palestra ne avevo poi parlato con il suo direttore Roberto Fragale della proposta di Liliana Culon. Anche lui si è subito dimostrato entusiasta di questa continua collaborazione e scambio di interventi, dando anche questa volta il suo incondizionato appoggio, come del resto aveva fatto nelle precedenti. Così proposi a Liliana Culon se ritenesse opportuno prevedere anche un lavoro di gruppo, tra alcuni dei miei studenti e alcune delle sue ragazze, creando una commistione tra le due scuole… danza e arte marziale. L’idea naturalmente gli era piaciuta, anche perché forse, quello che le proponevo era quello che anche lei desiderava per il suo… spettacolo.

    

Non restava allora che prepararci ognuno al meglio… ma quel meglio che non vuol dire complicato, ma forse solo la realizzazione di qualcosa di “elegantemente semplice”. Infatti credo che proprio la semplicità sia l’eleganza della bellezza, non certo ciò che è estremamente complicato e con inutili virtuosismi. Il gesto semplice se fatto con intensità, riesce a trasmettere ed a far comprendere forse e addirittura meglio ciò che stiamo trasmettendo, al contrario forse di un gesto estremamente complicato… dove forse non si capisce altro che la bravura di chi lo compie. Volevo un linguaggio estremamente semplice e che credo potesse essere compreso da tutto il pubblico presente.

    

Con Fragale l’intesa è quasi istantanea, entrambi sappiamo sempre cosa vogliamo ottenere… per cui entrambi sforniamo quelle tante piccole idee, che ci permetteranno poi di arrivare dove forse già sapevamo di essere. I suoi suggerimenti infatti, si riveleranno estremamente “preziosi” per l’esito dello spettacolo. Ma se da parte mia avevo assicurato la partecipazione… insieme a Fragale volevo riuscire a far partecipare anche i ragazzi del corso di kung fu. Alcuni di loro frequentavano il corso già da qualche tempo, mentre altri avevano cominciato solo quest’anno.

Quanto gli veniva chiesto di fare quindi, poteva sembrava fosse qualcosa che si discostasse dal corso di kung fu e dal suo programma. In realtà questa era solo una opportunità per dare seguito a ciò che gli veniva insegnato. Infatti, proprio in quel periodo stavano appunto studiano una delle forme della scuola di “kung fu Fragale” e sarebbe stato quindi estremamente naturale… poterla presentare in quella occasione. Inoltre, il tempo per potersi preparare adeguatamente non mancava.

Inizialmente i ragazzi avevano mostravano un certo scetticismo, forse dovuto ad una loro distorta consapevolezza delle proprie capacità. Ma sia Fragale che io, sapevamo che lavorando assiduamente avremmo ottenuto quello per cui ci eravamo impegnati. Così lezione dopo lezione, costruivamo insieme ai ragazzi quegli schemi motori necessari affinché acquisissero maggiore sicurezza nei movimenti. Il lavoro di gruppo, fatto in un certo modo, aveva cominciato ad entusiasmare gli studenti che accrescevano le loro capacità psicomotorie, per cui in ultimo, forse solo quelli che avevano acquisito fiducia in se stessi, sarebbero riusciti a portare a termine il compito che gli era stato assegnato e per il quale comunque, erano anche venuti alla Scuola Arti Marziali Fragale.

Con Fragale non mancavamo mai di trasmettere loro il nostro entusiasmo per questa nuova prova, dando quei tanti piccoli accorgimenti e consigli, la cui somma avrebbe fatto il totale… e quindi reso spettacolare ciò che stavamo preparando. La serietà che noi mostravamo, responsabilizzava anche l’impegno dei nostri studenti, molti dei quali si applicavano assiduamente per poter riuscire a fare bene quello che noi sapevamo sarebbero riusciti a realizzare. Nei giorni precedenti l’evento, non mancavamo mai di provare insieme a loro i movimenti.

Da non trascurare poi, anche l’ausilio della musica. Per l’occasione ci eravamo avvalsi delle musiche tradizionali con i tambuti, i taiko, il cui ritmo ben si adattava all’esecuzione dei movimenti. Naturalmente, non sono mancate le prove generali con le ragazze della scuola di ginnastica ritmica di Liliana Culon. Con il tempo quindi, anche la fiducia dei ragazzi cresceva e forse anche la consapevolezza di far parte di un gruppo e come tale, il gruppo aveva bisogno di ognuno, così come ognuno aveva bisogno del gruppo. Ma prima di tutto questo… sembrava crescesse in loro la sensazione di far parte di un gruppo… per poi forse sentire di essere divenuti il gruppo stesso. Questo consentiva di amalgamare il gruppo, di dare forma al movimento, non più di ognuno, ma di… tutt’uno!

Con Liliana ci vedevamo spesso per parlare di quello che doveva essere il lavoro delle due scuole. Trovare il modo di valorizzare il movimento dell’altro, con il proprio. Non era certo cosa semplice, ma lo sarebbe diventato solo se ci fosse stata una intensa intesa di entrambi, su come si voleva che il tutto accadesse. Per cui, anche il nostro modo di vedere la danza del movimento… avrebbe dovuto essere il più coincidente possibile. Anche se superficialmente sembrava che le nostre scuole fossero distanti in quanto diverse, lo erano invece solo apparentemente. Scavando in profondità in ognuna di esse, si poteva infatti apprezzare quanto queste fossero invece più simili, di quello che comunemente si potesse scorgere. E questo, d’altra parte non avrebbe potuto essere altrimenti… per poter preparare una danza come quella che stavamo facendo emergere.

Erano bastati pochi incontri di prove tra le nostre scuole infatti, per poter apprezzare la bellezza della semplicità di ciò che ognuno di noi stava preparando per l’altro. L’appuntamento era per la sera di venerdì 15 giugno al palazzetto dello sport di Pisa, che sembra in questo periodo sia spesso utilizzato per spettacolari attività. Con i ragazzi del corso di kung fu ci eravamo accordati per trovarci in anticipo sull’inizio della serata, proprio per fargli prendere contatto con l’ambiente, per sentirsi parte di quell’ambiente, eliminandone le sensazioni di apparente disagio per il pericolo di sentirlo come un luogo non familiare. Ne abbiamo quindi approfittato per fare alcune prove, ma soprattutto per tranquillizzare le ultime perplessità sull’esecuzione, basate sul sincronismo dei movimenti.

Era per tutti noi un’occasione per stare assieme e condividere quella stessa identica passione e per cui ci eravamo incontrati in un corso di kung fu. Quella che poteva sembrare una mia apparente svalutazione di quello che stavamo facendo, era forse, solo un modo per mostrare loro tranquillità. Quella tranquillità dovuta al fatto che conoscevo le capacità dei miei ragazzi e del lavoro che avevamo fatto sotto la guida del capo scuola il Maestro Roberto Fragale. Si, eravamo soddisfati dell’impegno che gli studenti della Scuola Arti Marziali Fragale avevano mostrato di avere per il loro corso. E questo piacere era ciò che entrambi mostravamo loro. Certamente anche tra loro c’era chi si mostrava più apprensivo per la prestazione e chi lo era un po’ meno. Ma credo che ognuno abbia dato quello che era il suo massimo, esattamente per come gli avevamo richiesto di fare.

Camminare sul parquet del palazzetto a piedi nudi, sentirne quindi la fresca sensazione, nuotare negli ampi spazi dell’area da utilizzare per lo spettacolo, dava forse sensazioni che già in passato avevo avuto modo di provare e che in quei momenti riemergevano. Non certo i ricordi, quanto invece credo soprattutto il piacere di essere lì, insieme a quanti hanno condiviso questa esperienza. Le dimensioni molto grandi rispetto a quelle della palestra, permettevano di poter sentire la libertà del proprio corpo muoversi e quasi fluttuare nell’aria, leggero, quasi galleggiasse. Così i movimenti sembravano sgorgare da qualcosa che non era più proveniente dalla mente cosciente, ma nascere dall’interno di qualcosa che non era il corpo, ma che era “nel” corpo… forse solo semplice “energia”.

     

Liliana stava ultimando i preparativi e dando gli ultimi consigli alle sue ragazze, mentre il pubblico cominciava ad affluire all’interno, segno che tra non molto sarebbe cominciato il… movimento dell’energia.


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