DOPO L’UTILIZZO NELLA BOXE E TUTTE LE POLEMICHE CHE HANNO
GENERATO, ECCO CHE L’USO DELLE SCORE MACHINE INIZIANO AD ESSERE PRESE IN
CONSIDERAZIONE ANCHE PER LA KICK BOXING DALLE DITTE PIU’ ATTENTE ED INNOVATIVE…
LA SAP PER ESEMPIO, CHE SAPPIAMO STA LAVORANDO PER LA LORO MESSA A PUNTO ANCHE
NELLA KICK BOXING. PROPRIO LORO CI HANNO COMMISSIONATO UNA INDAGINE CON PARERI E
DISCUSSIONI SULL’ARGOMENTO. HANNO PRESENTATO UN PROTOTIPO SPERIMENTALE AL
PRESIDENTE DELLA C.N.A.
ROBERTO FRAGALE PER UNA SUA PRIMA IMPRESSIONE CRITICA, AUTOREVOLI OPINIONI E
PREZIOSI SUGGERIMENTI DEL CASO. IL NOSTRO COLLABORATORE REDAZIONALE LUIGI
MERLINI, DOPO AVERCENE DATO AMPIO RESOCONTO IN UN ALTRI PRECEDENTI ARTICOLO…
RACCOGLIE ANCORA ALTRE IMPRESSIONI ED AUTOREVOLI IMPRESSIONI SU ALTRI ASPETTI E
GLIELE PROPONE AL VAGLIO.
LE MACCHINETTE NEGLI
SPORT DA COMBATTIMENTO
- 3a parte -
Di: Luigi Merlini
Dopo
l’articolo “Arrivano
le “score machine” in cui vi ho illustrato il progetto in corso da parte
della SAP per la messa a punto e sperimentazione delle score machines nei nostri
sport da combattimento continuato ed avergli richiesto un suo personale
commento su altre altrettanto autorevoli opinioni apparse su
boxeringweb…
ecco che sullo stesso attento sito, appaiono altre opinioni, nel corso di una
loro inchiesta su queste famigerate e tanto discusse macchinette. Non ho fatto
quindi altro che mandarle via email a Roberto Fragale per richiedergli le sue
personali impressioni… ed ecco quindi, che anche la nostra indagine informativa
si allarga. Nonostante ci avesse già dato suoi personali pareri nel secondo
articolo “Ancora
sulle score machine” e vedendo che la redazione di boxeringweb continuava la
sua gradita inchiesta con un seguente articolo ed altre sempre più autorevoli
opinioni… gli ho mandato anche queste ultime per una sua ulteriore opinione,
certo che da sincero appassionato alla cosa, non si sarebbe sottratto a quanto
richiestogli. Il giorno dopo infatti, Roberto mi rimanda le sue personali
impressioni ed io compongo per voi questo mio terzo articolo sull’argomento.
Buona lettura.
Favorevoli o Contrari alle”macchinette segnacolpi”?
Da:
Boxeringweb
Scopriamo se e quanto uno strumento può aiutare a valutare
meglio due atleti che affidano ad altri il giudizio sulla loro arte. Nella terza
puntata rispondono l’arbitro Claudio De Camillis (favorevole) e il tecnico
azzurro Francesco Damiani (contrario). Cosa si potrebbe fare per migliorare un
mezzo che ha cambiato il pugilato?
Claudio De Camillis ha operato,
come arbitro e giudice, alle Olimpiadi di Atene, a 5 edizioni dei Campionati
Mondiali, a 3 Europei, a 2 Coppe del Mondo e ai Giochi Panamericani. E’ il
nostro attuale più qualificato esponente della categoria, ai massimi livelli
internazionali.
Claudio
De Camillis: Sono favorevole alle score-machine, perché esse obbligano il
giudice alla massima attenzione, dal momento che deve valutare ogni colpo,
verificare non solo che parta bene, ma che arrivi regolarmente a segno e per
fare ciò non ha che pochi attimi di tempo e ciò evita le umane distrazioni a cui
spesso si andava incontro con i cartellini da compilare; inoltre, ad ogni round,
emerge il modo in cui egli ha operato e cioè se ha premuto troppo, se ha premuto
fuori-tempo o non ha premuto affatto. E’ chiaro che se qualcuno è incapace e/o
disonesto, la score-machine non c’entra nulla, perché dietro c’è sempre e
comunque un uomo, però la macchina serve a limitare tali inconvenienti. Per
farle funzionare bene, però, ci devono essere giudici (ovviamente onesti),
appositamente addestrati, valutati, aggiornati e che non le adoperino una volta
ogni tanto, perché esse richiedono un allenamento specifico che non hanno, ad
esempio, coloro che provengono da Paesi con scarsa attività o dove sono
raramente utilizzate.
Roberto
Fragale: Finalmente ho l’onore ed il piacere, di leggere un’opinione
sull’argomento, dataci da un addetto ai lavori che mostra eloquentemente di aver
compreso come funzionano le macchinette e che con il loro utilizzo, il singolo
giudice eventualmente disonesto, non può che mostrare la propria sfacciata e
stupida partigianeria, proprio perché sarebbe immediatamente scoperta e valutata
dai propri supervisori. L’unica cosa che potrebbe coprire la sua malafede,
sarebbe appunto la propria inadeguatezza ed abitudine ad operare con le
macchinette… quindi ammettere se non addirittura richiedere esso stesso, la sua
opportuna estromissione dall’incombenza datagli.
Claudio De Camillis: Per migliorarle, si dovrebbe
poter usufruire di una terzo tasto o qualcosa di simile, con il quale correggere
un errore involontario molto comune; a volte, infatti, un pugile porta un colpo
con l’interno del guanto o leggermente basso e l’arbitro dà lo stop e richiama
l’atleta…ma i giudici, intanto, hanno già premuto il tasto e il punto rimane
segnato, pur se l’arbitro l’ha annullato! Ecco, se ci fosse modo di cancellare
questo colpo non regolamentare, i punteggi sarebbero più precisi e giusti.
Inoltre, un modo per “smascherare” l’eventuale incapacità o malafede di un
giudice potrebbe consistere nel rendere noti al pubblico, alla fine di ogni
ripresa, non solo il punteggio “globale”, ma quello personale di ciascun
giudice, la cui professionalità e correttezza verrebbe così immediatamente
percepita dagli spettatori e non solo da coloro che sono autorizzati e
verificare l’andamento delle score-machine, sui monitor a bordo-ring.
Roberto
Fragale: Concordo pienamente con quanto detto dall’attento e precisissimo
arbitro Claudio De Camillis, che denota oltremodo la sua professionalità. Nelle
macchinette con cui ho avuto occasione di esercitare io, durante le prime 3
edizioni dei mondiali IAMTF in Thailandia… c’era anche il tasto per annullare il
punto dato infatti… e questo sarebbe senz’altro una buona cosa ed esattamente
per il caso specifico indicato dall’attentissimo sig. Claudio De Camillis.
Naturalmente anche per l’eventuale indicazione sui tabelloni dei punteggi dati
dai singoli giudici… ma questo, come già da me detto anche negli altri articoli,
prevedrebbe di ingrandire i tabelloni ed aumentare le opzioni delle macchinette.
Pur non essendo questa una cosa molto grave o difficile… ritengo personalmente
che questa cosa alzerebbe il livello di stress ai giudici, che invece a mio
personale avviso, ritengo debbano essere messi in grado di operare in piena
serenità.. e non con la tensione di dover dimostrare la propria onestà..
(significherebbe forse presupporre la loro disonestà a priori?) o con il timore
in caso di errori involontari (ma comunque il punto non sarebbe ugualmente
segnato, mancando l’assenso della maggioranza) di poter essere tacciato
ingiustamente (o forse a volte, persino pretestuosamente?) di disonestà.
Francesco Damiani è, dati alla
mano, uno dei più importanti rappresentanti del pugilato Italiano. Dopo Carnera,
l’unico ad aver conquistato il Titolo Mondiale dei pesi Massimi, seppure di
sigla (WBO). Anche Campione d’Europa tra i professionisti, da dilettante ha
vinto 3 titoli Italiani, 2 titoli Europei, l’argento ai Mondiali e alle
Olimpiadi di Los Angeles.
Francesco
Damiani: Sono di un contrario rassegnato, oppure di un favorevole
scontento…Fate voi! Nel senso che, da questa decisione non si potrà più tornare
indietro. Se dovessi decidere io, tornerei a giudicare manualmente e
concettualmente. Si esprimerebbero giudizi più ampi sul pugilato, sui suoi
valori tecnici, sulla spettacolarità. Questo non sarà possibile se le nazioni
che dominano il mondo dilettantistico non decideranno di tornare indietro. E’
ovvio che la score-machine ha cambiato il pugilato di oggi. I colpi devono
arrivare in uno spazio predefinito, l’impostazione dell’atleta deve seguire
questi canoni. Chi passerà al professionismo, se avrà doti particolari e volontà
di crescere, imparerà a colpire al corpo, a ”lavorare” in un certo modo dalla
corta distanza, a muoversi in una maniera diversa. Chi non si adeguerà, perché
poco incline ad imparare cose nuove (molti campioni di primo piano, per decenni,
hanno fatto sempre la stessa boxe imparata da novizi e sono risultati vincenti),
sarà un professionista di medio livello. Una realtà dura da accettare ma è
quella che si prospetta.
Roberto
Fragale: Definirei il grande Francesco Damiani uno spirito puro e
corretto... con idee passionali, ma con i piedi ben piantati per terra… da vero
Campione quale è stato infatti sul ring e che a quanto pare, sembra continui ad
esserlo anche fuori. Certo, che la sua preferenza per i giudizi e valutazioni
maggiormente globali dei cartellini sarebbero più congrui… sia con lo spirito
della noble arte che con il successivo passaggio dei dilettanti al
professionismo, oltre che sul reale valore tecnico complessivo dei due
contendenti. Questo tuttavia presuppone una classe arbitrale e giudicante
veramente professionale e al disopra delle parti, a cui forse e proprio per la
mancanza di questa, ho letto che (ma vorrei poter sperare di no) si è giunti
all’uso delle macchinette. Forse è proprio per questo… che dice di essere un
contrario rassegnato o un favorevole scontento. Almeno, questo è quello che ho
creduto di poter leggere tra le righe.. e concordo in pieno e con lui, se
proprio questo fosse anche il suo pensiero.
Francesco Damiani: Per migliorare c’è solo una
possibilità. Istruire gli uomini. Fare capire, a chi giudica, che è
indispensabile conoscere profondamente il pugilato, specialmente quello di oggi.
Il giudice delle score-machine deve studiare, informarsi, capire per giudicare.
Il fatto che agli ultimi Mondiali ci fossero 5 giudici e dietro altri 5, per
dare un secondo parere, può essere utile, come rendere pubblico il giudizio
ripresa dopo ripresa. Sarei favorevole ad una giuria mista (anche chi giudica la
tecnica, deve esprimere il proprio parere) ma torno a dire che essendo le
score-machine mosse da uomini, al pari delle matite sul notes, dovrebbero essere
utilizzate da persone istruite profondamente, anche sui valori del nostro sport.
Roberto
Fragale: Personalmente avrei una sola parola per commentare: “Esatto”! La
continua professionalizzazione al passo con i tempi di ogni Ufficiale di Gara
che si rispetti, dovrebbe essere la prerogativa dominante di ciascuno di noi per
il “rispetto” dello sport in cui si è immersi in piena e conscia responsabilità
di vitale importanza, oltre che per quello degli atleti… ma soprattutto per il
rispetto ed apporto significativo alla classe arbitrale, alla propria
Federazione ed in ultimo… sebbene non ultimo in ordine di importanza… per il
rispetto di se stessi! Credo che il tutto possa essere sintetizzato come già
fatto egregiamente da lui, indicando queste cose come “valori dello sport”.
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