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VI PROPONIAMO UN INTERESSANTE ARTICOLO A FIRMA DEL GIOVANISSIMO  FEDERICO FRAGALE E FRUTTO DI UNA PROPRIA PERSONALE RICERCA SULL’EVOLUZIONE DELLO SPORT IN GENERALE E DELLA SUA PRATICA. ARGOMENTO NON SEMPLICE DA TRATTARE, MA CI SEMBRA CHE MALGRADO LA GIOVANE ETA’… CI ABBIA MOSTRATO CHE LA RIFLESSIONE E’ COSA RISERVATA AI GRANDI… MA FORSE NON SOLO CON RIFERIMENTO ANAGRAFICO.

EVOLUZIONE DELLO SPORT MODERNO

di: Federico Fragale

A partire dal secolo scorso, la situazione che ha avuto lo sport nel mondo, è stata di un’enorme crescita, soprattutto nei paesi più industrializzati. Esaminando bene questo fattore, si deduce che si è andata creando in via del tutto naturale, una sorta di “difesa” da parte dell’organismo umano, visto il suo minor impegno muscolare nella vita lavorativa, sostituita sempre più dalle macchine e dalle tecnologie, riuscendo a farci operare e muovere… persino “stando fermi”. Benché infatti siamo lieti, di poter compiere azioni quotidiane, semplicemente muovendo un dito per comunicare (telefoni cellulari, giornali, internet, radio, televisione),  spostandoci in pochi minuti da una parte all’altra della città ed in poche ore, persino  nel mondo (attraverso scooter, automobili, treni, navi, aerei), per pulire o cucinare (per mezzo degli elettrodomestici) manutenzione delle campagne (attraverso trattori, ruspe e svariate altre macchine agricole)…  Proprio per questi ricercati ed importanti cali di lavoro fisico, l’organismo ha ricercato uno sfogo, dando impulsi nervosi e interagendo con i vari organi sensoriali, invitandoci e mettendoci quella voglia a muoverci, a fare qualcosa che liberi le tensioni accumulate dall’odierna “quotidianità sedentaria”. Sin dall’antichità, questo equilibrio organico (oggi potremo  chiamarlo psico-fisico) alterato, era già fonte di studio nel mondo greco romano (VI sec. a.C.), il famoso aforisma: mens sana in corpore sano, deriva proprio da quell’era infatti. Possiamo affermare, con i risultati di recenti studi, che il numero di sportivi nella nostra epoca (da 50 anni a questa parte),  si va sviluppando di pari passo col progresso tecnologico. Sono ormai milioni, gli individui che si prestano alla pratica dei più svariati sport, al fine di distogliere la mente e il corpo dalla vita quotidiana, praticandolo sia a livello amatoriale o agonistico, individuale o di squadra. 

INDAGINE ISTAT

Esaminando la situazione attuale in Italia, l’ultima indagine Istat, ci dice che:

Nel 1998 sono stati 36.150.000 gli italiani che hanno praticato una qualche attività fisica o sportiva, il 65, 1% degli italiani dai tre anni in su. Di questi sono 15.200.000 a fare sport in maniera continuativa o occasionale. Sono circa il 38,6% le donne italiane che svolgono qualche attività fisica e 19, 4 le donne che praticano un'attività sportiva codificata. Una percentuale minore rispetto agli uomini, che comunque esprime una tendenza in forte crescita. Inoltre, stiamo assistendo ad una variazione nella pratica degli sport: per mezzo dei mass media si è andato creando un interesse crescente verso lo spettacolo sportivo, creando dei veri e propri personaggi, diventando un po’ i nostri punti di riferimento, in cui la maggior parte della popolazione sportiva si identifica. Inoltre, la vittoria sportiva non è più vista come una conquista individuale, ma di gruppo, con successiva manifestazione inconscia di superiorità rispetto  ad un’altra città  o nazione, spesso, purtroppo sono anche fonti di antipatie e scontri, con atti disdicevoli di  violenza gratuita, accompagnati da vergognosi episodi di razzismo e antisemitismo, purtroppo sempre più presenti nello sport, minando quindi lo scopo primario, che dovrebbe essere quello di “unire”  persone di diverse culture, religioni e nazionalità.

Inoltre, mettono a repentaglio il controllo sull’ordine pubblico e di conseguenza allontanano i pacifici cittadini dalla partecipazione all’evento sportivo. Tornando ancora ai dati Istat, sono 14.400.000 gli spettatori che assistono dal vivo a manifestazioni sportive; oltre 17 milioni quelli che lo guardano in televisione; quasi 6 milioni i lettori giornalieri dei tre quotidiani sportivi nazionali. Sotto il profilo economico, il fatturato del sistema sportivo italiano è stato, nel 1996, di circa 53.600 miliardi di lire. Il valore aggiunto corrispondente a tale fatturato è quantificabile in 44.900 miliardi delle vecchie  lire, ai prezzi odierni di mercato. Lo sport contribuisce a creare il 2,4 del Prodotto lnterno Lordo: gli italiani destinano ai consumi legati allo sport il 3,3% della loro spesa complessiva. Le aziende investono in comunicazione attraverso lo sport il 13% dell'importo destinato a pubblicità e sponsorizzazioni.

Questi pochi dati già evidenziano l'importante funzione sociale ed economica dello sport nel nostro Paese.

Proprio in relazione a quest’ultimo punto, col proseguire delle generazioni, stiamo purtroppo progredendo anche  verso un’attività sportiva indiscriminata, con rischi soprattutto per il nostro fisico. Sta crescendo sempre più la specializzazione degli sport fin dalla più tenera età, ne sono la conferma i record battuti, anno dopo anno nella gare sportive riservate alla categoria junior. Inutile dire le conseguenze che possono gravare su questi giovani sportivi, indirizzando l’allenamento verso una sorta di prematuro professionismo specializzato… particolarmente dannoso durante la fase dello sviluppo corporeo. (Vedi collegamento “allenamento giovanile”) Si è riscontrato inoltre, che questi piccoli talenti non sono in grado ancora di rimanere sulla cresta dell’onda per una serie di motivi di ordine fisico e psichico che non sto ad elencare ed il conseguente risultato è che si “bruciano” (li perdiamo)  presto.

Forse dobbiamo considerare lo sport rapportato ad una medicina, per far si che non abbia effetti collaterali, deve essere ben dosato, e questo deve essere il compito dei preparatori e degli  allenatori, che magari pur sapendo i rischi in cui si incorre, mettono da parte il buon senso e si lasciano prendere la mano a favore della competitività.

A dare man forte vi è anche la  globalizzazione che caratterizza e influenza fortemente lo sport agli inizi del nuovo secolo. Cresce il numero degli eventi e delle manifestazioni internazionali; le nuove tecnologie mediatiche trasmettono in ogni parte del mondo le immagini di questi appuntamenti, ma anche di importanti campionati nazionali; è sempre più alto il numero di atleti stranieri presenti in tali campionati ed in qualsiasi tipo di sport.

Di pari passo con questa trasformazione, il fattore grazie al quale, si è potuto determinare la qualità fisiologica dei  grandi risultati è la medicina.

E’ sempre stata una parte integrante del mondo sportivo, dapprima come studio dell’organismo sottoposto a intensa attività fisica, oggi si è passati ad un livello più pratico, studiando le tecniche dei singoli sport, creando degli specifici settori:

  1. la fisiologia sportiva;

  2. la patologia sportiva;

  3. la psicologia sportiva

Esaminandoli brevemente, uno per uno, possiamo riassumere:

  1. La fisiologia sportiva, come la scienza che si occupa del funzionamento dell’organismo rapportato all’attività sportiva:

  • valuta la costituzione fisica e psicologica dell’individuo, per cercare di indirizzarlo verso quella specializzazione di attività sportiva che più gli si adatta;

  • studia le reazioni dell’organismo allo sforzo fisico, soprattutto in campo agonistico, al fine di migliorare le prestazioni;

  • analizza e cerca i movimenti che costituiscono la tecnica dei vari sport: lo studio anatomo-funzionale del pugno, può suggerirci come posizionare la mano per colpire al massimo dell’efficacia con il minor trauma possibile ad esempio.

  1. La  patologia sportiva invece, riguarda la parte traumatica in cui l’organismo potrebbe incorrere. Studia le lesioni tipiche da sport e il loro recupero e ripristino, accorciando i tempi e modi per la funzionalità sportiva specifica. Ad esempio sono state studiate molto l’encefalopatia traumatica dei pugili, la epicondilite dei tennisti, articolazione del ginocchio nei corridori…

  2. La psicologia sportiva, è una scienza che sta mettendo piede da poco tempo in Italia. Già affermata nei grandi paesi, è una scienza  che studia i fattori mentali e psicologici che influenzano e sono influenzati dalla partecipazione e dalla prestazione nello sport, nell'esercizio e nell'attività fisica, al fine di migliorare, interagendo con gli altri punti, il risultato sportivo. (vedi collegamento psicologia dello sport abbinata alla kick Boxing).

Per concludere: non dimentichiamo che lo sport racchiude anche un’aspetto sociale non indifferente:

Alle tante persone che si impegnano per  battere un record, vincere una gara, si sono aggiunti quelli che vedono nello sport un modo semplice per stare insieme, per la cura del proprio corpo e della propria salute, in poche parole per migliorare la qualità della propria vita. Può essere considerato come un’integrazione alle attività lavorative, e ancora meglio, come miglior metodo per risolvere il problema del tempo libero.

Non pensiamo solamente a chi, finite le sue ore lavorative va in palestra per rilassarsi un po’, ma soprattutto a quei ragazzi che, purtroppo, per esigenze, mancanze o per errori commessi, la vita gli ha riservato “la strada”, con connivenze e conseguenze di cui possiamo facilmente immaginare, viste le cronache sui nostri TG.

Ricordiamoci che la grande popolarità dello sport è dovuta non solo alle passioni e alle emozioni che le grandi imprese dei campioni hanno saputo suscitare tra la gente, ma risiede anche in due convinzioni profondamente radicate nel senso comune del secolo appena trascorso:

  1. "Lo sport è fair- play e rispetto delle regole”.

  2. “Lo sport è salute e benessere".

dati Istat tratti da: uisp.it

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