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ANCORA IL NOSTRO COLLABORATORE ALFREDO D’OLIMPIO, CHE CI INVIA UNA INTERVISTA FATTA A PAOLO BARVERO DURANTE LA SUA PERMANENZA A PATTAYA. GIA’ OSPITATA UN’ALTRA PASSATA SUA INTERVISTA, SULLE NOSTRE PAGINE ELETTRONICHE… VEDIAMO DUNQUE CHE COSA E’ CAMBIATO NEI SUOI PROGETTI ED ASPIRAZIONI.

Intervista a Paolo Barvero

Di: Alfredo D’Olimpio

Visto che alloggiava nello stesso residence del Fragale e quindi lo incontravamo spesso in piscina ed al ristorante in cui noi pranzavamo spesso e dove Roberto me lo aveva presentato e fatto conoscere… Uno di questi giorni ho beccato Paolo Barvero al volo, ed ho chiesto anche a lui di raccontarmi qualcosa sulla sua esperienza sportiva. Più che una intervista fatta di domande e risposte… la nostra è stata una chiacchierata fra amici, ma come poteva essere altrimenti, trovandosi di fronte ad un ragazzo così genuinamente “schietto” come lo è Paolo,  con la sua simpatica tranquillità e trasparenza massima,  nel dire le cose…

    

Ho iniziato circa 12 anni fa e sono più di 10 anni che combatto, dall’età di 22  anni (adesso ne ho 32) iniziando in Italia con la  kick boxing. Avevo cominciato quasi per gioco in una piccola palestrina dove si faceva soprattutto body building. Una struttura molto carina… e li, mi sono iscritto ad un corso di  full contact, dove in breve ho iniziato a capire che “picchiavo tutti”! Ma come ti ho detto… avevo cominciato per gioco e pian piano poi, ho cambiato idea. Tutti mi dicevano che ero bravo e che potevo fare tante belle cose… Così mi hanno convinto ed ho deciso di cambiare palestra per una più specializzata e sono andato alla Panza Gym, di Carlo Barbuto. Li, il primo giorno ci siamo massacrati di botte io e Carlo. Si perché io… ero veramente una bella testa di… Sai.. ero un po’ gasato io… ero il classico bullo, che veniva dalle case popolari, dalla strada… e pensavo di poter picchiare tutti. Carlo allora, mi fa fare sparring con lui ed io, anche se non avevo mai combattuto,  mi son messo lì con impegno… e lui che mi lasciava fare… dentro di me dicevo: “ma guarda questo qui oh… be, ed è anche il campione del mondo… ma va?” Dopo un po’ mi ha cominciato a “pestare di brutto” mettendomi al tappeto… e  lì ci ho proprio bisticciato quel giorno. Ma poi sono tornato ed in breve siamo diventati grandi amici. Ecco, è iniziato così il mio percorso con la kick boxing e poi sono venuto qui in Thailandia  nel 99. Avevo seguito Carlo che era venuto a fare un mondiale dilettanti IAMTF, come avete fatto voi adesso in Bangkok. E’ stata un’occasione per conoscere la Muay Thai  e questo bellissimo mondo. Sai, fino allora, pensavo che non ci fosse un gran studio di tecniche ed invece, mi sono dovuto ricredere e più ne so e più mi accorgo di averne da imparare… Vedi, quando non sai e pretendi di pensare anche… ad esempio, come dice il mio amico di cui non faccio il nome, uno prima pensa che il miglior pugile al mondo sia proprio il suo amico… e poi invece scopre che c’è anche Kromsak e tutta stà gente qua… rimane un po’ deluso da se stesso e da come gli sembrava facile la cosa.

    

Sono tornato diverse volte in Thailandia. Qui a Pattaya ho girato parecchi Camp, e in parecchi mi ero trovato anche molto bene… ma credo che siano gli italiani presenti sul posto che non mi hanno fatto fermare. Adesso mi alleno e combatto per la Scorpion Gym di Phot. Ho iniziato a combattere in qualche bar e poi al Thepprasit, ma adesso mi sono stufato ed assieme a Filippo Cinti, vorremmo tentare qualcosa di più. Perché questa come esperienza è senz’altro buona… ma adesso e prima di dover smettere, vorremmo riuscire a combattere a Bangkok. Adesso, tra un pò combatterà Filippo e per quanto riguarda me, aspetterò quel giorno con ansia. Così Phot potrà parlare con il promoter per inserire anche me in una qualche serata. Sai, visto che Filippo ha vinto il mondiale WPMF qui, è una buona carta di presentazione per noi e poi credo che Phot (che è Tailandese)  riesce sicuramente nell’intento. Non c’è certo bisogno di un promoter italiano per combattere a Bangkok, come mi hai chiesto tu… Basta stare qui ed affidarsi all’allenamento in un camp thai… e dire che sei disposto se lo ritengono opportuno, a combattere ovunque loro ti propongano di farlo. Poi se sei veramente in grado, loro iniziano a farti combattere sempre con gente del tuo livello. Magari all’inizio anche in un bar, ma è senz’altro anche quella una bella esperienza! Se uno poi arriva con un promoter italiano, come mi dici tu… costui si deve sempre affidare ad un campo thai e con tanto di promoter thai, altrimenti non c’è niente da fare. Chi meglio di un promoter thai riesce ad inserire un atleta nelle serate di combattimento in Thailandia?

    

Quando torno in Italia, continuo ad allenarmi da Carlo Barbuto e tento di combattere in Europa. Ma faccio anche qualche lavoretto nell’officina di mio padre a Torino. Quindi,  metto i soldi da parte in Italia con qualche sacrificio e  poi vengo qui in Thailandia. Molti mi dicono che sono un pazzo, perché dopo quei tanti sacrifici fatti vengo qui a prendere pugni! Quando combatto in Italia o in altri Paesi Europei per Carlo Barbuto, ci pensa lui a procurarmi gli incontri… e le borse sono buone per venire poi a mantenersi qua. Anche se  trovo molte difficoltà con il regolamento Europeo e poi da noi non ci sono arbitri veramente bravi e giudici competenti e continuamente aggiornati. Ma per noi è importante combattere con delle buone borse europee per poi venire qui a vivere ed allenarsi il più possibile. Il mio progetto è quello di arrivare a combattere almeno una volta al Rajadamner ed al Lumpini Stadium e poi  tornare ed aprire una palestra in Italia, come avevo detto essere mia intenzione di fare prima in un’altra intervista che mi fece Roberto Fragale (n.r.d. l'articolo in questione è stato poi scritto dal dott. Giulio Socci) l’anno scorso. Solo che adesso l’ho rimandata di qualche anno… e poi vedrò. Per il momento vado avanti fino a che mi diverto! Poi, se mi accorgo che quello che stò facendo, mi procura troppo stress… allora vuol dire che è arrivato il momento di smettere, e lo farò!

Credo personalmente che Paolo Barvero sia senz’altro da ammirare per la sua voglia di fare e soprattutto per i sacrifici che sostiene, per seguire una passione che sicuramente non lo farà diventare ricco finanziariamente, ma altrettanto certamente lo arricchisce continuamente di esperienza di vita.

         


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