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PER QUESTI MONDIALI WMF A BANGKOK, LA REDAZIONE AVEVA PENSATO (ANCHE PER RINGRAZIARE IN QUALCHE MODO DEI PREZIOSI SERVIZI RESICI) DI INVIARE UN NOSTRO INVIATO SPECIFICO PER SEGUIRE I CAMPIONATI E RECENSIRNE GLI ACCADIMENTI IN TEMPO REALE SUL NOSTRO FORUM ED IN SEGUITO INFORMARVI DETTAGLIATAMENTE CON UN SERVIZIO COMPLETO DAL TITOLO:  “SPECIALE BANGKOK”. NATURALMENTE LO SPECIALE INIZIA COME SEMPRE CON LA SUA IRONICA CRONO-STORIA DEL VIAGGIO…

IL NOSTRO INVIATO A BANGKOK

Di: Franco Piccirilli (nostro inviato a Bangkok)

In una delle nostre fantastiche “grrriunioni” di Redazione, Roberto  Fragale ci aveva comunicato che appena finito il suo impegno a Viareggio, sarebbe andato a Bangkok per seguire, per conto della sua Federazione, la nazionale FIKB di Muay Thai ai campionati mondiali di muay thai WMF. Successivamente, in Redazione mi hanno detto che avrei dovuto accompagnare Fragale per conto de ilguerriero.it allo scopo di poterne poi fare un servizio completo sull’avvenimento, visto che Fragale sarebbe stato in tutt’altre faccende affaccendato… e per cui aveva avvertito che non era sicuro avrebbe potuto raccogliere tutto il materiale occorrente per poter fare un servizio completo sui campionati. Così mi chiedono, solo pochi giorni prima… semplicemente se io avessi voluto seguirlo…

Che dite voi… avrei dovuto, voluto o “potuto”… rinunciare?

Non vi sto a raccontare cosa è successo subito dopo aver saputo della mia partenza e neanche i retroscena per poter poi riuscire a partire, le delicate  e lunghe trafile per riuscire ad ottenere la proroga del passaporto, per scoprire che poi bastava semplicemente lasciare che seguisse il suo corso, la conseguente prima disdetta della prenotazione del posto in aereo, il successivo recupero della prenotazione e conferma, le corse, le code e quanto altro sembra allietarci la vita per renderla così piacevole per come la vogliamo vivere.

Alla fine cmq sono riuscito a volare anch’io verso la terra del sorriso, come forse richiamato da qualcosa… il sorriso appunto… che non manco mai di fare per come credo di vivere la mia vita.

    

In Redazione sembravano essere tutti un po’ invidiosi della mia partenza, ma sapevano anche che nessun altro sarebbe potuto andare in quanto impegnati in altri compiti, non solo lavorativi... per cui non potevano certo andare dove forse avrebbero avuto piacere essere inviati. Ma forse, anche per questo sapevano di essere comunque felici di avere la vita che vivono.

Lo stesso Fragale infatti, mi diceva dell’importanza di questo appuntamento in Thailandia per la sua Federazione e come comunque abbia piacere di poter svolgere tale compito. La nazionale FIKB era andata a Bangkok una settimana prima dell’inizio dei mondiali per potersi acclimatare meglio alla temperatura, umidità al diverso fuso orario. Ennio Falsoni li aveva raggiunti a Bangkok per una riunione ai vertici del WMF e poi aveva dovuto abbandonarli per altri impegni internazionali… Non che Diego da solo non bastasse… ma sicuramente una mano da chi conosceva già perfettamente l’ambiente come lui… non gli sarebbe andata stretta!

         

E così, al piacere del lavoro che dovevo fare per la Redazione si aggiungeva il piacere di seguire “u president”, si Fragale, che forse proprio in quel contesto sembrava essere quello che alcuni dicono forse già è.

Non era la prima volta che facevamo questi viaggi insieme, ma era da tempo che non accadeva, e forse ne sentivamo anche la voglia di questa ulteriore avventura. Così nei giorni precedenti la partenza, mentre non sapevo ancora se avrei fatto in tempo ad avere i documenti e se mi fosse riconfermato il posto in aero per poterlo seguire, abbiamo comunque fatto un programma di massima del lavoro che avremmo dovuto svolgere in Thailandia, facendo così coincidere il mio lavoro con i suoi impegni per la Federazione.

          

La partenza era stata fissata per il giorno 5 marzo, esattamente il giorno dopo la serata di Muay Thai e Boxe che si era svolta a Viareggio, appunto domenica 4 marzo, in cui Fragale aveva nuovamente vestito, oltre agli ormai consueti panni di rappresentante della Federazione, anche quelli sempre ormai più frequenti… di presentatore dell’evento e saremmo tornati il 16 marzo.. appena in tempo affinchè Fragale potesse presenziare in veste di chief referee (come richiestogli ed impegnatosi) al King of Kings III al palalido di Milano.

Dunque in ultimo… stesso volo per Bangkok e naturalmente anche stesso treno. Infatti la Redazione per risparmiare sulle mie spese aveva deciso di farmi fare la tratta fino all’aeroporto di imbarco in treno… e ci mancava pure che mi facessero arrivare a Bangkok in barca… magari a remi!

Così Fragale, per farmi o per farsi compagnia… aveva deciso anche lui di venire in treno con me e non in aereo come avrebbe dovuto andare se fosse stato solo. In treno i posti erano rigorosamente stati prenotati, per assicurarci di stare comodamente seduti in un viaggio che sarebbe comunque durato alcune ore.

     

Per essere tranquillamente in anticipo sul volo siamo partiti nel primo pomeriggio, con bagagli e portatili al seguito, strumento ormai fondamentale per il nostro lavoro. Già, quel computer portatile che dove lo porti sta, tanto che sembrava volesse rimanere in stazione riuscendo a convincerlo di venire con noi al momento della partenza del treno: si, stavamo per lasciarlo solo soletto nei pressi del sottopassaggio, quando ormai in treno… ci siamo accorti della sua assenza. Eravamo già comodamente seduti quando “u president” in un guizzo di memoria dei suoi pochi neuroni rimasti in efficienza, se ne ricorda ed io gli confermo quella che sembrava essere una intuizione folgorante di un momento catartico… dove sembra che il tempo si fermi… ma soprattutto anche grazie alla complicità e la gentile comprensione del capotreno!

Così Fragale, non a caso forse “u president” riesce a far ritardare di qualche minuto la partenza del treno per recuperare il bagaglio. Quindi rientrava nel treno con l’accompagnamento degli applausi dei viaggiatori ed insieme abbiamo ripreso i nostri posti e finalmente il treno lascia la stazione di Pisa Centrale, avviandosi verso la sua destinazione cui noi eravamo in quel momento legati.

    

Eravamo sorpresi di quanto accaduto, non tanto per quello che poteva sembrare un problema di memoria, quanto sul fatto di essere riusciti a recuperare il portatile rimasto dove l’avevamo lasciato senza che nessuno lo avesse forse notato, ma certamente senza che nessuno se lo fosse portato via, in quanto portatile… appunto!

La sorpresa di cui parlavamo non era tanto questa, quanto invece quella del fatto di aver pensato e quindi “temuto” di non ritrovare più il portatile dove lo avevamo temporaneamente abbandonato… forse proprio perchè siamo abituati a pensare che... è l’occasione a fare l’uomo ladro? Così come forse il fatto ci fa pensare e giudicare male solo gli altri…

Sul treno ci eravamo sistemati non proprio in bussines class, come d’altra parte non siamo soliti fare anche perché la redazione non se lo poteva certo permettere e “u president” voleva comunque farmi compagnia per discutere di alcune interessati questioni… soprattutto di Redazione. E quale miglior occasione di un intero viaggio assieme? Abbiamo così fatto un escursus sull’informazione nel web per gli sport da combattimento e non siamo riusciti a trovare altri che facessero informazione tale come noi la facciamo, ma certo, solo perché forse crediamo che noi siamo i migliori…

    

Il viaggio in treno è stato comodo, in una bellissima giornata di sole, mentre attraversavamo la campagna toscana per immergerci poi in quella laziale, che sembrava preannunciare l’arrivo inesorabile della primavera, se possiamo ancora parlare di stagioni come quelle di una volta, o forse dovremmo parlare di stagioni di adesso, per cui siamo certi che non ci sono più le stagioni di una volta… quelle sono passate già da tempo, mentre adesso ci sono le stagioni che stiamo vivendo. E come sono queste stagioni? Sono esattamente per come stiamo. Per cui forse riferirsi alle stagioni di una volta forse è perché non sappiamo vivere le stagioni di adesso?

Il treno era dotato anche di vagone ristorante e quindi perché non andarci a prendere un caffè? Infatti ce lo siamo andati a prendere… il caffè! Non era certo il solito caffè che la nostra barista di fiducia solitamente ci prepara, ma siamo anche “persone di mondo” per cui sappiano anche adattarci ed accontentarci di ciò che abbiamo, riuscendo quindi, crediamo, a godere di ciò che siamo. Ma forse questa volta ce l’abbiamo messa proprio tutta per farci piacere il caffè, perché senza piacere che caffè sarebbe stato? O no?, forse… Ma il piacere del caffè derivava anche dal contesto del viaggio.

Con il vagone ristorante libero ne abbiamo approfittato per starcene comodamente e tranquillamente seduti al tavolino dove siamo rimasti praticamente fino alla fine del tragitto, palando di varie cose, si anche di quelle che forse state pensando, in quanto anche quelle fanno parte della vita… no? Non come riuscire a far entrare nel portale de ilguerruero.it oltre 5.000 visitatori unici al giorno, perché questo già accade, ma come far sapere ai nostri lettori che ogni volta che vengono a leggere i nostri articoli… leggono notizie visitate ogni giorno da diverse miglioria di persone. Non avevamo certo la soluzione, ma il fatto di parlarne forse era già la soluzione che stavamo cercando, per cui non avremmo dubitato che l’avremmo trovata.

Forse, non è facile, ma le idee ci sono, per cui siamo anche certi che faremo in modo di riuscire a farlo sapere. D’altra parte forse il cervello a questo serve, a trovare soluzione a problemi pratici, non certo a trovare soluzione circa lo stare bene, dal momento che già stiamo bene come stiamo, altrimenti che ci staremo a fare? Ciò non toglie che potremmo anche migliorare, ma se non si sta bene, se non sappiamo stare bene come siamo, cosa mai potremmo migliorare? Così anche parte degli articoli che pubblichiamo e la qualità di questi sembrano già dire cosa siamo…

Ridendo e folleggiando eravamo arrivanti a Roma Ostiense, stazione di cambio per l’aeroporto. In realtà credevamo di essere arrivati a Roma Termini, in quanto il macchinista del treno aveva la frenata lunga lunga, ma fine fine… per cui pian piano ci siamo fatti un centinaio di metri a piedi per raggiungere la banchina di aspetto della navetta per Fiumicino Aeroporto.

Forse le ferrovie avevano pensato che il tempo per arrivare alla banchina avrebbe fatto sembrare più breve l’attesa della coincidenza con la navetta per l’aeroporto, dando così l’idea di una maggiore efficienza delle ferrovie stesse. Ma noi mica siamo così per caso… anche se forse vorrebbero che ci diventassimo.

Nei pochi minuti di attesa, ne approfittiamo per testimoniare il nostro passaggio da quei luoghi, chiedendo gentilmente ad una nostra collega di attesa di farci una foto. Ma temiamo che forse ci abbia scambiato per qualcosa che sinceramente non credevamo di essere, ma che forse potrebbe essere l’impressione che diamo: siamo noi scesi in basso o siamo invece troppo alti?

    

Eravamo arrivati a Fiumicino Aeroporto che era ormai buio comunque in anticipo per il check-in, per cui ne abusiamo per non smettere di preparare il materiale sul quale poi avremmo dovuto lavorare, in mezzo ad un panino una coca ed una birra… Non sapendo poi che altro fare abbiamo preso armi e bagagli e siamo andati a fare un giro nei pressi del nostro check-in e che a sorpresa abbiamo visto già in piena attività, per cui non ci restava altro da fare che scegliere la nostra fila, calcolando per ognuna il tempo di scorrimento e soprattutto vedendo le persone che erano in coda, prevedendo quanto tempo sarebbero state al check-in…

    

E qui mi hanno beccato mentre potenzialmente avrei potuto commettere qualche reato con due bottigliette di acqua da ½ litro e un barattolo di crema da 300 gr. Ma giustamente gli agenti non avrebbero potuto sapere cosa quei liquidi fossero, per cui o io passavo senza quei flaconi o restavo a terra… un bel dilemma a quell’ora della notte.

Forse vista l’espressione della mia faccia e chissà anche quella di Fragale, che sommate insieme fanno due pesci, si perché ci dicono siamo i-dentici, gli operatori dell’aeroporto si sono mostrati in questo caso gentilissimi e mi hanno proposto di rifare il check-in per il bagaglio sospetto, avendo intuito che… passi per l’acqua, ma per il barattolo di crema… sapevano che mi era indispensabile per l’uso che ne avrei dovuto fare.

    

E quindi mi ero dovuto rimettere in coda, aspettando nuovamente il mio turno per… imbarcare anche lo zaino con bottigliette di acqua e cremone. E mentre io mi rifacevo la fila il caro Fragale se ne stava in disparte a leggere un libro, giusto il tempo di terminare l’imbarco del bagaglio che aveva finito di leggerlo… ma da che parte aveva cominciato a leggerlo? Forse dalla fine?....

Abbiamo poi raggiunto l’imbarco e ci siamo ficcati dentro l’aereo. Un Boing 777 della Qatar Airlines, una compagnia che sulla carta e a detta di molti (tra cui l’ormai esperto Fragale)  era molto quotata per i servizi a bordo. Troviamo posto nella fila lato finestrini, soddisfatti per poter vedere un po’ di panorama, ma.. quale panorama? Eravamo capitati esattamente sopra l’ala… Per consolarci, sapendo di prenderci in giro… ci siamo detti che tanto era buio e non avremmo visto comunque niente, fuori, mentre dentro… tutt’altro mondo!

    

Devo dire che le premesse erano quanto ci avevano detto che fossero. Ogni posto assegnato aveva il proprio sedile, in quanto forse il viaggio in piedi sarebbe risultato piuttosto scomodo o quantomeno poco sicuro. Ma per rendere ancora più comodo il viaggio seduti in poltrona, ogni posto aveva un proprio piccolo televisore interattivo attraverso un telecomando nascosto nel bracciolo.

Con questi infatti si potevano scegliere tra diverse programmazioni, dai film alla musica, giochi e molto altro, per un piacevole intrattenimento durante il volo. Naturalmente tutto rigorosamente in lingua locale (araba) e in inglese. Con l’arabo avevo ancora qualche difficoltà nel seguirne le armoniose curve della scrittura e così come anche per la lingua “aspirata”, per cui ho dato la preferenza all’inglese che conoscevo fin dai tempi delle scuole… e lì sono rimaste le mie conoscenze. Quando uno si fa gli affari suoi che bisogno c’è di farseli anche in inglese?

Si parte… forse!

Per raggiungere la pista di decollo percorriamo una decina di minuti di altre piste, tanto che cominciavo ad esser e perplesso sul fatto di aver preso un pullman di linea del COTRAL (Consorzio Trasporti Lazio). Ma la fermata ad un certo punto e la successiva enorme spinta dei motori in accelerazione, che mi ha portato ad essere schiacciato sul sedile e quindi ad avere lo stomaco sottosopra, mi hanno fatto ravvedere sul fatto che.. stavamo già volando!

      

Terminate le delicate operazioni di decollo e arrivati in quota, le gentilissime e sempre attente hostess si sono dedicate a noi passeggeri, allietandoci con gustosi intrattenimenti… di arte culinaria.

Infatti ci hanno servito una deliziosa cenetta, in mini vassoi che i puffi non usano più, ma che almeno a me facevano impazzire per non sapere dove cavolo appoggiare i vari piatti, formato extrasmall. Non potevo permettermi di far cadere niente, che sarebbe stato irrecuperabile per come non potevo muovermi. Ed infatti così è stato, con lentezza e dovuta accortezza, io e “u president” ci siamo “scofanati” tutta quell’abbondanza che era sopra il minivassoio.

    

Avevo anche il sospetto che tutto questo fosse finalizzato a trattare nel miglior modo possibile il cliente, tanto che questi, se occupato, non avrebbe potuto infastidire gli altri passeggeri e soprattutto il personale di bordo, con richieste talvolta assurde del tipo <<” vorrei un cuscino più…, anzi no un po’ meno… ma in questa compagnia non siete attrezzati per…?”>> Sono quelli che non sanno come passare il tempo se non richiedendo quell’attenzione che forse nella vita che vivono non hanno. E dico io: <<”ma se non l’hanno…  forse ci sarà un motivo… no?”>>

Sembra che nella vita se non si è occupati a fare qualcosa, si cerchi di occuparlo come si può e come si sa, nel timore forse di poter rimanere senza sapere come occupare il tempo a disposizione… forse nell’ansia di poter rimanere soli con se stessi? E se si teme questo forse un motivo c’è, quale forse potrebbe essere… quello che non piace ciò che sanno di essere?

    

Ormai sazi abbiamo reclinato i sedili, per digerire il nostro pasto. Cuffiette negli orecchi, ognuno ha poi scelto l’intrattenimento più gradevole e quindi chiusi gli occhi… ci siamo svegliati che stavano ancora servendo la cenetta…. Ma no, era la colazione!

Finita la colazione cominciavano le operazioni di atterraggio all’aeroporto di Doha, la capitale del Qatar, che faceva giorno. Questo stato arabo è un fazzoletto di terra desertica sotto il quale sembra vi siano ricchi giacimenti di petrolio, che ne fanno una nazione prosperosa tuttora in via di sviluppo.

L’aeroporto era piccolo ed essenziale ma in fase di espansione, come dai lavori che ovunque stavano facendo. All’interno dovevamo espletare le formalità per il trasferimento ad altro volo.

    

Sostanzialmente l’aeroporto di Doha è un aeroporto di transito, in quanto le persone che qui vi si potrebbero fermare, oltre gli abitanti, mi sembrava non ce ne fossero. La maggioranza dei passeggeri che sostavano in questo posto sembravano essere solo di passaggio per altre destinazioni. La coincidenza del nostro aereo con l’arrivo di altri voli e la confluenza di questi verso i pochi posti di controllo passeggeri attivi, aveva prodotto un discreto caos e ingorgo di persone, ammassate verso quegli unici passaggi.

    

Con pazienza ci siamo conformati e allineati, anche perchè se non avessimo avuto pazienza ci saremmo dovuti comunque allineare… per cui, perché non farlo con la pazienza di chi sa che in ogni caso ciò doveva essere fatto?

Abbiamo così passato senza intoppi il controllo (forse avevano riconosciuto anche loro “u president”?) e ci dirigiamo verso il nostro gate, aspettando l’ora dell’imbarco per la destinazione finale: Bangkok.

    

Al solito abbiamo approfittato del tempo di attesa per lavorare e continuare il lavoro di preparazione in vista dei giorni successivi che sapevamo sarebbero stati intensi, sistemando alcuni documenti per la recensione che state leggendo e che leggerete su questa trasferta orientale.

Abbiamo quindi ripreso il viaggio su di un altro velivolo, simile al precedente, soliti confort a bordo. Dopo altre cinque ore di viaggio, passate senza noia, siamo giunti finalmente all’aeroporto di Bangkok.

    

Il nuovo terminal internazionale enorme, mi dicono sia la porta verso l’oriente. Talmente grande che ovunque ci sono pedane mobili per lo spostamento dei viaggiatori. Mi hanno raccontato addirittura che all’inaugurazione queste pedane non erano attive, per cui i viaggiatori dovevano farsi qualche km per arrivare all’uscita.

Ma fortunatamente per me e per “u president” tutto quello che abbiamo visto funzionava come probabilmente doveva essere. Avvisiamo l’albergo del nostro arrivo, affinché tutto sia pronto per l’accoglienza… L’ormai esperto Fragale sa “dove” e “come” muoversi all’uscita per prendere il taxi che ci porterà all’Hotel Twin Towers. Ottima scelta, certamente degna per l’incarico per il quale Fragale si trovava a Bangkok… ahaha!

Dopo circa trenta minuti di viaggio arriviamo all’albergo, l’Hotel Sol Twin Tower. Arriviamo “sul retro” dove veniamo accolti con gentilezza e con il riguardo riservato alle persone importanti. Basta pagare e il servizio è conseguente… 100 bath di mancia sono sufficienti perché alcuni ragazzi si prendano cura dei nostri bagagli… in attesa di farceli portare nella nostra stanza.

    

Entriamo in una spaziosissima hall, il cui pavimento era ricoperto da un altrettanto grande e soffice tappeto (di almeno 200 mq!). Lampadari a gocce di vetro sovrastavano la hall dando luce ed effetti speciali al grande salone.

    

Lateralmente un ampio piano bar con comode poltroncine e molto altro:

  • Servizi dell'albergo

    • Parcheggio
    • Servizio in camera
  • Servizi d'affari

    • Attività di Teambuilding
    • Centro Business
    • Noleggio PC
    • Sala cerimonie
    • Sala esposizioni
    • Sala Riunioni
    • Spazio ufficio

  • Servizi di ricreazione

    • Boutique
    • Centro Fitness e Salute
    • Jacuzzi
    • Massaggio
    • Negozio di regali e souvenir
    • Palestra
    • Parrucchiera
    • Piscina
    • Salone di Bellezza
    • Spa/centro massaggi

Non ho ancora cominciato a realizzare dove siamo… che Fragale comincia a salutare ed essere accolto da vari personaggi di ogni nazionalità che vengono a salutarlo, chiedendogli quando fosse arrivato, quanti atleti aveva la nazionale italiana, come era la squadra di quest’anno ecc. Risposta uguale per tutti… sto arrivando adesso, devo ancora andare in camera! Fortunatamente nella hall siamo accolti anche dal Direttore Tecnico della Nazionale Italiana FIKB di Muay Thai, Diego Calzolari. Dopo i consueti convenevoli ci accomodiamo su di un comodo divanetto e subito Calzolari e Fragale cominciano a parlare di quello che è successo in questi giorni, sia a Bangkok, ai mondiali di Muay Thai WMF iniziati da qualche giorno, sia in Italia.

    

Successivamente ci raggiungono anche alcuni atleti della nazionale, che in quei giorni avevano cominciato le fasi eliminatorie dei campionati mondiali.

    

Poi Calzolari ci fa strada nell’hotel per accompagnarci nella nostra stanza dove sistemiamo i bagagli. Comoda ed ampia, era dotata di tutti i comfort necessari per una  conveniente permanenza. Una breve rinfrescata dopo il viaggio… un caffè al piano bar dell’hotel e quindi raggiungiamo gli altri ragazzi della nazionale italiana al ristorante, poco distante dall’albergo.

    

Usciamo dall’hotel e siamo ancora fermati da conoscenze mediorientali di Fragale.. poi a piedi, in quanto poco distante, troviamo il resto del gruppo della nazionale italiana che già si erano sistemati a tavola e così ci uniamo al loro, non prima che Fragale abbia terminato di salutare altri personaggi trovati nel ristorante… trovando infine pace anche per il nostro stomaco, che era forse impaziente anch’esso come noi, di cominciare a lavorare.

    

Quando ci alziamo da tavola che è tardi… facciamo un primo giro in TUC Tuc a “Pat Pong” e torniamo stanchissimi,  ma giusto in tempo per infilarci nelle nostre camere, dove l’indomani mattina avremo proseguito il nostro lavoro al National Stadium di Bangkok, in cui si stavano disputando i Campionati Mondiali di Muay Thai WMF.

    


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