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LO STAGE ARBITRALE

Di: Roberto Fragale

Uno dei tanti altri primi passi importanti di qualsiasi torneo internazionale… è il meeting arbitrale. Questa è la categoria più importante di ogni organizzazione al momento dell’effettuazione di una gara, se questo settore non funziona sufficientemente, potrebbe andare tutto a rotoli. Oltretutto, il momento e la situazione è quasi sempre particolarmente delicata per diverse questioni che potrebbero manifestarsi.

    

Oltre al fatto che purtroppo molto spesso, ogni anno le federazioni nazionali portano talvolta nuovi arbitri da formare o esaminare e che non si conoscono quindi e su cui giocoforza dover fare affidamento o comprenderne immediatamente l’eventuale parziale inaffidabilità… con l’entrata della IAKSA in WAKO, quest’anno arrivavano anche gli arbitri di questa organizzazione e dovevamo tener conto del fatto che forse potevano avere anche metodi di valutazione e direzione degli incontri diversi dai nostri.

    

Inoltre, quest’anno la disciplina della thai/kick era stata soppiantata da quella del K-1 e nonostante le piccolissime differenze esistenti tra le due specialità… nessuno fino a quel momento era stato informato di quali queste fossero.

A tutto questo va aggiunto il fatto che, essendo la sala da utilizzare non grandissima… vi potevano prendere parte  soltanto gli arbitri e non anche i coaches come solitamente avveniva. Sarebbero stati poi gli arbitri di ogni nazione, che avrebbero informato i tecnici della propria delegazione nazionale… ma se alcune delegazioni non avevano ufficiali di gara al seguito, questo forse sarebbe stato motivo di loro diverse ed errate interpretazioni.

    

Cominciamo comunque a lavorare di gran lena ed in accordo con l’intera Commissione Mondiale Arbitrale. Parte per primo il meeting arbitrale di light contact. Questo è affidato agli svizzeri, che da buoni svizzeri appunto, lavorano con estrema meticolosità e precisione… anche se non con la stessa puntualità, visto che sforano di una buona mezz’ora sul tempo loro concesso, togliendola alle altre due discipline!

Il tutto è affidato al collega Renè Bosch “Chairman of tatami sports” il quale inizia il lavoro con le sue 2 “Chairman supporter” Eveline Lehner e Jannette Schneider, avvalendosi di un proiettore e visionando qualche filmato. La cosa prosegue con la spiegazione della compilazione cartellino e poi con qualche semplice quesito e con gli arbitri divisi per gruppi di lavoro.

Il bailamme fuoriuscitone, le risposte e il tipo di domande che scaturivano… non lasciava presagire niente di buono. Ma parlando poi personalmente della questione con Renè Bosch durante una loro pausa, questo mi dice che non c’era da preoccuparsi, perché i tatami del light sarebbero stati soltanto due e lui aveva a sufficienza buoni arbitri per l’effettuazione del torneo. 

    

Arriva il nostro turno con il meeting arbitrale per gli sport da ring ed il Presidente della Commisione Arbitrale Mr. Borislav Pelevic introduce l’argomento e presenta i suoi collaboratori e chief referee di ring: io per il K-1 e Flavio Brivio per la Low Kick.

    

Introduce le consuete norme per la compilazione dei cartellini, requisiti per la determinazione del vincitore, le poche differenze esistenti (finalmente) tra il regolamento della Thai/Kick e quello del K-1 e lascia il campo libero a me per la discussione con gli intervenuti di altre ed eventuali problematiche pratiche che potessero riscontrare.

    

Sono tante le cose che ogni volta dobbiamo ripetere in questi meeting arbitrali e proprio a causa che, eccetto una quindicina di ottimi arbitri internazionali che solitamente sono sempre presenti ai campionati, molti arrivano per la prima volta a queste competizioni ed hanno molti dubbi ed idee diverse riguardo per esempio ai requisiti da valutare durante il combattimento, gestualità dell’arbitro, numero di richiami possibili, detrazioni punti ecc. Ma è una ripetizione che ogni anno dobbiamo fare, proprio per evitare che queste cose possano non essere perfettamente comprese e permettere che tutto scorra fluidamente e senza intoppi alcuno.

    

Proprio per questo è utile non solo ripetere, ma fare anche e soprattutto esempi pratici, chiamando alla collaborazione attiva ognuno di essi. Solitamente mi avvalgo della collaborazione di altri esperti arbitri internazionali, in questo caso ho utilizzato un nuovo arbitro, un austriaco giunto con l’entrata della IAKSA,

    

un certo Gunter, che fin dagli europei dell’anno scorso a Scopje mi ha molto ben impressionato per le sue capacità e correttezza professionale e che interpreta ottimamente il tipo di arbitro che vorrei sempre avere nel mio team di ring, per dormire sogni tranquilli o almeno potermi rilassare un attimo ogni tanto…

    

Tutto scorre liscio, anche se da alcuni tipi di domande comprendiamo subito che sono molte le cose da ripetere ancora una volta e far ben comprendere a tutti. Alla fine sembra che tutti i presenti abbiano compreso e gli auguriamo un buon lavoro per il giorno successivo, ma raccomandandogli pure di chiederci liberamente tutto quanto potessero pensare di non aver ben compreso.

    

Qualche problemino con alcuni c’era ancora… ma come sempre mi consolava il fatto che avevamo un numero sufficiente di buoni arbitri per i due ring, ed io personalmente avevo il meglio per l’arbitraggio del K-1 sul mio ring…. Io non avrei avuto problemi di sicuro.

    


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