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GUERRIERO, PRIMA LO SI NASCE... MA POI LO SI DEVE ANCHE SAPER DIVENIRE... ED INFINE... DIVIENE UNO STATO DELL'ANIMO CHE BISOGNA ANCHE SAPER MANTENERE. MA NIENTE DI TUTTO QUEL CHE ACCADE... AVVIENE PER CASO!

L’uno non sapeva dell’altro e apparentemente sembrava che non interessasse niente all’uno dell’altro, benché frequentassero la stessa scuola. Ognuno però sentiva di essere nel posto giusto, là dove il movimento dell’energia era ciò che ciascuno voleva che… accadesse.

Il ritorno del Guerriero

Di: Franco Piccirilli
(foto tratte dal film Tai Chi Master e Hero)

Alla scuola dei guerrieri pareva che niente di nuovo succedesse nell’inesorabile scorrere di ogni attimo, mentre in realtà in ogni momento accadeva il nuovo per una mente libera di poter vedere oltre l’apparente immobilità.

allenamento alla scuola    allenamento alla scuola

guerrieroLe ombre del recente passato adesso non erano più fissate ma queste si muovevano intorno man mano che la sostanza prendeva forma nei disegni della punta affilata di quella spada che, nella mano del guerriero nero, mostrava l’inconsistenza di tali luoghi della mente.

Quel guerriero non aveva nessuna intenzione di rinunciare, ma anzi mostrava la sua voglia di riprendere l’uso della spada, quella spada che, dopo l’ultimo combattimento, era stata impregnata dell’energia del guerriero bianco.

Ad ogni attimo che trascorreva si avvicinava anche il momento in cui il guerriero nero sapeva che sarebbe entrato nuovamente nella grande sala dell’allenamento della scuola dei guerrieri. L’addestramento è infatti parte inscindibile dell’essere guerriero. E’ il momento in cui egli parla, riflette, medita con se stesso, per conoscere, riconoscere e quindi comprendere la sua intima natura di essere uno nel tutto... e quindi prendere consapevolezza di essere tutto.

meditazioneIn questo egli era anche stimolato dal Grande Guerriero, colui il quale aveva seguito ogni sua vicenda, così come in molti dei combattimenti sostenuti, sfoderando la sua spada per sostenere le comuni battaglie.

Il guerriero nero aveva continuato ad allenarsi tanto che adesso sembrava pronto a riprendere il suo posto alla scuola dei guerrieri, posto che non poteva essere di nessun altro se si considera come egli era cresciuto e si era formato a quella scuola dei guerrieri che era divenuta tale anche per messo suo.

L’ultimo combattimento sostenuto dal guerriero nero era stato più di quanto egli avrebbe immaginato che fosse. Aveva speso risorse che non immaginava di poter dare e quindi non possedere, energie che gli avevano consentito di sopravvivere, dandogli la forza per riprendere e continuare ad allenarsi alle continue sfide della vita con la sua inseparabile spada.

maestro e discepoloIl Grande Guerriero conosceva il valore interiore dell’esperienza del guerriero nero e dell’evoluzione che ne sarebbe ascesa da tale nuova consapevolezza. “Fa ciò che sei, perché facendolo non potrai rimpiangere niente di quello che non hai fatto, dal momento che non avrai fatto niente che non sentivi di voler fare: avrai vissuto quello che sentivi”, gli ripeteva. E continuava dicendo “Senza resistere a quello che sei, potrai così affrontare qualsiasi combattimento”. Quindi lo esortava “va dentro la sala e respira l’energia che sai di poter essere, muovendoti per come ti senti”. “Dove posso trovare la sala degli allenamenti?” chiedeva come smarrito il guerriero nero. Ed il Grande Guerriero “essa è qui, solo se tu vorrai entrarci, solo se non temerai di essere ciò che senti di volere…”.

Queste parole che potrebbero sembrare niente, erano in realtà per il guerriero nero parte dell’insegnamento che il Grande Guerriero comunicava alla Scuola dei Guerrieri: il guerriero nero aveva compreso che quelle parole erano la porta di accesso per la… sala degli allenamenti

guerrieroCosì stimolato ed anche eccitato dalle parole del Grande Guerriero, egli si dedicava all’allenamento con sempre maggior energia, trascendendo la forma in una sorta di meditazione del movimento.

Inizialmente solo semplici movimenti con cui la sua spada disegnava l’aria, creando e rendendo visibili avversari immaginari che di volta in volta si muovevano intorno al guerriero nero.

Egli ripercorreva le diverse fasi dell’apprendimento, correggendo il movimento, là dove sentiva che questo non era stato fluido e armonioso come avrebbe dovuto essere. Provava ripetutamente finchè la mente non lasciava andare… il movimento, senza doverlo controllare, non facendo più alcun movimento, ma divenendo egli stesso quel movimento.

Le ombre con cui combatteva ancora lo destabilizzavano, ma ogni volta non cercava di nascondersi da queste, le affrontava danzando con esse, unendosi a loro fintanto che, attraverso il movimento  e nel movimento esse svanivano. Infatti quelle ombre erano solo la proiezione di sé stesso e quindi comprendendo ciò esse svanivano…

guerriero che combatte

Doveva quindi accettare se stesso e, arrendendosi a sé stesso, sarebbe nuovamente emerso il… movimento del guerriero.

Il guerriero nero proseguiva così il suo addestramento. Muovendosi, pareva stesse eseguendo una parata chiusa per poi esplodere in una rotazione penetrante, portandosi lateralmente girando intorno alla sua spada che sembrava invece ferma, per poi riprenderla un attimo dopo, continuando a camminare come in punta di piedi per non far rumore, avvolto in una bolla invisibile di… energia impenetrabile, quanto profondamente presente.

spada

La sua spada diveniva nuovamente sempre di più parte del suo essere guerriero. Sentiva l’energia del guerriero tornare nella spada e avvolgere l’impugnatura della spada, quindi penetrare attraverso la sua mano nell’intero suo movimento.

meditazioneIl guerriero nero sapeva che tutto quello che aveva vissuto non sarebbe stato perso, per il fatto che ciò che lui era adesso, quello che aveva vissuto, ma soprattutto la consapevolezza del modo con cui aveva vissuto, tutto era in quei movimenti… Tale non poteva essere se non avesse vissuto come ha vissuto, proprio per averlo vissuto egli adesso è. Rinnegando ciò che aveva vissuto rinnegherebbe ciò che egli è adesso. Ma è possibile rinnegare il presente? Ecco perché sarebbe stato assurdo e impossibile rinnegare ciò che ha fatto… Proprio per averlo fatto egli adesso è… il guerriero nero.

Egli continuava a meditare sul presente e su quelli che talvolta e forse superficialmente potrebbero essere stati gli errori delle passate battaglie. Infatti questi sono risultati tali solo ad un giudizio esprimibile a posteriori, non certo nel momento in cui egli ha combattuto, proprio perché in quel momento il guerriero nero ha combattuto le battaglie che ha desiderato, altrimenti come avrebbe potuto farlo? E quindi dire adesso che sia stato un errore aver combattuto tali battaglie sarebbe alquanto sciocco e pretestuoso. Significherebbe voler nascondere a se stesso ciò che ancora è e che proprio per questo vorrebbe non essere, continuando a fuggire da se stesso. Il guerriero nero conosceva questi schemi e riconoscendoli non ne restava prigioniero, ma sorridendo continuava l’allenamento.

combattimentoAveva deciso di tacere circa l’esito dell’ultimo combattimento, affinchè ciò che restava dell’altro guerriero potesse trovare ciò che cercava e quindi riuscisse a vivere, per come poteva e per come sapeva, ciò che adesso probabilmente è.

Il guerriero nero aveva imparato anche che ognuno può trovare solo ciò che cerca, e ciò che si cerca è quello che manca, ciò che si pensa di dover avere, altrimenti non lo si potrebbe cercare, ma più realisticamente lo si… scoprirebbe. Quella scoperta non potrebbe essere paragonata, discriminata, classificata, assegnato un nome, per come lo si vorrebbe, in quanto la scoperta è comunque sempre… nuova. Ciò che invece si vorrebbe, che si cerca, sarebbe solo imitazione di un ideale, di un modello, risultato di un paragone, di un confronto, classificabile e pertanto per sua natura limitato. Quindi limitandolo non sarebbe più stato quello che è, ma quello che si crede avrebbe dovuto essere. Quel credere, che è pensiero e che per sua struttura è il risultato del condizionamento, per cui non può essere ciò che è, ma più verosimilmente ciò che altri hanno detto,  quindi il passato, la tradizione. Il combattimento non può essere qualcosa di limitato entro confini e regole, ma piuttosto esso è libero da tutto, quindi niente per poter essere tutto,per potersi adattare ad ogni nuova e diversa situazione.

combattimentoPer chi non è consapevole di questo processo, dell’intero processo con cui nasce e si sviluppa l’ideale, ciò genera solo confusione e conflitto interiore. E nel conflitto, nella confusione, può esserci chiarezza per poter vedere quello che è? La confusione produce quindi l’illusione che il mondo sia così per come lo si crede e quindi conseguentemente lo si vive per come si pensa esso debba essere. Ecco perché forse ognuno è ciò che pensa…

Questa parrebbe la consapevolezza di ciò che è, e quello che è… è un fatto. Un fatto non può essere negato, ma una idea, un modello, può essere confutato, proprio perché l’idea non è ciò che è.

Queste meditazioni si muovevano insieme al suo allenamento con la spada, non essendoci alcuna divisione tra movimento e pensiero, ma solo…. l’essere. L’addestramento che il guerriero nero stava sostenendo non era qualcosa di diverso, di eccezionale, ma solo ciò che naturalmente doveva accadere.

In breve tempo quei movimenti erano divenuti sicuri, forti, come egli sentiva che dovevano essere, sotto l’attenta e sapiente cura del Grande Guerriero. Questi sapeva che il guerriero era pronto, ma sapeva anche che solo il guerriero nero avrebbe deciso quando.

Dopo un periodo di apparente riposo, durante il quale il guerriero nero aveva ripercorso il suo addestramento psicofisico, era giunto per il guerriero nero il momento di rientrare nella grande sala degli allenamenti per addestrarsi insieme a tutti gli altri studenti della scuola dei guerrieri.

guerriero

Questi giovani studenti non avevano notato niente di diverso che potesse far pensare a ciò che era stato l’ultimo combattimento del guerriero nero e del guerriero bianco. L’assenza del guerriero nero era coincisa con una minore attività alla scuola dei guerrieri. Adesso però il guerriero nero doveva riprendere il suo naturale ruolo all’interno della scuola.

maestro e discepoloIl giorno che aveva stabilito si avviò verso  la scuola dei guerrieri con molto anticipo rispetto all’allenamento degli studenti. Giunto davanti all’entrata restò diversi istanti innanzi a quella porta come compiaciuto per ciò che stava facendo. Approfittò di quel tempo per incontrare il Grande Guerriero. Questi lo accolse sapendo già il motivo per cui era lì, anche se non parlarono di questo.

Invece discussero del programma della scuola, del suo sviluppo, come se il guerriero nero non fosse mai stato assente, ma fosse stato sempre presente in ogni momento della vita della scuola.

Poi, giunto il momento dell’allenamento con gli studenti il guerriero nero si congedò momentaneamente dal Grande Guerriero e si avviò verso la sala dell’allenamento. Con passo lento e deciso, con al fianco il guerriero bianco, la sua inseparabile spada, con la quale aveva tante volte incrociato le lame degli avversari quando veniva provocato per ristabilire ordine.

guerriero

Entrando salutò tutti presenti nella grande sala dove lo stavano aspettando, come ogni volta, per iniziare il nuovo ciclo di allenamenti stabilito alla scuola dei guerrieri. Si respirava un clima disteso e tranquillo tra gli studenti e la presenza del guerriero nero dava fiducia al lavoro che stavano apprestandosi a compiere.

allenamento alla scuolaQuindi ognuno prese la sua posizione per l’allenamento, posizione che rispecchiava il modo di essere di ciascuno nella vita e quindi ciò che ognuno pensava di essere.

Durante l’allenamento nessuno si risparmiava, cercando di dare il meglio di sé, spendendo le proprie energie per fare ogni volta meglio anche fosse sempre il solito movimento. Infatti anche il solito movimento ripetuto come tale, non è mai uguale a se stesso, in quanto ogni volta questo è il risultato della volta precedente e quindi migliore. Ma solo se lo si sa vedere questo è diverso altrimenti risulta essere sempre il solito movimento, inducendo noia nello studente per dover ripetere qualcosa che crede di sapere.

Il guerriero nero guidava i movimenti del gruppo di studenti che seguivano con attenzione le indicazioni e i consigli che gli venivano dati.

Terminato l’allenamento ognuno degli studenti lasciava la scuola e tornava verso la propria vita quotidiana, lasciando che il tempo dedicato alla scuola fosse solo una parentesi, quindi si riprendevano i vestiti che forse non si erano mai tolti. Il guerriero nero restava invece alla scuola perché egli era tale. Sapendo distinguere le diverse situazioni e momenti della vita, si adeguava conseguentemente e consequenzialmente ad essa per come la situazione richiedeva che fosse e per come egli sentiva di essere, restando quindi sempre se stesso e cioè il guerriero nero.

discepoliI giorni di allenamento alla scuola dei guerrieri si succedevano l’uno dopo l’altro, tutto scorreva naturale come l’acqua del fiume verso valle, calmo ma inesorabile...

Il tempo avrebbe fatto emergere chi fra gli studenti sarebbe diventato un guerriero, benchè ognuno potenzialmente lo fosse. Ma proprio per questo esiste la scuola dei guerrieri.

I giorni di allenamento facevano ogni volta emergere nuove caratteristiche degli studenti, per come ogni volta si ponevano dinnanzi alle tecniche che gli venivano proposte. Il gruppo cresceva affinando le tecniche che apprendeva di volta in volta, entusiasta di come e cosa veniva loro insegnato.

Intanto nuove persone in questo tempo si erano presentate alla scuola per apprendere ed imparare ciò che veniva insegnato in questo luogo e continuamente ne venivano per provare e trovare in quel luogo ciò che forse intimamente stavano cercando.

guerrieroUn giorno, uno dei tanti, si presentò alla scuola dei guerrieri una persona nuova che diceva di voler apprendere l’arte del combattimento e in tale ricerca egli era capitato alla scuola dei guerrieri.

Questa persona entrando nella grande sala degli allenamenti, provocò una variazione di energia percepita dal guerriero nero. Tale energia aveva una intensità diversa dal solito e che sembrava affine a qualcosa che il guerriero nero conosceva, ma che forse in quel momento non voleva… riconoscere.

La percezione di quella variazione di energia aveva provocato in lui un turbamento, come se in quel movimento alcune delle ferite dell’ultimo combattimento si fossero riaperte e le sensazioni legate a quello scontro tornarono a rapirlo per un attimo, il tempo di riconoscere ciò che gli stava accadendo. Respirò calmo e diresse la sua energia verso queste sensazioni, non fuggendo ma andandogli dentro, evitando così che queste sensazioni e le conseguenti emozioni potessero prendere possesso di lui.

Evidentemente se questo accadeva doveva esserci anche una ragione che ancora il guerriero nero non comprendeva o forse più probabilmente non voleva accettare che fosse… ancora.

combattimentoIl guerriero nero sapeva che alcune ferite dell’ultimo combattimento, seppur nascoste agli occhi delle persone, sembravano non volessero richiudersi. Così accadeva talvolta che un particolare movimento agiva su queste lesioni facendolo ritornare con la mente al suo ultimo combattimento, mostrandogli quanto questo fosse ancora palesemente vivo nella sua mente. Il guerriero nero pur non mostrando segni di sofferenza, sentiva sommessamente la tristezza che tale situazione gli procurava e che gli impediva talvolta di muoversi come sapeva di poter essere.

Egli aveva probabilmente riconosciuto in questa variazione di energia qualcosa che non voleva forse ammettere che potesse accadere.

Il guerriero nero sentendo tutto questo accadere dentro di sé non cercava niente che non fosse solo e soltanto ciò che stava facendo alla scuola e per la scuola dei guerrieri, continuare ad allenarsi per se stesso e per gli altri studenti.

guerrieroCerto, egli aveva avvertito nell’aria una diversa energia rispetto a quella che solitamente c’era alla scuola dei guerrieri, una nuova forza, ma lasciò che questa, se tale era, si rivelasse al momento giusto, sapendo che quello sarebbe stato il posto giusto. Senza quindi interferire oltre, lasciò che l’acqua del grande fiume continuasse a scorrere inesorabilmente verso il mare… incommensurabile.

Quel giovane guerriero non era capitato per caso alla scuola dei guerrieri, ma più verosimilmente a causa dell’energia che avvolgeva da sempre la scuola dei guerrieri.

Sappiamo infatti come i guerrieri intimamente si cerchino e in che modo tendano a divenire uniti quando si scoprono tali.

Per il guerriero nero non c’era bisogno di dire o fare niente, aveva avvertito l’energia del giovane guerriero e le potenzialità che questo avrebbe potuto esprimere se fosse stato guidato da mano esperta. Ma era anche necessario che questa persona scoprisse da solo la causalità della sua presenza alla scuola dei guerrieri.

L’energia che il guerriero nero aveva avvertito non poteva non essere avvertita anche dal giovane studente in quanto per sua natura questa energia è reciproca.

combattimento

Anche questo giovane guerriero aveva quindi intuito e forse anche riconosciuto il guerriero nero sentendo anch’egli la solita energia.

Il guerriero nero sapeva che non avrebbe potuto sottrarsi a questa energia in quanto dal momento che l’aveva avvertita si sarebbe compiuto ciò che doveva accadere.

Il guerriero nero aveva forse trovato il modo di continuare il suo… viaggio nell’incommensurabile?

guerrieri a cavallo

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