SEGUENDO UN SUO PRIMO ARICOLO GENERALE SULLA NASCITA E STORIA DEL
KUNG FU FINO AI GIORNI NOSTRI… DOPO AVERCI PRESENTATO ILTIEN SHAN PAI… LUCIO PICCIOLI, UNO DEGLI
ISTRUTTORI DELLA
Makotokai Karate Arezzo, CI PARLA DELLO STILE INTERNO PER ECCELLENZA DEL KUNG FU: IL THAIJI QUAN.
A FARGLI DA IDEALE GUIDA IN QUESTI SUOI SCRITTI E RICERCHE, IL SIFU ARETINO: HERMANNO DI MAURO. (www.zenshinclubarezzo.com)
LO STILE INTERNO DEL TAIJI QUAN
(dalla sua nascita, ai giorni nostri)
Di: Lucio Piccioli
“CENTRO MAKOTOKAI TOSCANA”
(Foto di repertorio tratte dal web)
In Cina il rapporto tra esercizio fisico e medicina terapeutica ha
preceduto di gran lunga la nascita delle arti marziali, e ciò che i cinesi hanno sviluppato intorno
alla cultura fisica ha avuto inizio prima che la storia venisse documentata attraverso fonti
ufficiali.
Esempi espliciti di tali relazioni possono essere facilmente
riscontrabili nei testi di medicina tradizionale ove sono descritte molte delle teorie che
costituiscono la base del Taiji Quan. Così come ad esempio nella medicina terapeutica e preventiva
si sono sviluppati esercizi fisici che hanno tratto il loro spunto da alcune posizioni animali,
molte sono le tecniche che anche nel Taiji Quan prendono il nome da questi.
La storia delle arti marziali ha inizio con
Bodhidarma (Damo) che, originario dell’India,
estese il buddismo oltre i confini cinesi. Ideatore di alcuni esercizi fisici, che avevano come
obiettivo quello di aiutare i monaci che passavano la maggior parte del loro tempo in meditazione
sedentaria, legò inseparabilmente il proprio nome a colui che diede l’avvio alle arti marziali
esterne. Tale ipotesi leggendaria si è sviluppata inoltre in considerazione del fatto che un metodo
di autodifesa, in momenti di disordine e banditismo, potesse rappresentare per i monaci un elemento
importante per la sopravvivenza stessa.
Così come i buddisti avevano trovato in Bodhidarma il loro eroe
leggendario anche i taoisti trovarono, più tardi, con Zhang Sanfeng la figura mitica che diede
origine agli stili interni. Fu così che mentre Bodhidarma venne identificato come l’ideatore dello
stile Shaolin Quan, Zhang Sanfeng venne associato alla nascita del Taiji Quan.
Numerose sono le teorie succedutesi intorno alle origini del Taiji e
difficile risulta una netta separazione tra fantasia e realtà. Molti sono coloro che nel passato
hanno ricordato il leggendario monaco taoista Zhang Sanfeng come il padre del Taiji Quan.
Le leggende narrate intorno a tale figura sono molte ma tutte
concordano nel ritenere che egli sia vissuto sui monti Wudang in un periodo compreso tra il XII ed
il XV secolo.
1° Ipotesi: La leggenda narra che Zhang Sanfen ebbe la prima
ispirazione sul Taiji osservando il combattimento tra una gazza ed un serpente. La gazza attaccava
dall'alto ripetutamente ma il serpente con il suo movimento fluido e circolare schivava i potenti
colpi del nemico alato.
2° Ipotesi: Altre fonti ancora fanno risalire il Taiji al
periodo Tang, tra l’ottavo ed il nono secolo. Questa seconda ipotesi fa’ riferimento a scuole di
arti marziali diverse successivamente unificate da Zhang Sanfeng.
3° Ipotesi: Una terza ipotesi riporta a Wang Zongyue e lo
indica il fondatore del Taiji. Le storie raccontate attorno a tale personaggio lo descrivono come
girovago ed avventuriero proveniente dalla provincia di Shanxi.
Durante i suoi spostamenti sembrerebbe si sia fermato in uno dei
villaggi Chen nella provincia di Henan in un periodo intorno al XVIII secolo. Fermatosi nel
villaggio di Chenjiagou avrebbe insegnato il Taiji ad alcuni componenti della famiglia Chen, ma la
storia non racconta dove egli avesse appreso l’arte del Taiji né chi gliela avesse trasmessa.
4° Ipotesi: La quarta ipotesi , che viene oggi considerata
come la più accreditata, indica in Chen Wangting colui che a cavallo dei secoli XVI e XVII diede
origine all’evoluzione del Taiji.
Chen Wangting, nato nel villaggio di Chenjiagou tra la fine del
periodo Ming e l’inizio di quello Qing, era considerato un uomo di cultura e un guerriero
professionista che aveva al proprio comando una guarnigione nella contea di Wen. E’ con lui che si
delinea la prima documentazione storica sulle origini del Taiji. Studioso di molte arti da
combattimento, trasmise alle arti marziali della famiglia l’applicazione dell’energia interna "Daoyin"
e i metodi della respirazione "Tuna", caratteristiche del patrimonio esoterico taoista "Qigong".
Ulteriori contributi che apportò alle arti marziali sono stati lo
sviluppo di movimenti a spirale e la creazione degli esercizi di spinta con le mani "Tuishou".
A lui si devono l’acquisizione del ri-lassamento nelle arti marziali quale veicolo di forza e di
energia interna.
Di
sua creazione furono cinque forme di "Toutao Quan", antico nome del Taiji Quan una forma di Chang
Quan e cinque forme di Paocui, così come l’ideazione di alcune forme con la spada e la lancia. Oltre
a quelle citate altre teorie sono state scritte sulle origini del Taiji, ma il quadro cronologico
che delinea la successione delle figure più rappresentative, presentate ufficialmente dalla Cina,
indica Chen Wangting come il più accreditato fondatore del Taiji.
Chen Changxing, discendente di Chen Wangting, ebbe anch’egli un ruolo
importante nella storia del Taiji: fu il primo a diffondere lo stile all’esterno della famiglia Chen.
Vissuto tra il 1771 ed il 1853 ebbe molti discepoli tra i quali Yang Luchan, proveniente dalla
provincia dello Hubei, che in seguito fondò la scuola Yang.
Un altro componente della famiglia, Chen Zhongxing (1809 - 1871),
ricoprì un ruolo importante nella lotta contro alcuni clan che fomentavano sollevamenti popolari e
anti Manciù. I clan dei Taiping e dei Nian che alla testa di migliaia di persone attaccarono il
villaggio di Chenjiagou furono respinti da Chen Zhongxing e dai suoi compagni. Chen Zhongxing, noto
per la sua bravura nelle tecniche di combattimento, guidò più volte i contadini del proprio
villaggio contro le bande legate a società segrete che intendevano rovesciare il governo imperiale
dei Manciù. Molti furono i villaggi che dovettero difendersi da movimenti destabilizzanti e fu così
che i membri della famiglia Chen, tramandandosi le tradizioni di generazione in generazione, si
dedicarono alle arti marziali ed allo sviluppo del Taiji Quan.
Se il villaggio di Chenjiagou con la famiglia Chen è stato
considerato il tempio del Taiji QUAN la famiglia Yang è stata sicuramente la fautrice della sua
diffusione. Yang Luchan, vissuto tra il 1789 ed il 1872, prestò servizio come servitore presso la
famiglia Chen e di nascosto seguì gli insegnamenti che Chen Changxing tramandava ai propri figli.
Scoperto da Chen Changxing, che rimase sorpreso dalla bravura conseguita da Yang Luchan, gli fu
concesso di partecipare agli insegnamenti che sino ad allora erano stati gelosamente riservati ai
soli membri della famiglia. Dopo essere tornato nel proprio paese natale nello Hebei, dove insegnò
il Taiji QUAN per un certo periodo, si trasferì a Pechino dove fondò la scuola di Taiji Yang.
Sfidato da maestri appartenenti ad altre scuole viene ricordato come invincibile e di lui si
raccontano episodi dai contorni straordinari.
I tre figli di Yang Luchan sistematizzarono ognuno modalità diverse
di insegnamento: Yang Banhou diede origine alla piccola concatenazione; Yang Jianhou alla media
concatenazione e Yang Fenghou continuò a praticare la grande concatenazione ereditata dal padre.
Yang Chengfu, che visse tra il 1883 ed il 1936, nipote di Yang Luchan
e figlio di Yang Jianhou, estese la conoscenza del Taiji QUAN in tutta la Cina.
In tale periodo il Taiji QUAN subì grandi trasformazioni diventando
sempre più una tecnica per il mantenimento della salute psicofisica, perdendo via via la sua natura
marziale di esclusiva tecnica di combattimento.
Un ulteriore apporto alla diffusione del Taiji va attribuita a Chen
Weiming, allievo di Yang Chengfu. Nel 1915 Chen Weiming conobbe a Pechino Sun Lutang che più tardi
fondò uno stile di Taiji chiamati Sun. Fu proprio grazie a questo incontro che Chen Weiming poté
entrare in contatto con Yang Chengfu che in seguito divenne il suo maestro. Nel 1924 Chen Weiming si
stabilì a Shanghai dove fondò una società per la diffusione del Taiji di stile Yang.
Altri maestri si trasferirono dalle campagne alle grandi città e
numerosi furono gli allievi che iniziarono a frequentare le scuole di Taiji, alcuni di loro
divennero a loro volta buoni insegnanti e finirono per fondare vere e proprie associazioni o per
insegnare Taiji nei parchi. All’inizio degli an-ni ‘30 l’insegnamento del Taiji fu introdotto in
alcune scuole pubbliche e negli istituti di educazione fisica.
La scuola di stile Sun fu creata da Sun Lutang (1860 - 1932) che
sistematizzò uno stile di Taiji in cui le tecniche risultano più dure che nella scuola Yang. Sun
Lutang esperto di stili interni quali il "Bagua QUAN" e lo
"Xingyi QUAN" fuse insieme questi due stili con il Taiji dando origine ad uno stile del tutto
particolare. Tale scuola si diffuse soprattutto nelle provincie dello Hebei e dello Jiangsu.
Le
scuole di stile Wu sono due in quanto sono omonimi i due fondatori che le hanno create. Una fu
fondata da Wu Yuxiang (1812 - 1880) che studiò con Yang Luchan e Chen Qingping e la seconda fu
fondata da Wu JianQUAN (1870 - 1942) della provincia dello Hebei; suo maestro fu il padre Wu QUANyou,
già allievo di Yang Banhou, primogenito di Yang Luchan.
Avendo studiato la piccola concatenazione dove i movimenti risultano
più contratti trasmise questa connotazione allo stile Wu, imprimendo al corpo posizioni più
inclinate rispetto allo stile Yang.
Wu JianQUAN diventò insegnante di arti marziali delle guardie del
palazzo presidenziale ed in seguito fu chiamato ad insegnare nella scuola di Educazione Fisica di
Pechino e a Shanghai, dove diresse la locale Associazione delle Arti Marziali.
Indipendentemente dalle variazioni adottate gli stili menzionati
hanno in comune la stessa matrice: lo stile Chen. Tra gli eredi più prestigiosi dello stile che
hanno contribuito alla diffusione di tale patrimonio spicca sicuramente Chen Fake (1887 - 1957)
rappresentante della XVII generazione. Chen Fake, che considerava la propria conoscenza come
patrimonio ereditario familiare, approdò a Pechino nel 1928 dove venne sfidato più volta dai
migliori combattenti del momento.
La gente rimase stupita dalla velocità e potenza che accompagnavano
le sue tecniche e l’ammirazione dei cine-si verso la sua imbattibilità e la sua capacità di
sbarazzarsi degli avversari fu tale che Chen Fake venne sommerso di richieste di insegnamento e
decise di stabilirsi a Pechino.
In tempi più recenti, con l’instaurarsi della Repubblica popolare
Cinese, il Taiji Quan è diventato sempre più un metodo di terapia finalizzato al mantenimento della
salute ed ha perduto quasi definitivamente il proprio aspetto marziale. Parallelamente, per gli
stili più rappresentativi, il Comitato Sportivo Nazionale ha codificato alcune forme diminuendone il
numero di tecniche e sempli-ficandone talune parti. Negli ultimi decenni sono state infatti create
sequenze composte da ventiquattro movimenti definite "forme da gara".
Con la fine del periodo più "oscuro", in cui gli effetti della
politica del governo centrale hanno condizionato pesantemente la maggior parte delle attività
tradizionali, restringendone il campo, si sta assistendo oggi al recupero delle arti marziali
tradizionali dentro e fuori la Cina. Molti sono coloro che si recano in Cina per motivi di studio e
sempre più numerosi sono i maestri che dalla Cina raggiungono l’occidente per diffondere l’arte del
Taiji Quan.
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