ilguerriero.it - informazioni su muay thai, kick boxing, kickboxing, arti marziali, cultura, preparazione atletica
Storia del Kung Fu
QUARTO PERIODO:
LO SHAOLIN DURANTE LE DINASTIE YUAN E MING.
Nel 1279, dopo numerose battaglie terrestri, i mongoli
guidati da Qubilai Khan, il nipote di Gengis Khan, sbaragliarono al largo di
Canton la flotta cinese dell'ultimo imperatore Sung, il quale disperato si
suicidò gettandosi in mare.
I mongoli conquistano così la Cina e Qubilaí Khan diventa
imperatore fondando la dinastia, Yúan (1279-1368).
E l'epoca dei favoloso viaggio di Marco Polo da lui
descritto con entusiasmo nel libro Il Milione.
Nel 1351 scoppiò violenta la rivolta nazionalista dei
Turbantí Rossi: i mongoli vennero cacciati e Chu Yúan Chang, fondatore della
dinastia Míng, fu acclamato dal popolo Hung Wu, ossia Figlio del Cielo
(imperatore).
Durante la dinastia Ming (1368-1644) un maestro di nome Pai
Chin Tou creò il Mei Hua Ch'úan o Boxe del Fiore di Prugno[1].
Il Mei Hua Ch'úan è estremamente dinamico, l'azione
infatti non è mai interrotta, il corpo gira continuamente e tutte le tecniche
sono circolari per sfruttare al massimo la forza centrifuga. Questo stile è
tuttora praticato in Cina soprattutto dalle donne per la bellezza, la
morbidezza, ma nello stesso tempo l'efficacia delle sue tecniche che non
richiedono eccessiva forza fisica.
Probabilmente in questo periodo fu messo a punto, da un
maestro rimasto sconosciuto, il Pa Chi Ch'úan o Pugilato delle otto direzioni.
Trattasi di uno stile estremamente potente in cui
predominano gli attacchi e gli spostamenti rettilinei. Il Pa Chi Ch'úan è
ancor oggi praticato nella Cina dei nord.
Sembra
che nel secolo sedicesimo, nel bel mezzo della dinastia Ming, un giovane
nobiluomo entrò a far parte del monastero di Shaolin di Honan, prendendo il
nome di Chueh Yuan (o Kwok Yuen). Egli era considerato un esperto tanto nel
combattimento disarmato che nelle tecniche di spada. Chueh Yuan riformò i 18
movimenti di Ta Mo, riorinandoli in in 72 tecniche fondamentali, ma poco
soddisfatto e convinto che fosse necessario rinnovare e migliorare il sistema,
percorse in lungo e in largo la Cina alla ricerca dei migliori maestri. La
legenda racconta che Chueh incontrò a Lanchow un vecchio venditore ambulante e
che assistì stupito ad una lotta, durante la quele quest’uomo, senza alcuno
sofrzo, atterrò un giovane attccabrighe. Rivelatosi com eun prete di Shaolin
Cheh Yuan Chiese all’ambulante, che si chiamava Li Chien, quale fosse il
segreto della sua abilità e come aveva potuto un uomo di sessant’anni
stendere a terra, privo di sensi, un avversario tanto più giovane di lui.
L’interlocutore si offrì di presentarlo a Pai Yu Feng (o
Pak Yook Fong), suo vecchio amico e indiscusso maestro di Kung Fu del distretto
di Shansi. Il mestro gli spegava come volesse evolvere l’arte di Shaolin oltre
le forme tradizionali.
In seguito, grazie anceh alle insistenze di di Chueh, Pai e
Li accompagnarono il prete al tempio di Shaolin, dove i tre uomini
perfezionarono e codificarono i 18 movimenti di Ta Mo e i 72 di Chueh Yuan,
portandoli a 170 azioni fondamentali, il Wu Hsing Ch'úan o Pugilato delle 5
Forme, e ciascuna di esse prese il nome dai movimenti di un animale: la tigre,
il Serpente, la Gru, il Drago e il Leopardo.
Ciascun gruppo di tecniche rappreentava le cinque esenze
dell’uomo, come le aveva concepite Pai Yu-Feng e ciascuna doveva venire
sviluppata e compresa in giusta proporzione con le altre, per arrivare all’unificazione
del corpo e dello spirito. Così tale stile era costituito da cinque esercizi:
-
Esercizi
della tigre (Hu): caratterizzati da posizioni ampie, tecniche grandi,
forti e veloci, per rinforzare le ossa ed accentuare la capacità di saltare.
-
Esercizi
dei drago (Lung): caratterizzati da posizioni ampie e tecniche in cui
forza e morbidezza erano mirabilmente fuse; i movimenti venivano utilizzati per
nutrire lo spirito, abituare all’attenzione, al vigore accentuando la
leggerezza e la calma.
-
Esercizi
della gru (Ho): caratterizzati da posizioni piccole, spesso in equilibrio
su una gamba sola. Le tecniche erano veloci; morbidezza e durezza si
alternavano. Questi movimenti venivano utilizzati per sviluppare il sistema
nervoso e la capacità di concentrazione.
-
Esercizi
dei serpente (She): caratterizzati da tecniche morbide e movimenti lenti
alternati con scatti improvvisi. Questi esercizi servivano in particolare per
sviluppare la respirazione per coltivare il Ch'i. Nel Kung-fu infatti il
serpente è il simbolo dei Chi.
-
Esercizi
dei Leopardo (Pao): caratterizzati da posizioni più piccole di quelle
della tigre, da tecniche molto potenti, veloci e da rapidi balzi. Questi
movimenti venivano utilizzati per generare forza e accentuare il combattimento.
La classificazione e il programma di Pai Yu Feng e Chueh
Yuan ebbero immensa risonanza. Combinando il meglio della scuola Interna e il
meglio della scuola Esterna, essi diedero un nuovo necessario slancio alle arti
maziali cinesi: di fatto essi crearono le basi da cui derivarono molti stili
moderni.
Tutte queste forme non sono arrivate purtroppo sino a noi.
Lo Shaolin Classico è oggi prevalentemente uno "stile tigre" (Hu Ch'úan)
con vari elementi presi dagli atteggiamenti degli altri animali.
Gli esercizi del drago hanno dato probabilmente origine al
Lung Ch'úan o Boxe del Drago, stile praticato ancor oggi sia nel nord che nel
sud della Cina.
Gli esercizi della gru hanno dato origine a due stili,
messi a punto durante la dinastia Ch'ing: la Boxe della Gru o Ho Ch'úan
praticata nel nord della Cina e la Boxe della Gru Bianca o Pai Ho Ch'úan
praticata nelle regioni dei sud.
Nel sedicesimo secolo vissero altri famosi maestri che
contribuirono al perfezionamento dello Shaolin. Fra essi dobbiamo almeno
ricordare Ch'eng Chung Tou, grande esperto nell'arte della lancia, e il generale
Ch'i Chi Kuang. Di quest'ultimo è stato tramandato fino ai nostri giorni un
esercizio di forma con la spada denominato Ch'i Chia Chien, ossia La Spada della
Famiglia Ch'í. Durante la dinastia Ming lo Shaolin venne "esportato"
nell'isola di Okinawa (arcipelago delle Ryu Kyu) dando così origine al Karate.
La parola giapponese Karate veniva originariamente scritta
con due ideogrammi che significavano mano (te) di T'ang (Kara) ossia in pratica
"mano cinese". Veniva citata la dinastia T'ang perchè in quell'epoca
lo Shaolin aveva raggiunto un livello altissimo ed era diventato assai popolare.
Solo modernamente i giapponesi hanno cambiato l'ideogramma Kara (T'ang) con un
altro che si pronuncia nello stesso modo, ma che significa "vuoto". La
parola Karate si può pertanto oggi tradurre "mani vuota".
Osserviamo che la denominazione di "mani vuota"
(K'ung Shou in cinese) era stata utilizzata anche in Cina durante il
"Periodo dei tre regni" per indicare le varie forme di combattimento
senza armi.
Al tempo della dinastia Ming la lotta cinese, chiamata K'uai
Chiao ossia "proiettare rapidamente", aveva fatto molti progressi
perchè si basava più sulla tecnica, l'intelligenza e l'agilità fisica che
sulla forza bruta. Dal K'uaí Chíao deriva il Tí Kung Ch'úan o Tí T'ang Ch'úan,
il cosiddetto Pugílato delle cadute, che fu incorporato nello studio dello
Shaolin Classico.
Una di queste scuole, precursore degli stili più moderni
è il Wing Chun. Creato da una donna, Yim Wing Chun nel XVII secolo, pare che ne
abbia ricevuto gli insegnamenti fondamentali da un monaco buddista di nome Ng
Mui[2].
|