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Kung Fu

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Storia del Kung Fu

QUINTO PERIODO:
LO SHAOLIN DURNATE LA DINASTIA CH’ING.

Nel 1640 scoppiò una rivolta, Pechino fu conquistata dagli insorti e l'ultimo imperatore Ming si impiccò. Un suo generale chiese allora aiuto alle tribù mancesi che non esitarono ad accorrere, domarono la rivolta, occuparono Pechino, ma invece di lasciare subito dopo il territorio, come era nei patti, elessero un loro imperatore e dilagarono in tutta la Cina. Cominciò così l'ultima dinastia dell'impero cinese: la dinastia manciù Ch'íng (1644-1911).

Subito ebbe inizio la disperata resistenza agli invasori da parte dei patrioti cinesi.

Durante la dinastia Ch’ing la pratica del Kung Fu conobbe anche una dimensione “rivoluzionaria”: numerose furono infatti le società segrete avverse ai reggenti Manciù, che si addestrarono nell’ombra preparando la rivolta..

Un focolaio di resistenza era costituito dalle bande e dalle navi del principe - pirata Chen Ch'eng Kung (chiamato dagli europei Coxinga), che condusse in terra e in mare una lotta accanita contro i manciù. Per avere una base più sicura egli conquistò fra l'altro l'isola di Formosa, allora colonia olandese, e vi stabilì uno stato indipendente.

Anche il Tempio Shaolin era un centro di resistenza: i monaci ed i loro allievi non perdevano l'occasione per battersi contro i loro nemici e davano asilo ai perseguitati politici.

Nel 1659 un maestro di Shaolin di nome Ch'en Yúan Pin venne inviato in Giappone, sembra per sollecitare un aiuto contro i manciù. I giapponesi non vollero imbarcarsi in un'avventura che poteva risultare pericolosa e declinarono l'invito. Alcuni samurai scoprirono però che Ch'en era un formidabile combattente, lo pregarono di non ripartire e di insegnare loro le tecniche di Shaolin. Il maestro cinese rimase in Giappone sino alla sua morte (avvenuta nel 1670) ed i suoi insegnamenti contribuirono in modo decisivo allo sviluppo del Ju Jitsu.

Sul continente nel frattempo i manciù, che avevano ormai consolidato il potere, infransero ogni resistenza. In questo periodo sono frequenti le azioni repressive, che culminarono nell’incendio del tempio di Shaolin (che fu comunque ricostruito). Intervenne l'esercito che dopo una terribile battaglia riuscì a conquistare ed incendiare il milienario tempio. Le pressioni culminarono poi con l’editto del 1730 che proibì la pratica delle arti marziali [5].

Si racconta che i monaci superstiti si ritirarono nella Cina del sud e nella provincia di Fukien, in un territorio probabilmente controllato dalle bande di Chen Ch'eng Kung, costruirono un secondo tempio (il cosiddetto Tempio Shaolin del Sud) che dopo alcuni anni fu anch'esso incendiato dai manciù.

Il Tempio Shaolin dei Nord fu probabilmente ricostruito e distrutto due o tre volte, ma non raggiunse più lo splendore e la fama originali.

Storicamente sappiamo che una delle distruzioni dei tempio fu ordinata da Yung Cheng, terzo imperatore della dinastia Ch'ing, che regnò dal 1723 al 1736.

I maestri si dispersero in tutta la Cina dando origine a numerose scuole, ma il nome Shaolin era sempre considerato sinonimo di nemico dell'impero e dell'ordine imposto dagli invasori.

I praticanti, accanitamente perseguitati, iniziarono a riunirsi in società segrete. Per ingannare il nemico non si utilizzò più il nome Shaolin e le diverse scuole assunsero le denominazioni più varie.

Gli allenamenti si svolgevano in segreto, spesso di notte. I maestri accettavano solo allievi fidati che dovevano superare prove severissime prima di poter accedere ai corsi.

Da questo periodo in poi si perse l'enorme vantaggio dell'esperienza di tutti i migliori maestri riuniti in un sol luogo.

Gli stili si differenziarono sempre di più e molti di essi risultarono inevitabilmente limitati dalle esperienze, conoscenze tecniche e idee di una sola persona.

In compenso si ebbe una maggiore diffusione del Kung-Fu in tutto il paese e soprattutto nel sud. Fino ad allora infatti i principali stili erano nati e si erano sviluppati nelle regioni del centro e del nord.

La leggenda narra che solo cinque monaci si salvarono dalla distruzione del tempio di Fukien: Hung, Líu, Ts'ai, Li e Mo. Essi diedero origine alle cinque scuole fondamentali di Shaolin del Sud:

  • Hung Chia Ch'úan o Boxe della famiglia Hung

  • Liu Chia Ch'úan o Boxe della famiglia Líu

  • Ts'ai Chía Ch'úan o Boxe della famiglia Ts'aí

  • Li Chia Ch'úan o Boxe della famiglia Li

  • Mo Chía Ch'úan o Boxe della famiglia Mo

Essendo praticati nel sud, tali stili sono sovente denominati in dialetto cantonese rispettivamente: Hung Gar, Liu Gar, Choí (Ts'at) Gar, Li Gar e Mo Gar. Osserviamo che Gar ha lo stesso significato di Chia: famiglia, clan.

Poco alla volta gli Stili dei Sud si differenziarono nettamente nel loro complesso da quelli del Nord.

In generale negli Stili dei Sud si utilizzano pochi calci, le posizioni sono più piccole, le tecniche più corte e meno vigorose di quelle utilizzate negli Stili del Nord.

Il caldo tropicale della Cina del sud e la più debole costituzione fisica degli abitanti meridionali hanno avuto senza dubbio la loro influenza.

Nel nord gli abitanti percorrevano lunghe distanze a piedi o a cavallo, avevano gambe lunghe e robuste, adatte pertanto a posizioni ampie e calci alti; nel sud invece la popolazione era prevalentemente dedita alla pesca ed alla coltivazione del riso ed i combattimenti si svolgevano spesso sulle barche o nelle risaie, un ambiente poco adatto all'impiego di posizioni grandi e di tecniche di calcio.

Naturalmente vi sono delle eccezioni e quanto ho detto va inteso solo in senso generale.

Nel sud si svilupparono poco alla volta altri stili di Shaolín (Sii Lam in cantonese) i più conosciuti dei quali sono i seguenti:

Ts'ai Li Fu Ch'úan (Choí Li Fut in cantonese): tale stile è stato fondato nel secolo scorso combinando gli stili dei maestri TS ,ai e Li.

Yung Ch'un Ch'úan (Wing Chun in cantonese): tale stile prende il nome da una monaca buddista maestra di Kung-fu.

Pai Ho Ch'úan (Pak Hok in cantonese): è la Boxe della Gru Bianca di cui ho già parlato.

Anche nella Cina settentrionale nascono o diventano popolari numerosi stili, alcuni dei quali furono creati forse prima dell'avvento della dinastia Ch'ing, ma poichè sono giunti fino a noi, si svilupparono soprattutto in questo periodo:

Hung Ch'úan o Boxe del maestro Hung (da non confondere con l'omonimo maestro creatore di uno dei cinque stili fondamentali dei sud). Questo stile è stato messo a punto nel diciassettesimo secolo e molte delle sue tecniche sono state prese dalla Boxe della Gru (Ho Ch'úan).

Ho Ch'úan: è la Boxe della Gru di cui ho già parlato precedentemente.

Lung Ch'úan: è la Boxe del Drago di cui ho già parlato. Questo stile è praticato anche nella Cina del sud.

Ts'ui Pa Hsíen (letteralmente: gli otto "immortali" ubriachi): è la famosa Boxe dell'ubríaco, stile difficilissimo in cui il praticante si finge ubriaco per difendersi ed attaccare in modo imprevedibile. In questo sistema sono molto utilizzate le tecniche di caduta.

Hou Ch'úan oppure Ta Sheng Ch'úan: è la Boxe della Scimmia chiamata così perchè i suoi praticanti imitano gli atteggiamenti e i movimenti delle scimmie. Sembra che questo stile sia stato creato nel secolo scorso da un certo K'ou Szu, esperto di Shaolin, che per evitare di essere reclutato a forza nell'esercito manciù uccise involontariamente l'ufficiale reclutatore. Fu catturato e condannato a molti anni di carcere. La sua prigione era in una foresta ed egli potè pertanto osservare gli atteggiamenti delle scimmie che abbondavano in quel luogo.

Quando fu liberato K'ou Szu mise a punto il suo curioso ed interessante metodo che oggi è praticato anche nella Cina del sud.

Lo stile dei nord è però molto più spettacolare e ricco di cadute.

Secondo altre fonti lo stile della scimmia sarebbe molto più antico e le sue prime forme risalirebbero addirittura alla dinastia Han, ossia a circa 2.000 anni fa. A quell'epoca risalgono anche una danza popolare detta "della scimmia" ed i già citati esercizi dei cinque animali (fra cui la scimmia) creati dal medico Hua To.

Ch'a Ch'úan: è la Boxe del maestro Ch'a, popolare soprattutto fra gli abitanti di religione musulmana.

P'i Kua Ch'úan: il nome significa Boxe per spaccare e sollevare. E' uno stile abbastanza simile al già citato Mei Hua Ch'úan perchè caratterizzato da tecniche e movimenti circolari.

Lo Han Ch'úan: è la Boxe dei discepoli di Buddha.

T'ang Lang: è il cosiddetto Stile della Mantide Religiosa messo probabilmente a punto all'inizio della dinastia Ch'ing da un maestro di nome Wang Lang che si sarebbe ispirato agli atteggiamenti del crudele insetto.

Anche le tecniche che venivano insegnate nel Tempio Shaolin della provincia di Honan al tempo della sua distruzione sono state tramandate sino a noi con il nome di Shaolin Ch'úan. Ho preferito utilizzare la denominazione di Shaolín Classico della Cina del Nord" perchè il termine Shaolin Ch'úan è generico e può indicare l'insieme di tutti gli stili esterni di Kung-fu o uno qualsiasi di essi sia del nord che del sud.

Durante la dinastia Chíng si svilupparono notevolmente gli stili interni ed in particolar modo il T'ai Chi Ch'úan, lo Hsing-I Ch'úan ed il Pa Kua Ch'úan. Fu proprio durante questo periodo che si cominciò per la prima volta a fare distinzione fra stili esterni ed interni.

I praticanti di stili interni ci tenevano infatti a mettere in evidenza, per non avere problemi con le autorità, che la loro arte non aveva niente a che fare con lo Shaolin.

Il T'ai Chi Ch'úan, la cui origine, come abbiamo già visto, è stata attribuita al monaco Chang San Fang, all'inizio dell'ottocento era insegnato dalla famiglia Ch'en nel villaggio Ch'en Chia Kou nella provincia di Honan.

Verso la metà dell'ottocento la famiglia del celebre Yang Lu Chan, soprannominato "il senza rívali", divenne la depositaria dei segreti dei Pugilato del Fatto Supremo ed i suoi membri insegnarono anche a corte.

All'inizio dei nostro secolo il famoso Yang Ch'eng Fu, nipote di Yang Lu Ch'an, ebbe il merito di diffondere il T'ai Chi Ch'úan in tutta la Cina sotto forma di ginnastica per la salute. Le tecniche marziali sono invece rimaste segrete fino ai nostri giorni ed insegnate solo a pochi privilegiati.

Lo Hsing-I Ch'úan deriverebbe, come abbiamo spiegato in precedenza, da uno stile morbido messo a punto dal generale Yúeh Fei.

Hsing-I significa modello (o forma) e mente. Tale nome sta ad indicare che durante l'esecuzione delle tecniche bisogna pensare di imitare determinati modelli o attitudini di dodici animali.

Questo stile è conosciuto anche col nome di I Ch'úan che si può tradurre Pugíiato Intellettuale.

Le tecniche di Hsing-i sono prevalentemente rettilinee e morbide, ma diventano dure al momento dell'impatto.

Il vero creatore di questo stile è sconosciuto e le prime notizie storiche relative ad esso risalgono al diciassettesimo secolo.

Anche le origini dei Pa Kua Ch'úan o Boxe degli otto trigrammi, sono sconosciute. Nel diciannovesimo secolo un maestro di nome Tung Hai Ch'úan rese popolare tale stile e lo diffuse nell'area di Pechino.

Ancora famosa è la sfida fra questo maestro ed il caposcuola dello Hsing-i, il popolare Kuo Yun Shen, soprannominato "mano spaccatutto". Dopo tre giorni di combattimento Tung riuscì a prevalere, ma i due maestri divennero inseparabili amici e decisero che tutti i praticanti di Hsing-i dovevano imparare anche il Pa Kua e viceversa.

Nel Pa Kua i movimenti vengono eseguiti lungo una circonferenza immaginaria. Le posizioni sono piuttosto piccole, si utilizza molto il palmo della mano, le tecniche sono morbide e rotonde.

Altri stili interni meno noti sono i seguenti:

Liang I Ch'úan o Boxe delle due direzioni: stile simile al T'ai Chi Ch'úan, ma in cui ci si difende contro due avversari che attaccano contemporaneamente; Szu Hsiang Ch'úan o Boxe dei quattro punti cardinali: è uno stile simile al precedente, ma qui ci si difende contro quattro avversari.

T'ai I Ch'úan o Pugilato della Grande Mente: è uno stile simile al T'ai Chi Ch'úan: i movimenti sono però più corti e le tecniche più piccole. Alcuni ritengono che questo stile sia molto antico e che sia stato creato assai prima dell'avvento della dinastia Ch'íng.

Fra il 1711 e ìi 1911 secolo lo Shaolin influenzò notevolmente le arti marziali di Okinawa (Karate e Kobudo). Numerosi maestri cinesi visitarono infatti in questo periodo l'arcipelago delle Ryu Kyu. Dobbiamo ricordare in modo particolare Kung Hsiang Ch'ún (Ku Shan Ku in giapponese) vissuto nel 1700, che contribuì in modo determinante allo sviluppo dello stile di Karate conosciuto più tardi col nome di Shorin o, dal nome della città di Shuri in cui veniva praticato, di Shuri-te.

Da tale stile deriva il moderno Karate Shotokan. Kung Hsiang Ch'ún insegnava delle forme che vengono ancor oggi praticate in numerosi stili di Karate con il nome di Kushanku oppure Kanku.

Nel secolo diciannovesimo anche alcuni abitanti di Okinawa andarono a studiare arti marziali in Cina. Fra costoro i più noti sono Kanryo Higashíonna e Kanbun Uechi.

Il primo si recò verso il 1860 nel sud della Cina e studiò per molti anni alla scuola dei maestro Liu (Ryu in giapponese). Tornato in patria Higashionna mise a punto uno stile di Karate che, dal nome della città di Naha, fu denominato Naha-te e che diede origine al moderno Goju Ryu.

Kanbun Uechi si recò nella Cina dei sud verso la fine dell'ottocento e studiò uno stile chiamato Pan Ying Juan (Pan Gai Nun in cantonese) ossia "Stile mezzo duro e mezzo morbído". Questo è diventato oggi uno dei principali stili dei Karate di Okinawa ed è conosciuto col nome di Uechi Ryu.

Il malcontento verso la dinastia reggente esplose in due grandi rivolte: quella dei Taiping a metà del XIX secolo e quella dei Boxers[1] all’inizio del secolo XX (quarant’anni dopo), contro gli occidentali i quali avevano praticamente ridotto la Cina in condizioni di semicolonia. Le forze dei rivoltosi fecero largo uso del Kung Fu per combattere l’esercito regolare [5].


[1] I rivoltosi si chiamavano così perchè i loro capi praticavano lo Shaolin ed appartenevano ad una setta segreta denominata la Società dei Pugni Armoniosi

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