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Un piccolo pensiero, per un grande campione!

Dopo la prima intervista fatta al “guerriero”, torniamo ad occuparci di “Lui” con un piccolo pensiero, nell’anniversario della sua prima corona mondiale conquistata. Lui ci ringrazia ricordando  per noi e raccontandocelo… quel grande momento! Ve lo riproponiamo integralmente con le sue stesse parole...

Di: Michele Baschieri

Correvano gli anni 60,ed il pugilato mondiale era ai massimi livelli della notorietà. Nascevano i miti...gli eroi…si consacravano le leggende. La povera gente di paese…ascoltava alla radio o vedeva le immagini granulose dei grandi eventi pugilistici,   alle rare televisioni in bianco e nero che esistevano nei bar. Rocky Marciano,Sugar Ray Robinson,Jack La Motta, Rocky Graziano e tanti altri…avevano fatto la storia qualche anno prima. In America,nel mese di settembre, Sonny Liston , si preparava a passare lo scettro ad un giovane di nome Cassius Clay…ma in Italia, il pugilato mondiale,stava per conoscere un giovane guerriero di 25 anni che si era sbarazzato di tutti i suoi avversari per ko… ALESSANDRO MAZZINGHI.

 

Il suo nome è scritto fra i campioni leggendari della boxe di tutti i tempi e ancora oggi, quando si parla di lui, ci si riferisce al pugilato “quello autentico”. Affrontava l’avversario a “viso aperto” e dando vita a spettacolari battaglie… e per questo riempiva stadi e platee, più di ogni altro.

Oggi, a distanza di 39 anni da quel 7 settembre del ‘63 , con il maestro Fragale abbiamo deciso di ricordarne l’anniversario, regalando al “GUERRIERO”dei pantaloncini da GUERRIERO THAI, un piccolo pensiero per una grande leggenda.

IL RACCONTO DI SANDRO MAZZINGHI:

<< I colpi a vuoto nello spogliatoio… riscaldavano la mente, pronta a combattere.  L’odore dell’olio di canfora e di vasellina, saturavano l’ambiente…Mio fratello Guido… mi dava gli ultimi consigli… strinsi i pugni e mi guardai le fasce alle mani.. ..erano perfette!!…..Me le sentivo come due bombe.. pronte ad esplodere! Poi ..una voce.. “Dai Sandro, tocca a noi!” Si!!…era ora, pensai …Tirai su il cappuccio e mi diressi verso la porta.. L’emozione… era la stessa degli altri combattimenti …avevo battuto i più forti  e adesso era il mio momento..sentivo il rumore della gente fuori…in quei pochi passi per arrivare alla porta , rivedevo tutta la mia vita, i sacrifici che avevo fatto per arrivare fino a qui, ma ora dovevo vuotare la mente, e pensare solo al match... c’era in palio il titolo…!!  Ad un tratto un boato…le urla, le grida della gente, il mio nome urlato a gran voce, un’ ovazione senza precedenti, sembrava che cascasse il Vigorelli, non potevo e non dovevo deludere chi aveva creduto in me.Ricordo ancora, con commozione, che prima del gong d’inizio, tenni stretta al petto la bandiera tricolore, era la prima volta da professionista, che avevo l’onore di inchinarmi al simbolo della mia patria. Dupas.. “l’americano”.. aveva l’esperienza di 135 incontri da professionista, ed era un vecchio “marpione” del ring, dovevo stare attento nelle prime riprese e non dovevo…farmi “beccare” dai suoi colpi veloci e maligni. Incominciai dunque, con una certa precauzione, senza considerare gli attacchi  che avrebbero potuto aprire un varco nella mia difesa e mi avrebbero esposto così, ai colpi d’incontro dell’americano.

  

… Le prime quattro riprese ci “studiavamo” per portare gli attacchi, cercare i punti deboli dell’avversario: negli anni 60 i combattimenti finivano quasi sempre per ko e quando dico..”studiavamo” vuol dire che erano brevi scambi di pugno per vedere la reazione dell’avversario, e non a girare intorno al ring come fanno ora! Chi voleva essere un campione doveva dimostrarlo dando tutto ! Fu cosi, che nella quinta ripresa …cominciai ad aumentare il ritmo, ero allenato al massimo, potevo sostenere quindici riprese, non ho mai avuto paura durante i miei combattimenti, e la sola cosa che poteva darmi fastidio di Dupas …era la sua testa. Quando si avvicinava trovava il sistema di darmi qualche capocciata ma …sentivo il suo respiro affannoso nel corpo a corpo e nei suoi occhi si leggeva una “certa preoccupazione” quando lo attaccavo, ero un treno in corsa! Dalla sesta ripresa cominciai a credere sempre di più nella vittoria. Alla fine dell’ottavo round, il gong tolse l’americano da un situazione drammatica, perché se fosse durato ancora pochi secondi, l’avrei messo fuori combattimento. Ormai avevo capito che era giunta la mia ora e alla nona ripresa mi avventai su Dupas colpendolo ripetutamente al viso e al corpo. La sua grandissima esperienza comunque, gli permetteva di schivare ancora qualche colpo, ma la battaglia era diventata impari, io ..ero il più forte e fu cosi, che l’arbitro me lo tolse dalle mani, decretando il kot! Ricordo l’abbraccio della folla , le pacche sulle spalle, il mio nome gridato a più riprese dai tifosi, ma ciò che più mi colpì… fu l’esplosione di gioia del pubblico quando l’arbitro mi alzò il braccio in segno di vittoria..>>

Io …SANDRO MAZZINGHI ero il nuovo CAMPIONE DEL MONDO!!!!!

 


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