GROSSETO PLAUDE A UNA NUOVA CAMPIONESSA EUROPEA
E ALLA DIFESA VITTORIOSA DI UN SUO CAMPIONE ITALIANO
Di: Ufficio Stampa RCC boxe
Grosseto, 27.11.07
Era dai tempi di Emilio Marconi, nell’ormai lontano 1956, che Grosseto non era
teatro di un campionato d’Europa. A rinverdire quei tempi ci ha pensato Emanuela Pantani che a 36
anni, nella sua città, ha conquistato il titolo continentale vacante dei pesi supergallo femminili.
Per festeggiarla, era presente a bordo ring anche la prima campionessa europea della storia della
boxe italiana, la sempre affascinante Maria Moroni. La boxe femminile italiana è quindi attualmente
in possesso del titolo mondiale dei mosca Wbc di Stefania Bianchini e dei titoli europei di Pantani,
Tabbuso (supermosca) e Galassi (mosca). A corredo di questo grande successo anche la vittoriosa
difesa, pur con verdetto ai punti dopo sole cinque riprese, del titolo italiano dei pesi leggeri da
parte di un altro grossetano, Giovanni Niro.
Puntuale come al solito, con la solita grande cornice di pubblico locale e la
perfetta organizzazione cui ci ha abituato Rosanna Conti Cavini, il ring announcer Franco Ciardi ha
dato il via alla serata alle ore 20 in punto, con tre incontri tra pugili dilettanti, protagonisti
tre pupilli della Pugilistica Grossetana, guidati all’angolo da Vincenzo Botti, contro tre esponenti
della Boxe Parma guidati dall’eclettico e simpaticissimo Maurizio Zennoni. Nel primo incontro il
locale Alessio Dainelli ha battuto Boris Mardiculov, nel secondo Francesco Minozzi (Grosseto) ha
ceduto solo per intervento medico all’ultima ripresa con Francesco Bernini, mentre Andrea Ribecco,
l’ultimo dei ragazzi di Zennoni, ha avuto la meglio ai punti di Vadim Tsupilo.
La serata dei professionisti aveva un brutto prologo: Monia Cavini, figlia di
Rosanna e Umberto, ormai imminente al parto, si doveva recare d’urgenza in ospedale dopo una vivace
aggressione verbale subita, insieme a tutto il resto dell’organizzazione, dal commissario arbitrale
e supervisore Giuseppe Minutoli. Lo stesso poi provocava anche un danno fisico a un braccio,
rilevato dalle forze dell’ordine presenti, alla stessa Rosanna Conti Cavini che gli si era
semplicemente avvicinata per chiedere spiegazioni. Inoltre, lo stesso personaggio richiamava anche
Umberto Cavini che dal fondo della sala si limitava a fare il tifoso e dare semplicissimi consigli
ai suoi ragazzi.
Nonostante questi orrendi episodi, iniziava il programma professionistico, orfano
del rientro di Michele Di Rocco bloccato da una leggera indisposizione nei giorni precedenti: nel
primo incontro Luca Michael Pasqua, sfidante al titolo italiano dei pesi superwelter, aveva i suoi
problemi a contrastare le scorrettezze dell’ungherese Ramocsa, richiamato ufficialmente tre volte
dall’arbitro Lamusta, contato due volte e poi fermato per kot quasi alla fine della terza ripresa,
dopo che i colpi del pugile torinese avevano provocato evidenti danni sul suo viso. Il superleggero
Antonio Grieco mostrava invece di essere già instradato bene verso buoni obiettivi, pur ancora in
verdissima età, avendo buon gioco dell’esperto slovacco Tibor Rafael, al quale impartiva una lezione
di ottima varietà pugilistica, poi mettendolo una prima volta al tappeto con un deciso uno-due al
volto durante la terza ripresa e poi, per il visibilio del suo pubblico, replicando la combinazione,
stavolta con decisione definitiva, alla quarta. Grieco festeggiava mostrando la sciarpa del Grosseto
calcio. Un altro grossetano, il piuma Luca Maggio, anche lui in attesa di avere una nuova chance
tricolore, ha affrontato l’ungherese Beller, che scambiava colpi con lui fino alla fine della
seconda ripresa, quando un’azione decisa dell’italiano costringeva l’arbitro Boscarelli al
conteggio. Ancora un’azione a due mani di Maggio e Boscarelli stavolta poneva la parola fine a una
sfida diventata troppo squilibrata, per un più che giusto kot. Vincenzo Rossitto era invece al
rientro dopo il bello e sfortunato match fatto contro Giacobbe Fragomeni per il titolo dell’Unione
Europea dei massimi leggeri. Contro di lui l’ungherese Horvath, che doveva subire la furia del
siciliano, pronto per nuovi e interessanti obiettivi. Rossitto provava tutta una varietà di
combinazioni e colpi, che l’avversario assorbiva con coraggio tentando anche qualche timida replica,
anche dopo il primo conteggio subito alla seconda ripresa dall’arbitro Panichi. Nella terza un altro
conteggio e poi la conclusione, con Vincenzo che chiedeva il microfono e, emozionato, ringraziava la
città di Grosseto, il pubblico e i coniugi Cavini.
Era ora di interviste in attesa della diretta di Rai Sport Sat, con Ciardi con
scambiava quattro chiacchiere con Alberto Servidei, campione europeo dei piuma, Luca Tassi, campione
italiano dei supermedi, Floriano Pagliara, Marino Bucciarelli, l’ex europeo dei medio massimi (e
attore con Bud Spancer) Piero Del Papa, oltre che con Nino Benvenuti, impegnato con Mario Mattioli
nella telecronaca dei titoli. Tutti i pugili dell’organizzazione di Rosanna Conti Cavini
ringraziavano pubblicamente sia la signora Rosanna sia il marito Umberto, per tutti i sacrifici che,
sanno bene, questi fanno per permettere di combattere a tutti loro.
Con la diretta televisiva le autorità salivano sul ring precedendo Massimiliano
Chiofalo della Loreni Boxe e Giovanni Niro, grossetano della “Conti Cavini-Gattopard”, che si sono
contesi il titolo italiano dei pesi leggeri in possesso del secondo. Ad accogliere il campione
Giovanna Stellini, presidente del consiglio comunale di Grosseto, che premiava Niro per la Festa
della Toscana, e i tifosi grossetani con il manifesto “Niro fallo nero”. Dopo un saluto ai cavalieri
ad alle amazzoni del battaglione “Savoia Cavalleria” di Grosseto impegnati in Libano, e l’Inno
nazionale, iniziava il match. Agli ordini dell’arbitro Maianti, dopo una prima ripresa equilibrata,
nella seconda Niro iniziava a fare più movimento e piazzava qualche colpo in più. Terza ripresa a
favore di Chiofalo, con ferita al sopracciglio sinistro di Niro monitorata dal medico, nella quarta
il beniamino di casa recuperava un po’ di mobilità sul tronco che gli permetteva di strappare la
preferenza, anche se non riusciva a portare colpi pesanti. Chiofalo, più raccolto fisicamente, lo
impegnava nei corpo a corpo e con un grande movimento, e il match si faceva equilibrato, fino a che
il medico del titolo, Taviani, quinta ripresa in corso, interrompeva il match per la ferita, dopo
una testata involontaria, di Niro. Si andava alla lettura dei cartellini che premiavano, diremmo
giustamente anche se di strettissima misura, il campione Giovanni Niro. Cartellini che nello
specifico erano 48 pari (Lamusta), 49-48 (Mecozzi) e 49-47 (Giammona).
Dopo l’esibizione canora di Debora Tundo, dedicata alla bimba che sta nascendo,
figlia di Monia Cavini (che era ancora in ospedale) e Fabrizio Corsini, era l’ora per l’appuntamento
che vale tutta una carriera per Emanuela Pantani, opposta alla rumena Elena Miftode. Accolta dal
boato del pubblico, Pantani iniziava il match dopo le premiazioni fatte da e per l’Assessore Borghi,
per l’amministrazione provinciale grossetana, e dopo l’inno francese per l’arbitro Toupin, quello
rumeno e quello italiano. Dopo una prima fase di studio, già nella prima ripresa la Pantani riusciva
a penetrare la stretta guardia della Miftode, quindi rintuzzava con un ottimo movimento del tronco
le iniziative avversarie e rientrava con precisione sul viso della rumena. Seconda e terza ripresa
ancora più incisive per la Pantani, che schivava, evitava un’azione della rumena, poi la cucinava a
fuoco lento con buona varietà di precisi ganci e diretti, però raramente raddoppiati. Nella quarta
ripresa la Pantani decideva di chiudere la pratica: sinistro al fegato e destro al volto e tanti
saluti alla Miftode, per una nuova campionessa europea di cui si poteva fregiare l’Italia.
Alla fine una grande serata di boxe, con grande cornice di pubblico e una
applauditissima Rosanna Conti Cavini, ricompensata da scroscianti applausi di tutti i sacrifici e
del brutto fuori-programma che l’ha vista fronteggiare anche l’opera inutilmente perfida di un certo
personaggio che fa di tutto per fare del male all’organizzazione di Grosseto, senza minimamente
accorgersi che del male lo fa più a se stesso e, quello che più è peggio, lo fa alla boxe italiana.
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