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RILASSIAMOCI UN PO’

(ovvero di come faccia bene allenarsi anche dentro)

CONTINUA L’OPERA DEL NOSTRO COLLABORATORE ALESSANDRO FIUMETTI (DI CAPITASPORT). QUESTA VOLTA CI PROPONE E CI ILLUSTRA UNA BASILARE ED ELEMENTARE TECNICA DI TRAINING AUTOGENO PER RILASSARCI E RITROVARE FORSE QUELLA SERENITA’ ED EQUILIBRIO NATURALE CHE FORSE, A CAUSA DELLA VITA FRENETICA DEI PIU'… TENDE SPONTANEAMENTE AD AFFIEVOLIRSI E FAVORIRE COSI' L’INSORGERE DI PICCOLI MALUMORI O MALESSERI CHE POTREBBERO ANCHE AVERE ORIGINE PSICO-SOMATICA. LUNGI DA LUI IL VOLERCI INSEGNARE CON QUESTO IL TRAINING AUTOGENO, MA SOLO INTRODURCI IN QUESTE BELLISSIME TECNICHE E FORSE ACCENDERE LA NOSTRA CURIOSITA’, CHE POTREMMO SPEGNERE SUCCESSIVAMENTE MAGARI, CON UN CORSO VERO E PROPRIO PRESSO UN TECNICO ABILITATO E QUINDI PIU’ COMPETENTE  PER QUESTO SCOPO.

Di: ALESSANDRO FIUMETTI (da Capitasport)

Il bello dei tempi moderni è che si corre in continuazione. Si comincia al mattino: corriamo per prepararci, facciamo colazione in fretta (spesso addirittura non la facciamo) ci buttiamo nel traffico per non fare tardi al lavoro o a scuola. Poi si corre al lavoro, dove si lavora correndo. Quindi a metà giornata si pranza, ovviamente di corsa (perché, si sa, chi lavora non ha tempo da perdere) per poi percorrere il pomeriggio a gambe levate. E dopo il lavoro? Ovviamente si va a correre, per mantenere la salute o ritrovare la forma perduta. Ora, a parte questa ultima parte della giornata dove è giusto dedicarsi ad un minimo di attività fisica, qualunque essa sia (non barate: mangiare stuzzichini non conta!) direi che non è sbagliato affermare che capire come abbia fatto l’homo metropolitanus ad evitare di estinguersi in questi ultimi decenni sia un vero e proprio rebus.  Cosa fare allora? Molti dicono che è necessario cambiare stile di vita, rallentare i ritmi, evitare gli stati d’ansia, dedicarsi ad attività ricostituenti. (traduzione: ok, ritira tutti i milioni che hai in banca, molla la famiglia zavorra, comprati un atollo e fai quel che ti pare!). Altri, invece, si limitano a proporre qualche consiglio per correggere tutti quegli aspetti della vita quotidiana che, a lungo andare, portano alla esasperazione fisica e mentale. Senza alcuna pretesa noi ci accodiamo a questi ultimi, e vogliamo invitarvi a riscoprire una disciplina di benessere psicosomatico semplice ed efficace: il training autogeno. Attenzione: per amore di scienza, e soprattutto di verità, va detto che il training autogeno viene correttamente insegnato da operatori preparati, ed a questi noi rimandiamo per un programma completo ed una analisi più approfondita. Tuttavia, ci sentiamo di offrirvi – semplicemente perché ci siete simpatici e siete arrivati a leggere fino a qui – qualche esercizio la cui applicazione non potrà fare altro che giovarvi. Una breve premessa: letteralmente il termine “training autogeno” può essere tradotto come un insieme di tecniche psicosomatiche che, se praticate con assiduità (qui sta il “training”, ossia l’ ”allenamento”) conferiscono tutta una serie di benefici che scaturiscono da soli dall’interno di chi le pratica (ed ecco l’ “autogeno”). Si tratta di una serie di esercizi che coinvolgono l’intero corpo umano e che influenzano positivamente le funzioni basilari del metabolismo (respirazione, circolazione, digestione) il sistema nervoso (attenuano gli stati emotivi e l’ansia, distendono, e migliorano l’umore) combattono lo stress eliminando tutte le tensioni psicofisiche che esso coinvolge - in primis la mancanza di energia interna (il cosiddetto chi, tanto caro ai Maestri Cinesi) - ed infine aiutano a raggiungere un buon stato di armonia interiore favorendo la riflessione ed il vuoto mentale (quello che molti chiamano meditazione). E se può fare tutto questo per il Signor Rossi, pensate quali benefici possa trarre uno sportivo da una pratica regolare di queste tecniche! Siete curiosi? Bene, allora procediamo.

Trovate un quarto d’ora di tempo, un ambiente tranquillo (casa vostra va benissimo) ed abiti non costrittivi (in pratica state come siete, ma allentate la cravatta, togliete orologi, catenine ed anelli, slacciate le cinture) dopodiché sdraiatevi sul letto o su una qualsiasi superficie di vostro gradimento, purché minimamente confortevole. Socchiudete gli occhi e respirate lentamente e con profondità, non dovete avvertire alcuna tensione, nessun pensiero. Prendete in considerazione il vostro piede sinistro e cominciate ad immaginare di sentirlo pesante, pesante, sempre più pesante: provate ad avvertire l’impronta che il vostro pesantissimo arto sta lasciando sulla superficie d’appoggio.  Lasciate fluire liberamente queste sensazioni. Poi passate al piede destro, poi ad ognuna delle gambe, poi all’addome, poi al petto, quindi alle braccia ed infine alle spalle. E’ di aiuto, purché però non turbi lo stato di quiete che si va creando dentro di voi, ripetere mentalmente durante la pratica una sorta di mantra, una formula semplice quale può essere ad esempio “io sono calmo e rilassato, il mio piede è pesante, pesante..” Se vi addormentate durante la pratica....beh, complimenti, avete raggiunto il Nirvana! Praticate questo esercizio una – due volte al giorno per qualche settimana e ne vedrete subito i benefici. Variante: sedetevi su una sedia, nello stesso ambiente e con le stesse modalità già esposte. Espirate profondamente lasciandovi cadere verso il basso: finite il movimento appoggiando gli avambracci sulle cosce, le gambe leggermente aperte, ginocchia a novanta gradi, il capo e le spalle ricadenti in avanti.  Praticate lo stesso esercizio di prima, sostituendo però la sensazione di pesantezza con la sensazione di un progressivo aumento della temperatura dell’arto in osservazione, modificando naturalmente anche la formula da ripetere.

Una sola avvertenza: questo esercizio è assolutamente sconsigliato alle signore in dolce attesa, ai soggetti un po’ troppo pingui e a tutti coloro che hanno difficoltà di respirazione o disturbi alle vertebre cervicali.

Buon lavoro.


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