dal sito
http://www.geocities.com/Colosseum/Bench/2456/respirazione.htm
LA RESPIRAZIONE
DURANTE GLI ESERCIZI
Lavorando da anni nel settore fitness, sia come proprietario di palestra che
come istruttore mi sono reso conto che l'argomento in questione non sempre è
chiaro e comprensibile a tutti. Accade purtroppo che anche agli stessi operatori
del settore spesso liquidino il problema con dei "sentito dire" o
"si è sempre fatto così", ma di fatto non fornendo, nella maggior
parte dei casi, spiegazioni concrete alle loro scelte. Constatare questa
situazione mi ha di conseguenza spinto ad approfondire lo studio di questo
argomento.
Vorrei tuttavia premettere che questo lavoro non vuole essere esaustivo né
avare carattere assolutistico, ma porsi come spunto dialettico, sperando di stimolare così una maggiore razionalità in un settore che spesso è
dominato da luoghi comuni. Tutte le critiche costruttive sono quindi ben
accette.
Per la sua stretta
correlazione con la circolazione, la respirazione assume notevole importanza
durante l'attività fisica. Sappiamo infatti che il ritorno venoso è fortemente
influenzato dalle pressioni che si trovano all'interno della cassa toracica.
Queste pressioni variano durante lo sforzo e a seconda delle modalità di
respirazione che in concomitanza con lo stesso vengono adottate. Si può quindi
osservare che se durante lo sforzo si trattiene il fiato, la pressione
intratoracica sale in proporzione allo sforzo; fattore questo che impedisce il
ritorno venoso.
Altro fatto importante è quello di espirare violentemente alla fine dello
sforzo e dopo aver trattenuto l'espirazione forzatamente per tutta la fase
concentrica del movimento; infatti in questo caso il sangue dopo essere stato
trattenuto viene violentemente risucchiato all'interno del cuore "colpo di
ariete", creando nel complesso una irregolarità nella circolazione e dei
forti stress per il cuore. (A. Lapierre, LA RIEDUCAZIONE FISICA Vol. 1 Pag. 62).
Alla scelta del tipo di respirazione da adottare durante gli esercizi, dà un
particolare contributo anche lo studio meccanico della respirazione effettuato
mediante filmati radiografici (vedi metodo Zilgrei Kiropratico) che hanno
evidenziato come le curve fisiologiche del rachide aumentino con la inspirazione
e diminuiscano con la espirazione; e come il rachide lavori in maniera ottimale
ed abbia la sua massima resistenza al carico quando lavora in maniera
fisiologica, cioè quando le curve sono il più vicine possibile all'angolazione
normale.
I punti di vista scientifici a riguardo sono essenzialmente due: quello
anatomico e quello biomeccanico.
PUNTO DI VISTA ANATOMICO
Alla fase inspiratoria vengono abbinati i movimenti di estensione della
colonna vertebrale, di abduzione degli arti superiori e di distensione degli
arti inferiori; infatti durante questa fase si determina un aumento dei volumi
della gabbia toracica ed una diminuzione della pressione toracica interna. I
movimenti degli arti superiori si effettuano con lo scopo di ingrandire il
volume della gabbia toracica e non per migliorare la respirazione costale
perché le coste si sollevano allorquando le braccia restano ferme.
Alla fase espiratoria si abbinano i movimenti di flessione della colonna
vertebrale, di adduzione delle braccia e di flessione della gambe, perché
durante questa fase si verifica una diminuzione del volume della gabbia
toracica ed un aumento della pressione intraddominale.
Le braccia mantenute in contrazione statica (es. braccia in fuori, mani alle
spalle, ecc...) sono di ostacolo alla espirazione completa perché, mantenendo
in tensione i muscoli pettorali e il gran dentato, mantengono le coste
sollevate.
PUNTO DI VISTA BIOMECCANICO
La fase di inspirazione viene combinata con la fase di riposo muscolare, di
recupero.
La fase di espirazione viene associata, contrariamente alle considerazioni
anatomiche, alla fase del movimento attivo, dello sforzo. Associare la fase
espiratoria allo sforzo potrebbe sembrare un non senso fisiologico, però ciò
trova valide spiegazioni in quanto:
Il riflesso pneumomuscolare, eccitando i recettori polmonari deterrnina un
incremento funzionale allo stato dei muscoli scheletrici (Donskoj e
Zatziorskij).
Gli esercizi realizzati con un tempo espiratorio forzato determinano una
sommazione spazio-temporale massima della muscolatura spinale (Geyer).
La incrementata pressione addominale interna diminuisce del 30% l'azione
del carico (Maigne).
La maggior parte dei muscoli antigravitari sono inspiratori e sono situati
al di sopra della cintura addominale. Per evitare un blocco del diaframma in
inspirazione è opportuno effettuare gli esercizi di stiramento (stretching)
impedendo il blocco inspiratorio e insistendo al contrario sull'espirazione
che si deve eseguire liberamente, senza controllo della bocca o della laringe
e deve diventare progressivamente più ampia (Souchard).
Lo sviluppo della forza muscolare è strettamente connesso con le fasi
della respirazione, e precisamente: l'apnea determina il più alto valore di
forza muscolare, l'espirazione uno minore e l'inspirazione il più basso (V.
S. Farfel e J.M. Freidberg).
Pertanto il trattenimento del respiro, e la relativa tensione della
muscolatura espiratoria che ne deriva, aumenta la forza muscolare mentre la
contrazione della muscolatura inspiratoria la diminuisce.
Questi due punti di vista apparentemente discordanti sono in realtà le due
facce della stessa medaglia, e cioè sono validi entrambi ma vanno applicati in
maniera diversa in base al tipo di esercizio che si compie: in particolare, per
gli esercizi senza sovraccarichi è valido quello "anatomico", mentre
per quelli con sovraccarichi è migliore quello "biomeccanico".
CONCLUSIONI
Quindi la respirazione durante l'attività fisica con sovraccarichi dovrebbe
essere:
espirare durante la fase concentrica del movimento;
inspirare durante la fase eccentrica del movimento;
non trattenere il fiato se non strettamente necessario (lavoro con carichi
massimali), e quando lo si trattiene non espirare violentemente alla fine
dello sforzo.
Durante l'attività fisica a corpo libero invece:
espirare quando si flette la colonna vertebrale, si adducono gli arti
superiori e di flettono gli arti inferiori;
inspirare quando si estende la colonna vertebrale, si abducono gli arti
superiori e si estendono gli arti inferiori.
Interessante al riguardo la lettura di:
- SPORT PER LA SALUTE LA BELLEZZA, editore MEB; D. Raggi; L
Cordero pag. 74 e 149.
- LA RIEDUCAZIONE FISICA, editore Sprling & Kupfer; A.
Lapierr, Vol 1 pag. 62.
- COMPENDIO DI GINNASTICA CORRETTIVA, editrice SSS; F.
Tribastone. ( Pag . 112).
- GUIDA ALLE PROVE DA SFORZO ED ALLA PRESCRIZIONE DELL'
ESERCIZIO FISICO,
editrice PICCIN; American College of Sports Medicine. (Pag. 53).
- LA GINNASTICA RESPIRATORIA, SSS Roma; E. Ciammaroni,
I.S.E.F. Roma (Autore Prof. Mariano Rubiu)
(Quest'articolo è stato pubblicato dalla rivista
Professione Fitness)
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