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Medicina

LA REINTEGRAZIONE IDRICA E MINERALE NELLO SPORT

Argomento quanto mai di attualità in questo periodo di caldo estivo, ma sempre importante nella conduzione e programmazione della pratica sportiva in ogni periodo dell’anno. Ricerca e argomento importantissimo quindi e affidato dalla redazione ad una giovane neo-istruttrice F.I.KB della Scuola Arti Marziali Fragale. Notiamo con piacere che, cosciente dell’importanza e responsabilità che il nuovo ruolo conferisce, la sua curiosità e progressiva conoscenza, inizia a dare i primi risultati sperati sulla sua voglia di continuo aggiornamento anche con molte iniziative di ricerche personali e finanche autodidatte, oltre a quelle già previste dal corso federale. Credendo sinceramente che questo dovrebbe essere il compito continuo di tutti gli istruttori vecchi e nuovi, speriamo le sue iniziative possano essere rivelatorie e di aiuto per molti atleti, anche se non vorremmo mai poter pensare, queste  fossero novità per nessuno dei loro istruttori.

DI: BEATRICE GUARDATI

Sono fortunatamente ormai lontani i tempi in cui mi dicono, gli istruttori di arti marziali e sport da combattimento, raccomandavano in genere agli atleti di non bere durante l’allenamento… Anche a me adesso sembra impossibile che si potesse dire una cosa simile, ma questo mi dicono accadeva molti anni fa,  tra moltissimi istruttori del tempo e che evidentemente ritenevano il loro compito formativo compiuto ed ormai esaurito, con la sola conoscenza tecnico-specifica dello sport o dell’arte marziale in questione. Ma fortunatamente le nostre attività sportive e quelle delle arti marziali in genere, si sono progressivamente sempre più specializzate e messe in sintonia con i tempi e conoscenze scientifiche nell’ambito della  preparazione sportiva. Adesso credo sia proprio impensabile e impossibile  per chiunque, sentirsi intimamente dei buoni  istruttori e di qualsiasi disciplina da combattimento, senza conoscere almeno le minime e prime nozioni generali sulla  teoria dell’allenamento  ed apprezzarne quindi, il suo progressivo  approfondimento da parte di tutti i propri allievi. La fonte di ricerca, dalla quale naturalmente ho attinto per  le notizie e tabelle sulla “reintegrazione idrica e minerale” di seguito riportate, è un testo (consigliatomi dal mio maestro) estratto dagli atti di un congresso nazionale su: ALIMENTAZIONE E SPORT (Genova 22-23 ottobre) del prof. G. Calderone (Istituto di Scienza dello Sport, CONI -Dipartimento di Medicina, ROMA). Per  tante altre notizie e precisazioni inoltre, ho usato  una mia precedente e personale ricerca fatta sul sito www.serenoeditore.com e  sul sito www.sportpro.it . Che consiglio vivamente di visitare per un vostro eventuale e ulteriore approfondimento e migliori precisazioni occorrenti sulla materia. Oltre naturalmente ai testi Federali del corso istruttori e quelli specifici trovati nella biblioteca della Scuola Arti Marziali Fragale.

1) IL PROBLEMA: LA DISIDRATAZIONE

Correre, allenarsi e combattere d’estate… ci risulta sempre particolarmente faticoso soprattutto per il semplice e conosciuto  motivo rappresentato dalla abbondante e velocissima sudorazione, indottaci oltretutto dal caldo. Questa ci provoca una notevole perdita di liquidi e  quindi inevitabilmente, anche di preziosi sali minerali in essi contenuti e disciolti, generando quel senso di spossatezza che ben conosce chi non ha imparato ancora l’importanza del sapersi reidratare a dovere. In particolari condizioni e tempi di allenamento la perdita dei liquidi tramite la sudorazione diventa molto importante: si può arrivare persino ad alcuni litri per ogni allenamento e quindi alla perdita inevitabile di parecchi milligrammi di sali minerali in essi disciolti. Quando la perdita dei liquidi supera il 2% del peso corporeo senza che noi rimediamo con una adeguata reidratazione , ovviamente potete ben immaginare come l’efficienza fisica possa calare drasticamente. Di qui potremmo evincere l’importanza di una corretta assunzione di liquidi per reidratare progressivamente e compensare quindi l’altrettanto continua  disidratazione.

 

Acqua, innanzitutto, ma anche sali minerali per reintegrare le perdite di questi che sono disciolti e dispersi con il sudore. Sappiamo che oggi, i moderni integratori e bevande sportive, offrono in più la possibilità di avere anche un apporto energetico, sebbene nel caso della sete, questo apporto vada considerato solamente come un accessorio a volte utile e spesso necessario.  Ma vediamo come il tutto avvenga fin dall’inizio e come imparare, fin dove ci è possibile, a potervi porre rimedio. Come avremo sicuramente notato ed appreso però, l’effetto della sudorazione per disperdere calore, non avviene soltanto nei mesi estivi. Ormai spero tutti sicuramente sapremo, l’energia necessaria per l’esecuzione di  qualsiasi contrazione muscolare deriva sempre e comunque dalla scissione dell’ATP (Adenosin Tri Fosfato) in ADP (Adenosin Di Fosfato) e P (molecola di fosforo derivata dalla sua perdita nella trasformazione dell’ATP in ADP e rendere conseguentemente possibile la liberazione di energia contenuta e imprigionata per effetto del loro saldo legame energetico).

Questa fondamentale reazione chimica appena sommariamente illustrata, come qualsiasi altra reazione chimica in esecuzione nel corpo umano, implica anche la produzione contemporanea e non trascurabile di una certa quantità di calore (infatti si legge che la sua resa energetica e trasformazione in energia meccanica è solo intorno al 25% il resto è rappresentato da potenziale e apparente dispersione energetica). Possiamo però immaginare come una cospicua parte di questa apparente dispersione energetica,  possa anche produrre un sensibile innalzamento nella temperatura del nostro corpo. Ma sappiamo che la macchina umana è in grado di fronteggiare questa fisiologica condizione di “ipertermia” attivando i vari meccanismi di emergenza e di compenso come quello della termodispersione per esempio. Questo meccanismo di termoregolazione  funziona allo scopo di mantenere la temperatura corporea interna costante e intorno al valore di 37°C (la zona di controllo termico, leggiamo che è tra 36,5 e 37°C un po’ come fosse la regolazione del nostro termostato interno) . Questo meccanismo termodispersivo entra in funzione automaticamente ogni volta che la temperatura corporea interna aumenta, sia come conseguenza del nostro lavoro muscolare, che della possibile ed eventuale elevata temperatura nella sala di allenamento. E’ questo il meccanismo dell’evaporazione del sudore (leggiamo che 0,5 Kcal sono eliminate per ogni grammo di acqua evaporata tramite la sudorazione) la cui produzione aumenta nel corso della pratica sportiva, e man mano che l’impegno si protrae nel tempo, fino a raggiungere valori anche molto elevati quando il lavoro muscolare è molto intenso. (fino a 50 ml al minuto di sudore evaporato e sappiamo che  il fisico non riesce invece  ad assimilare più di 25 millilitri di acqua al minuto… esattamente la metà! ). Il sudore, come possiamo facilmente immaginare (ma c’è ancora chi pensa sia solo grasso che cola…?) è costituito prevalentemente da acqua, in cui leggiamo che sono disciolte modeste quantità di minerali, rappresentati in gran parte da Cloruro di sodio (Na = g 1,85/l, Cl = g 3,10/l) e in quantità minore da potassio (K = g 0,20/l), calcio (Ca = g 0,04/l) e magnesio ( Mg = g 0,01/l), il cui contenuto totale rende il sudore comunque ipotonico rispetto al plasma (Tab. 1).

Ipo-tonico: cioè che ha una concentrazione di sostanze che determina una pressione osmotica inferiore a quella del plasma (che è di 280-300 mOsm/l)

Tuttavia, in caso di sudorazione molto abbondante o protratta a lungo nel tempo, la perdita contemporanea di questi microelementi disciolti nel sudore può essere e divenire molto importante,  determinando persino una situazione di deficit, sia pur parziale di alcuni di questi, in particolare del sodio (Na) e del cloro (Cl) la cui concentrazione nel sudore, leggiamo che tende oltretutto ad aumentare con il protrarsi dello sforzo fisico e dell’incremento del flusso del sudore, con conseguente aumento quindi, della percentuale di perdita. In ogni caso la perdita di NaCl (cloruro di sodio) sarebbe sufficientemente limitata fintanto che il liquido disperso con l’evaporazione del sudore non superi due litri, mentre nel caso di quantitativi maggiori di deplezione (perdita) di questo sale, leggiamo che possa divenire significativa (g 0,5-0,7/Kg di peso corporeo) e provocare immediati disturbi soggettivi e variabili che vanno da senso di debolezza, a capogiri, a crampi lievi… e si legge che eventuali perdite ancora più rilevanti, possano provocare anche crampi violenti, nausea, e persino  ipotensione fino al possibile collasso (Tab.2)

Gli allenatori per primi, non dovrebbero mai sottovalutare l’entità della sudorazione e quindi delle perdite idriche e minerali, ma devono altresì abituarsi a raccomandare e insegnare  a rivolgere la massima attenzione all’importanza della disidratazione rispetto alla deplezione (perdita) minerale. La perdita di acqua attraverso la sudorazione rappresenta per tutti gli sport, il vero e più importante ostacolo al proseguimento della prestazione sportiva e può compromettere seriamente non solo il risultato della prestazione, ma anche e persino la stessa salute dell’atleta quando, per ignoranza e incuria, o più semplicemente per leggerezza, non si provveda prontamente e costantemente, nel corso dell’allenamento o della gara, alla reintegrazione idrica-minerale a causa dei liquidi persi, rischiando in tal modo di andare incontro a quell’insieme di sintomi e disturbi che nel suo complesso si è soliti leggere e definire come la “Malattia da Calore” (crampi muscolari, collasso da calore e colpo di calore) Tab.3

2) LA SOLUZIONE: LA REINTEGRAZIONE IDRICA E MINERALE

Notoriamente quindi, è stabilito che l'apporto idrico sia indispensabile al buon funzionamento ed alla vita stessa del nostro organismo. Se ci pensiamo bene, addirittura e con ancora maggiore impellenza ed  importanza immediata del cibo. A differenza di quest’ultimo infatti, il  nostro bisogno di acqua  è costante  e volendolo calcolare, andrebbe considerato in rapporto alla quantità che  ne perdiamo (per evaporazione, convezione, radiazione e conduzione) e inoltre a seconda del tipo di dieta alimentare condotta, ma anche della temperatura esterna e ancora, anche a seconda della quantità del lavoro muscolare sostenuto. Normalmente e senza tenere conto della perdita ulteriore che se ne produce di pari passo con al lavoro fisico,   leggiamo che potremmo considerare come il minimo “occorrente”;  l'idratazione di un millilitro di acqua per ogni caloria della nostra dieta (in una dieta di circa 3000 calorie quindi, il fabbisogno di acqua sarà all’incirca di tre litri ). Sappiamo tutti che la bevanda di cui è specificatamente bisognoso ogni atleta è l'acqua. Ma si legge anche su qualsiasi testo specifico, che il nostro fabbisogno idrico è altresì correlato a quello dei sali  minerali. Dovremmo sapere infatti, che  l'organismo non può vivere se non ha a disposizione una ventina di elementi minerali, i due più importanti dei quali per quantità (come abbiamo già visto) sono il sodio ed il potassio. Leggiamo infatti e anche su vari  altri testi, che la massima efficienza muscolare la si ottiene apportando sale con una dieta pre-competitiva, mentre piccole dosi di cloruro di sodio somministrate immediatamente dopo la gara, non solo non inibiscono la diuresi, ma sembrano addirittura favorirla. Poiché la differenza di peso che l'atleta presenta prima e dopo la gara corrisponde, principalmente, alla quantità di acqua perduta e sapendo che un litro di sudore contiene  mediamente, un grammo e mezzo di sodio, potremmo anche calcolare la quantità di acqua e di sodio persa e che quindi deve essere reintegrata nell'organismo (anche tramite i cosiddetti integratori idro-salini). Leggiamo e oltretutto su testi di alimentazione, che gli apporti di potassio, contenuto in tutti gli ortaggi verdi, preverrebbero alcune turbe funzionali come l'alterazione della contrazione muscolare (liscia e striata) e addirittura la modificazione del tracciato elettrocardiografico.  E’ consigliato infatti, quando lo sforzo è intenso e viene eseguito a temperature esterne elevate, combattere preventivamente la deplezione potassica (perdita) con frutta fresca, legumi e verdure. Questo non solo preventivamente, ma anche successivamente alla gara sostenuta, in modo da favorire inoltre, una normale e più veloce eliminazione dei rifiuti metabolici. Pertanto, possiamo giungere facilmente alla conclusione che nella pratica sportiva, la reintegrazione idrico-minerale è senza dubbio, il principale e più semplice sostegno per favorire la massima prestazione e salvaguardare la salute dei propri atleti, ripristinando velocemente gli squilibri prodottisi. E’ quindi compito fondamentale per tutti gli istruttori, far comprendere anche ai propri allievi principianti e fin dal loro primo allenamento in palestra, l’importanza di questo semplice ed economico “integratore”. Incoraggiandoli ed insegnandogli fin da subito per esempio, a bere spesso durante gli allenamenti e prima ancora di avvertire il senso della sete. 

 

L’acqua, come sappiamo,  rappresenta il più importante costituente dell’organismo umano, infatti circa il 60% del peso del nostro corpo è rappresentato da questo fondamentale e insostituibile nutriente. Il nostro organismo, già con la dieta alimentare si rifornisce di acqua anche  attraverso i cibi solidi, oltre che naturalmente con  le bevande. L’acqua è un liquido trasparente e incolore il cui sapore dipende dai sali minerali e gas naturalmente disciolti in essa. Il contenuto di questi costituenti caratterizza poi la qualità dell’acqua, attribuendole quindi caratteristiche nutrizionali e anche persino proprietà terapeutiche specifiche. 

Le acque minerali vengono infatti classificate anche in base al loro contenuto di Sali minerali e si distinguono in: 

1)    - oligominerali (con meno di 200 mg di minerali per litro)

2)    - medio-minerali (il cui contenuto minerale è compreso tra 200 mg e 1 g per litro)

3)    - le acque minerali propriamente dette (che presentano un contenuto maggiore di 1 g per litro).

APPROFONDENDO SULLE ACQUE MINERALI: 

Molti di noi curiosi, avranno sicuramente letto sulle etichette delle acque minerali una serie di analisi e di dati: ad esempio, vi si legge spesso di “acqua minerale naturale addizionata di gas acido carbonico”. Uno potrebbe chiedersi: “ma è naturale l’acqua addizionata artificialmente con un acido?” Tutto deriva da un complicato e forse strano sistema di denominazione imposto o permesso dalla legge vigente. In quanto invece all’acido carbonico, qui si sommano delle usanze che hanno un valore storico con un comportamento in effetti un po’ stravagante dell’anidride carbonica. Ma per semplificare e chiarire le cose, basta tener presente che ai fini pratici, la dicitura dell’aggiunta di “acido carbonico” o di “anidride carbonica” significa la stessa cosa, cioè: che l’acqua è stata artificialmente e chimicamente gassata. Ma molte persone trovano più gradevole l’acqua gassata, che tra l’altro (con le bollicine di gas che si formano) “stimola” lo stomaco e favorisce la digestione, tuttavia però, molte altre persone preferiscono l’acqua liscia, che sembra proprio essere la più indicata per le massime  prestazioni degli atleti sportivi.

IL RESIDUO E CLASSIFICAZIONE QUANTITATIVA

Il discorso si fa un pò più articolato se si parla invece della “classificazione” delle acque, relativamente al “residuo”secco. Ma che cosa è questo residuo secco… e come viene calcolato? Questo viene calcolato facendo evaporare un litro d’acqua, e  pesando quel che resta sul fondo del recipiente. Per impedire che questo residuo contenga a sua volta dell’acqua in maniera più o meno stabile, si esamina il residuo portato a 180 gradi (a quella temperatura ogni tipo di acqua in forma molecolare svanisce e abbiamo il residuo secco). Se il peso del residuo secco è inferiore a 0.2 grammi , si parla di “acqua oligominerale”. “Olos”, in greco significa “poco”. Quindi, comprenderemo adesso che la dicitura “acqua oligo-minerale” significa che è un’acqua che ha in essa disciolta, una scarsa quantità di minerali. Se il residuo secco è compreso tra lo 0.2 gr/litro e 1 grammo/litro, si parla di “medio-minerale”. Qui il significato credo sia facilmente chiaro e comprensibile per tutti! Se l’acqua presa in esame lascia un residuo secco superiore al grammo per litro, viene invece chiamata “minerale”. Anche se invece nel parlare comune, si dice “acqua minerale” per indicare in generale tutta l’acqua comunemente venduta imbottigliata. Adesso però, mi auguro sappiamo tutti che per essere precisi, occorrerebbe parlare di acqua “oligominerale”, “mediominerale” o “minerale” a seconda della quantità totale dei sali disciolti in ciascun caso.

TIPI DI SALI E  CLASSIFICAZIONE QUALITATIVA

E’ possibile fare un’ulteriore classificazione qualitativa a seconda del tipo di sali disciolti e quindi non è raro leggere sulle etichette definizioni come “alcalino-terrosa” o solfate magnesiache”, eccetera. La definizione sulla base dei sali contenuti, può essere dunque qualitativa (a seconda del tipo di sale) o quantitativa (in tre classi: oligo- medio e minerale) a seconda della quantità totale di sali. Quindi, potremmo per esempio trovare un’acqua con dicitura: “mediominerale arsenicale”. Questo  vuol dire che ha un residuo compreso tra 0.2 e 1 gr/litro, e che è caratterizzata dalla presenza di sali d’arsenico. Oppure, più specificatamente ancora,  potremmo per esempio trovare un’acqua con dicitura ancora più strana: "mediominerale bicarbonato-sodica". Questo vuol dire che è un'acqua minerale con un contenuto di sali che quantitativamente la classificano come mediominerale, ed essendo questi principalmente bicarbonato, qualitativamente la classificano come bicarbonato-sodica, e così via……

Leggiamo, comprendiamo e possiamo adesso quindi dire con cognizione di causa, che l’acqua è una bevanda più o meno ricca di minerali e che svolge numerose fondamentali funzioni  nutrienti, da cui dipende la vita del nostro stesso organismo. E’ ulteriormente attraverso l’acqua infatti, che anche tutti gli altri nutrienti vengono assorbiti e trasportati alle cellule. Le cellule stesse a loro volta “vivono” nell’acqua e possono ben funzionare in ultimo, solo se adeguatamente idratate. Inoltre, sappiamo che  con le urine (ancora una volta attraverso l’acqua) vengono allontanati dall’organismo, i prodotti metabolici di rifiuto, anche quelli derivatici dal nostro lavoro muscolare. Leggiamo quindi in particolare che per quanto riguarda lo sport, l’acqua rappresenta sicuramente la principale integrazione nutrizionale di cui ha bisogno un atleta, (prima, durante e dopo la prestazione) sia esso principiante o esperto, amatoriale o fine agonista e di elìte. Tutti loro devono porre particolare attenzione al proprio stato di idratazione e specialmente nella calda stagione, imparare a sapere prevenire i disturbi dovuti alla disidratazione e alla malattia da calore. 

   

Chi dovrebbe insegnargli o ricordare questo… se non il proprio allenatore?  E’ significativo altresì ricordare come per esempio in tutte le nostre manifestazioni sportive molto affollate e di una certa importanza, l’organizzatore metta a disposizione dei partecipanti punti di rifornimento per le bevande e tra queste naturalmente, l’acqua in primo luogo! A tale riguardo, per sottolineare ulteriormente l’attenzione (se a qualcuno quanto finora detto non bastasse) del più “qualificato” mondo  sportivo per eccellenza, verso questo insostituibile elemento nutriente, si legge per esempio da una ricerca condotta a fini esplicativi ed esaurienti dell’argomento che: tra le varie derrate alimentari che hanno accompagnato una squadra italiana ai giochi olimpici, i dirigenti sanitari si erano preoccupati di inserire anche abbondanti provviste di una particolare acqua minerale “bicarbonato-alcalino-terrosa”. Si legge inoltre nelle brevi motivazioni che: per le sue caratteristiche (ipotonicità rispetto al plasma; buon contenuto in minerali quali il sodio, il cloro e il calcio, di grande importanza nella pratica sportiva; ricchezza di ioni bicarbonato in grado di svolgere una azione tamponante rispetto all’acidosi metabolica indotta dal lavoro muscolare) e suoi positivi effetti (antidispeptici) sull’apparato gastroenterico e gradevolezza al palato, in grado perciò di soddisfare ampiamente tutte le necessità nutrizionali e, aggiungiamo noi, speriamo anche il gusto, dei nostri atleti.

3) LE RISPOSTE AL PROBLEMA: 

1) Quando… bere?

Ricorda: che non si dovrebbe  mai arrivare ad avere sete: perché quando il fisico manda il segnale della sete, spesso è già troppo tardi per una corretta idratazione nello sforzo e lavoro continuativo. Perché  come abbiamo già avuto modo di leggere: se, in un’attività di media intensità si perdono dai 40 ai 50 millilitri di acqua attraverso la pelle e l’apparato respiratorio, per ogni minuto; e se, il nostro organismo (come abbiamo visto) non riesce ad assimilare più di 25 millilitri di acqua al minuto; ecco che allora possiamo comprendere perchè occorre reintegrare bevendo spesso e in piccole quantità,  anche se non si ha sete.

2) Come bere?

Ricorda: sempre a piccoli sorsi, per evitare di “ingolfare” lo stomaco con grosse quantità durante lo sforzo 

3) A quale temperatura?

Ricorda: di evitare bevande a temperatura troppo fredda. Meglio se non gasate. L’ideale potrebbe forse essere una temperatura tra i 5 e i 9 gradi: la bevanda raffredda lo stomaco favorendone i movimenti, dunque il transito gastrico. 

4) Cosa bere?

Ricorda sempre che l’elemento principale è l’acqua. Quindi , anche considerando l’idea di ricorrere ai tanti integratori salini e bevande in commercio, bisognerebbe valutare il fatto che questi dovrebbero essere composti soprattutto di acqua, anche se non solo. Infatti, un’acqua un po’  zuccherina e con un po’ di sali viene assorbita meglio ed è più dissetante.

5) Con quali sali?

Ricorda: più che il comune cloruro di sodio, la cui concentrazione non deve superare mai i 40-50 milligrammi ogni 100 grammi di acqua,(veramente pochissimo) si deve fare ricorso a sali di magnesio e potassio (10-20 milligrammi ogni 100 grammi di acqua) 

6) La pre-idratazione

Ricorda: Se si prevede un impegno notevole in ambiente particolarmente caldo, può essere opportuno ricorrere all’assunzione di bevande anche prima dell’allenamento o della gara. Può essere utile bere 200-300 ml di bevanda ipotonica 10-15 minuti prima dell’inizio della gara.

7) E per chi fa uso delle tante bevande ora diffuse in commercio?

Ricorda  che queste si trovano raggruppate in tre tabelle a seconda della loro assimilabilità:    A)Ipo-toniche; B)Iso-tonoche; C)Iper-toniche. Questo si verifica misurando la pressione osmotica determinata dalle particelle in sospensione nel liquido della bevanda, diversa a seconda della sua composizione e mettendola a confronto con quella del plasma sanguigno (che è di 280-300 mOsm/l).

A) LE BEVANDE IPO-TONICHE: hanno una concentrazione di sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica inferiore a quella del plasma sanguigno                                                                                                                             ASSIMILAZIONE: AVVIENE QUINDI IN TEMPI RAPIDISSIMI. Vanno bene eventualmente se assunte anche poco prima e durante l’allenamento o la gara.

B) LE BEVANDE ISO-TONICHE: hanno una concentrazione di sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica identica a quella del plasma sanguigno.                                                                                                                     ASSIMILAZIONE: AVVIENE QUINDI IN TEMPI MEDIO-RAPIDI. Vanno bene se assunte eventualmente solo prima dell’allenamento o la gara.

C) BEVANDE IPER-TONICHE: hanno una concentrazione di sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica superiore a quella del plasma sanguigno.                                                                                                                           ASSIMILAZIONE: AVVIENE PURTROPPO IN TEMPI PIU’ LUNGHI. Vanno bene quindi solo forse se assunte “dopo” l’allenamento o la gara.

 

CONCLUDENDO: Le sole bevande che possano aiutare a risolvere davvero il problema della disidratazione, prima e durante l’allenamento o la gara, dovrebbero avere una BASSA concentrazione di sali ed eventualmente di zuccheri. Eventualmente fra questi ultimi sarebbero forse e casomai da preferire soprattutto fruttosio e maltodestrine, naturalmente perché di rapidissima assimilazione ed utilizzo energetico. 


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