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LA REINTEGRAZIONE IDRICA E MINERALE NELLO SPORTArgomento quanto mai di attualità in questo periodo di caldo estivo, ma sempre importante nella conduzione e programmazione della pratica sportiva in ogni periodo dell’anno. Ricerca e argomento importantissimo quindi e affidato dalla redazione ad una giovane neo-istruttrice F.I.KB della Scuola Arti Marziali Fragale. Notiamo con piacere che, cosciente dell’importanza e responsabilità che il nuovo ruolo conferisce, la sua curiosità e progressiva conoscenza, inizia a dare i primi risultati sperati sulla sua voglia di continuo aggiornamento anche con molte iniziative di ricerche personali e finanche autodidatte, oltre a quelle già previste dal corso federale. Credendo sinceramente che questo dovrebbe essere il compito continuo di tutti gli istruttori vecchi e nuovi, speriamo le sue iniziative possano essere rivelatorie e di aiuto per molti atleti, anche se non vorremmo mai poter pensare, queste fossero novità per nessuno dei loro istruttori.
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Notoriamente quindi, è stabilito che l'apporto idrico sia indispensabile al buon funzionamento ed alla vita stessa del nostro organismo. Se ci pensiamo bene, addirittura e con ancora maggiore impellenza ed importanza immediata del cibo. A differenza di quest’ultimo infatti, il nostro bisogno di acqua è costante e volendolo calcolare, andrebbe considerato in rapporto alla quantità che ne perdiamo (per evaporazione, convezione, radiazione e conduzione) e inoltre a seconda del tipo di dieta alimentare condotta, ma anche della temperatura esterna e ancora, anche a seconda della quantità del lavoro muscolare sostenuto. Normalmente e senza tenere conto della perdita ulteriore che se ne produce di pari passo con al lavoro fisico, leggiamo che potremmo considerare come il minimo “occorrente”; l'idratazione di un millilitro di acqua per ogni caloria della nostra dieta (in una dieta di circa 3000 calorie quindi, il fabbisogno di acqua sarà all’incirca di tre litri ). Sappiamo tutti che la bevanda di cui è specificatamente bisognoso ogni atleta è l'acqua. Ma si legge anche su qualsiasi testo specifico, che il nostro fabbisogno idrico è altresì correlato a quello dei sali minerali. Dovremmo sapere infatti, che l'organismo non può vivere se non ha a disposizione una ventina di elementi minerali, i due più importanti dei quali per quantità (come abbiamo già visto) sono il sodio ed il potassio. Leggiamo infatti e anche su vari altri testi, che la massima efficienza muscolare la si ottiene apportando sale con una dieta pre-competitiva, mentre piccole dosi di cloruro di sodio somministrate immediatamente dopo la gara, non solo non inibiscono la diuresi, ma sembrano addirittura favorirla. Poiché la differenza di peso che l'atleta presenta prima e dopo la gara corrisponde, principalmente, alla quantità di acqua perduta e sapendo che un litro di sudore contiene mediamente, un grammo e mezzo di sodio, potremmo anche calcolare la quantità di acqua e di sodio persa e che quindi deve essere reintegrata nell'organismo (anche tramite i cosiddetti integratori idro-salini). Leggiamo e oltretutto su testi di alimentazione, che gli apporti di potassio, contenuto in tutti gli ortaggi verdi, preverrebbero alcune turbe funzionali come l'alterazione della contrazione muscolare (liscia e striata) e addirittura la modificazione del tracciato elettrocardiografico. E’ consigliato infatti, quando lo sforzo è intenso e viene eseguito a temperature esterne elevate, combattere preventivamente la deplezione potassica (perdita) con frutta fresca, legumi e verdure. Questo non solo preventivamente, ma anche successivamente alla gara sostenuta, in modo da favorire inoltre, una normale e più veloce eliminazione dei rifiuti metabolici. Pertanto, possiamo giungere facilmente alla conclusione che nella pratica sportiva, la reintegrazione idrico-minerale è senza dubbio, il principale e più semplice sostegno per favorire la massima prestazione e salvaguardare la salute dei propri atleti, ripristinando velocemente gli squilibri prodottisi. E’ quindi compito fondamentale per tutti gli istruttori, far comprendere anche ai propri allievi principianti e fin dal loro primo allenamento in palestra, l’importanza di questo semplice ed economico “integratore”. Incoraggiandoli ed insegnandogli fin da subito per esempio, a bere spesso durante gli allenamenti e prima ancora di avvertire il senso della sete.
L’acqua, come sappiamo, rappresenta il più importante costituente dell’organismo umano, infatti circa il 60% del peso del nostro corpo è rappresentato da questo fondamentale e insostituibile nutriente. Il nostro organismo, già con la dieta alimentare si rifornisce di acqua anche attraverso i cibi solidi, oltre che naturalmente con le bevande. L’acqua è un liquido trasparente e incolore il cui sapore dipende dai sali minerali e gas naturalmente disciolti in essa. Il contenuto di questi costituenti caratterizza poi la qualità dell’acqua, attribuendole quindi caratteristiche nutrizionali e anche persino proprietà terapeutiche specifiche.
Le acque minerali vengono infatti classificate anche in base al loro contenuto di Sali minerali e si distinguono in:
1) -
oligominerali (con meno di 200 mg di minerali per litro)
2) -
medio-minerali (il cui contenuto minerale è compreso tra 200 mg e
3) - le
acque minerali propriamente dette (che presentano un contenuto maggiore di
Molti di noi curiosi, avranno sicuramente letto sulle etichette delle acque minerali una serie di analisi e di dati: ad esempio, vi si legge spesso di “acqua minerale naturale addizionata di gas acido carbonico”. Uno potrebbe chiedersi: “ma è naturale l’acqua addizionata artificialmente con un acido?” Tutto deriva da un complicato e forse strano sistema di denominazione imposto o permesso dalla legge vigente. In quanto invece all’acido carbonico, qui si sommano delle usanze che hanno un valore storico con un comportamento in effetti un po’ stravagante dell’anidride carbonica. Ma per semplificare e chiarire le cose, basta tener presente che ai fini pratici, la dicitura dell’aggiunta di “acido carbonico” o di “anidride carbonica” significa la stessa cosa, cioè: che l’acqua è stata artificialmente e chimicamente gassata. Ma molte persone trovano più gradevole l’acqua gassata, che tra l’altro (con le bollicine di gas che si formano) “stimola” lo stomaco e favorisce la digestione, tuttavia però, molte altre persone preferiscono l’acqua liscia, che sembra proprio essere la più indicata per le massime prestazioni degli atleti sportivi.
Il discorso si fa un pò più
articolato se si parla invece della “classificazione” delle acque,
relativamente al “residuo”secco. Ma che cosa è questo residuo secco… e
come viene calcolato? Questo viene calcolato facendo evaporare un litro
d’acqua, e pesando quel che resta sul fondo del recipiente. Per impedire
che questo residuo contenga a sua volta dell’acqua in maniera più o meno
stabile, si esamina il residuo portato a 180 gradi (a quella temperatura ogni
tipo di acqua in forma molecolare svanisce e abbiamo il residuo secco). Se il
peso del residuo secco è inferiore a
E’ possibile fare un’ulteriore classificazione qualitativa a seconda del tipo di sali disciolti e quindi non è raro leggere sulle etichette definizioni come “alcalino-terrosa” o solfate magnesiache”, eccetera. La definizione sulla base dei sali contenuti, può essere dunque qualitativa (a seconda del tipo di sale) o quantitativa (in tre classi: oligo- medio e minerale) a seconda della quantità totale di sali. Quindi, potremmo per esempio trovare un’acqua con dicitura: “mediominerale arsenicale”. Questo vuol dire che ha un residuo compreso tra 0.2 e 1 gr/litro, e che è caratterizzata dalla presenza di sali d’arsenico. Oppure, più specificatamente ancora, potremmo per esempio trovare un’acqua con dicitura ancora più strana: "mediominerale bicarbonato-sodica". Questo vuol dire che è un'acqua minerale con un contenuto di sali che quantitativamente la classificano come mediominerale, ed essendo questi principalmente bicarbonato, qualitativamente la classificano come bicarbonato-sodica, e così via……
Leggiamo, comprendiamo e possiamo adesso quindi dire con cognizione di causa, che l’acqua è una bevanda più o meno ricca di minerali e che svolge numerose fondamentali funzioni nutrienti, da cui dipende la vita del nostro stesso organismo. E’ ulteriormente attraverso l’acqua infatti, che anche tutti gli altri nutrienti vengono assorbiti e trasportati alle cellule. Le cellule stesse a loro volta “vivono” nell’acqua e possono ben funzionare in ultimo, solo se adeguatamente idratate. Inoltre, sappiamo che con le urine (ancora una volta attraverso l’acqua) vengono allontanati dall’organismo, i prodotti metabolici di rifiuto, anche quelli derivatici dal nostro lavoro muscolare. Leggiamo quindi in particolare che per quanto riguarda lo sport, l’acqua rappresenta sicuramente la principale integrazione nutrizionale di cui ha bisogno un atleta, (prima, durante e dopo la prestazione) sia esso principiante o esperto, amatoriale o fine agonista e di elìte. Tutti loro devono porre particolare attenzione al proprio stato di idratazione e specialmente nella calda stagione, imparare a sapere prevenire i disturbi dovuti alla disidratazione e alla malattia da calore.
Chi dovrebbe insegnargli o ricordare questo… se non il proprio allenatore? E’ significativo altresì ricordare come per esempio in tutte le nostre manifestazioni sportive molto affollate e di una certa importanza, l’organizzatore metta a disposizione dei partecipanti punti di rifornimento per le bevande e tra queste naturalmente, l’acqua in primo luogo! A tale riguardo, per sottolineare ulteriormente l’attenzione (se a qualcuno quanto finora detto non bastasse) del più “qualificato” mondo sportivo per eccellenza, verso questo insostituibile elemento nutriente, si legge per esempio da una ricerca condotta a fini esplicativi ed esaurienti dell’argomento che: tra le varie derrate alimentari che hanno accompagnato una squadra italiana ai giochi olimpici, i dirigenti sanitari si erano preoccupati di inserire anche abbondanti provviste di una particolare acqua minerale “bicarbonato-alcalino-terrosa”. Si legge inoltre nelle brevi motivazioni che: per le sue caratteristiche (ipotonicità rispetto al plasma; buon contenuto in minerali quali il sodio, il cloro e il calcio, di grande importanza nella pratica sportiva; ricchezza di ioni bicarbonato in grado di svolgere una azione tamponante rispetto all’acidosi metabolica indotta dal lavoro muscolare) e suoi positivi effetti (antidispeptici) sull’apparato gastroenterico e gradevolezza al palato, in grado perciò di soddisfare ampiamente tutte le necessità nutrizionali e, aggiungiamo noi, speriamo anche il gusto, dei nostri atleti.
Ricorda: che non si dovrebbe mai arrivare ad avere sete: perché quando il fisico manda il segnale della sete, spesso è già troppo tardi per una corretta idratazione nello sforzo e lavoro continuativo. Perché come abbiamo già avuto modo di leggere: se, in un’attività di media intensità si perdono dai 40 ai 50 millilitri di acqua attraverso la pelle e l’apparato respiratorio, per ogni minuto; e se, il nostro organismo (come abbiamo visto) non riesce ad assimilare più di 25 millilitri di acqua al minuto; ecco che allora possiamo comprendere perchè occorre reintegrare bevendo spesso e in piccole quantità, anche se non si ha sete.
Ricorda: sempre a piccoli sorsi, per evitare di “ingolfare” lo stomaco con grosse quantità durante lo sforzo
Ricorda: di evitare bevande a temperatura troppo fredda. Meglio se non gasate. L’ideale potrebbe forse essere una temperatura tra i 5 e i 9 gradi: la bevanda raffredda lo stomaco favorendone i movimenti, dunque il transito gastrico.
Ricorda sempre che l’elemento principale è l’acqua. Quindi , anche considerando l’idea di ricorrere ai tanti integratori salini e bevande in commercio, bisognerebbe valutare il fatto che questi dovrebbero essere composti soprattutto di acqua, anche se non solo. Infatti, un’acqua un po’ zuccherina e con un po’ di sali viene assorbita meglio ed è più dissetante.
Ricorda: più che il comune
cloruro di sodio, la cui concentrazione non deve superare mai i 40-50
milligrammi ogni
Ricorda: Se si prevede un
impegno notevole in ambiente particolarmente caldo, può essere opportuno
ricorrere all’assunzione di bevande anche prima dell’allenamento o della
gara. Può essere utile bere 200-300 ml di bevanda ipotonica 10-15 minuti prima
dell’inizio della gara.
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E per chi fa uso delle tante bevande ora diffuse in commercio?
Ricorda che queste si trovano raggruppate in tre
tabelle a seconda della loro assimilabilità: A)Ipo-toniche;
B)Iso-tonoche; C)Iper-toniche. Questo si verifica misurando la pressione
osmotica determinata dalle particelle in sospensione nel liquido della bevanda,
diversa a seconda della sua composizione e mettendola a confronto con quella del
plasma sanguigno (che è di 280-300 mOsm/l).
A) LE BEVANDE IPO-TONICHE: hanno una concentrazione di
sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica
inferiore a quella del plasma sanguigno
ASSIMILAZIONE:
AVVIENE QUINDI IN TEMPI RAPIDISSIMI. Vanno bene eventualmente se assunte anche
poco prima e durante l’allenamento o la gara.
B) LE BEVANDE ISO-TONICHE: hanno una concentrazione di
sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica
identica a quella del plasma sanguigno.
ASSIMILAZIONE: AVVIENE QUINDI IN TEMPI
MEDIO-RAPIDI. Vanno bene se assunte eventualmente solo prima dell’allenamento
o la gara.
C) BEVANDE IPER-TONICHE: hanno una concentrazione di
sostanze saline e minerali tali, che ne determina una pressione osmotica
superiore a quella del plasma sanguigno.
ASSIMILAZIONE: AVVIENE PURTROPPO IN TEMPI PIU’ LUNGHI. Vanno bene quindi
solo forse se assunte “dopo” l’allenamento o la gara.
CONCLUDENDO: Le sole bevande che possano aiutare a risolvere davvero il problema della disidratazione, prima e durante l’allenamento o la gara, dovrebbero avere una BASSA concentrazione di sali ed eventualmente di zuccheri. Eventualmente fra questi ultimi sarebbero forse e casomai da preferire soprattutto fruttosio e maltodestrine, naturalmente perché di rapidissima assimilazione ed utilizzo energetico.