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LA RESISTENZALa resistenza è la qualità fisica che ci consente di svolgere una notevole quantità di lavoro con rendimento pressochè costante. Essa è specifica: quella del nuotatore è diversa da quella di un mezzofondista, la quale è diversa da quella di un pugile, di un ginnasta e così via; pertanto l'allenamento della resistenza deve essere svolto in funzione della disciplina praticata, per avere gli adattamenti desiderati. Nelle discipline atletiche esiste una importante distinzione tra cicliche e acicliche. Si dicono cicliche quelle in cui l'intensità è pressochè costante(corsa, nuoto, ciclismo ecc.) e acicliche quelle in cui c'è una continua variazione di intensità (tennis ,basket, box, ecc).Nella pratica di queste ultime non si può prevedere l'entità di lavoro nell' unità di tempo. Il praticante deve quindi costruirsi una base di resistenza molto solida sulla quale edificare e sviluppare la sua attivita’ specifica. Diretta ad elevare progressivamente il valore del massimo consumo di ossigeno, per permettere ai polmoni di accrescere la loro capacità ed elasticità senza traumi e quindi per trattenere una quantità maggiore di ossigeno, adattandosi gradualmente ad essa. Il progressivo aumento del carico di lavoro è in base alla capacità di adattamento del soggetto. L'atleta maturo invece dovrà svolgere per lo più un lavoro di qualità, cioè specifico per la disciplina e diverso, come già detto per ognuna di esse. LA RESISTENZA AEROBICAè la qualità che consente di produrre lavori di media intensità per un tempo notevolmente lungo. I fattori che determinano i valori di prestazione nelle prove di durata sono di natura fisica e psichica; quelli ,di natura fisica sono interdipendenti e complementari:
Gli aspetti psichici riguardano soprattutto la volontà e la capacità di concentrazione dell’atleta. Lo sviluppo della resistenza aerobica rispetta due momenti ben precisi:
L'importanza della resistenza di base è enorme perchè condizionerà i progressi o i regressi futuri. Il suo sviluppo è determinato dall'esecuzione continuata nel tempo dell’esercizio, stando in equilibrio di ossigeno, per poter migliorare l’efficienza del sistema cardio circolatorio e respiratorio. L’intensità aerobica ottimale spinge il cuore a pompare con una frequenza maggiore ma sempre al disotto dei limiti massimi. Le distanze e le esecuzioni che si affrontano non sono standardizzate ma sempre condizionate alla sua predisposizione naturale, al grado di preparazione e ai principi basilari di fisiologia. Svolto il lavoro primario di adattare il cuore e i muscoli, progressivamente, a tale tipo di lavoro, cureremo la qualità, la sola in grado di elevare al massimo la capacità lavorativa dei muscoli interessati all'esercizio e del cuore. Il passaggio dal 1 al 2 momento non è cronologicamente separabile ma avviene progressivamente, cosa tipica dell’adattamento. La resistenza aerobica dei giovani è molto migliorabile, l’atleta maturo invece, va di solito alla ricerca di una più rapida percorrenza, cioè verso un adattamento che gli consenta un miglior rendimento spaziale e temporale. Questa qualità si identifica con l'alto valore di “massimo consumo di ossigeno” il quale dipende quasi totalmente dalla potenza del cuore e dalla capillarizzazione muscolare, che si manifesta con una migliore utilizzazione del muscolo. Sappiamo infatti, che l'allenamento e particolarmente quello di durata, potenzia la rete capillare dei muscoli per l'apertura dei capillari preesistenti e per la formazione di nuovi consentendo così un più agevole scambio gassoso tra il sangue e i tessuti. A questo punto vorrei fare delle osservazioni: abbiamo visto che per assicurare l'adeguata quantità di ossigeno ai muscoli è necessario un potente apparato cardio vascolare e che per migliorare la capacità degli scambi gassosi a livello tessutale è importante la capillarizzazione potenziata adeguatamente. Ebbene, tutto ciò non sarebbe sufficiente se le sub unità muscolari non migliorassero la loro capacità di utilizzare l'ossigeno che vi giunge; per questo aumenta sia la capacità enzimatica sia il numero dei mitocondri considerati a ragione la centrale energetica della cellula. Parlare di massimo consumo di ossigeno, può dare l'impressione che l'organismo sprechi lo stesso a discapito del rendimento, ma in pratica è tutto l’opposto: quanto maggiore è la quantità di ossigeno consumata tanto maggiore è la capacità lavorativa del soggetto. La possibilità di elevare la potenza aerobica, in base a recenti studi è condizionata al bagaglio genetico e in genere da fattori costituzionali. Ciò dimostra che l'allenamento può portare l'atleta nella sfera dell'eccellenza ma che esso non può farlo con un praticante poco predisposto, pur migliorandone le prestazioni. Nelle prove di lunga durata la qualità più importante oltre a saper lavorare in debito di ossigeno è di saperne utilizzare la quantità maggiore nell'unità di tempo. L’allenamento prevede di aumentare il carico di lavoro rimanendo invariato il tempo. Questo metodo prevede varie forme di lavoro:
IL METODO DI LAVORO INTERVALLATO.Questo tipo di lavoro determina un adattamento del cuore e attività respiratoria ma piu' specificatamente un adattamento periferico(della muscolatura) LAVORO INTERVALLATO CON RISTABILIZZAZIONE INCOMPLETA.Questo metodo determina un aumento del volume del cuore, intensità intorno all'80% di quella massima. Questo determina anche un migliore e più veloce recupero centrale e periferico degli equilibri energetici. LA RESISTENZA IMPONDERABILE.Altrettanto sostanziali pur se non ponderabili sono le modificazioni determinate dall'allenamento alla resistenza a carico della psiche, la volontà. Solo i generosi potranno aspirare a grandi traguardi. LA RESISTENZA LATTACIDA.Si intende la capacità dell'organismo di contrarre un grosso debito di ossigeno in un tempo minimo. Si può fare dopo aver curato la resistenza generale, e bisogna che l'atleta abbia lavorato al massimo dell'intensità per almeno 20 secondi o piu’. Il tempo di recupero poi deve consentire lo smaltimento di una parte dell'acido lattico prodottosi e il recupero energetico. LA RESISTENZA NEGLI SPORT ACICLICI.In queste prestazioni la resistenza è più costituita dalle qualità di recupero che da altro, non potendo prevedere l'intensità o la durata di queste fasi. I metodi per lo sviluppo della resistenza aciclica consistono nel sollecitare i meccanismi aerobici e lattacidi secondo le modalità che abbiamo visto. CONCLUSIONIDa questa superficiale analisi della resistenza e delle sue varianti, credo vi possiate rendere conto di come sia sbagliato attribuire al footing e solo a quello la determinazione della resistenza. D’altra parte vi sarete resi conto della sua importanza per ottenere la base su cui costruire la resistenza specifica e di come agendo sulle variabili :intensità durata, ripetute, velocità ecc. possiamo poi usare la corsa per iniziare le modificazioni essenziali per la resistenza specifica. Riversando poi le stesse teorie nell'allenamento specifico. Vedremo in seguito come allenare altre qualità fisiche come la velocità e la potenza ma, credo vi siate resi conto dell'importanza di conoscere l'anatomia e fisiologia della macchina umana per capire e stabilire l'allenamento più idoneo per l'occasione oggettiva. Ripeto ancora come sempre: IL MIGLIOR VOSTRO ALLENATORE SIETE VOI STESSIe aggiungo: NEL CASO C'è CHI STABILISCE L'ALLENAMENTO PER VOI, SOLO COMPRENDENDOLO OTTERRETE I MIGLIORI RISULTATI. |