VISTI GLI OTTIMI RISULTATI
RICEVUTI DAI PRECEDENTI ARTICOLI COMMISSIONATIGLI… ABBIAMO CREDUTO OPPORTUNO
SFRUTTARE ANCORA LA SORPRENDENTE PREPARAZIONE SULLE CONOSCENZE METODOLOGICHE E
TECNICHE, DI QUESTO NOSTRO INCREDIBILE E GIOVANE COLLABORATORE. ABBIAMO CHIESTO
A FEDERICO FRAGALE DI PARLARCI ED INTRODURCI, CON LA SUA SOLITA SEMPLICITA’
COMPRENSIVA, AL FUNZIONAMENTO DEL CONCETTO CHE STA’ ALLA BASE DELL’INTERVAL
TRAINING.
INTERVAL TRAINING
Anche
questa metodologia di allenamento non mancherà certo di dare buoni e sicuri
risultati, ma penso che potrà darne di veramente eccellenti… solo se
nell’effettuare la sua programmazione, avremo ben compreso ed introiettato, i
concreti motivi del suo reale funzionamento. Vediamo adesso se riusciamo a
definirli globalmente e in maniera comprensibile a tutti.
INTERVAL TRAINING
L'interval training (come ci
dice il nome stesso) è una metodologia di allenamento “intervallato”. Cioè,
alterna periodi di lavoro e periodi di riposo. Da queste prime e poche cose che
abbiamo detto circa la sua definizione, già potremmo autonomamente arguire che
forse, il periodo di lavoro finisce con un grande debito di ossigeno… da saldare
poi naturalmente, durante la pausa. Possiamo arguire inoltre, che si stimola
l'organismo a lavorare in debito di ossigeno. Quindi, lo stimoliamo (per un
naturale e fisiologico processo di adattamento) a migliorarne di conseguenza,
tutte le proprie funzioni nella situazione suddetta.
Stimoleremo
quindi, non solo i muscoli a produrre in gran quantità acido lattico ed in un
tempo più breve possibile, per la grande fornitura energetica richiestagli ed a
lavorare quindi in debito di ossigeno… Ma anche ad espellere e riconvertire in
nuova energia ed il più rapidamente possibile, l'acido lattico in essi
formatosi, come conseguenza delle reazioni chimiche necessarie alla produzione
energetica. Inoltre, lo stimoliamo ad innalzare il tasso di acido lattico
tollerato da essi (soglia di tolleranza, oltre il quale il muscolo abbandona la
sua funzione). Ma stimoleremo anche i processi di ricostituzione fosfagena, per
l’energia immagazzinata al loro interno. Questo detto finora, per quanto
riguarda l'apparato periferico. Per quanto riguarda invece quello centrale
(cuore e polmoni nello specifico, ma organi e apparati in generale) stimoleremo
la capacità di questi a compiere grossi carichi di lavoro in un tempo limitato.
E' indubbio quindi, come avremo sicuramente potuto intendere a questo punto, che
l’interval training è un tipo di lavoro anaerobico, ma che se prolungato nelle
serie di ripetizioni, fornisce elementi e qualità importantissime per migliorare
moltissimo anche le qualità aerobiche, sia centrali che periferiche. Ma la cosa
secondo me più importante per il nostro sport (assolutamente da comprendere a
mio avviso) e che viene stimolato in modo particolare in questa metodica di
allenamento… è anche e soprattutto ciò che avviene nell’organismo durante il
tempo di recupero. Infatti dopo una serie di ripetizioni, avendo finito
contraendo un grosso debito di ossigeno e con i muscoli carichi di acido
lattico, durante il riposo inizia un grande ed importantissimo lavoro organico
di ripristino, a carico del cuore, polmoni, apparato circolatorio, nervoso,
muscolare, ormonale ecc.
IL RECUPERO
Durante
il recupero tutto il nostro organismo quindi, è impegnato a ristabilire i valori
normali, i giusti equilibri per la ristabilizzazione fìsica, sia per quanto
concerne materiale nutritivo – energetico, sia per quanto concerne materiale di
espulsione e tossico. Si stimolerà quindi, migliorandola necessariamente (per un
naturale e fisiologico processo di adattamento) la capacità di ripristino di
quegli equilibri psico - fisici che ci consentiranno di riprendere la serie
successiva e possibilmente con la stessa intensità iniziale. Ma perché questo
possa avvenire e realizzarsi, bisogna stimolarlo specificatamente. Quindi forse,
il recupero non dovrà essere totale, ma parziale, stimolandone oltremodo con
questo, il suo bisogno di adattamento che si ripercuoterà sul miglioramento
della sua efficienza. Ci sono vari metodi per farlo. Solitamente si inizia con
un tempo di lavoro più grande e con una media intensità, per poi (progredendo
con la forma fisica e capacità) aumentare l'intensità del lavoro, ma lasciando
invariato il tempo di recupero. Progredendo ancora con l'allenamento, si
porterà la durata del tempo di lavoro a quella specifica di gara, e l’esercizio
dovrà essere condotto con una intensità massima e lasceremo invariato il tempo
di riposo. Con questa durata del tempo lavoro inoltre… (quella specifica della
competizione) si migliorerà anche la cognizione del tempo di gara, cosa che
risulterà utile per la prestazione specifica, al dosaggio personale ed inconscio
dell'energia.
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