SI INIZIA A SENTIR PARLARE ALCUNI PREPARATORI MOLTO IN AUGE,
ANCHE NEL NOSTRO AMBIENTE SPORTIVO, DELL’INFLUENZA DEI BIORITMI SULLA RESA
INDIVIDUALE DELLE MASSIME PRESTAZIONI. SENTIAMO ENUNCIARE, CITARE E PARLARE…
DI BIORITMI CIRCADIANI, ULTRADIANI, CIRCALUNARI ECC. MA COSA SONO? COME E PERCHE’
INFLUISCONO SULLA PRESTAZIONE? ABBIAMO CHIESTO, COME AL SOLITO, A FEDERICO
FRAGALE DI AIUTARCI A FAR LUCE SU UN ASPETTO POCO CHIARO E DI NON FACILE
COMPRENSIONE. NATURALMENTE, CON LA SEMPLICITA’ DI SEMPRE!
BIORITMI E KICK BOXING
Di: Federico Fragale
Sicuramente
vi saranno capitati dei periodi, in cui vi sentivate più vulnerabili sia
emotivamente che fisicamente, dove trovare la forza e la volontà di fare
qualsiasi cosa, soprattutto di allenarsi, ci costringe a fare sforzi sovrumani.
Da precedenti articoli, la risposta poteva essere ricollegata a:
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Un eccessivo periodo di allenamento;
-
Mancanza dell’adeguato recupero tra una
sessione e l’altra;
-
Superallenamento;
-
Carenza di qualche nutriente specifico
Ebbene, oltre a questi punti
e parametri, oggi ne prendiamo in considerazione un altro:
-
IL RITMO BIOLOGICO
La cronobiologia è la
scienza che studia la relazione che c’è tra i fenomeni
atmosferico-metereologici e i fenomeni biologici umani. Facendo un esempio, se
potessimo scegliere la parte della giornata in cui preferiremmo andare in
palestra, a scanso di lavoro ed altri impegni fissi della settimana, ognuno di
noi sceglierebbe un periodo diverso in base alle proprie sensazioni e
caratteristiche. Difatti, alla domanda: Quando è meglio andare ad allenarsi?
Non può avere una risposta precisa, in quanto questa è soggettiva. Alcuni “carburano”
meglio la mattina, appena alzati, altri il pomeriggio, quando hanno fatto il
pieno di energia, altri la sera, che si sentono carichi avendo il bisogno di
scaricare anche le tensioni accumulate durante la giornata. Si capisce che, il
nostro organismo, reagisce in modo differente a seconda delle ore del giorno in
cui ci troviamo a svolgere una determinata attività.
LE PERIODICITA’:
-
IL RITMO CIRCADIANO: è
la periodicità, in cui si ha il massimo delle risorse giornaliere.
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IL RITMO ULTRADIANO:
è quello inferiore alle 20 ore (ad esempio la fase del sonno)
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IL RITMO CIRCALUNARE:
è quello a cadenza quadrisettimanale.
Difatti da studi effettuati,
si è riscontrato che ognuno dei nostri apparati, organi e cellule, hanno una
loro ben precisa “taratura” che potremmo forse definire quasi… all’incirca
mensile.
I
BIORITMI MENSILI
I principali bioritmi mensili sono di diversa
natura:
-
Di origine fisica, si dice quello di 23
giorni,
-
Di origine emotiva, si dice quello di 28
giorni
-
Di origine intellettiva, si dice quello
di 33 giorni.
A regolare in modo preciso l’orologio
biologico umano è l’ipotalamo, posizionato al di sotto della corteccia
cerebrale e svolge svariate funzioni.
IL RITMO
CIRCADIANO
Ma cerchiamo di approfondire
meglio il ritmo circadiano, che forse è quello che più ci potrebbe
interessare. Le funzioni che interagiscono con il ritmo giornaliero (circadiano)
sono diverse, ed interessano tutti i processi naturali e fisiologici del nostro
organismo, dove raggiungiamo un maggior picco per quanto riguarda il livello di
attenzione, di destrezza e coordinazione motoria, di temperatura corporea (la
minima, pare, ad es., che si registri intorno alle 6 del mattino e la massima,
intorno alle ore 16,00). Durante la giornata si ha anche una variazione nella
produzione di ormoni e quindi della forza, delle scorte di glicogeno, delle fasi
respiratorie, dei liquidi nel sangue e naturalmente anche a livello del sistema
nervoso centrale.
Per fare un semplice
esempio e tentare di capire ancora meglio cosa sono e come si manifestano i
ritmi circadiani, basta pensare ad un allenamento effettuato dopo una o più
notti passate insonni: sfido chiunque a dare il massimo e sentirsi bene!
Difatti, oltre allo sfasamento dei processi fisiologici elencati poc’anzi, si
hanno delle ulteriori conseguenze, per cui l’allenamento diventa oltremodo
più faticoso. Difatti, la mancanza di sonno interferisce sulle capacità
di risposta del sistema nervoso, con conseguente perdita di precisione nei
movimenti e rallentamento di questi… e quindi anche con un conseguente
aumentato dispendio energetico. Ed ecco che, trovatici in questa situazione, una
volta riconosciuta, sarà utile impostare l’allenamento di quel dato giorno in
modo che non sia troppo stressante fisicamente e assolutamente non impegnativo
psicologicamente. Evitando quindi in questo modo che l’allenamento… invece
di divenire controproducente, soprattutto a livello mentale, (difatti quando non
riusciamo ad esprimerci come vogliamo, ce ne accorgiamo intimamente e restiamo
turbati per tutto il resto della giornata) sia sempre un “motivo allenante”.
Si preferiranno naturalmente, quelle esercitazioni dove i gesti specifici sono
semplici e non eseguiti in velocità o con particolare forza.
Studi effettuati da
ricercatori e scienziati, hanno messo in evidenza che:
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Il tempo di reazione a stimoli visivi o uditivi presenta un picco tra le 16 e le
18 in corrispondenza dei massimi valori di temperatura corporea. Si dice che per
ogni grado centigrado di aumento della temperatura, la velocità di conduzione
nervosa aumenta di 2,4 m/s.
-
Il massimo livello delle capacità cognitive e di lavoro intellettuale, nonché
la precisione del gesto, si registra al mattino.
-
La forza esplosiva e forza massimale presentano il livello più alto nel periodo
compreso tra le 16,00 e le 18,00.
-
Le capacità metaboliche, sia aerobiche che anaerobiche, risultano più elevate
nel tardo pomeriggio quando si notano i valori massimali di consumo di ossigeno,
di ventilazione polmonare, di gittata sistolica e di portata cardiaca. Si dice
che in questa fase della giornata risulta più elevata la resistenza di un
atleta ad un lavoro costante ad alta intensità, nonché la capacità di
produrre lattato.
I fattori che influenzano i
ritmi circadiani sono prevalentemente esterni, il più importante è l’alternarsi
del giorno e della notte. Non a caso, la maggior parte delle attività dell’uomo
si svolge fino a che vi è luce e si arresta al calar del sole. Abbiamo riprova
di questo orologio biologico, quando ci dobbiamo spostare in un luogo dove c’è
un fuso orario diverso, soprattutto se di 10-12 ore.
Automaticamente ed in modo
del tutto naturale, questo particolare orologio, si risincronizzerà sull’alternanza
di luce e di buio, facendoci tornare all’abitudine di essere attivi di giorno
e più rilassati alla sera, anche in un'altra parte del mondo. Chiaramente la
risincronizzazione non avverrà in 24 ore, ma ci vorrà da un minimo di 2-3
giorni ad un max di 8-9 giorni. Questi particolari studi sono molto importanti
in campo sportivo: soprattutto se dobbiamo affrontare delle trasferte in un
altro continente. In questo caso per esempio, oltre ai fattori tecnici di
rifinitura ed alle strategie, dovremmo adesso osservare anche i tempi giusti per
riportare l’organismo alla normale funzionalità fisiologica.
Questi brevi cenni sui ritmi
biologici dell’organismo, dovrebbero averci fatto capire il motivo per cui una
persona si senta meglio in alcune parti della giornata (mattino,
pomeriggio o sera) e per ribadire, ancora una volta, quanto sia complessa la
nostra macchina e che non dovremmo mai smettere di “alimentarci” di
informazioni e nozioni sul nostro organismo, per meglio interpretare i “campanelli
di allarme” che ci invia in determinati stati e, quindi, trovare le possibili
risposte e ripristinare il tutto. Chiaramente, non solo per una massima
ottimizzazione dell’allenamento… ma anche e soprattutto per il suo
contenitore… che è la vita di tutti i giorni.
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