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Vari

Sembrano inarrestabili i progressivi lusinghieri successi del nostro Marco Mastrorocco che, dopo aver girato mezzo mondo lavorando come preparatore atletico e formandosi ulteriormente in varie specializzazioni, stabilitosi ora a Londra sembra aver trovato la sede ideale dalla quale espandere la sua esperienza ed iniziare a riscuotere il frutto di tutto il suo lavoro. Un italiano di cui andare sicuramente fieri.

Il successo londinese di Marco Mastrorocco arriva in Italia

Un lusinghiero articolo su Marco pubblicato in “Muscle & Fitness”

Di: Giulio Socci

Abbiamo spesso parlato dei successi di Marco Mastrorocco su questa web-rivista, un ragazzo formatosi alla scuola Fragale e che dopo importanti traguardi raggiunti ha esportato il credo formativo della famosa scuola pisana nel mondo, con passaggi ulteriormente formativi a Tokyo, Puket, Sidney, Melburne, Brisbane, Cairns, Ibiza e che stabilitosi adesso a Londra ha iniziato a raccoglierne i dolci frutti con un proprio team di atleti (VEDI: R.A.W. Combat Team London) oltre a vantare collaborazioni con la squadra nazionale britannica (VEDI: Marco Mastrorocco e la WAKO GB, WAKO Italia e WAKO GB: via al connubio!). Insomma un lungo periodo alquanto impegnato, che non ha però fatto mancare le sue soddisfazioni, in quanto Marco Mastrorocco è stato spesso al centro dell’attenzione dei Media Inglesi, andando in onda spesse volte sulla rete Nazionale GMTV, diventando un collaboratore fisso di FINAL FITNESS TV scrivendo e filmando tutorials su nuove metodiche di allenamento quali il Kettlebells -dei cui metodi allenanti è stato tra i primi importatori in Italia  (VEDI: Kettlebells Training Day a Parma , Il Kettlebell, I Kettlebells applicati agli sport da ring, Kettlebells e Kickboxing) o l’utilizzo dei pesi per allenamenti funzionali,  passando per SKY Active Channel TV, dove per l’occasione ha allenato Rob Riches

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un importante Modello di riviste di Fitness, anche esperto di nuovi trend per allenamenti, il quale è rimasto letteralmente abbagliato dalle routines di Marco Mastrorocco e gli ha proposto collaborazioni negli Stati Uniti dove lui risiede. Tutto ciò lo ha portato all’attenzione di una delle riviste di settore più importanti al mondo: Muscle&Fitness (pubblicata in Australia, US, UK, Germania, Italia, Olanda e Francia), che aveva appena recensito un servizio sul famoso Campione dei pesi Massimi David Haye

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 ed ha “sentito” dell’attivita’ del Coach Marco Mastrorocco, a Londra; dopo aver “spiato” qualche suo allenamento gli ha chiesto di essere protagonista di uno speciale su “chi è” alla base delle performance degli atleti. Ebbene da poche settimane è anche sugli scaffali delle nostre edicole, all’interno di uno speciale sui migliori Performance Coach professionisti, al fianco di rinomati esperti di chiara fama, come preparatori atletici di squadre della Premier League, Tennis e Rugby. Un grosso riconoscimento per un ragazzo partito con tante speranze da Pisa, dove formatosi alla corte del Maestro Fragale, alla fine della sua carriera di Fighter, era volato alla volta dell’Australia... esattamente 6 anni fa! Ed ora è uno stimato professionista non solo del settore Sport da ring, ma anche dello Sport Conditioning. Eccovi l’articolo:

da: Muscle & Fitness n° 94

Di: John Plummer
foto:Workrestandplaypictures.com scattate presso la Epic Kickboxing Gym

 

Se Marco ha ragione, allora i prossimi incontri dei fighter che allena dovrebbero essere una passeggiata. Eh si, perché lui ha messo a punto un circuito aerobico dei più brutali e brillanti, una sessione così feroce da infiammare i polmoni e friggere il grasso più velocemente di quanto si arricchisca Wayne Rooney. Non tutti ce la possono fare. Ma un vero lottatore sa benissimo che arrendersi in allenamento significa solo ritardare il dolore di un altro giorno, quello in cui ti ritrovi faccia  a faccia sul ring con uno che  vuole a tutti i costi ridurti il cervello in poltiglia. “Tocca a te decidere quanto dolore vuoi sopportare adesso e quanto vuoi soffrire in seguito –sostiene Marco- ma quando sei sul ring, non puoi certo tirarti indietro dicendo “Scusa, sono stanco”.  

 

L’unica opzione vera, dunque, è ingoiare il dolore e andare avanti oppure accettare la consapevolezza di affrontare il prossimo match impreparati o con il rischio di non arrivare in fondo. Per scoprire fino a che punto sia brutale questo allenamento, abbiamo assistito ad una lezione di Marco. Per la dimostrazione, Marco ha convocato un manipolo di lottatori che allena nell’ambito di un gruppo chiamato Raw Combat Team. Sono di corporatura snella e, visti da lontano, non sembrano certo tipi da incutere timore in un vicolo buio, ma appena entrano nel ring e sferrano qualche calcio, si capisce subito che non difettano di potenza e essendo abituati al circuito, non iniziano a colpire duro dopo un pio di minuti.

A fare da contraltare a questi fighter allenati dall’aspetto innocuo, abbiamo portato con noi uno dei migliori esemplari del body-building britannico, il 21enne Borgdan Rudycevas.  Essendo stato incoronato campione britannico under-21 due giorni prima, vanta un fisico imponente, 102 kg. finemente cesellati su una struttura che supera il metro e 80, che la dice lunga sulla sua familiarità con la palestra. Eppure questa è una esperienza del tutto nuova per lui: non ha la minima idea di cosa Marco abbia in serbo per lui, perciò le sue prestazioni serviranno a capire come possa cavarsela un uomo molto muscoloso in un test di resistenza.

 

All’arrivo di Bogdan, scambiamo qualche parola con Marco per capire meglio l’uomo e i suoi metodi. A differenza di molti artisti marziali, è piacevole scoprire la sua mancanza di egocentrismo che si traspare da un atteggiamento franco e semplice. Figlio di una insegnante di educazione fisica, da ragazzo era sportivo e timido, ed ha cominciato a praticare le arti marziali dopo essersi trasferito a Pisa a 18 anni. La città toscana, conosciuta in tutto il mondo per la torre pendente, in realtà ospita anche la famosa scuola di arti marziali Fragale. Mano a mano che cresce in lui la passione per il combattimento, diminuisce l’interesse per gli studi di ingegneria civile, che abbandona all’ultimo anno, non senza suscitare il disappunto materno. Dal canto suo, Marco ritiene che non sia quella

 

la sua vocazione: “Non sono tipo da giacca e cravatta”. La sua carriera agonistica negli sport di combattimento inizia nel 1997 e, in otto anni di kickboxing, vince quattro titoli nazionali italiani e il bronzo ai Campionati Europei WAKO 2004 prima di ritirarsi dall’agonismo nel 2005. Cintura nera nel 2001, è ora cintura nera di III grado. Personal trainer di terzo livello avanzato certificato dall’associazione professionale britannica REPS, vanta dodici anni di esperienza internazionale di allenamento per lo sport e il fitness. A 35 anni, ha una forma fisica invidiabile ed è anche molto agile. La sua avventura nel fitness è stata influenzata dalle esperienze fuori e dentro il dojo. Una delle più importanti risale a quando trasferitosi in Australia, segue un corso di personal trainer tenuto dal preparatore atletico della squadra australiana di rugby, le cui idee aprono nuovi orizzonti nella concezione dell’allenamento di Marco.

 

“E’ stato illuminante perché fino ad allora mi ero occupato esclusivamente di sport di combattimento –racconta- dove spesso c’è una visione piuttosto ristretta. In certi contesti, prevale una filosofia vecchia di 30-40 anni. L’esperienza australiana mi ha aperto la mente  e mi ha insegnato parecchie cose sull’allenamento funzionale. Adesso è sulla bocca di tutti, ma allora non era così. Ho cominciato a scoprire le differenze ed i punti in comune tra i vari sport per quanto riguarda la preparazione e l’allenamento. Volevo capire se si potesse concepire una sorta di allenamento universale, un programma di preparazione di base che funzionasse per tutti gli sport. Così ha iniziato a combinare diversi metodi di allenamento per creare un sistema di condizionamento fisico a tutto tondo che lavorasse su velocità, forza e resistenza, e l’occasione di mettere in pratica le sue idee è arrivata quando si è trasferito a Londra nel 2006.

 

Si è insediato  in un centro sportivo dove ha iniziato ad insegnare arti marziali a bambini e principianti, ma anche a lottatori agonisti, che hanno goduto del dubbio privilegio di essere sottoposti al suo circuito. Il circuito programmato per oggi è formato da otto esercizi, alcuni noti, altri adattati partendo da esercizi fondamentali. “Il bello è che tutti possono impararli”, sostiene. Ogni singolo esercizio agisce su diversi gruppi muscolari e, allo stesso tempo, sviluppa forza dinamica e stabilizzazione della fascia centrale del corpo.

  

L’esecuzione ininterrotta, suddivisa in sforzi di 30 secondi senza pause nel mezzo, mette duramente alla prova le capacità di resistenza e recupero. Per completare gli otto esercizi uno dopo l’altro, che in pratica costituiscono una serie, si impiegano quattro minuti. Sono in pochi a sopportare più di quattro serie, alternate a pause di tre minuti. I tempi si possono modulare in funzione delle esigenze del lottatore, ad esempio in funzione della durata dei round nell’incontro per il quale si prepara o del ciclo di allenamento. Il circuito, ad esempio, potrebbe essere composto di quattro esercizi da un minuto o sei da trenta secondi. Il circuito a cui assistiamo inizia con SALTI A GINOCCHIA RACCOLTE, un classico esercizio pliometrico che mette subito in gioco l’efficienza polmonare. Seguono i RENEGADE ROW, ottimi per rafforzare la fascia centrale del corpo perché bisogna mantenere tutto il corpo rigido e contrarre gli addominali per avanzare sul pavimento, a faccia in giù, impugnando i manubri.

 

Si passa quindi al primo esercizio con i kettlebell, lo SWING, che agisce su glutei, bacino e gambe, gruppi muscolari essenziali per generare potenza quando si sferra un pugno o per cambiare velocemente direzione, ma assicura anche un buon lavoro aerobico. A dispetto della semplicità apparente, Bogdan non ci mette molto a capire che la tecnica non è così facile da padroneggiare. Seguono le trazioni inverse, sospesi in orizzontale con i talloni a terra, per i muscoli dorsali, poi il BURPEE, reso ancor più impegnativo dall’aggiunta di una girata al petto con distensione da eseguire con un manubrio da 20 kg. come se non bastasse, Marco ha modificato gli affondi con salto, introducendo un elemento di torsione, per allenare anche gli obliqui, particolarmente importanti per incassare pugni e calci nella zona del costato, oltre a sviluppare le gambe e la forza pliometrica. Il PUGNO e SWING con KETTLEBELL è un altro esercizio duro e non semplicissimo da imparare. Dopo lo swing, si usa il kettlebell come per sferrare un pugno per migliorare la velocità dei pugni. L’esercizio contribuisce anche a sviluppare la forza dei deltoidi posteriori, che accresce la potenza dei pugni. La sequenza si conclude con l’ALAZATA TURCA o TURKISH GET-UP in cui, come s’intuisce dal nome bisogna alzarsi da terra

rispettando una precisa successione di movimenti. L’ironia sta nel fatto che l’esercizio viene eseguito in una fase della sessione in cui l’unica cosa che si vorrebbe fare è rimanere sdraiati sul pavimento. Si parte sdraiati a terra supini, impugnando manubri da 12 kg, poi in sequenza, si arriva seduti, in appoggio su un ginocchio e poi in piedi senza toccare il pavimento con le mani. È un antico esercizio da strong man che rafforza tutto il corpo, migliorando coordinazione ed equilibrio. La stabilizzazione delle spalle è particolarmente importante per prevenire i traumi negli atleti che praticano discipline di combattimento. Sollevare i pesi non è certo un problema per chi, come Bodgan, a 16 anni faceva squat con 300 kg. e oggi fa regolarmente distensioni su panca piana con 180 kg, eppure quasi subito inizia a sudare e faticare. A dire il vero se la cava piuttosto bene, se si considera che non ha mai fatto nessuno degli esercizi proposti, ma non riesce a completare una serie intera. Per correttezza va detto che nessuno dei suoi compagni sarebbe in grado di completare la sua tipica sessione con i pesi. Quando la respirazione torna normale, Bodgan spiega l’assoluta novità di questa esperienza per lui. Nelle dodici settimane precedenti i Campionati britannici, ha fatto 45 minuti di aerobica ogni mattina e 25 minuti la sera, dopo i pesi, ma si trattava di marcia a bassa intensità sul tapis-roulant, per bruciare grasso senza perdere massa magra, ossia l’esatto contrario di questo workout superintenso.

 

“Sono abituato a stare sul tapis-roulant ascoltando musica con le cuffie o guardando la TV –aggiunge- ma questi sono esercizi completamente diversi. Non hanno nulla a che fare con il body-building ed è stato difficile abituarmi alla tecnica. Di solito, mentre faccio cardio pianifico la mia giornata, ma quando sei impegnato in esercizi come questi pensi solo a finirli prima possibile”. Marco precisa che, pur trattandosi di un allenamento esplosivo, è utile per bruciare grasso perché con una frequenza elevata svuota le riserve di zuccheri e, con il tempo, la maggior parte delle persone può riuscire a completare il circuito. Lo ritiene particolarmente utile per chi si allena prevalentemente con i pesi, perché aiuta ad impiegare la forza secondo modalità funzionali. I suoi fighter completano il circuito due o tre volte per settimana e, grazie alla possibilità di adattare esercizi e tempi in funzione del ritmo dei combattimenti, costituisce il pilastro della loro preparazione prima dei match. “C’è chi corre per 10 km o due ore, ma non è questo il tipo di resistenza che serve per un combattimento - chiarisce Marco- C’è più affinità con l’interval-training.

Meglio correre per 6 km o 30 minuti al massimo e, con l’avvicinarsi dell’incontro, puntare su scatti veloci lunghi. Per prepararsi a quattro round di tre minuti, ad esempio, si possono fare scatti molto veloci di tre minuti alternati a pause di un minuto”. Luca caputo, 27 anni, campione inglese di kickboxing di 75 kg, racconta: “Prima mi allenavo con i pesi, ma devo dire che non è particolarmente utile come preparazione specifica per il kickboxing. Facevo corsa e pesi in sessioni separate, ma preferisco questo tipo di allenamento perché più completo e dinamico. Sul ring devi muoverti, perciò non ha senso prepararsi con esercizi statici”.

Il circuito dice, cambia “appena ci siamo abituati”, ma di solito si fanno quattro round separati da pause di tre minuti. “Alla fine sei morto –aggiunge- ma hai anche la certezza di essere pronto per il ring”. Il lottatore di K-1 medio-massimo Giacomo Matera, 27 anni e 85 kg concorda su tutta la linea. Si allena con questo circuito da quattro mesi e afferma: “Sento di avere molta energia per lo sparring. Prima ero un po’ carente sotto il profilo della resistenza”. Marco ritiene che allenarsi per tempi prestabiliti, anziché per un numero prestabilito di ripetizioni, sia l’ideale per i lottatori, perché rispecchia ciò che avviene in gara. Gli esercizi rafforzano il corpo in modo dinamico, senza aumentare la massa muscolare e l’intensità dello  sforzo assicura una forma fisica eccezionale e allena il corpo a reagire velocemente in condizioni di affaticamento. Per farla breve, è funzionale ed efficace. Ma anche massacrante. Il dolore fa parte del gioco e, come Marco non si stanca mai di ripetere, il dolore sopportato ora sarà risparmiato in seguito.

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