Esercitazioni con i piani instabili
Le nuove frontiere delle metodologie allenanti
I
Tecnici Federali Donato Milano e Massimo Liberati (FIKB) ne avevano
parlato all’ultimo stage di Cattolica, presentando in un loro
seminario formativo una serie di filmati illustranti gli esercizi
specifici, ma per i tanti che purtroppo non erano presenti… ho
creduto opportuno riprendere il discorso per renderlo fruibile da
chiunque voglia provare a sperimentarlo. Avendo quindi già
appositamente trattato nell’articolo precedentemente pubblicato,
sebbene in maniera alquanto generica e sommaria (ma sicuramente
comprensibile a tutti) il nuovo metodo allenante dei piani
instabili, analizzando ed indicando la loro utilità in un atleta già
formato nei nostri sport (VEDI:
Propriocettività e piani instabili) andiamo adesso a suggerire
eventuali tipi di esercitazioni attraverso le quali è possibile una
loro applicazione ottimale. Come in ogni tipo di allenamento,
dobbiamo comprendere che per dare obbiettivi sicuramente
raggiungibili e mantenere intatto il “motivo allenante” il lavoro
deve essere progressivo: dal generale allo specifico, dal semplice
al complesso, dal grossolano al fine….. Come essenziale e prima
metodica di lavoro, sarebbe forse molto utile far eseguire un primo
approccio conoscitivo all’atleta, per poi dare il “motivo allenante”
con esercitazioni progressivamente sempre più complesse e specifiche
nell’esecuzione del gesto tecnico.
Ad esempio, potremmo iniziare a farli “conoscere” agli atleti
semplicemente facendoceli stare sopra in posizione di guardia, con
qualche leggero movimento di tronco, cercando di mantenere il giusto
assetto. Da qui il lavoro successivo potrà essere quello di far
eseguire delle combinazioni di “vuoto” allo specchio. Poi e solo
dopo aver raggiunto e superato agevolmente i primi step, possiamo
iniziare anche un tipo di lavoro più specifico, riguardo allo
spostamento del peso del corpo che avviene sui colpi di pugno,
prendendo quindi sempre più coscienza del proprio corpo e
soprattutto del particolare movimento che stiamo eseguendo.
Una volta presa padronanza attraverso le dovute esercitazioni con
il pre-requisito del lavoro a vuoto, il passo successivo, con
conseguente aumento del livello di difficoltà (motivo allenante)
potrebbe essere quello di eseguire una combinazione specifica o
generale al sacco. Anche in questo caso il livello di difficoltà è
maggiore, aggiungiamo infatti una forza di “reazione” con
l’opposizione da vincere (il sacco) alla normale difficoltà nel
mantenere la perfetta stabilità.
Possiamo lavorare al sacco con sole combinazioni di pugno:
Lavorare al sacco sui singoli calci:
Lavorare al sacco sui colpi di ginocchia:
Lavorare alla palla tesa, aggiungendo così come “motivo
allenante” anche la componente della velocità e del colpo d’occhio:
Possiamo poi passare alle esercitazioni con i focus assistiti dal
maestro, dove è possibile lavorare ancora più nello specifico le
combinazioni pugilistiche, dal singolo colpo, alle combinazioni più
complesse,
dalle schivate con rientro:
al lavoro completo braccia-gambe:
Naturalmente vi sono tantissime altre modalità di esercitazioni,
che volutamente non indico per lasciare alla creatività di ognuno di
voi il compito di ideare gli esercizi più accattivanti e divertenti
per la gioia dei vostri studenti. Queste esercitazioni (lavorando
schemi con un progressivo livello di difficoltà) aumentando e
migliorando la percezione corporea ed equilibrio, permetteranno una
maggiore stabilità nella reattività ed in ultimo quindi… (tirando le
somme)… una maggiore efficacia nel combattimento. |