Kettlebell, Arti Marziali & Sport da Combattimento
Di Marco Magliano
Esplorare
il variegato mondo delle Arti Marziali sotto il profilo tecnico
presuppone un’innata conoscenza in quanto proprio la parola Mondo
descrive alla perfezione quanto è vasto questo settore.
Di contro se dovessimo discernere il tipo di preparazione
atletica da applicare per ognuna di esse, un altro bel lavoro ci
attenderebbe; ecco che lo strumento Kettlebell oggi ci può aiutare
in questo grazie alla sua versatilità
Ma come nell’era delle macchine fitness “pensanti”, auto
calibranti, supertecnologiche e iperdesigned, una semplice palla di
ferro, ghisa con maniglia , inerte e inerme, non pensante, immobile
e senza vita alcuna ci può venire in aiuto? Certamente!
Le Arti Marziali sono sempre state sinonimo di agilità, velocità,
destrezza, abilità e capacità motorie portate alla massima
espressione gestuale, quindi Functional training in primis e, come
più volte accennato sui testi di preparazione atletica difficilmente
un muscolo agisce da solo durante un movimento sportivo ed ecco che
il Kettlebell grazie alla sua applicabilità porta beneficio al
nostro scopo, preparare un atleta di Arti Marziali.
Arti Marziali o Sport da combattimento? Entrambi certamente ma
vorrei spendere più tempo verso quelle discipline che trovano nel
gesto agonistico la massima espressione mediatica alla portata dei
mass media e quindi del grande pubblico che oggi è abituato a vivere
tempi veloci, immagini sfreccianti e dinamiche, preferisce assistere
ad un KO fulminante su un ring piuttosto che una , seppur bellissima
e tecnicissima, lotta a terra di un torneo ad esempio di Judo.
Questo è quanto ha capito ad esempio la federazione di Wrestling che
ha nella spettacolarità e nel marketing la sua vera forza. Ma non
voglio assolutamente parlare di questo che solo dei danni , secondo
il mio parere, ha portato alla serietà delle arti marziali fatte da
match veri, atleti veri e colpi veri! Non dimenticando la
regolamentazione completamente assente in quegli spettacoli quindi
addirittura diseducativi.
Ma tornando al nostro piccolo amico tondo,come questo può essere
usato per prepararci ad un combattimento? Bisogna innanzitutto
discernere le peculiarità necessarie ad un atleta di Sport da
combattimento: velocità, destrezza, velocità, forza resistente ed
esplosiva.
Functional training ricerca la gestualità tecnica
nell’allenamento di preparazione ed è la cosa più difficile da
esaudire per un preparatore atletico ma ecco che se inseriremo, ad
esempio, l’uso degli esercizi fondamentali di kettlebell in una
routine “classica” di training specifico, il gioco è fatto.
Ad esempio per sviluppare un discorso di forza resistente una
classica routine per il pugilato o la Kickboxing o il Muay Thai
potrebbe essere lo svolgere il lavoro a tempo inserendo 1’ di Swing
con un kettlebell di almeno 16kg seguito da 1’ di lavoro al sacco
(usando a seconda della disciplina sia calci che pugni) seguito da
1’ di lavoro con la corda.
Ecco cha la nostra routine di 3’ può tranquillamente rispecchiare
il dispendio energetico necessario per 3’ di combattimento
amatoriale, ma se non fosse sufficiente potremmo “aumentare” il
ritmo portando la routine a ripetersi per N volte, ad esempio 7
volte per un lavoro totale di 21’ che è il tempo medio di 7 riprese
classiche per un titolo Italiano di Kickboxing Pro, certo il
dispendio energetico nella realtà sarà diverso ma questo tipo di
lavoro ci aiuterà a prolungare la permanenza in piedi senza
stanchezza apparente! Il Kettlebell potrà in questo caso essere di
peso inferiore per poter evitare che l’affaticamento della routine
causi una non corretta tecnica di esecuzione.
Un altro modo di lavorare con il Kettlebell ci riporta al
classico training da pesista modificando però pesi e tempi di
recupero, ad esempio adottando il lavoro 8x8 per 5 esercizi
diversi, lavorando sulle 8 ripetizioni con un carico pari al 50/60%
del carico ideale per portare esaurimento le 8 reps, facendo una
pausa di 20” e ripetendolo per altre 7 volte passando poi
all’esercizio successivo. Questo aiuterà a lavorare sulla resistenza
ma anche sulla potenza aerobica e variando i tempi di recupero
portandoli oltre i 60” allora possiamo lavorare con un carico
maggiore per poter lavorare sulla forza relativa.
Questo è il bello dei Kettlebell per un artista marziale, la
varietà e la fantasia di applicazione contenuto in un un ’unico
strumento trasportabile e senza vincoli di luoghi di pratica, mi
permetterei di definirlo la soluzione definitiva.
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