La Cellulite
Di: Francesco Menconi
La
Cellulite detiene la palma di pericolo pubblico numero uno per la
donna. I messaggi fuorvianti dei media e della "cosmetica", legati
al mercato delle creme e agli intrugli di sedicenti fattucchiere,
hanno generato superficialità ed approssimazione nel campo.
Riprendendo il Bacci :"…potremmo paragonare la maggior parte dei
trattamenti, ad una mano di vernice su un muro pieno di umidità:
certamente l'aspetto del muro sembrerà migliore, ma il compito resta
la bonifica del muro per farlo essere sano, piuttosto che apparire
tale…" La Cellulite è una patologia vera e propria; il nome
"tecnico" è Dermo-ipodermo-panniculopatia-edemato-fibro-sclerotica.
Si tratta dunque di un'alterazione che interessa:
- il pannicolo adiposo (Panniculopatia.)
- con caratteristiche edematose ( accumulo di liquidi al di
fuori dei vasi)
- di fibrosi (aumento delle fibre reticolari)
- di sclerosi ( aumento fibre elastiche e tessuto
cicatriziale)
In pratica i vasi non sono in grado di portare sangue ossigenato
ai tessuti e di ripulirli da sostanze tossiche: ne deriva una
sofferenza progressiva delle cellule ed una modificazione dei
tessuti che perdono le caratteristiche di elasticità e trofismo. Il
trattamento in palestra riguarderà un intervento sui così detti
Fattori Terziari o Aggravanti. Si tratta di tutti quei fattori che
possono favorire o aggravare uno stato cellulitico, attraverso
meccanismi metabolici e circolatori. Tra questi fattori
predisponenti è importante focalizzare l'intervento sul recupero di:
1. Scarsa componente muscolare, che comporta:
- insufficienza della pompa muscolare
- scarso tono del Gluteo, con conseguente crollo gravitario
dei tessuti mio - fasciali che lo ricoprono e alterazione del
micro-circolo locale ( i classici "buchetti" visibili in
stazione eretta)
2. Difetti posturali e cioè:
- lavoro in funzione preventiva rinforzando la muscolatura
addominale, parascapolare e trocanterica
3. Difetti nell'appoggio plantare.
Ed è proprio su quest'ultimo punto concentreremo la nostra
attenzione, visto che costituisce una delle ultime novità salite
alla ribalta (in realtà non si inventa niente di nuovo...) Non è
sbagliato dire che la prevenzione verso la malattia cellulitica
parte dal piede. Il buon funzionamento dinamico del piede
costituisce il segreto operativo più importante del sistema linfo -
venoso degli arti inferiori. Il piede viene suddiviso in Avampiede,
Mesopiede e Retropiede dalle c.d. linee articolari di Chopard e
Lisfranc, con cui i chirurghi indicavano le zone dove amputare.
L'avampiede ha una funzione propulsiva ; il Mesopiede svolge
un'azione di ammortizzamento; il Retropiede riceve il carico del
corpo ad ogni impatto col terreno e provvede a distribuirlo tramite
l'articolazione sub- astragalica, al calcagno e al piede. Il
problema degli arti inferiori è che non usufruiscono della spinta
diretta di una pompa pulsante come il cuore, tuttavia il piede
contiene delle strutture per facilitare il ritorno linfo - venoso:
1. Soletta venosa di Lejars: la spremitura dinamica di
questa struttura favorisce l'azione di pompa muscolare e dunque il
ritorno del sangue ai distretti superiori. Si tratta però di un
"letto" di capillari molto piccoli che contiene una quantità di
sangue ridotta.
2. Triangolo della volta: nella parte più profonda del
piede, composto da Volta Longitudinale Interna, Volta Longitudinale
Esterna e Volta Trasversa. Questa struttura contiene le più
importanti vene profonde: le vene plantari interne ed esterne. La
spremitura di queste vene (oltre che ad ogni movimento significativo
di questa area) rappresenta il vero cuore periferico e la più
importante funzione vascolare del piede.
Sempre in un'ottica di prevenzione ricordiamo l'importanza di un
lavoro su tutta la muscolatura delle articolazioni Tibio- tarsica e
Sub - astragalica per compensare un eventuale disequilibrio tra i
"tiranti" muscolari. Ci riferiamo agli atteggiamenti di Eversione
(appoggio sull'esterno) e Inversione (appoggio sull'interno) del
piede ove vi è una prevalenza dell'azione esercitata dai muscoli
Peroneo lungo, breve, terzo e Estensore lungo delle dita nel primo
caso e Tricipite surale, Tibiale posteriore e anteriore e Flessore
delle dita, nel secondo.
Problematiche di questo tipo causano una irregolare o parziale
spremitura delle strutture venose sopra - citate e l'instaurarsi di
fenomeni di stasi del sistema linfo - venoso degli arti inferiori. |