Abbiamo intervistato il presidente sull’andamento del suo ultimo
quadriennio. Eccone la radiografia.
ENNIO FALSONI SI RICANDIDA ALLA GUIDA DELLA FEDERAZIONE
“Intervista a tutto tondo”
Di: Alice Mancini (tratto da
www.fikbms.net)
del 5/07/2012
Sentivo
alla radio che sono già passati tre anni dalla scomparsa di Michael
Jackson e francamente sono rimasta sbalordita perché mi sembrava
fosse passato molto meno tempo, sembra ieri... Immagino che anche
per lei il tempo sia quindi passato rapidamente da quando è stato
rieletto a Milano nel 2009?
“Tempus fugit, come già dicevano gli antichi romani. Ma
abbiamo la fortuna di poterci dedicare a molte questioni, di essere
sempre molto attivi su più fronti, cioè di avere le giornate piene.
E questo fa sì che il tempo passi ancora più velocemente, tanto da
non riuscire ad annoiarci.” Dunque siamo qui per fare un po’ il
punto della situazione, visto che il Coni ha chiesto a tutte le
Federazioni di anticipare le proprie Assemblee Elettive entro la
fine dell’anno in corso. E pertanto, come avete appreso questa
richiesta e che cosa avete deciso di fare? “E’ chiaro che il
CONI detta tempi e modi per effettuare le nostre Assemblee. Poiché
il presidente Giovanni Petrucci non potrà più ricandidarsi dopo 3
mandati consecutivi (al contrario dei presidenti delle varie
Federazioni), penso che si voglia sapere con largo anticipo chi
saranno i grandi elettori del nuovo presidente CONI per questioni
politico-sportive. Noi abbiamo risposto “Obbedisco” - com’è giusto
che sia -, e proporrò che il nostro Consiglio fissi l’Assemblea
Generale per il 15 Dicembre 2012. In un primo momento avevamo
deciso di spostare l’Assemblea a Roma (e sarebbe stata la prima
volta), ma per questioni logistiche, chiederò al Consiglio che la
sede dell’Assemblea sia ancora una volta Milano.”
Al termine di questo quadriennio, quali sono stati secondo lei
gli aspetti positivi del suo ultimo mandato?
“Beh, sintetizzando la mia risposta - che potrebbe essere
molto più ampia, visto che reputo gli aspetti positivi molto
maggiori di quelli negativi -, cito solo alcuni fatti di per sé
eloquenti. Alla fine del quadriennio scorso, restava insoluto un
grave problema: la Federazione, ch’era stata riconosciuta dal Coni
nel 2004, era ancora sotto la tutela della Federazione di Pugilato.
I regolamenti del Coni prevedevano allora che una DSA come la nostra
rimanesse nello status “sperimentale” di DSA per 2 soli anni, dopo
i quali la Federazione che ci ‘controllava’, avrebbe dovuto dire
chiaramente al Coni se era sua intenzione inglobarla tra le sue fila
oppure no, lasciandola andare per proprio conto, ma così purtroppo
non è stato, siamo rimasti sotto tutela FPI per ben 5 anni. Solo un
mio fermo intervento presso il presidente del Coni stesso Giovanni
Petrucci riuscì a sbloccare la situazione e a far sì che oggi
FIKBMS sia una DSA riconosciuta direttamente dal Coni. Penso che di
per sé questo fatto sia stato l’atto più importante che ci sia
capitato nell’ultimo quadriennio dal punto di vista
politico-sportivo. Da ‘sperimentale’ siamo ora una DSA ‘effettiva’ e
alla fine del prossimo quadriennio, potremmo anche puntare a
diventare una Federazione Sportiva Nazionale come tutte le altre.”
Scusi se la interrompo, ma tanto per capire, quale sarebbe il
vantaggio?
“La differenza sostanziale la farebbero i contributi Coni che
potrebbero aumentare discretamente. Tra l’altro, nel corso
dell’ultimo quadriennio il Coni è passato da 85.000 a 150.000 Euro
di contributi.”
Continui, la prego...
“Ovviamente la FPI era riuscita nel frattempo ad obbligarci ad
adottare il ‘loro’ regolamento sanitario, che se da una parte tutela
ovviamente gli atleti, la qual cosa è oltremodo positiva, dall’altra
però è in contraddizione col regolamento sanitario della Wako, la
federazione internazionale di riferimento per la kickboxing, che ci
consente di far disputare un massimo di 2 incontri al giorno nei
vari tornei. La possibilità di disputare un solo match al giorno, ci
ha veramente penalizzato nell’organizzazione delle attività
degli ‘sport da ring’ e ancora oggi abbiamo difficoltà di ogni tipo
ad organizzare piccoli, medi e grandi gala e offrire occasioni di
attività per i nostri migliori atleti. Fortunatamente, ben 2 anni
fa, la Federazione riuscì a strappare per la prima volta nella sua
storia un contratto con Raisport per la messa in onda delle nostre
principali attività. Sono sempre stato un convinto sostenitore del
fatto che le nostre discipline, che sono molto spettacolari,
meritassero un palcoscenico più ampio. E’ chiaro che più visibilità
è sinonimo anche di più credibilità e devo dire che, con l’aiuto
ovviamente di molte società organizzatrici, oggi abbiamo una serie
impressionante di eventi già programmati con Raisport. Oramai, non
passa settimana che le attività FIKBMS non siano in onda sulla Rai e
questa è un’altra conquista importante del mio ultimo
mandato. Regolarmente vi sono Gala in ogni dove in Italia e sono
notevolmente aumentate le possibilità di combattere per i nostri
migliori atleti. Ma anche gli atleti degli sport da ‘tatami’ non
hanno scherzato nel corso dell’ultimo quadriennio. Basti pensare
che siamo tornati campioni del mondo di semi-contact a squadre
nell’ultimo Mondiale Wako disputatosi a Dublino nel 2011 e che,
sempre in questa specialità, ai primi World Combat Games della
storia, quelli svoltisi a Pechino nel 2010, abbiamo fatto un pieno
di medaglie d’oro conquistandone ben 5 e 1 bronzo su 6 atleti
portati, vale a dire con Luisa Gullotti, Gloria De Bei, Andrea
Lucchese , Domenico De Marco, Gregorio Di Leo e Neri Stella
nell’ordine. Da non dimenticare che sempre a Pechino quell’anno
l’Italia vinse una medaglia d’argento con Barbara Plazzoli nella
Low-Kick. Non voglio dilungarmi oltre su questo tema dei successi
nelle competizioni internazionali, perché rischierei di diventare
noioso, visto i tanti, tantissimi giovani che si fanno onore in ogni
dove. E quando arrivano i risultati, significa che dietro c’è un
apparato tecnico di prim’ordine, un’organizzazione e un numero
davvero imponente di atleti che rappresentano il nostro movimento.”
Io non conoscevo la realtà della vostra Federazione, ma sono
stata a Milano, ai Campionati Italiani Sport da ring e a Genova per
quelli da ‘tatami’, e ho visto anche una bella immagine
organizzativa…
“Dice bene. Un altro aspetto che abbiamo migliorato tantissimo
infatti è stato proprio quello organizzativo. Ma ciò è dipeso
dall’uso della tecnologia, dei computer, di nuovi software
gestionali delle gare che fanno uso di televisori e schermi. Siamo
riusciti a mettere insieme una commissione di esperti che
regolarmente, in occasione delle gare a calendario più importanti,
gira l’Italia e si mette a disposizione degli organizzatori curando
l’immagine della produzione. E’ un bel vedere. Le aree di gara sono
sgombre, c’è puntualità nell’inizio che per la fine delle
competizioni di massa. La federazione ha numeri sorprendenti: basti
pensare ai 500 atleti partecipanti negli sport da ring a Milano e ai
quasi 1300 ch’erano venuti a Genova per quelli da tatami. Dover
gestire tutta quella gente, se non si ha una macchina organizzativa
oliata, si rischia sempre altrimenti la figuraccia. E noi non
l’abbiamo mai fatta.”
La realtà federale nelle cifre, qual’è?
“Le dirò che la federazione ha fatto un bel balzo in avanti da
questo punto di vista. Avevamo chiuso lo scorso quadriennio
attestandoci verso i 18.000 tesserati per 450 società sportive.
Dissi nell’ultima Assemblea che il mio scopo era raggiungere almeno
i 500 club e i 20.000 tesserati. Mi sarei contentato. Devo invece
dire che attualmente la Federazione ha 605 club affiliati in ogni
regione d’Italia per 22.000 tesserati. Abbiamo cioè ampiamente
battuto l’obiettivo che ci eravamo prefissi. Va da sé che avere
più tesserati significa più lavoro per la segreteria che anch’essa
è stata potenziata. Oggi presenta 4 ragazze che lavorano in ufficio,
oltre alla presenza del sottoscritto e di un segretario generale che
risiede comunque a Bergamo. Ogni ragazza ha un ruolo ben preciso, da
chi si occupa delle operazioni di tesseramento, alla contabilità, ai
siti federali, alla comunicazione. Ecco, proprio in questo aspetto
mi pare si siano fatti passi da gigante. E’ stato abolito il
cartaceo e tutto viaggia sul web, su Internet. Il sito federale è la
principale via di comunicazione coi nostri associati con cui siamo
comunque in contatto anche attraverso social networks come Facebook
e Twitter.”
Da quello che mi sta dicendo, viene fuori un bel quadro della
Federazione.
Ma il suo ultimo quadriennio è stato così un’isola felice?
“Purtroppo non sono state tutte rose e fiori. Anzi,
devo onestamente dire che il mio ultimo quadriennio è stato per
certi versi molto duro e difficile. Non dimentichiamoci che negli
ultimi anni sono usciti dalla federazione personaggi legati al mondo
della Savate e della Muay Thai; presenze importanti che hanno però
deciso di andare per la loro strada cercando di farsi riconoscere
dal CONI nelle rispettive specialità e di separare quindi Savate e
Muay Thai da Kickboxing e Shoot Boxe. Fortunatamente il Coni, che è
sempre stato messo al corrente di ciò che succedeva nel nostro
mondo, ci ha sempre appoggiati e chiaramente ha detto a quei
signori che se vogliono entrare al Coni sanno con chi dovranno
mettersi d’accordo: con questa Federazione, che deve restare il
contenitore unico per quelle specialità e su questo non si
transige. Un’altra cosa che mi ha fatto male, è stato il constatare
come la nostra Federazione altro non sia che lo specchio
dell’Italia. Lo abbiamo notato nel corso delle celebrazioni del
150esimo anniversario della nostra Repubblica. Forse che abbiamo
dato l’idea di un paese unito e coeso? Forse che parliamo tutti la
stessa lingua, per così dire? Ovviamente no. Ebbene, la nostra
Federazione è qualcosa del tutto simile. Ma soprattutto si è visto
come coloro che sono entrati in federazione da altre realtà per
esempio, abbiano una mentalità completamente differente da chi
collabora con me da oltre 30 anni. Hanno modi di lavorare e
ideologie diverse dalle nostre, con le quali molto spesso è
difficile convivere. Cercherò di essere più preciso. Ci sono in
federazione moltissime società alle quali l’attività istituzionale
federale - che è il vero core business, la missione di ogni
Federazione Coni -, interessa relativamente poco, la sopportano a
fatica, non ne capiscono le finalità. Stanno con noi perché siamo
ovviamente una Federazione Coni, sfruttano il valore aggiunto di ciò
che questo comporta, pensano ai fatti loro e si organizzano piccoli
gala per far fare attività ai propri atleti. Vi sono atleti di un
certo nome, che hanno addirittura rinunciato spontaneamente a
vestire la maglia azzurra che a mio avviso dovrebbe essere l’onore
più grande per un qualunque atleta, quello di difendere i colori del
proprio paese nelle attività internazionali. Pensano solo a
combattere per qualche euro e a poco altro. Mi paiono tutti figli di
quegli spettacoli tipo “il grande fratello”, tutti tesi cioè ad
apparire più che a essere. Le contraddizioni, inoltre, non sono
mancate all’interno dello stesso consiglio federale, tra quella
nicchia di persone che avevo scelto io stesso come collaboratori e
come persone valide con le quali poter condividere la mission della
federazione e soprattutto tutelarla. Devo confessare che sono un
inguaribile ottimista e credevo che le persone potessero cambiare,
ma ovviamente mi sono sbagliato ancora una volta, devo però dire che
comunque il confronto con persone che la pensano e si comportano in
modo opposto al mio, sia stato positivo e costruttivo perché si
impara sempre molto dagli errori compiuti. Infine, si è notato nel
corso dell’ultimo quadriennio un maggior ricorso alla Giustizia
Sportiva che in passato. Ormai i nostri associati, consapevoli di
essere in una Federazione Coni, utilizzano codici, regolamenti,
statuti per far valere quelli che pensano siano i loro diritti.
Molto spesso invece risulta poi che la loro interpretazione di quei
codici e di quei regolamenti è solo individuale e non avendo
riscontro con la realtà, sono anche costretti a pagare le spese
legali sostenute anche dalla controparte. Insomma, c’è stata
comunque una maggior consapevolezza del ruolo che ciascuno ha in
Federazione e questo, in ogni caso, mi fa ben sperare per il futuro.
Ma resta il fatto che così come l’Italia attuale presenta ancora
tracce dei Guelfi e dei Ghibellini, anche la nostra Federazione non
si sottrae alle divisioni, ai settarismi e a volte anche alle
cattiverie e alle piccinerie. Fatta la Federazione, dobbiamo ora
pensare di educare i ‘federati’, di arrivare cioè ad interpretare
regole e regolamenti allo stesso modo e a comportarci di
conseguenza. Per farla breve insomma, bisogna uscire da questo
atteggiamento tipicamente italiano del “fatta la legge, trovato
l’inganno”. Il rispetto delle regole non può andare ad
interpretazione, devono essere rispettate all’unisono senza ricerca
di vie di fuga e scappatoie per interessi personali. Ci vuole
coesione, dialogo, confronto e lavorare in team per un bene comune
che è quello della federazione e dei propri associati.”
Visti i problemi, mi par di capire che ora si ripartirà di lì
e pertanto le chiedo: cosa ci riserva il futuro di questa
Federazione?
“Per fare un nuovo mondo penso ci voglia un po’ di tempo. Ma
ritengo che comunque nel corso di questi ultimi 8 anni siano stati
fatti passi da gigante. Siamo entrati in un’organizzazione sportiva
come quella del Coni dove eravamo come dei pesci fuor d’acqua. Era
tutto nuovo, con un sacco di burocrazia, di regole e comportamenti
nuovi. Mi pare che in poco tempo, siamo riusciti a creare un
movimento che ha numeri importanti e soprattutto un’attività
importante. Praticamente ci auto-finanziamo per tutto o quasi. E’
vero, il Coni ha aumentato i suoi contributi, ma restano sempre
molto ridotti rispetto a Federazioni che trattano sport “olimpici”.
Quelli sì che sono milionari e come sempre, con il denaro si
potrebbero fare cose grandiose con le nostre discipline. Ma dobbiamo
restare coi piedi per terra ed è perciò sorprendente la mole e la
qualità di cose che facciamo per i nostri associati. Siamo una
Federazione composta di gente entusiasta e giovane, che non sta con
le mani in mano, che è attiva e capace. Nulla ci è impossibile.
Credo quindi che la Segreteria debba essere potenziata per metterla
in grado di offrire servizi migliori e tempestivi. Avremo in
ottobre un nuovo portale che rappresenterà lo strumento fondamentale
per la nostra comunicazione e il nostro lavoro. Vogliamo
ulteriormente migliorare il rapporto con Raisport, l’aspetto
medico-sanitario, con un’attenzione maggiore verso il rispetto delle
regole che già esistono, ma che molto spesso vengono dimenticate o
non applicate. Sceglieremo nuove persone che ci aiuteranno a
portare avanti la Federazione, a renderla una casa migliore e più
linda. Sceglieremo le persone giuste nei posti giusti, gente di
provata esperienza e capacità. Anche a livello internazionale,
stiamo intraprendendo rapporti con l’organizzazione dello sport
militare (Csmi) e della scuola (Universiade) e non trascureremo di
diffondere ovunque le nostre discipline anche perché, al termine del
prossimo quadriennio, questa Federazione avrà maturato i 12 anni di
esperienza e maturazione perché possa presentarsi con le carte in
regole per diventare una vera e propria Federazione Sportiva
Nazionale. Penso che noi si abbia il potenziale per diventarlo e per
questo mi batterò,tenuto conto che la Wako si presenterà quest’anno
per il riconoscimento del Comitato Olimpico Internazionale.”
Sappiamo che il Coni ha deciso di ridurre il numero dei
Consiglieri federali che passerà da 13 a 10. Per attuare il suo
progetto, di chi si avvarrà?
“Mancano ormai pochi mesi all’Assemblea Generale e una mezza idea
ce l’ho già circa la mia lista. Ma penso anche che sia prematuro
dire alcunché. Desidero solo ribadire che il mio prossimo mandato,
sempre che venga rieletto, sarà improntato ad una trasparente
collaborazione con tante persone con le quali, insieme, si porterà
avanti la Federazione. Intendo delegare molto nel prossimo
quadriennio, anche perché solo responsabilizzando più persone si
potrà crescere maggiormente. Penso quindi che molti dei nostri
tesserati abbiano il desiderio di candidarsi, sicuramente anche nel
mio stesso ruolo. D’altra parte questo è il gioco democratico e da
parte mia, continuerò a lottare come ho sempre fatto anche in
passato per il bene della Federazione. E a tal proposito desidero
ricordare che questa presidenza ha sempre seguito solo e unicamente
una bandiera e si è sempre battuta per un unico scopo: quello di far
grande questa Federazione promuovendo le sue discipline. E mi
farebbe piacere che i nostri associati fossero onorati come lo sono
io di appartenere ad essa. Io mi candido anche per il terzo mandato
dunque, perché ritengo di poter dare molto ed essere ancora utile a
questa Federazione, perché mi sento ancora spiritualmente e
fisicamente forte come ieri, quando combattevo sui quadrati di mezzo
mondo.”
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