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Muay Thai

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ANCORA UNA “ZINGARATA” DEI NOSTRI COLLABORATORI IN VISTA DI UNA LORO NUOVA RECENSIONE IN QUEL DI TRIESTE. FINALMENTE SI RICOMINCIANO A VEDERE SERATE DI SOLA MUAY THAI. UN NOSTRO COLLABORATORE A CORREDO E COME PREFAZIONE, CI RACCONTA IRONICAMENTE COME SUO SOLITO, IL VIAGGIO DI ANDATA DEI NOSTRI INVIATI, IN MEZZO ALL’ESODO VACANZIERO DI FINE LUGLIO… TRA MILLE PROBLEMI ED INCERTEZZE.

In coda per… Trieste

Di: Franco Piccirilli

Eravamo in Redazione che stavamo parlando degli ultimi avvenimenti e nello specifico… su quella che sembrerebbe essere divenuta nei fatti, la confluenza verso una sola federazione della kick boxing. Ma il caldo ci aveva portato a parlare anche di ferie, di esodi e controesodi, di partenze intelligenti e persino meno intelligenti… o  forse semplicemente solo più convenienti. Così parlando… stavo dicendo che non mi era mai capitato di infilarmi in una di quelle “partenze fiume” per le vacanze, dove ognuno sembra riversarsi sulle strade, per raggiungere al più presto il luogo di vacanza, senza perdere un attimo di quello che sono le meritate giuste e doverose ferie, che sembra le persone aspettino da un anno all’altro… sopravvivendo nel frattempo a tutto il resto. Ma sembra anche per fuggire il prima possibile dal posto dove solitamente si trovano, forse perché non gli piace?. Ma mi domando allora perché ci stanno, se non gli piace? Qualcuno azzarda l’ipotesi che possa convenirgli stare dove stanno, per potersene poi andare lamentandosene e per essere quindi come tutti gli altri… felicemente proprio perchè giustamente… infelici? Ahahah

    

Ma in Redazione bisogna fare attenzione a cosa si dice… perché ti prendono in parola! E prendendo  infatti “al volo” la mia considerazione di non essere mai stato dentro una “partenza fiume”…  per questo mi propongono di accompagnare Fragale e Baschieri a Trieste, come operatore di riprese, per la serata organizzata da Alessandro Gotti, giusto appunto il 29 luglio, in pieno esodo e controesodo vacanziero.

Entusiasta? Quando si dice la fortuna o il destino, eh…? Ma può mai il destino di ognuno, essere diverso da quello che lui stesso è? Forse perché il destino è quello che ognuno inconsciamente vuole, ma non ne ammette volentieri la responsabilità, vero? Per cui, non potevo non essere contento di poter affrontare anche quest’altro viaggio, anche perché… mica lo facevo per me, ma per accompagnare Fragale e Baschieri…. Ahahah!

      

L’alternativa sarebbe stata quella di andare in quel di Modica, in Sicilia, per il titolo mondiale di Valeria Calabrese, organizzato proprio per la stessa sera… ed in cui avevano richiesto la presenza di Fragale come arbitro e garante, oltre che come inviato de ilguerriero.it. Ma non ci si può certo dividere… infatti ancora non ci siamo riusciti… per il momento… Quindi, per quella destinazione la Redazione aveva dato incarico al Dott. Francesco Pellegrino, a cui aveva chiesto anche Fragale di prendere il suo posto e fare le sue veci come arbitro centrale della serata siciliana.

Considerato che gran parte del popolo automobilistico da sempre, sembra prediligere le code, decidiamo di darci appuntamento in Redazione per poter partire con largo anticipo, per evitare di poter arrivare in ritardo alla serata, a causa di eventuali contrattempi dovuti al traffico.

Era ancora mattina, quando ci ritroviamo nell’ufficio destinato  all’appuntamento. Questa volta avevamo fatto un’ apposita riunione per concordare a quale fuso orario ci saremmo attenuti, per evitare l’intoppo della volta precedente.

Puntuali, carichiamo tutto quello che servirà per la serata e prendiamo posto all’interno del mezzo… Chi guida? Naturalmente facciamo la conta

Così il vincitore assume il comando del mezzo e annuncia a tutto l’equipaggio che sarà un viaggio lungo e faticoso e che avrà bisogno della collaborazione di tutti per potersi svolgere al meglio, inoltre non verranno serviti pasti a bordo, ma questi dovranno essere consumati negli appositi locali distribuiti lungo la rotta stabilita verso… Trieste!

Usciamo e questa volta svoltiamo a… sinistra. Come, ancora a sinistra? Finchè c’è la fiducia, difficile dire di no, vero? Eravamo quasi entusiasti di vedere dal vivo quello che abbiamo sempre sentito raccontare, descritto come un mostro, qualcosa da evitare, di male, la famigerata e stressante… coda vacanziera!

E quindi, ci dirigiamo alla sua ricerca. Caffè? Questa volta il caffè può aspettare. Almeno non prima di aver trovato la nostra coda. Avevamo sintonizzato la radio sulle frequenze giuste… ed abbiamo proseguito all’inseguimento della coda. Il notiziario infatti, non tardava certo a darci le informazioni che cercavamo, per raggiungere la nostra coda.

E dove trovare la nostra coda se non sulle autostrade? Qui infatti, le notizie radio davano lunghezze apprezzate sui vari kilometri, già nel corso della prima mattinata.

Dato il periodo, praticamente i notiziari non parlavano di altro e forse ne sarebbero stati delusi se poi le previsioni fossero state smentite, quindi per non rischiare di deluderli… anche noi abbiamo dato il nostro contributo, infilandoci in una di queste autostrade. Certo non un autostrada a caso, ma esattamente quella che dovevamo percorrere.

Il sole del mattino era già bollente e il nostro climatizzatore ci stava rendendo il caldo un po’ più fresco, tanto che a volte ci capitava di voler aprire i finestrini per far entrare un po’ di… vento. Ah, l’abitudine! Ma non abbiamo tardato molto a trovare quello che forse cercavamo. Sulla variante di valico, ecco che il traffico stava aumentando, ormai si viaggiava in doppia fila, corsia normale e corsia di sorpasso non si distinguevano, salvo per il fatto che la corsia di sorpasso solitamente è sempre quella più a sinistra. Strana coincidenza con le ultime elezioni politiche… ahahah!

Il rallentamento diventava sempre più veloce e… così ci siamo fermati su di un bel viadotto, incastrati tra un pulman e un autotreno. Devo dire sinceramente, che non era certo una bella sensazione, essere chiusi tra questi due questi bisonti della strada. Il pulman ci copriva la visuale anteriore, per cui non potevamo avere idea dell’estensione della… coda.

    

Si, la famigerata coda. Eravamo in coda! Ma in coda a che cosa? Non lo abbiamo mai saputo, forse perché neanche lo abbiamo chiesto. La radio continuava a sparare bollettini di traffico in aumento sulle maggiori arterie, come se il cuore da qualche parte richiedesse più sangue, anche il nostro. Nessun incidente, ma solo la voglia di una moltitudine di persone di andare in vacanza o tornarsene a casa. Forse questi ultimi un po’ meno vogliosi… ma sicuramente decisi nel loro intento. Comunque eravamo tutti fermi, aspettando di poterci muovere nuovamente, ognuno verso le proprie destinazioni di andata o di ritorno…

Non so quanto tempo sia passato, anche perché il tempo per noi, credo si possa intuire che sia spesso qualcosa di leggermente vago, considerato che riusciamo ad impiegarlo facendo quello che ci piace. Così solitamente, troviamo spunti interessanti dall’ambiente esterno per parlare filosoficamente di noi e dei nostri luoghi comuni. Non ve li stò neanche a dire quali questi siano, perché essendo comuni… penso proprio che ognuno possa rivolgersi ai propri. Nel mentre dei nostri deliri (no, non stavamo fumando, noi quando lavoriamo, giochiamo seriamente!) la fila si stava allentando e riprendiamo pian pianino velocità. I lavori al valico proseguono e noi facciamo una serie di tornanti per uscire da quella situazione… ma… il caffè? Già il caffè!

    

Avevamo notato diversi autogrill prima di allora… ma anche come i piazzali di questi fossero letteralmente ricoperti di auto, il che ci faceva azzardare l’idea, non senza i dubbi che ogni idea per sua natura ha, che ci fossero una gran quantità di persone alla cassa in… coda. Come, ancora? La situazione era la stessa ovunque e potevamo solo scegliere quale autogrill ci fosse più simpatico o forse meno antipatico per comodità. Fatta la scelta, o forse venuta la fame, ci siamo fermati in uno di questi. Ci siamo avviati alla cassa che stranamente risulta… vuota. Il tempo di fare l’ordinazione e dietro di noi si era formata una coda di persone che se noi fossimo stati al posto loro… avremmo piuttosto sofferto la fame! Ognuno ha preso la propria ordinazione, ma uno solo paga e a chi tocca non brontoli… questa è una regola e come tale va rispettata, giusto? Del resto non si dice: “tutti per uno, uno paga per tutti”?

    

Nella ressa di persone, ci siamo poi accorti che qualcuno di noi si è perso, lo vedevamo che ci stava cercando, ma lui non vedeva noi, abbiamo provato a chiamarlo, ma non ci ha sentito mentre si stava avviando verso l’uscita. Lo inseguiamo, siamo usciti anche noi e.. come svanito, fuori al parcheggio non c’era. Eppure lo avevamo davanti a noi… Vuoi vedere che non avendoci visto fuori è tornato dentro a cercarci? No, non ci abbiamo scommesso sopra, perché sapevamo che era così e nessuno voleva tenere il banco! Ecco che dopo qualche minuto lo abbiamo visto comparire… dall’uscita dietro di noi. Se lo avessimo seguito prima…  eravamo ancora all’autogrill che facevamo dentro e fuori… gli uni inseguendo l’altro! Ma temendo che fossimo carabinieri (quelli delle barzellette per intenderci) nessuno forse ci avrebbe fermato, in quell’incredibile inseguimento. Così all’uscita lo blocchiamo e prima di ripartire ci contiamo per vedere se c’eravamo tutti. Ripartiamo…

    

Seguivamo i  notiziari alla radio con una certa inquietudine. Sapevamo delle difficoltà alla barriera di Mestre, ma le notizie che ci giungevano erano sconcertanti… 12 km di coda! Sapevamo che ci stavamo andando ad infilare in un… casino, o il casino ci stava semplicemente venendo incontro? Man mano che ci avvicinavamo alla barriera, il notiziario ci aggiornava sulla situazione e sulla lunghezza della coda…. Fino ad attestarsi intorno a 10 km. Ci ritenevamo fortunati… due meno, rispetto a qualche ora fa…

Contiamo che prima del nostro arrivo sia diminuita ulteriormente ma… ad un certo punto, ecco che siamo fermi… nuovamente. Ci guardiano e forse nell’istante abbiamo tutti la sensazione che ci siamo incontrati con un bel.. casino. Non abbiamo idea di dove precisamente siamo, quindi chiediamo… “scusi è questa la coda per la barriera di Mestre?” ci viene risposto affermativamente… Vedendoci esultare, forse capiscono che siamo della Redazione de ilguerriero.it. Fantastico, meraviglioso, eccitante... siamo arrivati alla coda di Mestre!

Ci guardiamo intorno, ammiriamo il fantastico panorama di veicoli fermi, tutti lì ad ammirare la.. coda. Tutti chiusi nel proprio guscio, neanche alterati, ma come passivamente sottomessi ad un giogo necessario, per raggiungere quello che pensiamo forse sia il benessere… Un tempo forse, queste occasioni erano momenti che venivano utilizzati per fare conoscenza con gli occupanti di altri veicoli, per scambiare qualche parola, un bicchiere di acqua, per sapere da dove si proviene. Addirittura per scambiarsi indirizzi e numeri di telefono per poi raccontarsi come sono andate le vacanze al loro rientro. Infatti fino a non molto tempo fa, con il caldo torrido i finestrini erano aperti, se non addirittura anche le portiere. C’era perfino anche chi scendeva dal proprio mezzo per sgranchirsi le gambe e per andare a vedere più avanti cosa stava succedendo. Ma cosa potrà mai succedere poi, alla coda di Mestre? Tutto questo però, forse accadeva prima. Ma prima di quando? Prima che le case automobilistiche installassero sui veicoli i climatizzatori.

    

Già i climatizzatori. Con il caldo di quel giorno, chi si sarebbe azzardato a tenere spalancato il finestrino quando poteva stare al fresco del proprio veicolo climatizzato? In questo modo ognuno era come rinchiuso nel proprio abitacolo, evitando ogni sorta di comunicazione con il veicolo accanto. Ognuno era isolato nel proprio mondo e forse gli dava anche fastidio che qualcuno lo potesse guardare. Quelli che potevano permetterselo infatti, avevano anche i vetri scuri…

Credo fosse un po’ come la situazione che forse era accaduta ormai da tempo, con la diffusione di quella scatola domestica che ognuno ha ormai in ogni stanza.. la televisione. Forse o sicuramente non solo per la televisione, ma pare proprio che nei grandi e moderni condomini, nessuno conosca il vicino. La sera ognuno sta nel proprio appartamento con la TV accesa e l’unica comunicazione che sembrano avere con i vicini è durante l’estate, tenendo la televisione a volume adeguato affinché anche gli altri potessero almeno ascoltare il loro programma preferito. Ma contiamo che con la progressiva diffusione dei condizionatori nelle nostre case, anche questo ultimo tipo di comunicazione intercondominiale, si stia avviando verso la futura e completa estinzione. Il climatizzatore quindi, ha fatto veramente il benessere delle persone o forse ha contribuito alla separazione tra le persone? Se da un parte effettivamente, sopportiamo meglio il caldo estivo, anche se credo non sia morto nessuno in auto per il caldo, dall’altra ha certamente aumentato la separazione tra le persone, chiudendoci ed inibendoci sempre più la comunicazione e l’interazione con gli altri. Forse la paura di comunicare, nasconde il timore di far vedere che forse non siamo quello che crediamo di sembrare?

Nel frattempo Baschieri, che era montato di vedetta, ci avverte che aveva avvistato la barriera. Ci siamo, tra non molto toccherà a noi e dobbiamo preparaci all’evento… e vai, siamo passati. Con una media discreta ce l’abbiamo fatta a fare quello che sembrava molti ambissero a fare… dal momento che non eravamo soli. Il traffico inizialmente sostenuto, pian piano si allenta e in prossimità di Trieste decidiamo di goderci un ultimo caffè… prima di affrontare un’altra prova: riuscire a trovare il posto dove dovevamo andare. Dovevamo infatti andare “al molo” dove sapevamo sarebbe stato allestito il ring per la serata all’aperto. Già, ma “quale” molo? A Trieste ce ne saranno diversi dicevamo noi… Ma Fragale al solito ci illumina, dicendo che a noi ce ne basta uno… mica li vogliamo tutti! Eh, già che ce ne faremmo degli altri?

Ma questa volta alla guida non c’era uno qualunque… ma chi non ha mai guidato a Trieste, o almeno non lo ricorda, perché come al solito… è la memoria che lo frega. Ma con il suo intuito, aveva capito che bastava vedere dove era il mare e certamente il molo non sarebbe stato dalla parte opposta… Siamo a posto, diceva Fragale con la mano sulla fronte. Forse aveva mal di testa?

     

Eravamo sulla strada che percorre il lungomare di Trieste… Ma dove sarà il molo? Certamente davanti al mare! Già ma dove... tutti e tre avevamo lo sguardo rivolto al mare, come pietrificati cercavamo un segno rivelatore che potesse farci capire che quello era il molo giusto… e così accade… Prima un traliccio e poi un’americana ci fanno intuire che è proprio lì che dobbiamo andare, ma… accidenti, siamo nella corsia opposta… e quindi dobbiamo trovare il modo di girare… E non è stato immediato trovare un buco dove infilarsi, ma sapevamo che prima o poi l’avremmo trovato, ed infatti.. con una manovra forse un po’ azzardata, facciamo un cambio di corsia… e oplà, fatto!

Nel frattempo eravamo passati davanti a Piazza dell’unità d’Italia, sul lungomare triestino, dove era allestito un altro grande palco… Più tardi avremmo poi saputo che quella sera stessa si sarebbero esibiti in un concerto gli Alan Parson Project…

La notizia mi porta indietro di molti anni, quando questo gruppo spopolava anche in Italia. Ma forse anche perché li avevo riscoperti non molto tempo fa con un cd che avevo ascoltato, da chi sapeva che mi sarebbe piaciuto… Parcheggiamo sul molo.

Scendiamo e ci dirigiamo verso il ring già allestito per la serata, incontriamo gli operatori che riconoscono e salutano Fragale per averlo già visto molte altre volte dirigere gli incontri in analoghe manifestazioni, organizzate da Alessandro Gotti a Trieste e non solo.

    

Eravamo in anticipo e quindi ci sediamo al bar del molo e ordiniamo dal nostro barman di fiducia, Baschieri, tre “splitz”, un gustoso aperitivo dissetante a base di acqua e vino… mi dicono “tipico triestino”. Il posto dove sorseggiavamo il nostro aperitivo non era stato scelto a caso, sapevamo infatti che da lì, sarebbero passati tutti quelli che in qualche modo avevano a che fare con la manifestazione, dai giudici agli atleti ed organizzatori.

      

Così, uno dopo l’altro arrivano tutti e salutano cordialmente Fragale. E’ sempre interessante per noi collaboratori, vedere come questi personaggi stimino Fragale, fermandosi a salutarlo amichevolmente e intrattenendosi con lui, parlando certamente della passione per cui siamo in quel posto, ma sempre più spesso anche di altro, scherzando o facendo i seri a seconda del momento e situazione od argomento. Alcuni di questi, visto che c’è ancora tempo prima dell’inizio della manifestazione, si sono seduti al nostro tavolo conversando amichevolmente su vari argomenti.

    

Sta facendo buio e quindi anche il momento di cominciare l’evento si avvicina. Fragale e Baschieri devono cambiarsi per fare i giudici della serata. Gotti aveva predisposto un apposito spogliatoio per i giudici e gli atleti: un traghetto che fa da spola per le vicine località di Trieste, ormeggiato davanti al ring!

     

Sono entrato dentro insieme ai giudici  con l’intento di fare qualche foto dal ponte della nave. Il mare era un po’ agitato, ma che aveva bevuto quella sera? Quando rimetto piede a terra non riuscivo a stare fermo, continuavo ad ondeggiare, tanto da non riuscire a fare la foto che stavo scattando. Uno strano effetto, sembrava che la terra si muovesse sotto i miei piedi, ed invece ero io che non stavo fermo. Mi ci era voluto qualche minuto per riprendere il controllo dei piedi infatti, non senza un po’ di imbarazzo pensando a chi mi stava guardando… volevo dire loro che io non avevo bevuto un po’ troppo, ma tanto non mi avrebbero creduto… e quindi non ho certo sprecato il fiato.

    

Il tempo sembrava dare qualche preoccupazione, considerato che la sera prima c’era stata una specie di tromba d’aria che aveva fatto qualche danno in città e provocato persino anche un morto in mare… Ma i timori non avevano avuto riscontro, visto che la serata è poi trascorsa senza alcun problema meteorologico. L’aria fresca e gradevole ha accompagnato la nostra serata a Trieste che si è svolta quindi nel migliore dei modi, sia per gli incontri che si sono succeduti, sia per l’organizzazione sempre efficiente di Alessandro Gotti.

    

Nel mentre era arrivata anche l’ambulanza con il medico, indispensabile per poter procedere alla serata. Non mancava neanche il punto di ristoro per il pubblico! Le prove dell’audio e dell’impianto luci, confermavano che tutto era a posto e che erano pronti per iniziare.

     

I giudici e gli atleti pronti, Fragale dava le ultime direttive per la serata e la graziosa annunciatrice dell’evento Noemi Bet, appassionata di arti marziali e kick boxing, salutava il pubblico intervenuto e annunciava il primo incontro… gong…

    

Buon divertimento!


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