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DOPO TUTTA L’ATTENZIONE MESSA NELLA PREPARAZIONE DELL’EVENTO… FRANCO PICCIRILLI CI RACCONTA ANCORA DI COME HA GUIDATO I SUOI STUDENTI, NEL COMPIMENTO E MESSA IN ATTO DI TUTTO QUANTO PROGETTATO E PREPARATO PER L’OCCASIONE… IL CONNUBIO DI KUNG FU E GINNASTICA RITMICA, IN UN'UNICA ESPRESSIONE ARMONICA DEL MOVIMENTO.

La serata

Di: Franco Piccirilli

Poche, semplici ed essenziali scenografie, forse per dare risalto e maggiore attenzione verso le esibizioni dei vari gruppi di allieve della Scuola di Ginnastica Ritmica di Liliana Culon, che si sarebbero alternate durante la serata, per il loro saggio di fine anno accademico. Le sue ragazze indossavano stupendi costumi che valorizzavano le forme sinuose dei movimenti che avrebbero eseguito. I nostri interventi erano stati messi in scaletta a circa metà della serata e verso la fine. Il primo intervento avrebbe visto il gruppo degli studenti della Scuola Arti Marziali Fragale, eseguire una forma predefinita, con alcuni inserimenti da parte delle ragazze della Scuola di Ginnastica Ritmica di Liliana Culon.

    

Il secondo intervento invece, mi avrebbe invece visto in coppia con una delle migliori allieve di Liliana. Le esibizioni per il saggio di fine anno preparate dalla Scuola di Liliana erano numerose, ma di breve durata, tanto quanto bastava per affascinare e lasciare piacevolmente meravigliato il pubblico presente, prevalentemente costituito come sempre avviene in questi casi, da parenti e conoscenti. Dalla scaletta della serata che l’organizzazione ci aveva fornito, potevamo leggere e sapere il progredire della serata e l’avvicinarsi del nostro… momento.

    

I ragazzi della Scuola di Arti Marziali Fragale avevano indossato la divisa nera della scuola e si erano radunati a sedere su alcune panchine allineate ai bordi dell’area di gioco del palazzetto, mostrando compostezza e serietà. In attesa dell’entra in “scena” si gustavano lo spettacolo dei vari interventi delle ragazze, sapientemente  preparate da Liliana Culon e dalle sue insegnanti.

Durante l’attesa non mancavo di far conoscere ai ragazzi quanto mancava al nostro turno, in modo che potessero continuare a sentirsi parte del gruppo e non abbandonati a loro stessi, ma dentro il gruppo nel gruppo, sentirsi il gruppo, essere la Scuola Arti Marziali Fragale. Così, forse avrebbero avuto modo di prepararsi anche emozionalmente ad entrare… nell’arena. Arrivava quindi il nostro momento, chiamo i ragazzi per prepararsi nell’ordine che avevamo stabilito per l’entrata.

Nel frattempo Liliana Culon prendeva in mano il microfono e annunciava l’inusuale nostro connubio, certo non nuovo, ma altrettanto certamente non comune.

Sicuramente il pubblico presente ci aveva notato, se non altro per essere tutti con la divisa della scuola e seduti sulle panchine allineati in ordine. Si aspettavano probabilmente qualcosa del genere, forse anche perché Liliana sembra non sia nuova nella ricerca sperimentale di continue e diverse… esperienze. Le parole di Liliana introducevano quindi questo nostro modo di intendere l’arte che scaturisce dal dentro di ognuno, mostrando ognuno ciò che è. Terminava quindi la sua introduzione presentando Roberto Fragale, il caposcuola della Scuola Arti Marziali Fragale. Fragale ringraziava dell’invito e si dichiarava felice dell’ottima collaborazione mostrata dalle due scuole nelle proprie rappresentazioni ed annunciava pubblicamente la speranza di aver nuovamente ospiti le ragazze della danza e della ritmica, nell’annuale sua edizione dei Campionati Italiani di kick boxing a Pisa, il prossimo dicembre.

    

Nel mentre, noi eravamo pronti in fila indiana, per l’entrata nella grande area del palazzetto. Ognuno dei ragazzi sapeva “come e dove” avrebbe dovuto prendere posizione una volta raggiunto il centro del palazzetto. Partiva anche la musica che, insieme a Fragale, avevamo scelto per l’occasione. Il suono dei tamburi riempiva lo spazio del palazzetto accompagnando la nostra entrata e mettendo a tacere il vociare del pubblico per ammirare la semplice coreografia, messa in atto per l’avvenimento. Con pochi movimenti ben scanditi, ognuno aveva preso spazio al proprio posto per come avevamo avuto modo di provare svariate volte. Il saluto, fatto con un movimento “a catena” dava inizio all’entrata delle ragazze di Liliana. Terminata il loro ingresso, il movimento che avevamo interrotto riprendeva a fluire libero, per come forse non sembrava avessimo mai provato prima. Schema del movimento e sincronismo sembravano solidali, esattamente per come i ragazzi in quei momenti erano l’uno nell’altro.

Fino a poi fermarsi nuovamente e lasciar entrare ancora le ragazze di Liliana in mezzo, fra quegli spazi lasciati per consentire l’insinuarsi delle loro figure morbide e flessibili. Quindi allontanandosi ancora, riprendevamo a muoverci seguendo lo schema su cui ci eravamo prearati. Questa era una delle forme che vengono insegnate alla Scuola di Arti Marziali Fragale, che i ragazzi avevano imparato ad eseguire e ad esprimerla nel gruppo, come un gruppo, come… un tutt’uno.

    

Con la coda dell’occhio li vedevo muoversi come non avevo ancora mai visto fare durante le nostre numerose prove. La loro concentrazione era tale, che l’aria all’interno del gruppo sembrava impenetrabile. Una energia diversa sembrava in quei momenti pervadere quell’area del palazzetto. Energia che definirei di “eccitazione” per come forse mi faceva sentire e per come i ragazzi credo stessero trasmettendo.

     

Nonostante poi la forma che stavamo eseguendo fosse terminata, l’energia ancor persisteva. Aspettavamo quindi che le ragazze di Liliana avessero terminato i loro sinuosi passaggi, per chiudere quella fase con il saluto della scuola.

Riprendendo la cadenza marziale ci eravamo poi disposti allineati fronte al pubblico per dare omaggio e onore al nostro caposcuola Roberto Fragale, il quale innanzi a noi guidava il gruppo per il saluto finale, sotto uno scroscio di applausi che il pubblico tributava allo spettacolare connubio tra la Scuola di Ginnastica Ritmica di Liliana Culon e alla Scuola di Arti Marziali Fragale.

Quindi, girate le spalle al pubblico ci eravamo allontanati, abbandonando l’arena appena conquistata, per andare verso il bordo dell’area di esibizione, disponendoci seduti sulle panchine da dove eravamo poc’anzi partiti.

Forse i ragazzi ancora non credevano a ciò che avevano appena mostrato, ma il mio sorriso era veramente enorme per come mi sentivo dentro, compiaciuto per come questi ragazzi si erano comportati e per come avevano mostrato ciò che gli era stato insegnato di saper tirar fuori… anche questo è kung fu, ma non solo!

    


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