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Muay Thai

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Finalmente ritornato dalla Thailandia, dopo una permanenza di due mesi, uno dei nostri migliori ed autorevoli collaboratori: Salvatore Cosentino. Promessi molti articoli interessanti, il primo dei quali ci apprestiamo a presentarvi. Si tratta di osservazioni fatte ai recenti campionati mondiali di Muay Thai WMF, inerenti le differenze e peculiarità delle molte scuole occidentali visionate in questi campionati. Come sempre, ci lascia con alcune domande che spontaneamente scaturiscono dall’ argomento… Ma ,questa volta, anche con una esortazione.

Muay Thai:
 “L’interpretazione di un’ Arte”

Di: Salvatore Cosentino

Signore e signori... ladies and gentleman (... proprio come aprono le serate di gala di un certo livello...) quest' oggi tenterò di  presentarvi la Muay Thai come viene, non solo praticata, ma soprattutto “reinterpretata” fuori dalla terra di origine. Prima di addentrarci nel cuore dell'articolo c'e' da aprire una piccola parentesi, che a mio modesto e personalissimo avviso, può essere la chiave di lettura in questo articolo. Solo i tailandesi, secondo il mio modesto parere, possono fare la Muay Thai... cosi come presentata negli stadi thailandesi, e qui mi riferisco non solo a fattori tecnici, ma soprattutto ad alcune caratteristiche fisiologiche dei thai. Potrei ricordare e citare ad esempio, tanto per cominciare ad intenderci, che la conformazione strutturale di anche e bacino dei thai, consente loro di fare "cose"… che noi possiamo solo “biomeccanicamente” comprendere. Pensate che nell'ultimo campionato mondiale amatoriale WFM (da cui ho tratto le osservazioni servite a questo articolo di personale opinione) ho visto una terribile e particolarissima ginocchiata saltata con traiettoria orizzontale, sferrata da uno sconosciuto tailandese (...tecnicamente mostruoso....) sul nostro alfiere Giampiero Marceddu (..fortunatamente il bravissimo Giampiero non si è fatto sorprendere) tecnica vista soltanto nelle rappresentazioni di Muay Boran (..posso chiamarla cosi?..) e fatte dai thailandesi. Pensate che per eseguire questa particolare ginocchiata, bisogna avere un gioco di anche e una conformazione del bacino ...non tanto comuni! Tralasciando il fattore che i thai si allenano fin dalla tenera età

    

(...in genere cominciano ad allenarsi a 5 anni e combattono come "giovani professionisti" a 6/7) e quindi riescono a capire quali sono le chiavi di lettura del combattimento, utilizzando schemi  tecnici e motori per noi difficili da gestire (...e qui mi scuso con chi dice che li usa e li sa usare.... anche con i thai dello stesso peso che ancora combattono ed aspirano a diventare campioni...). Altro fattore importante da non sottovalutare a mio avviso, è che i thai, quando combattono non saltellano ma basculano. Questo particolare movimento (come già detto in miei precedenti articoli tecnici) da una forza impressionante alle tecniche di calcio, perchè dal punto di vista biomeccanico quel particolare basculamento, serve per creare una "connessione" fra le piante dei piedi, che sfruttando la spinta del terreno verso l'alto e la trasmettono ad anche e bacino, dando a tutti i colpi una forza d'impatto impressionante (facile a dirsi ma non a farsi...!). Questo particolare movimento quindi, oltre a sfruttare la forza che viene dal terreno… "unisce" con la complicità della colonna vertebrale (...che deve essere messa in un certo modo... ma non vi dico come però...) tutte queste articolazioni. Altro handicap di noi  farang è il "chap ko", ovvero la lotta corpo a corpo, chiamata in Italia fase di clinch. Ebbene, i thai hanno una sensibilita' in questa fase del combattimento a dir poco impressionante, figuratevi che nel momento in cui sentono un cambiamento di forza e squilibrio, da parte dell'avversario.... solitamente questi è immediatamente sbatacchiato al suolo (questo avviene soprattutto quando i farang -più robusti- provano ostinatamente a fare clinch con i thai... risultato buffo vedere omettini di 54 kg che sbatacchiano al suolo farang di 70kg o piu'...).

 

Non parliamo poi dell'uso dei colpi di gomito... Fatte queste premesse sembrerebbe che la Muay Thai si possa praticare costruttivamente solo in Thailandia... Be, credo che sarebbe come dire che il pugilato si possa praticare solo in Inghilterra (...visto che e' nato li...) Invece c'e' da dire che la Muay Thai ha trovato grandi interpreti anche fuori dalla madrepatria, e nazioni come la Bielorussia, l'Olanda, la Francia, il Giappone (queste a mio modesto parere, sono le nazioni in auge in questo periodo...) stanno dando e hanno dato (..basti pensare agli olandesi..) filo da torcere anche ai pugili Thailandesi ancora in piena attività. Basterebbe fare nomi come Krauss, Villeome, Sato, Parr, Skarbosky… solo per citarne alcuni. Tutte le nazioni citate sopra, hanno saputo interpretare la Muay Thai secondo le loro esigenze,  la loro cultura  e le proprie caratteristiche genetiche! La scuola Bielorussa per esempio, è una che a mio personale parere si avvicina di più a quella che potremmo definire "tecnica thailandese". Usano molto i middle kick doppiati dai tiip, parsimoniosi sui low kick, hanno un buon lavoro di clinch (..relativamente buono... qui i thai sono e rimarranno superiori.....) ma quando boxano saltellano. In definitiva oserei dire, che hanno saputo mixare la Kick Boxing alla Thai Boxing... ma questa finezza penso che la capiranno in pochi... o forse non ho capito niente io, e se cosi fosse il loro pensiero, mi scuso con i lettori per le eventuali amenità da me affermate! La scuola francese, rappresentata per lo più da atleti di origine magrebina, è molto temibile per l'incredibile resistenza fisica di cui questi atleti sono dotati... Ti macinano dal primo round fino all'ultimo.... e senza cedere per un istante! L'unica pecca di questi atleti magrebini è che sono poco incisivi nei colpi (tengo a precisare che sto parlando per caratteri generali) e meno male.... non si può avere tutto nella vita!

 

Dal punto di vista tecnico la scuola francese, dotata da sempre di ottimi "kickers", si presenta oggi molto completa e competitiva e passi da gigante sono stati fatti anche nelle fasi di clinch. La scuola olandese, nata dall'evoluzione del karate, presenta un ottima "kick boxing", a tutt'oggi non prediligono il clinch e combattere con i gomiti, adorano usare tanto i low kicks..... Infine, la scuola giapponese, rivalutata in quest'ultimo periodo dopo anni di veri e propri fallimenti (ricordo che la kick boxing e' nata in proprio in Giappone alla fine degli anni 60' con un regolamento simile a quello dell'attuale Thai/kick e K-1) anche se stilisticamente parlando non e' bella da vedere, devo dire che questi piccoli grandi guerrieri, hanno un “cuore” veramente grande... Dotati di un'ottima scherma pugilistica, sanno abbinare a colpi di pugno ginocchiate e calci bassi, ingaggiano volentieri il clinch e non  hanno problemi a combattere con i gomiti! Queste le sono (a mio personalissimo avviso) le peculiarità delle scuole più in voga del momento, ma tante e tante altre stanno nascendo. A questo punto mi va di citare la scuola libanese, che anche se non ha nessun campione stellare è una scuola che sicuramente per caratteristiche tecniche e atletiche, farà (e lo spero per loro) sicuramente parlare di se! Non mi stancherò mai di dire che l'arte non può essere imitata, ma compresa e interpretata, in base alle proprie caratteristiche ed esigenze.

A questo punto mi viene spontaneo da fare una domanda riflessiva ai lettori:

-Ma… La “vera”  Muay Thai… Esiste?

Per chi intimamente ha risposto di si… ne avrei anche un’altra:

-… E quale è?

Scusatemi se vi dico ancora che, anche a chi ha risposto con altrettanta assoluta e sincera sicurezza… avrei un’altra domanda da fare:

-Perché? … Con quali motivazioni?

Naturalmente a questo punto… e solo per chi ha intimamente risposto anche a questo quesito in maniera sinceramente esaustiva… non ho altre domande da porre, ma solo una esortazione e gentile invito:

-Poni anche tutti gli altri a conoscenza delle tue idee in proposito, con un bellissimo articolo da pubblicare… sarà sicuramente costruttivo per tutti quanti e ci aiuterà ancora maggiormente a fare naturalmente e semplicemente luce… su un argomento (a mio personale avviso) tanto artificiosamente e complicatamente oscuro. 

Naturalmente poi, ognuno di noi, tra lettori e scrittori, sarà libero e potrà rimanere della sua personale idea… oppure potrebbe anche cambiare la propria con maggiore cognizione di fatto ed alla luce di nuove conoscenze… non si può dire con assoluta certezza. Ma posso però dire sicuramente… Avendo contribuito anche in prima persona, ad omogeneizzare le conoscenze di tutti, anche  e soprattutto attraverso l’enunciazione pubblica delle proprie. Ed allora… ma solo allora, personalmente penso che potrebbe parlarne privatamente (come noto in generale, si predilige di solito) ancora con maggiore autorevolezza… Soprattutto nel caso in cui si amasse criticare apertamente questo o quel pensiero specifico dei vari personaggi… ma comunicato trasparentemente a tutti. Credo proprio che questa sia la maniera più costruttiva che conosco, per fare in modo che il livello generale dell’ eventuale ignoranza tecnica e metodologica (di cui ci lamentiamo spesso tutti noi nell’ambiente) si avvii verso un suo possibile ed augurale termine.


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