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FINALMENTE TORNATO, DOPO DUE MESI DI PERMANENZA IN THAILANDIA, L’EFFICIENTE NOSTRO COLLABORATORE: SALVATORE COSENTINO. CON QUESTO ARTICOLO SULLA “CRITICA DELLA RAGION MARZIALE parte 4°” VORREBBE CHIUDERE L’INTERESSANTE  RUBRICA DI AUTOCRITICA, CONDOTTA FINO ADESSO SULL’ARGOMENTO. REPUTIAMO SIA QUESTO IL PEZZO PIU’ INTERESSANTE E RIVELATIORIO SULL’ARGOMENTO, ANCHE SE COME AL SOLITO… TERMINA CON UN’ ULTIMA ED INQUIETANTE DOMANDA.

Critica della Ragion Marziale
( parte 4°)

Di: Salvatore Cosentino

Come ormai detto nell'articolo precedente, questo appuntamento con la “Critica della Ragion Marziale” è diventato quasi una rubrica, mirata a chiarire e cercare di dare un significato "significante" (..scusatemi il gioco di parole...) a tutto ciò che gira e concerne quello che riusciamo a comprendere razionalmente, dovrebbe forse essere l’ Arte Marziale. Detto questo, cercherò di analizzare, sulla base delle mie personali esperienze fatte in questi ultimi anni di pratica e studi (....attenzione, lo studio in questo caso non è da intendersi come la buona lettura che si fa magari sdraiati   su un comodo o moderno letto in lattice... ma per “studio” si intende una pratica molto approfondita...... che diventa oggetto di studio e che col tempo e l'esperienza... dovrebbe infine trasformarsi in "scienza e conoscenza"... conoscenza relativa e mai assolutistica... sarei oltremodo ignorante, se cosi fosse) ma non solo, grazie anche alle preziosissime testimonianze di chi la guerra l'ha fatta e l'ha vissuta in prima persona, come mio nonno per esempio, che e' riuscito a resistere e a sopravvivere a Bukenvald: terribile campo di sterminio nazista! (nel caso qualcuno obbiettasse, posso pubblicare o mandare personalmente i documenti inerenti alla prigionia che ha fatto mio nonno, ma non è di questo che avremo bisogno, spero). Tornando a noi, e riallacciandoci al filo conduttore precedente gli altri articoli, sembrerebbe quindi, che si potrebbe forse dire, con assoluta certezza scientifica, che nello stato di sopravvivenza (..la sopravvivenza antropologicamente parlando non è solo un dato di fatto.. ma è posto in essere nel nostro codice genetico!) lo stadio della nostra mente.. (più che mente il termine esatto sarebbe coscienza...) è sicuramente alterato! Non pensiamo consciamente, non saltelliamo come se fossimo sul ring (il saltello infatti indica un confronto rituale che, per quanto duro ed impegnativo, non e' sopravvivenza..) non si studia l'avversario con delle finte , non si usano tecniche di "ragionamento" elaborate nei corsi detti di "difesa personale...". A questo punto la domanda sorgerà spontanea in voi lettori che mi direte: < Ma allora cosa accade e si fa in caso di sopravvivenza minacciata?> A questa domanda non posso rispondere io... ma sicuramente il vostro codice genetico.. ma soprattutto la parte del cervello più antica che avete.. che abbiamo! (..qua Salvatore fa una provocazione... !) Pensate forse che la vostra età reale sia congrua con quella che comunemente consideriamo come anagrafica?... Ebbene se tenete conto di ciò che si confà alla teoria dell'evoluzione della specie umana.... suppongo che abbiamo tutti... milioni di anni! Tanta conoscenza "congelata" nella nostra mente, tantissime abitudini, che di certo, se ci hanno permesso di sopravvivere negli "ultimi milioni di anni ", non riusciremo sicuramente ad “educare” con una seduta di psico-analisi, o praticando delle pseudo arti marziali da salotto! Penso che dovremmo cominciare ad abituarci all'idea che l'essere chiamato "uomo" sia un animale mammifero di grossa taglia, ma pur sempre un mammifero... e prima di essere stato “uomo” sarà stato più concettualmente animale e prima di essere stato animale (mammifero) sarà stato un rettile e prima di essere stato rettile...? Beh, per farla breve… secondo la biologia, dai batteri e dai virus si sarebbe formata la vita... grazie naturalmente alla presenza dell'acqua. Naturalmente tutte queste belle nozioni di biologia a poco servono se non si capisce che un virus per vivere e moltiplicarsi, ha bisogno di impadronirsi di un altro organismo... non è anche questa “arte della sopravvivenza” forse? Ecco perchè nei precedenti articoli, facenti parte sempre della stesa rubrica, dico che l'arte marziale è nata con la nascita biologica della vita stessa, ma ritengo che questo, sia forse uno dei concetti più “alti” di arte marziale! Tornando a noi , e riprendendo il discorso della "memoria genetica di razza" ( pensate che anche l'ayurveda -antica scienza indù- riconosce un punto preciso  situato sopra la nostra testa, dove si troverebbe tutto il sapere e la memoria della razza cui apparteniamo o appartenemmo...  Sempre secondo tali teorie, basterebbe avere "problemi" in questo punto, per avere fobie oggi magari definite ingiustificabili... Come per esempio la paura dei ratti .. (Pensate che in passato i ratti, portatori di innumerevoli malattie, erano visti come seminatori di morte...) Abbiamo comunque una prova inconfutabile di quello che eravamo e di come siamo diventati, e sapete quale è la prova inoppugnabile...? Il nostro cervello! Ebbene si... a detta dei neurologi non abbiamo un cervello, ma tre in uno.... Ovvero uno per ogni fase evolutiva della nostra specie. Ognuno di questi tre cervelli, ha delle funzioni specifiche, ma quello che in caso di estrema necessita "comanda" la baracca è uno : il cervello rettiliano (..chiamato cosi perchè secondo gli studiosi era il cervello che possedevamo quando eravamo dei rettili...) A questo cervello infatti, non solo sono riservate le funzioni essenziali e primarie dell'uomo, quali regolare la temperatura del corpo, il senso di fame, la sete, istinto di riproduzione ecc., ma per quel che soprattutto interessa a noi, è questa l'area cerebrale che si occupa di “predazione” o sopravvivenza! E' da premettere che questo cervello non e' facile da "condizionare" (...e meno male con tutti i condizionamenti mentali subiti nel corso dei secoli e con le arti marziali da salotto dei giorni nostri... non saremmo arrivati neanche agli egiziani. Seguendo la storia ovviamente!) Impara poco e dopo un apprendistato lunghissimo, ma dimentica subito (nel giro di 2 o 3 giorni).. Se parlate con qualche neurologo (...come ho fatto io...) potrà sicuramente spiegarvi meglio di me, le funzioni del vostro... o meglio, dei nostri cervelli. Una cosa curiosa parlando di sopravvivenza, è che questo cervello quando prende le redini in mano, agisce secondo 4 opzioni: scappare, predare, combattere per la disperazione, o scegliere di morire senza reazione alcuna! Questo è il nostro corredo genetico che abbiamo ereditato dai nostri avi e non certo un tirocinio più o meno lungo e persino di qualche anno, può cambiare il nostro DNA! Arrivati a questo punto alcuni di voi diranno: <Ma allora chi fa e pratica sport da combattimento, che vantaggi ne trae nella strada?>  Ebbene, io proprio a questo discorso ed argomento volevo portarvi! La sopravvivenza o la predazione, è ben diversa dal ring e anche se vogliamo dalla strada per alcuni versi, e spero capirete cosa voglio dire se continuate nella lettura dell'articolo. Nel ring come nella strada, abbiamo delle situazioni dette  "di affronto rituale" (...ciò non vuol dire che il rituale non sia pericoloso.... tuttavia per quanto ci si possa far male, l'intenzione dell'uomo-animale è quella di imporre la propria legge, sottomettendo i suoi simili. Ma badate che sia sul ring che nella strada, il concetto non cambia ed è sempre quello per la maggior parte dei casi) Queste situazioni sono molto simili, anzi a volte identiche, a quelle che ci propongono i documentari sugli animali, fateci caso quando li vedrete! Se andate a leggere i documenti della polizia di stato per esempio, raramente chi uccide una persona è soddisfatto, a meno che non si tratti di un pazzo, ma nella stragrande maggioranza dei casi, chi ha ucciso non aveva assolutamente intenzione di farlo (...si tratterà di una coscienza di razza?) Pensate che gli animali della stessa specie, quando si affrontano in un" duello rituale", non affondano mai le loro unghie o non mordono mai fatalmente il collo all'avversario, ma si limitano a stabilire chi è il più forte, soprattutto in presenza delle femmine.. Ma senza mutilarsi o colpirsi in parti vitali, perchè sanno benissimo che non si combatte per la sopravvivenza, con animali della stessa specie! A questo punto non è forse il moderno e razionale uomo… l'animale più spietato perché prova a volte piacere a fare male o ad uccidere i suoi simili? Cosa diversa invece, è l'animale all'atto della predazione.... Avete mai visto un coccodrillo (considerato uno dei predatori per eccellenza) all'opera? Ebbene il coccodrillo, quando si trova nella fase della predazione, attacca direttamente la preda al collo o altri punti fatali... con le sue fortissime fauci e senza dare una possibilità di replica alcuna. Anche l'uomo all'atto della predazione si comporta nella medesima maniera, senza ricorrere a finte o affronti... passa subito all'azione... ma quella vera! Pensate, che quando un uomo è intenzionato a "predare" (...uccidere...) il suo cervello secerne una sostanza chiamata noradrenalina... molto diversa dall'adrenalina!

Personalmente ritengo che questa… sia la differenza che potrebbe coesistere fra arte marziale e arte rituale o sport da combattimento…

 Siete ancora convinti di quello che praticate?


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