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LA NOSTRA GIOVANISSIMA COLLABORATRICE REDAZIONE BEATRICE GUARDATI, (istruttrice fikb) PRENDE IN ESAME ALCUNI ASPETTI LEGATI ALLA PRATICA FEMMINILE DEGLI SPORT IN GENERE ED ENTRA NELLO SPECIFICO DI ALCUNI SPORT A NOI PIU’ CARI… LO FA DOPO AVERNE CONDOTTO UNA RICERCA PERSONALE ED UNA SUA PERSONALISSIMA INCHIESTA STATISTICA SU UNA “POPOLAZIONE” DI RAGAZZE CON “GRIGLIA TRASVERSALE” PER ORDINE DI SPORT. MA DOBBIAMO DIRE CHE A DISPETTO DELL’ETA’… MOSTRA UNA CAPACITA’ DISCORSIVA ECCELLENTE, PER UN ARGOMENTO COSI’ COMPLESSO E DELICATO.LA DONNA E LO SPORTDi: Beatrice Guardati (Istruttrice FIKB).
Questo
credo forse, accadeva perché sin dai tempi antichi, la donna ha sempre avuto
(ma lo ha ancora… anche se non solo limitatamente) un “ben preciso e
delimitato“ ruolo fondamentale nella costituzione famiglia, doveva prendersi
cura dei figli ed accudire la casa, mentre invece l’uomo… si doveva occupare
in generale di procurarsi tutto il
necessario che occorreva al proprio nucleo familiare. Queste norme e ruoli
comportamentali, credo pertanto venissero passivamente accettati, trasmessi e
perpetuati per mezzo delle generazioni seguenti… come vero e proprio
“assioma”! Relegando quindi la donna con le suddette norme, ad un ruolo
circoscritto al sociale interno al gruppo familiare
ed ai rapporti tra i componenti di questi… ed affidando all’uomo ai rapporti
e contatti esterni di questo gruppo familiare ristretto, con il gruppo sociale
esterno più ampio.
1° L’aspetto fisicoCredo e noto che l’uomo, quando inizia a praticare un qualsiasi sport, non si preoccupa minimamente del cambiamento morfologico che questo può sicuramente provocare sul proprio corpo, anzi… spesso lo ricerca come una prova della sua “mascolinità”. La donna invece, noto che sia una delle prime domande che si pone. Posso quindi comprendere e dedurre come se ne preoccupi quindi in modo notevole… e addirittura forse, sino a decidere di non praticare l’attività sportiva che più gli piacerebbe svolgere e sceglierne un’altra che magari non le piace così tanto… ma che è maggiormente sicura (o convinta) non gli provocherà cambiamenti morfologici significativi. Spesso perciò, mi sono ritrovata spesso a chiedermi: “Ma per quale motivo accade ciò?” Cerchiamo di capirlo nel punto 2… forse c’è una parte di risposta a ciò che cerchiamo di comprendere. 2° il concetto di “donna”
In
realtà e secondo alcuni studi di cui mi sono interessata alla loro esaminazione,
la mascolinità in una donna che ha intrapreso uno sport come il pugilato, il
sollevamento pesi ecc è da ricollegarsi a caratteristiche fisiologiche e
psicologiche già esistenti nei propri geni e che le ha instradate verso certi
tipi di sport piuttosto che altri. Quindi non è lo sport a cambiare la donna ma
la donna a scegliere inconsciamente un certo tipo di attività che a lei
naturalmente più aggrada. Questo non significa che non ci siano donne che hanno
scelto uno sport, diciamo… “mascolino”, nonostante la loro evidente
femminilità. Diciamo che quelle sopra descritte sono le due possibili figure.
Inoltre la donna sin da piccola, credo non sia in molti casi, abituata a far programmi su se stessa, ma cerca di dimostrare le sue
qualità in campo affettivo e a dimostrare a gli altri le proprie capacità di
“femmina” (amore per la famiglia, amore per la casa, istinto materno ecc.).
Ma naturalmente sono perfettamente
cosciente che tutto questo è generico, ogni soggetto ed individuo è un caso a
sé. 3° l’aspetto fisiologicoAncora oggi mi capita di sentir dire
da alcune ragazze che certi sport non si ritengono all’altezza di praticarli
dato l’enorme sforzo a cui è sottoposto sia l’apparato cardio-circolatorio
che respiratorio. Se è vero che le capacità di questi apparati sono inferiori
nella donna, rispetto a quelli dell’uomo, è altrettanto vero che durante gli
allenamenti ognuno di noi si regola in base alle proprie possibilità. Nella
kick boxing per esempio e come sapete tutti, non solo donne e uomini gareggiano
separati, ma sono a loro volta sono suddivisi/e in categorie di peso, questo per
competere in modo equilibrato tutelando così i due atleti/e. Inoltre, credo sia fondamentalmente sbagliato considerare la donna solo come un essere debole… non dobbiamo dimenticarci che per sua natura… la donna è fisiologicamente preparata ad un enorme sforzo, che è il parto, dove l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio sono fondamentali. Dove secondo me… un fisico ben allenato e muscolarmente più tonico… avrebbe senz’altro una riuscita migliore nell’espletamento di questa funzione.
Sembra
però tuttavia… che da recenti sondaggi fatti e di cui io sono potuta entrare
a conoscenza, la donna non si sia ancora del tutto liberata da quei preconcetti
sopra descritti. Se è vero che adesso indifferentemente e senza nessuna curiosa
particolarità, questa pratica sport.. e persino a livello agonistico su grande
scala (quindi sicuramente un miglioramento
da quando mi hanno raccontato, non lo praticava per niente o questo destava
curiosità…) è pur vero che forse se moltissime lo praticano, alcune di
queste credo, non lo facciano ancora per una loro semplice soddisfazione
personale o realizzazione di un proprio e legittimo desiderio, ma ancora una
volta forse, credo e mi dicono molte di queste, che si impegnino per essere o
sentirsi accettate. Forse alcune addirittura, come mi hanno risposto, per voler affermare e rimarcare l’uguaglianza… con un desiderio di
rivalsa sessuale che penso… non faccia loro molto “onore” intellettivo, ma
credo di poter notare alcune anche … per autoaffermazione sociale. In fondo, credo di poter dire dopo la mia personale piccola inchiesta e ricerca… molte donne che praticano sport hanno un conflitto con loro stesse (ma non è detto debba essere interpretato solo negativamente) da una parte la voglia di affermarsi (dicono in molte: “come l’uomo”) dall’altra, la paura di essere giudicate “non femmine” dalla società in cui sono immerse (vedi punto 2).
Da queste mie semplici considerazioni… sembrerebbe che nella donna e su questo singolare aspetto sportivo… esistano due “IO”, uno sociale, l’altro atletico. Quest’ultimo sembra che sia molto simile a quello dell’uomo (anche se io direi invece, assolutamente identico) quindi, si dedurrebbe forse, che il problema sia strettamente legato alla società e ai propri preconcetti, molto spesso tramandati e perpetuati dalle stesse donne alle proprie figlie. Forse e comprendetemi se dico forse… per far si che questi preconcetti spariscano completamente… le stesse donne dovrebbero fare un esame di coscienza e magari evitare di attribuire forse troppo facilmente e convenientemente… ogni colpa all’uomo (o alla società cosiddetta “fallocratica”) e cercare invece, di crearsi un qualcosa di “proprio”… senza voler ad ogni costo imitare o controbattere quest’ultimo! ...Altrimenti dico… perché esisterebbero i due sessi? Evvivaddio se questi sono diversi… allora perché li vorremmo forse perfettamente uguali? |