UNA INASPETTATA E GRADITA
SORPRESA AI MONDIALI WMF DI BANGKOK.
IL VECCHIO AMICO ITALO MANCINI, TROVANDOSI IN CITTA’ E SAPUTO DELLA MIA PRESENZA
AL SEGUITO DELLA NAZIONALE ITALIANA, HA VOLUTO VENIRE A TROVARCI PER SOSTENERE I
NOSTRI BENIAMINI. MA SONO ANCHE BEN ALTRE, LE COSE CHE HA VOLUTO E SAPUTO FARE
PER NOI.
ITALO MANCINI
“un romano di Bangkok”
Di: Roberto Fragale
Italo
Mancini è una mia vecchia conoscenza ed amico, fin dai tempi della FIAM. Ex
combattente di pugilato e di full contact in questa federazione, aveva poi
intrapreso la carriera di insegnante nella FIAM e sono stati tanti i ragazzi
che sotto la sua attenta guida, sono arrivati ai vertici nazionali e persino
spesso internazionali, della loro categoria di specialità. Poi ci perdemmo di
vista per qualche tempo e seppi infine (durante una sua fugace visita in Italia)
che si era addirittura trasferito in Africa, seguendo la moglie (anch’essa sua
allieva ed ex atleta di full contact) nelle sue peregrinazioni in giro per il
mondo come impiegata nelle varie ambasciate italiane all’estero. Appresi anche
che furono tra i fortunati superstiti di una sciagura aerea africana, quando un
grande jumbo fu costretto ad un ammaraggio di fortuna… Ogni tanto ci vedevamo
durante i suoi brevi rientri in Patria e quando la loro nuova destinazione fu
Bangkok… ci siamo sentiti telefonicamente ed incontrati anche in Thailandia. Non
nego che frequentemente ci ha fatto anche molti “preziosi” favori per snellire
le lunghe e difficili ma indispensabili pratiche burocratiche, per portare i
maestri ed atleti thai in Italia. Ultimamente sapevo che era tornato
definitivamente (o almeno per il momento) in Italia… immaginatevi quindi lo
stupore, quando mi giunge una sua telefonata da Bangkok sul mio cellulare thai,
in cui con “nonchalance” mi chiedeva delucidazioni sul posto dove si svolgevano
i campionati mondiali WMF,
perché voleva venire a sostenere la nostra squadra e rendersi utile nel caso
avessimo bisogno di qualsiasi cosa sul posto. Infatti, una mattina… eccolo che
appare al palasport.
Lo presento a tutti i componenti della delegazione italiana
che non lo conoscevano (ormai molto tempo è passato ed i nostri personaggi si
sono succeduti più volte…) eccetto per il “vecchio” D’olimpio, che ancora si
ricordava di lui. La giornata non è delle più esaltanti, era il giorno in cui ha
combattuto solo Sergio Pimpolari… perdendo purtroppo al primo turno contro il
forte atleta turco che giungerà poi in finale. Ma finito il nostro breve e
deludente impegno al palazzetto, si mostra ancora euforico e ci invita a farci
un giro con lui a Bangkok per passare assieme il pomeriggio e perché no, anche
l’intera serata prima di far rientro al nostro hotel. Bene, accetto
immediatamente ed anche Alfredo si unisce entusiasta a noi. Naturalmente per
festeggiare il gradito incontro, Alfredo lancia subito l’idea di una immediata
intervista, per presentarlo nuovamente in Italia a tutti coloro che si fossero
dimenticati e quelli che “arrivati dopo”, non lo conoscessero ancora.
Roberto Fragale: Ciao Italo, non tutti sanno da dove derivi
la tua autorevole conoscenza nell’ambiente sportivo, sociale e culturale
thailandese… Vuoi dire tu stesso ai nostri lettori da dove deriva questa tua
autorevole conoscenza?
Italo Mancini: Sono stato qua per qualche tempo… Ci ho
lavorato per 5 anni consecutivi, durante i quali ho abitato in pianta stabile a
Bangkok ed ho girato quasi tutta la Thailandia per turismo, ma anche per la mia
attività lavorativa. Adesso, da settembre sono tornato a Roma, ma non ho
resistito molto al clima invernale e sono quindi tornato in Thailandia per un
breve periodo, per il clima, per l’ambiente e soprattutto per trovare i molti
amici che nel frattempo mi sono fatto qua… 5 anni sono tanti…
Roberto Fragale: Indubbiamente… e visto che non dimentichi
neanche quelli ancor più datati dall’Italia… possiamo sicuramente comprendere.
Quale era questa tua attività lavorativa che ci dici, svolgevi in Thailandia?
Italo Mancini: Insegnavo full contact e pugilato in
alcune palestre degli hotel ed in alcuni centri sportivi privati. Ma con il
pugilato… ho avuto l’occasione di insegnare le sue tecniche anche a diversi
atleti di muay thai.
Roberto Fragale: La cosa mi suona strana… posso capire il
perché del pugilato, ma non sapevo che i thailandesi fossero interessati anche
al full contact per esempio…
Italo Mancini: Certo, questi sport interessano a tutti
qua. I thai amano tutti gli sport da combattimento… Per esempio, forse non tutti
sanno che qui è molto diffusa l’arte marziale del Tae Kwon Do.
Roberto Fragale: Strano, io avrei detto che per quanto
riguarda le arti marziali, in Thailandia fosse molto diffusa soprattutto la Muay
Boran.
Italo Mancini: Mah.. senti, io ho domandato spesso in
giro… a quanto mi è stato risposto, sembra che la Muay Boran non la conoscano
(se non come significato dei termini) e non la pratichi nessuno, neanche gli
anziani. Questi oltretutto, sono anche titubanti e sorpresi, quando gli dico che
un italiano l’abbia riscoperta come una loro tradizione marziale in via di
estinzione.
Roberto Fragale: Bhè… diciamo che forse, la ricerca di un
italiano ha fatto in modo che una loro pratica ormai andata in disuso da
moltissimo tempo credo, venisse riscoperta… e poi codificata da noi occidentali,
ma soprattutto per un nostro migliore e veloce apprendimento.
Italo Mancini: Certo… io ho detto solo quello che
domandando ho sentito dire in giro! Ma intendiamoci, questa è una cosa che mi
fa contento, perchè significa che finalmente qualcuno di noi mostra che ci
sappiamo vendere bene, anche all’estero… ed a quanto pare ha anche successo.
Roberto Fragale: Come ti sei trovato ad insegnare ai
thailandesi, atleti di Muay Thai, la tecnica del pugilato?
Italo Mancini: Non è semplice, perché qui hanno una
rigidità di base, una completa mancanza di strategia per tradizione, c’è quindi
moltissima difficoltà ad imporre o inserire un’ arte o metodologia diversa dalla
loro.
Roberto Fragale: Chi hai allenato di personaggi conosciuti?
Italo Mancini: Mah.. moltissimi! Per citarne qualcuno
che sicuramente conoscete anche voi.. posso dire che durante miei frequenti
viaggi e permanenze a Pattaya, ho allenato Neung Pichit e Yoddecha, per esempio.
Là amano molto il pugilato… hanno persino un paio di campioni del mondo!
Roberto Fragale: Che tipo di boxe lavoravi con gli atleti
thailandesi? Una boxe da manuale o tipi di schemi pugilistici adattati o
adattabili anche alla Muay Thai?
Italo
Mancini: Sicuramente ed ovviamente, quelli che prendevano maggiormente in
considerazione erano proprio gli schemi di boxe adattati alla muay thai, ma gli
piaceva molto anche la boxe pura. Infatti, spesso gli atleti di Muay Thai
combattono anche di pugilato, cambiano solo le distanze tra boxe, full , kick
boxing e muay thai… come ritengo che la kik boxing è molto adatta per i pugili.
Roberto Fragale: E adesso che cosa fai?
Italo Mancini: Adesso sono tornato a Roma, dove
insegno pugilato, full, kick boxing e muay thai… e combatto come tutti… con la
difficoltà di recepire veri combattenti! Spesso poi, quando ne trovi uno con le
qualità fisiche, gli mancano quelle psichiche… Ormai, sembra che gli italiani
siano tutti stereotipati… Per esempio, la cosa che mi sento chiedere più spesso
in palestra è: <<”Maestro… che mi devo prendere? Devo prendere qualcosa?”>>
Questi qua sono convinti che sia una cosa normale… questi vogliono prendere “la
roba”… <<”ma vatti ad allenare… vai!”>>
Roberto Fragale: Dove svolgi la tua attività a Roma?
Italo Mancini: Al centro sportivo “Aurelio” di via
Boccea, al 280; di Roma.
Roberto Fragale: E’ molto che insegni presso questa
struttura?
Italo Mancini: Da settembre… dopo 5 anni trascorsi in
Thailandia, ho ricominciato subito appena tornato in Italia.
Roberto Fragale: Scusa, ma mi sembra impossibile tu potessi
mantenerti in Thailandia solo con l’insegnamento, sia pure anche a gente
facoltosa negli hotel… non avevi anche altre attività collaterali?
Italo Mancini: Mi mantenevo principalmente insegnando
metodicamente nelle palestre e negli hotel, ma sporadicamente lavoravo anche per
una agenzia di servizi, per la quale facevo il body guard… per i thai che hanno
i soldi… ce ne sono moltissimi a Bangkok. A questi piace molto avere e girare
con i body guard, anche quando credo non ce ne sarebbe neanche bisogno. Il
popolo thai infatti, è molto “inquadrato” e soprattutto rispettoso delle
“caste”… casomai sono proprio i farang che, spesso ubriachi, possono creare
problemi e se i thai vogliono sentirsi sicuri nei locali… c’è bisogno anche e
soprattutto di farang… che conoscono le nostre abitudini e consuetudini, ma
soprattutto capaci di prevedere e prevenire spiacevoli e sconvenienti episodi.
Ma ho lavorato anche parecchio come fisioterapista. Questa è una figura
totalmente assente in Thailandia perché qui passano facilmente dalla terapia
farmacologia a quella chirurgica, saltando quindi quella riabilitativa.
Roberto Fragale: Quindi tu sei anche un fisioterapista?
Italo Mancini: Si, sono diplomato in Italia come
fisioterapista.
Roberto Fragale: Da cosa è scaturita questa tua scelta di
cambiare completamente ambiente?
Italo Mancini: Una piacevole motivazione familiare.
Mia moglie ha lavorato 5 anni all’ambasciata italiana a Bangkok, dopo aver
lavorato 5 anni in quella di Addis Abeba… ed anche li ho insegnato pugilato e
addirittura al team nazionale. Avevamo formato un bel gruppo di pugili, ma poi
con lo scoppio e l’inferocirsi della guerra, mi hanno chiamato tutto il gruppo
sportivo nello scontro fratricida tra Etiopia ed Eritrea. Una cosa orrenda!
Queste due fazioni si sono improvvisamente divise e spartite i territori… Poi
hanno fatto pulizia etnica dai propri territori e dato che molti di essi avevano
madre e padre di etnie opposte, hanno dovuto decidere chi dei due seguire e con
chi stare… Alcuni fratelli si sono divisi quindi tra padre e madre… e
successivamente poi, con lo scoppio della guerra e l’inizio del conflitto, si
sono ritrovati a doversi sparare l’uno contro l’altro. Una cosa veramente e
tragicamente schifosa!
Roberto Fragale: Concordiamo pienamente con te! Ma torniamo
alla tua nuova attività di allenatore in Italia che hai ripreso… Sicuramente
sarà presto per poterle valutare… ma ci sono state prime soddisfazioni
professionali e successi sportivi dal tuo arrivo in Italia?
Italo Mancini: Mah.. diciamo che alcune prime piccole
soddisfazioni, le ho già avute anche in Italia. Abbiamo vinto il nostro primo
titolo italiano di full
contact 1° serie a Montecatini, con Vedovelli Cristian nei – 86 kg. ma
adesso vorrei mettere anche a disposizione tutta la mia esperienza fatta nella
muay thai, per creare un gruppo di atleti, proprio qui a Roma.
Roberto Fragale: Tu, parli il thai?
Italo Mancini: Si, parlo ormai 5 lingue… compreso il
thai.
Roberto Fragale: Bene, ti facciamo i nostri auguri per la
riuscita di tutti i tuoi progetti sportivi e speriamo tu possa trovare
nuovamente dei ragazzi in gamba come è stato nel passato, che possano ripagarti
delle energie spese e profuse fino adesso. A proposito di questo… vogliamo fare
qualche nome di atleti che hai avuto ed allenato in passato da noi in Italia…?
Tanto per farti conoscere a chi ancora non avesse avuto occasione di incontrarti
nei palazzetti italiani.
Italo Mancini: Con molto piacere… spero però di non
dimenticarne qualcuno… ed in ogni caso, chiedo scusa in anticipo… ho avuto molti
atleti di grande caratura e valore sportivo, come umano. Questi i più
conosciuti:
-
Neglia Giovanna Campionessa del Mondo WAKOpro.
-
Ricciotti Mauro partecipazione ai mondiali WAKO di
Atlantic City.
-
Buttigliero Riccardo campione italiano 1° serie.
-
Marcolini Claudio campione italiano full contact
WAKOpro
-
Catasta Massimo campione intercontinentale WKA
-
Fabio Dascanio campione italiano pro.
-
Marco Anselmi campione italiano 1° serie full e con
cui adesso collaboro nel corso.
Roberto Fragale: Ok Italo, credo che possa bastare, del
resto poi, se otterrai i risultati che ti prefiggi… ci sarà sicuramente
occasione per riparlare di te e dei tuoi ragazzi. Che ne dici, ora che anche la
giornata di gara è finita… di andare un pò in giro a Bangkok e farci da cicerone
in qualche centro sportivo che conosci ed in cui si pratichi full contact e kick
bioxing?
Italo Mancini: Ma certo… passeremo assieme il
pomeriggio e tutta la serata. Do un colpo di telefono al taxi che mi ha portato
fin qui… e partiamo subito, vedrai che non ve ne pentirete…
Al telefono è un vero piacere sentirlo parlare in thailandese
ed in pochi attimi il taxi arriva a prenderci fin sulla porta del palasport.
Italo ci dice che deve prima passare dal suo hotel per prendere dei documenti da
far visionare all’ambasciata Italiana di Bangkok per una consulenza e che forse
sarà possibile portare a visitarla pure noi, con lui.
Ci mostriamo felicissimi e lui telefona per annunciare la
visita e chiedere naturalmente il permesso. Purtroppo il protocollo formale in
uso nell’ambasciata è molto rigido e sarà possibile portare soltanto uno di noi…
Alfredo mi cede volentieri l’incombenza e privilegio. Oltretutto, ci dicono che
sarebbe bene fossimo abbigliati decentemente e Italo, una volta arrivati al suo
hotel, dovrà prestarmi un paio di pantaloni lunghi. Questo è situato nei pressi
dell’ambasciata italiana e mentre Alfredo piazza il suo computer in camera di
Italo ed inizia a scrivere l’articolo del giorno per ilguerriero.it, noi con un
taxi ci avviamo all’ambasciata.
Questa è una grande villa situata in pieno centro di Bangkok,
completamente recintata e ben custodita da guardie armate. Un grande cancello in
ferro all’entrata, ai cui lati spicca il simbolo in bronzo, della repubblica
italiana. Entriamo da una guardiola laterale e gli addetti alla sicurezza thai,
mostrano di conoscere benissimo Italo, con cui iniziano a salutarsi
scherzosamente. Non è orario di visite al pubblico ed i controlli sono molto
severi… poi finalmente mi lasciano entrare assieme a lui.
L’interno ha un giardino ben curato nei particolari e in
un’ala laterale del grande edificio, sono situati gli uffici dell’ambasciata.
Prima entriamo negli uffici del “commerciale” (dove lavorava la moglie) e siamo
salutati festosamente dalle impiegate che conoscono benissimo Italo. Vengo a
conoscenza di una nuova iniziativa e presenza di una associazione “la Dante
Alighieri” che si occupa della diffusione della lingua italiana nel Mondo.
Siccome ilguerriero.it promuove le nostre attività con reportage da tutto il
Mondo (e che quindi interessano anche gli appassionati di altre nazioni) ma lo
fa solamente in lingua italiana, prendiamo contatti con la dottoressa che si
occupa dell’associazione… e, anche se adesso non vedo come… chissà che non possa
nascere una qualche occasione per una collaborazione in futuro. Entriamo infine
negli uffici dell’ambasciata e qui l’accoglienza riservatagli è ancora più
calorosa. Scopriamo infine che Italo ha persino dimenticato di portare i
documenti di cui gli aveva parlato telefonicamente per avere una consulenza… ma
la conversazione non langue di certo e pian piano arrivano tutti a salutare il
suo ritorno.
Mentre siamo in salotto a parlare, passa anche la Dottoressa
responsabile dell’ufficio visti. Italo me la presenta e simpaticamente ci
mettiamo a discutere dei tanti problemi legati all’ottenimento dei visti per i
thai che vengono in Italia per stages e per combattere. La gentile funzionaria
mi parla del problema principale e di cui non riesce a comprendere il
significato, ma che ancora genera un sacco di incomprensioni e soprattutto
perdite di tempo. Sommariamente mi spiega che ormai sanno che la FIKB è nel
CONI, ma che la Muay Thai non risulta nelle discipline da questo contemplate… e
visto che la cosa le genera ogni volta un sacco di problemi… mi chiede: Come
mai? Le spiego allora che, per una giusta e cautelativa prassi burocratica,
ogni Federazione che entra a far parte del Comitato Olimpico Nazionale… molto
prudentemente al principio, per i primi due anni, viene associata ad un’altra
più simile, in attesa di verificare che tutti i suoi parametri e consuetudini
siano conformi alle disposizioni esistenti in merito e che la FIKB, proprio per
questo motivo, è stata quindi inizialmente associata alla Federazione
Pugilistica Italiana. Adesso che sono trascorsi questi due anni, che potremmo
definire di tirocinio… per così dire, la Federboxe ha votato favorevolmente per
la concessione del nullaosta alla FIKB e che quindi presto, questa sarà una
Federazione associata a tutti gli effetti al CONI come Federazione indipendente.
La Dottressa mi ringrazia gentilmente della plausibile spiegazione e si mostra
compiaciuta che presto la problematica questione sarà finalmente risolta…
consentendole quindi di lavorare più velocemente ed in maniera più chiara e
regolare.
Ottenute infine ed ugualmente, anche le informazioni che
richiedeva Italo, salutiamo tutti e ci congediamo. Siamo già fuori
dall’ambasciata per le ultime foto sul cancello, quando notiamo avvenire un gran
fermento ed il traffico viene fermato per consentire il rientro in auto
dell’ambasciatore italiano… il cancello elettronico si richiude dietro l’auto
diplomatica e noi lasciamo l’ambasciata.
Decidiamo di avviarci per un pezzo a piedi verso l’hotel di
Italo e lungo la strada, sono molte le cose che mi mostra. Entriamo in parecchi
negozi e locali, dove noto che Italo conosce addirittura gli esercenti per nome.
Ci sono addirittura negozi occidentali, come una strana “boulangerie” francese,
dove è possibile acquistare la famosa “baghette” o fare colazione con cappuccino
e cornetti.
Prendiamo un taxi e torniamo in hotel a prendere Alfredo, che
intanto aveva finito di scrivere l’articolo giornaliero dei mondiali… una doccia
veloce per rinfrescarci e telefoniamo ad uno dei centri sportivi di Bangkok dove
si pratica Kickboxing.
Sono veramente curioso di visitarlo e soprattutto di fare due
chiacchiere con l’istruttore. Purtroppo oggi non è giorno di lezione e
l’istruttore non è presente al centro. Italo decide di portarci allora in un
altro centro sportivo dove insegnava lui e dove crede ci sia ancora un corso di
Full Contact. Italo deve aver da tempo preso i “tempi di lavoro tailandesi”... e
chiacchierando per discutere sul da farsi… intanto sopraggiunge la sera! Il
centro sportivo è situato proprio in una centralissima via dell’enorme
megalopoli e con il taxi ci ritroviamo presto imbottigliati nel traffico caotico
delle sue larghissime ma sempre “ingolfate” strade cittadine, in mezzo ad enormi
grattacieli. Ormai è sera… siamo tutti stanchissimi e decidiamo quindi di finire
la giornata in qualche localino a bere e mangiare qualcosa. Questa deve essere
una delle sue zone abitualmente frequentate… e dato che sembra conoscere tutti i
locali dei paraggi, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Optiamo per uno semplice e abbastanza “tradizionalmente
moderno”, all’aperto, in mezzo ai grattacieli e con musica assordante!
Dappertutto gente ai tavoli o ai banconi che beve, mangia, conversa e scherza
rumorosamente. Nelle pareti degli edifici circostanti, in ogni dove, ingressi
con luci colorate di altrettanti locali, bar, ristoranti e discoteche… alle
porte ragazze imbonitrici che invitano all’ingresso… un vero festival del
bailamme di divertimenti ed opportunità. Ci mangiamo il solito risotto sea food
e dopo le ultime chiacchiere con il nostro occasionale cicerone, ci facciamo
prenotare un taxi da lui.. per essere sicuri che ci porti nella giusta
direzione! (sembra una assurda affermazione… ma posso assicurarvi che a Bangkok
non è poi così assurda). Occorre infatti oltre un’ora e mezza di taxi, per
arrivare all’Alexander Hotel dove eravamo alloggiati e da qua telefoniamo a
Italo per rassicurarlo dell’avvenuto arrivo.
Nessuno in giro… vediamo solo Diego Calzolari, il quale ci
dice che i ragazzi sono già tutti a letto. Domani combatte la semifinale Tiziana
e Verziere si giocherà il suo ingresso al podio. Ultime due chiacchiere con
Alfredo.. che mi confida, non avrebbe mai creduto e sperato in una trasferta
così emozionante e piena di cose interessanti da raccontare… gli ricordo che
questa non è ancora finita e che oltretutto deve ancora proseguire a Pattaya,
dove forse lo aspettano ancora tante altre cose interessanti da vedere e
soprattutto raccontare nei suoi articoli giornalieri. E adesso… a nanna anche
noi!
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