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UN NOSTRO NUOVO COLLABORATORE PER IL SETTORE MMA GIUSEPPE CHIAPPARINO, INIZIA LA SUA PARTECIPAZIONE ATTIVA CON LA NOSTRA RIVISTA INVIANDOCI UNA INTERVISTA A MARCO GALZENATI, INSEGNANTE ED ATLETA PARTENOPEO DI QUESTE BELLISSIME SPECIALITA’ SPORTIVE DA COMBATTIMENTO.

INTERVISTA A MARCO GALZENATI

Di: Giuseppe Chiapparono

    

Giuseppe Chiapparino: Ciao Marco, per chi non lo sapesse ricordo che il tuo team è uno dei pochi nel sud Italia, che pratica il B.J.J. e sei una delle poche cinture nere Italiane al momento. Ma andiamo con ordine… come ti sei avvicinato alla pratica delle arti marziali?

Marco Galzenati: Be’ ho iniziato da bambino con il Judo e poi ho continuato con il Karate, con il compianto Maestro Beppe Panada, ho poi attraversato la fase dell’esplosione del Karate Contact con Jean Paul Pace, conseguendo la cintura nera Fe.S.I.K. per il Karate e il Ju Jitsu… e la cintura nera di Kick Boxing con la Cisco, in seguito ho curato anche il programma tecnico del “Di Clemente Street Fighiting System” di cui sono stato la prima cintura nera, data dal Di Clemente.

Giuseppe Chiapparino: Ci puoi parlare del tuo incontro con le M.M.A. ?

Marco Galzenati: Il mio incontro con le M.M.A. è stato abbastanza tardivo, avevo già 34 anni quando scoprìi che il mio “striking” non mi era molto utile se mi portavano a terra…. Ricordo che ebbi una specie di trauma, la notte non riuscivo a dormire,  avevo due strade davanti, negare e rimuovere l’accaduto o rimboccarmi le maniche ed addentrarmi nel mondo delle M.M.A. Per fortuna ebbi la forza interiore di scegliere la seconda… sai è difficile dopo 20 anni di pratica tradizionale…

Giuseppe Chiapparino: Si ma in quegli anni non c’era nulla, come facesti ad iniziare a praticare?

Marco Galzenati: (ride) si è vero, era molto peggio di oggi… a Napoli poi… Ecco, usai un approccio scientifico e mi chiesi: <<“chi fa Free Fight a Napoli?”>> la risposta era una sola: <<“Paolo Di Clemente”>>… così andai a conoscerlo e quasi subito iniziai ad allenarmi con il suo team. Ricordo il primo allenamento, tornai a casa e mia moglie aprendo la porta esclamò: <<“Che ti hanno fatto !?!?”>> avevo il volto molto segnato, ci allenavamo con la tecnica dell’epoca, ma in maniera molto dura… poi feci da sparring fisso a Paolo per la lotta al suolo, per tutti i suoi ultimi combattimenti, era molto cattivo sul ring e per strada, ma come amico aveva senz’altro delle qualità eccezionali, coraggiosissimo ed estremamente disponibile, avrebbe potuto dare molto di più alle M.M.A.

    

Giuseppe Chiapparino: E l’incontro con il Jiu Jitsu brasiliano?

Marco Galzenati: Come hanno fatto tutti all’inizio in Italia… molti stage, molti video, qualche amico brasiliano che si allena con te in palestra e soprattutto molto lavoro sul tappeto. Ricordo il primo stage con i Vacirca, costò 200 mila lire per 6 ore di allenamento tra sabato e domenica (una cifra all’epoca), poi Robin Gracie in uno dei pochi stage a Napoli e tanti altri, spesso le uniche occasioni di contatto con il Bjj in quegli anni.

Giuseppe Chiapparino: Il riconoscimento della tua cintura marrone da parte di Rogerio Oleario… sollevò delle polemiche come mai?

Marco Galzenati: Non saprei, la gente giustamente pretende che le cose si dimostrino coi fatti, io mi ero sempre dedicato all’insegnamento… pensando che avendo iniziato a 35 anni, fosse un po’ tardi per l’agonismo, e allora non mi è restato che dimostrarlo sul tappeto fregandomene di cervicale e mal di schiena, non mi piace spettegolare sui forum, spero che con la medaglia d’oro alla coppa del mondo nelle marroni senior… le cose si siano chiarite, ma mi sembra difficile! C’è già chi ha detto: “si però nei senior…”, forse si aspettano di vedermi a 44 anni nella categoria adulti a combattere con Jacarè e Roger Gracie… la gente delle volte è proprio incontentabile….
Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Rogerio per l’incommensurabile aiuto datomi nella preparazione alle competizioni, è un grande atleta, un grande amico, ma soprattutto una persona eccezionale, ci vorrebbero più persone del suo spessore nell’ambiente del B.J.J. in Italia.

    

Giuseppe Chiapparino: Sei il primo italiano ad aver vinto combattendo, un oro nelle cinture nere. Il tuo esordio all’europeo di Lisbona e stato un successo… te lo aspettavi?

Marco Galzenati: A dire il vero no, ero a Lisbona per accompagnare i miei allievi, mi ero preparato molto superficialmente rispetto alla coppa del mondo, non ho fatto il peso e sono finito nei “pesado” a 89.5kg col Gi, ma forse questa maggiore rilassatezza nella preparazione è stata positiva, sono arrivato alla gara sereno e ho combattuto come fossi in palestra, è stato divertente.
Non mi aspettavo certo di raggiungere due ori (categoria e assoluto), confrontandomi e vincendo con tre cinture nere brasiliane ed un arabo, che poi si sono complimentati e dimostrati molto amichevoli, è stata una grande soddisfazione.

Giuseppe Chiapparino: Come ti alleni?

Marco Galzenati: Mi sono sempre allenato molto, forse troppo, fino all’anno scorso mi allenavo due volte al giorno, nel primo pomeriggio pesi e cardio, la sera dei giorni dispari Jiu jitsu e la sera dei giorni pari Submission. Ma quest’anno ho iniziato ad avere problemi di recupero mi alleno una volta al giorno solo con il gi per 2 o 3 ore e una volta la settimana faccio un po’ di pesi e del cardio per mantenimento.

    

Giuseppe Chiapparino: So che hai dei problemi alla schiena abbastanza gravi, come concili la cosa con l’allenamento e l’attività agonistica?

Marco Galzenati: Si ho una brutta scoliosi che mi dà dei problemi a livello lombare e cervicale, per cui il mio gioco in piedi è abbastanza limitato, ed ho dovuto modificare anche il modo di muovermi al suolo, infatti non posso fare troppo ponte e devo lavorare molto con i movimenti laterali, cercando di essere poco contratto ed esplosivo durante il combattimento, un incentivo in più ad usare una buona tecnica.

Giuseppe Chiapparino: Cosa pensi della situazione del B.J.J. in Italia?

Marco Galzenati: Sono un po’ preoccupato, ho avuto modo di incontrare atleti francesi, scandinavi e inglesi a Rio, per non parlare dei brasiliani, sono molto più avanti di noi, la Francia ha gia una federazione e si organizzano moltissime gare. In Italia la voglia di fornire un Jiu Jitsu di qualità alla gente ha finito per avere un effetto contrario, il mancato riconoscimento delle competenze tecniche maturate da piccoli e a volte isolati gruppi di praticanti, acquisite spesso con fatica e passione, ha finito per allontanare molte persone dal Brazilian Jiu Jitsu, spingendole verso la pratica senza Gi; infatti, molti hanno dirottato l’attività agonistica dei propri gruppi sul Submission Wrestling, dove l’unica cosa che fa testo sono i risultati in gara, ed è soprattutto accessibile a chi non ha i mezzi per le continue trasferte che si deve accollare chi vuole intraprendere una pratica agonistica nel Brazilian Jiu Jitsu, qui in Italia.

    

Giuseppe Chiapparino: Intravedi delle soluzioni?

Marco Galzenati: In primis bisognerebbe rendere il B.J.J. meno elitario creando una situazione in cui sia accessibile a tutti, anche e soprattutto dal punto di vista economico, per esempio organizzando un buon calendario di gare.
In secondo luogo bisognerebbe ricordarsi che il B.J.J. e le M.M.A. che lo si dica o no sono in diretta concorrenza con le arti marziali appoggiate e soprattutto sovvenzionate dal C.O.N.I. Questo ci pone in una situazione in cui la auspicata esplosione del nuovo modo di intendere le arti marziali, non potrà mai avvenire senza una forte coesione del movimento delle M.M.A.
Sono preoccupato perché ormai vedo l’Italia avviata ad uno smembramento del poco che in questi anni è stato costruito, tra un po’ rischiamo di veder accadere quello che si è già visto accadere nel mondo della Kick Boxing, campionati italiani con due palestre partecipanti, campionati europei con tre palestre, campionati mondiali con quattro palestre. Insomma un mangiare la gallina prima di farle deporre un solo uovo…

Giuseppe Chiapparino: Per quanto riguarda le gare e le federazioni hai qualche idea?

Marco Galzenati: Credo che bisogna organizzare  competizioni ed eventi, e soprattutto evitare la tentazione di creare strutture federali chiuse, che proibiscono ai propri affiliati di partecipare ad eventi organizzati da altre organizzazioni, e magari organizzano gare, siano esse di Submission o di BJJ negli stessi giorni in cui sono previste gare di altre organizzazioni. Anzi, colgo l’occasione per invitare tutti i praticanti a disertare entrambe le competizioni quando le date si sovrappongono, potrebbe servire a far rinsavire gli organizzatori….. Credo ci voglia cooperazione tra tutti, competizione si, ma senza perdere di vista il fatto che l’obbiettivo comune e principale è lo sviluppo delle M.M.A.
Non ripetiamo gli stessi errori del passato, mettiamo da parte gli interessi personali e lavoriamo insieme per diffondere il B.J.J. anche se in certi casi può costarci molto…
Il problema è sempre lo stesso, l’egoismo… pare proprio che la celebre frase posta all’ingresso della palestra di Machado: “lasciate il vostro ego fuori prima di entrare”, non riesca a fare completamente presa nel mondo delle M.M.A. Italiane.

    

Giuseppe Chiapparino: Programmi per il futuro?

Marco Galzenati: Cercare di diffondere il Jiu Jitsu brasiliano a Napoli e in Italia,  costruire un team di atleti forti e competitivi, gareggiare fin quando non andrò definitivamente in malora (ride), fisicamente intendo.

Giuseppe Chiapparino: Ok Marco alla prossima….

Marco Galzenati: Alla prossima e buon Brazilian Jiu Jitsu a tutti.

E’ possibile vedere l’hilight dei combattimenti clikkando qui:

http://video.google.com/videoplay?docid=1395558285322690762&q=galzenati+european


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